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Incontri clandestini


di Easytolove
27.10.2021    |    1.722    |    2 9.8
"Decidiamo di fermarci, quando Margie inizia a diventare sospettosa, ci accorgiamo che controlla entrambe, strane telefonate improvvise, decidiamo per..."
Fiamma è tornata negli Stati Uniti.
Dopo quella notte in cui mi sono vendicata, non l’ho più rivista,mi ha mandato uno scarno messaggio, evidentemente la versione di quella che era la tenera e dolce Adele, si è trasformata in qualcosa che non riconosce, forse troppo impegnativo per le sue tranquille aspettative.
Le ho risposto consigliandole, se ha ancora qualche stimolo represso per i rapporti con il sesso femminile, di accettare le avances della vicina,”vedrai che qualche bella leccata di fica in ogni caso la rimedi”, è stato il laconico commento con cui l’ho per sempre congedata.
Invece qualcosa di sorprendente e inatteso si è palesato, da qualche tempo a questa parte.
Si tratta di Greta, la strana e saltuaria presenza che a volte si manifesta ,l’amica un po’ troppo particolare di Margie, finora devo ammettere soltanto un paio di volte, in quei week end in cui ci siamo ritrovate tutte e tre, in occasione delle corse automobilistiche.
Da qualche tempo le hanno cambiato sede del lavoro, è stata spostata dalla casa madre, in una piccola factory al confine con la Svizzera, un marchio un tempo molto famoso, che ora vogliono rilanciare, stanno provando un paio di modelli molto innovativi che presto entreranno in produzione.
Stranamente mi ha mandato alcuni messaggi, e poi ha voluto attivare una di quelle chat segrete, che soltanto noi due possiamo aprire.
Ha iniziato a corteggiarmi, subdolamente ho accettato, entrambe ci rendiamo conto, lo facciamo all’insaputa totale di Margie.
Sembriamo due liceali alle prime armi, fantastichiamo e sogniamo di essere perdutamente innamorate, con il terrore di essere scoperte, siamo riuscite a creare una sorta di tradimento sentimentale, verso la persona che ci ha con molta onestà, permesso di avere un rapporto onesto, e senza sotterfugi.
Ci rendiamo conto di essere entrambe attratte dal fascino del proibito, l’ansia di farlo di nascosto, lo spazio temporale limitato, il senso di colpa della menzogna verso colei che hai tradito.
Per Greta il tradimento è doppio, il marito ha sempre saputo di Margie, l’ha sempre considerata un amicizia un po’ troppo stravagante, si conoscono, ma con me è diverso, ho come l’impressione che si sia innamorata, e anche per me forse è la stessa cosa.
Andiamo avanti per qualche settimana, Margie come al solito va e viene, facciamo sesso per nottate intere,
spesso con molta tenerezza, con le passere appiccicate, a procurarci brevi e soffici orgasmi sospirati.
Qualche volta, devo ammettere prende il sopravvento la parte più carnale e selvatica, il mio giocattolo norvegese si materializza, a turno lo indossiamo, ci scopiamo con furore.
I messaggini si susseguono sempre più espliciti, sfilze di emoticon a forma di cuoricino, arrivano i primi selfie in cui siamo nude, fino al punto in cui, in un paio di videochiamate ci tocchiamo.
Decidiamo che non possiamo più continuare in questo modo, ci dobbiamo per forza rivedere.
Troviamo un incastro per una nottata nel mezzo della settimana.
Margie è andata in Inghilterra per un lavoro nuovo, lei ha la possibilità di spostarsi senza problemi, io prendo mezza giornata di permesso per la mattina dopo.
Ci diamo appuntamento a mezza strada, ho prenotato una camera di un motel lungo l’autostrada, un posto anonimo e impersonale, uno di quei posti che, dagli amanti di solito sembrano essere attratti come delle calamite.
Mi metto subito in cammino appena finito il lavoro, nel bagno dell’ufficio mi sono truccata, ho indossato la biancheria più provocante, mi rendo conto di come in questa avventura sia la mia parte più femminile che ha preso il sopravvento, nonostante che Greta sia la donna più donna che abbia mai conosciuto.
Durante il viaggio ci messaggiamo, forse sono in anticipo, ha dovuto risolvere un problema prima di partire, mi assale una certa agitazione.
Il motel è in una di quelle aree di parcheggio attrezzate, con il distributore e il bar dove vendono panini.
Ci sono molti camion, gente che arriva e riparte,resto qualche minuto ad osservare, poi l’ansia aumenta e decido di prendere possesso della camera.
Il portiere è gentile, le spiego che mi raggiungerà tra poco un amica, mi guarda con uno strano sorrisetto malizioso. Comprendo che non siamo le prime, lo ha capito subito quando le ho comunicato il nome di Greta, e la nazionalità tedesca che siamo due amanti clandestine.
Mi dice che se volessimo cenare, a fianco dell’hotel c’è un passaggio verso l’esterno, e a pochi passi una trattoria per camionisti, dove si mangia benissimo, una delle più famose e rinomate.
Lo ringrazio, e gli dico,
“quando arriva la mia amica, una bella donna alta e bionda, le dica il numero della stanza che ci ha assegnato”.
Mi sorride sornione, entrambi sappiamo che “ci siamo capiti”.
Il letto è comodo e immacolato, sembra tutto in ordine, la stanza è spaziosa, con il mobilio standard che si trova in queste catene alberghiere.
Sono nervosa, mi metto su di una piccola poltrona e accendo la tv, mi è arrivato un messaggio è a pochi chilometri, le dico il numero della stanza, di farsi vedere dal portiere.
Mi sto per assopire, quando sento bussare, mi alzo di scatto e vado ad aprire.
Greta è una specie di apparizione, ancora più bella di come me la ricordavo.
Minigonna di pelle nera con un collant ultra velato, stivali e un piumino leggero, con sotto un toppino nero, che le fascia le forme pressoché perfette.
La faccio entrare posa la piccola borsa e mi attira a sé con il suo strano accento tedesco,
“finalmente ci rivediamo, non faccio che pensarti, fammi risentire il sapore della tua bocca, mi sei troppo mancata”
Non mi lascia il tempo di rispondere, mi devo mettere in punta di piedi per arrivare alle sue labbra, ci frughiamo con la lingua, uno dei baci più lunghi e appassionati di tutta la mia vita.
Abbiamo fame, decidiamo di prolungare l’attesa per un altro poco, le dico della trattoria famosa e rinomata, adora la cucina ruspante italiana, la pasta all’amatriciana, i secondi di carne corposi e saporiti.
Il locale è enorme, i tavoli quasi tutti occupati da camionisti e piccoli gruppetti famigliari di passaggio sull’autostrada.
Una cameriera ci trova un tavolino per due, posto proprio in mezzo alla sala.
Sentiamo gli sguardi che ci scrutano al nostro passaggio, due belle donne sole, provocanti, che si avventurano in mezzo ad un orda di camionisti arrapati.
Greta è affamata, divora una porzione esagerata di pasta alla carbonara “la più buona che abbia mai mangiato”
A me l’ansia e la tensione mi hanno bloccato l’appetito, sbocconcello da un tagliere alcuni affettati, finiamo con una bella porzione di zuppa inglese.
Da sotto il tavolo ci strusciamo le gambe e le ginocchia, ogni tanto ci sfioriamo le mani, temo che in molti attorno a noi abbiano compreso il genere di rapporto che condividiamo.
Quando riguadagniamo l’uscita l’attenzione su di noi è scemata, ci incamminiamo lentamente verso il motel, c’è un altro portiere, appena ci nota, restiamo silenziose, in attesa di quello che da troppo tempo fantastichiamo.
Sdraiate sul letto ci sfiliamo i vestiti, mentre ci baciamo e accarezziamo. Lei sotto è nuda, me ne accorgo quando le metto una mano nel collant, e sento la sua patata depilata.
Resto solo con gli autoreggenti, quando ci infiliamo sotto alle coperte, nel confortevole tepore.
Ci stringiamo forte, con le bocche incollate, le abbasso le calze, lentamente si sfilano dalle lunghe gambe,
le nostre passere finalmente trovano il contatto, con le mani sulle natiche le premiamo contro, lentamente, per un tempo che non sembra mai finire.
Raggiungo l’estasi all’improvviso, la saliva di entrambe, che è fuoriuscita dalle nostre bocche, ha bagnato la federa del cuscino dove le nostre guancie sono appoggiate, sento l’umido che si è allargato, tasto il sudore dietro alla sua nuca, mi irrigidisco, forse le pulsazioni che provengono dal profondo della mia vagina, come un impulso elettrico si trasferiscono nella sua, la sento che inizia a sussultare, respira sempre più a fatica, per un lungo istante restiamo come immobilizzate, fino a quando non riesco più a trattenermi, devo urlare, una specie di mano immaginaria mi è entrata dentro, mi ha trapanato le interiora, Greta per qualche ignota forza si trattiene, ma poi inizia a sussultare, sento un liquido caldo che mi bagna, stacchiamo le bocche per poter finalmente respirare.
Ha portato un piccolo amplificatore da collegare allo smart phone, ha messo una musica strana, sembra jazz, ma i suoni sono misteriosi, percussioni, un basso tuba che riempie l’atmosfera di note grevi, un clarino che sembra suonato da un incantatore di serpenti.
Restiamo per un po’ rapite da questi strani suoni, poi la voglia di sentire i nostri sapori, quelli che provengono dai posti più nascosti e misteriosi, forse stimolata da questi suoni, prende il sopravvento,
ci inoltriamo in un lungo e micidiale sessantanove, dove non siamo più alla ricerca dell’orgasmo ma della sensazione, restiamo quasi sospese, fino a quando Greta cede, si stacca e mi riconduce con la testa sul cuscino, riappiccichiamo le passere, ci addormentiamo con le bocche che soffiano respiri odorosi, perse nella nostra nudità, nella speranza che il tempo si sia fermato.
Vago per qualche giorno come fossi imbambolata. Margie è tornata, come al solito è affamata, mi lascio scopare, mi concedo senza nessuna remora, anche se ogni volta sogno di essere in quel motel con Greta.
Ci messaggiamo in continuazione, sembrerebbe quasi che la paura di essere scoperti aumenti la nostra voglia ed eccitazione.
Attendiamo con pazienza che si ripresenti un'altra occasione.
Lo rifacciamo altre due volte, riusciamo a trovare un pomeriggio, in cui fuggiamo quasi disperate, sono solo poche ore, ci infiliamo dentro al letto ancora vestite, gli abiti stropicciati, rimangono sotto alle lenzuola in un groviglio quasi inestricabile, siamo quasi frenetiche nel bisogno di procurarci il piacere, ci concentriamo
sui nostri corpi nudi, le mani che vagano tra le pieghe e gli anfratti, le salgo sopra e la cavalco con il solo strofinare, vengo con un getto liquido e caldo, la lavo, lascio una macchia bagnata sul lenzuolo.
La volta dopo un colpo fortunato, una nottata e tutta la giornata.
Restiamo nel letto per venti ore consecutive, ci facciamo portare due pizze di quelle nel cartone, la cameriera ci guarda con occhio incuriosito, oramai si è sparsa la voce, che veniamo qui solo per scopare.

Decidiamo di fermarci, quando Margie inizia a diventare sospettosa, ci accorgiamo che controlla entrambe, strane telefonate improvvise, decidiamo per fugare ogni sospetto di organizzare una vacanza noi tre sole, quattro giorni in montagna, speriamo di non tradirci, quando inevitabilmente finiremo tutte e tre a letto, quel tremendo triangolo diabolico e così peccaminoso.
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