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Black Story cap 4 - Big Mama


di Easytolove
11.04.2024    |    278    |    0 8.7
"Così sono finita sul suo libro paga, ho la mia indipendenza, sono diventata più o meno intoccabile, mi ha procurato una nuova identità, ma quando ha..."
Fast Freddie guida con piglio sicuro la Camaro bianca e rossa, da dietro le lenti scure dei ray ban da pilota di elicotteri, mi sbircia le cosce, fasciate dallo spesso collant multi colorato, che il microvestito verde elettrico, e il pellicciotto sintetico aperto sul davanti , lasciano in bella vista, accavallate sul grosso sedile in finta pelle rossa.
Fred è l’uomo di fiducia di Big Mama, la sua ombra protettrice, so per certo che gira sempre armato, mi sto domandando come mai lo abbia mandato a prelevarmi, di certo questa sera non mi vuole vedere per qualcosa di banale.
Un brivido di preoccupazione mi attraversa la schiena, so quanto sia pericolosa quella donna, anche se apparentemente sembrerebbe avermi presa a benvolere, sotto alla sua ala protettrice.
E’ una delle figure di spicco del malaffare della città, attraverso una rete di potere che ha pazientemente creato nel tempo, gestisce il mercato degli stupefacenti, delle bische clandestine, e della prostituzione.
Quando sono arrivata qui, facevo quello che da qualche settimana mi permetteva di sopravvivere, l’intenzione era mettere da parte un po’ di soldi per arrivare in California, scopando con i camionisti, nelle stazioni di servizio, in cui sostavano per riposare.
Era la terza sera, avevo già messo da parte un discreto gruzzoletto, quando appena scesa dalla cabina di un
grosso camion dal lungo muso rosso e nero, con i paraurti e i cerchioni cromati, due neri che mi stavano aspettando su di una Cadillac, mi hanno prelevata,e buttata nel sedile posteriore.
Poi a turno, mentre uno guidava, l’altro mi ha scopata con forza e ferocia.
Alla fine del viaggio, ci siamo fermati davanti ad una grande casa, in mezzo alla campagna, e mi hanno trascinato all’interno, dove in una piccola cucina, ho incontrato per la prima volta Big Mama.
“questa è la puttanella che scopa con i camionisti all’area di sosta sulla novanta”.
“bene è un bel bocconcino, l’avete già ripassata”?
“Certo Big Mama, e non si è nemmeno lamentata, sembrerebbe provare un certo gusto, ad essere scopata”.
“bene lasciateci sole, che la devo controllare”.
Mi fece spogliare, e dopo avermi osservata e palpata ovunque, iniziò a chiedermi chi fossi e da dove arrivassi.
Le dissi che stavo scappando, e che per quello che avevo combinato, se mi avessero presa, rischiavo la sedia elettrica.
“sei sprecata in un parcheggio per camionisti”.
“Però a quanto pare ti piace farti scopare, per cui sarà quello che farai, solo che sarò io a dirti dove e con chi farlo”.
Così sono finita sul suo libro paga, ho la mia indipendenza, sono diventata più o meno intoccabile, mi ha procurato una nuova identità, ma quando ha bisogno di qualche favore, devo essere pronta ad eseguire il lavoro.
Mi osserva in silenzio per qualche istante, sembra pensierosa, è stravaccata su di un grande divano di velluto, come sempre quando ci vediamo, mi avvicino all’angolo bar, mi verso qualcosa da bere a casaccio, mi siedo su di una poltrona e attendo che sia lei a parlare.
Indossa un lungo vestaglione colorato, largo quanto basta per nascondere le sue forme generose, ha raccolto la fitta chioma nera e riccioluta in un grosso cespuglio sopra al capo, i suoi occhi neri mi fissano, l’espressione del volto non lascia trapelare nessuna emozione.
Poi finalmente sento la sua voce.
“Eileen ti stai scopando la rossa campagnola arrivata in cerca di marito”?
“Billy boy, quello spilungone occhialuto ti ha subito aggiornata vedo”.
“Certo, è per questo che lo pago, al contrario di te, che per sapere le cose, ho bisogno di qualche intermediario”.
“Senti Mama, non me la sono sentita di dirle che il tizio su quella foto, è mangime per i pesci in fondo al lago, ormai da qualche mese”.
“Infatti hai fatto bene a non dirle niente, solo che avresti dovuto subito dirmi che c’era qualcuno che lo cercava”.
“Tanto sei venuta a saperlo in ogni caso”.
“Così tu hai avuto il tempo di spassartela, vero? Questa tua passione per la fica finirà per rovinarti definitivamente la vita. Ancora non ti è bastata la lezione con quell’avvocatessa mi sembra di capire”.
Ripenso a quella storia, Big Mama mi ha in parte salvata, mi ha fornito una nuova identità e una rete di protezione, il resto lo ha fatto l’enorme scandalo che hanno dovuto tenere a bada, i due cow boy, erano una giudice della corte suprema, e suo nipote.
Sesso a tre, tra un avvocatessa e una giudice, con risvolti addirittura incestuosi.
Come abbiano insabbiato tutta la faccenda resta un mistero, anche se non è del tutto scontato, che cerchino comunque di risalire alla mia persona, la mia sparizione resta sempre comunque molto sospetta.
“in ogni caso, questo tuo fidanzamento, potrebbe tornarci utile”.
“Il tipo che va cercando, questo ipotetico marito, lo sappiamo bene, lavorava per i mangia spaghetti, sondava il terreno per mettere il naso e le mani nei nostri affari”.
“Bisogna appurare se, questa rossa era davvero la moglie all’oscuro del vero lavoro del defunto bravo ragazzo, oppure se è anche lei parte dell’organizzazione, e l’hanno mandata per scoprire chi lo ha fatto sparire”.
“In effetti mi ha detto che la polizia non sembra molto interessata a trovarlo questo marito scomparso”.
“Allora sanno che era un mafioso e non hanno nessun interesse a ritrovarlo”
“Magari non era un mafioso, ma un agente infiltrato”.
“Allora saremmo in un grosso guaio, e la tua rossa, potrebbe essere anche lei una poliziotta, Fbi, solo loro hanno reparti con agenti addestrati per questo tipo di operazioni”.
“Dovrai stare molto attenta Eileen, le devi stare appresso, senza insospettirla, voglio sapere tutto quello che fa e con chi si vede, bisogna usare molta cautela, mi raccomando”.
“Bene questa cosa mi ha impensierita, ho bisogno di distrarmi”.
Fuori Freddie ci aspetta con il motore già acceso.
Il viaggio sulla Cadillac nera dura una decina di minuti, ci inoltriamo nella periferia estrema, tra casupole basse e capannoni industriali recintati.
Finalmente ci fermiamo in uno spiazzo di terra battuta, di fronte ad un insegna luminosa, con i neon che rilasciano una luce incerta, che illumina una costruzione bassa, con le finestre scure e una porta chiusa, a guardia della quale ci sono due neri vestiti di scuro.
Freddie scende e parlotta per qualche istante con quello che sembra essere il capo, l’altro entra , e dopo poco esce con una ragazzetta magra, che si incammina verso la nostra auto, e prende posto nel sedile posteriore, accanto a Big Mama.
Freddie entra nel locale e i due restano davanti all’ingresso a fare la guardia.
Restiamo in silenzio, fino a quando il rumore ovattato di tre o quattro spari, arriva dall’interno del locale fino dentro all’auto.
La porta si riapre e Freddie esce tranquillo, parla di nuovo con quello che sembra il capo, e ritorna verso di noi.
Mette in moto e con una accelerata che solleva un grosso polverone ritorna sulla strada principale.
Mi giro e guardo Big Mama, ha appoggiato una mano su di una coscia magra della ragazza, a vederla così sembra poco più di una bambina,anche se lo sguardo tradisce invece una maturità inquietante e perversa.
“Potrei sapere cosa succede Mama”?
“Nulla di particolare, dovevamo risolvere una faccenda, e grazie a Minnie, abbiamo fatto molto presto a venirne a capo”.
“Ah scusate, ancora non vi ho presentate, Eileen lei è Minnie, può darsi che ogni tanto lavorerete insieme.”
Ci siamo fermati in un grande spiazzo asfaltato, antistante un grande capannone dall’aria abbandonata.
Fuori parcheggiate ci sono una ventina di automobili, Freddie come al solito è andato in avanscoperta, mentre scendeva ha borbottato qualcosa come, “tra qualche minuto ritorno, aspettate”.
Intanto nel sedile posteriore, Minnie, ha sollevato la lunga veste colorata di Big mama, le grandi cosce muscolose e nere, sono spalancate, mentre una delle sue piccole mani, è affondata nell’ enorme ciuffo di peli ricci e neri, si è sfilata il giacchino di pelle marrone, le spalline della canottiera si sono abbassate, e due tette sode e quasi irreali per quanto perfette sul quel corpo magro, sfiorano il volto di Big Mama, che con la sua voce roca sibila quasi impercettibile un mantra quasi incomprensibile, che diventa una specie di,
“stai per farmi godere, baby sei l’unica che mi sa toccare”.
Quando Freddie ritorna le due si sono ricomposte, Big Mama ha soffocato un breve orgasmo con il volto affondato tra le tette di Minnie, che sempre più velocemente muoveva la sua piccola mano in quella fitta foresta di peli scuri.
“Allora Freddie come sta andando la serata”?
“Bene Mama, è tutto a posto, che facciamo ora”?
“Ho voglia di continuare con Minnie quello che abbiamo iniziato poco fa, portami in quel cottage sul lungolago.”
Dal cottage Freddie ha fatto una telefonata, e dopo una mezz’ora si sono presentati due giovinastri, con i jeans colorati e le giacche di pelle marrone, alla guida della Camaro.
“Big Mama è a letto non la dovete disturbare, domani la riportate a Chicago con la Cadillac”.
Durante il viaggio siamo rimasti in silenzio, ad ascoltare il soul della Motown, che una stazione radio notturna trasmette in continuazione.
E’ notte fonda quando Freddie ferma la Camaro sotto al mio portone.
Una luce fioca illumina la finestra della mia stanza da letto,
“la tua amica è già ritornata”.
Me lo dice mentre i suoi occhi neri, fissano le mie cosce colorate.
La visione di Big Mama con le cosce spalancate, e la mano di Minnie sulla sua fica nera, mi tormenta ormai da un ora.
Senza dire nulla, abbasso lo schienale rosso fuoco, mi tolgo una scarpa e sfilo i collant e le mutandine nere da una coscia, e resto lì , con il mio pelo biondo in primo piano.
Freddie supera con un balzo la consolle della Camaro, e si posiziona in ginocchio di fronte a me.
Con un gesto rapido gli apro i calzoni, compaiono le sue cosce scure e muscolose, gli abbasso i boxer colorati, e afferro la sua grossa erezione scura e dura tra le mani.
Mi entra dentro con un colpo deciso, riesco a non gridare per qualche istante, ma poi mi sbatte davvero forte, contraggo i muscoli dell’addome, fino a quando non mi esplode dentro alla pancia un orgasmo liberatorio.
Sento gli schizzi della sua venuta sulle cosce e sulla fica, restiamo fermi per qualche secondo, entrambi forse riflettiamo sul tempo trascorso, ad osservarci pensando al momento in cui avremmo scopato.
“Big Mama non lo deve sapere”.
Me lo dice mentre si riallaccia i calzoni, e controlla che nessuno schizzo gli abbia sporcato l’impeccabile vestito.
“Tranquillo Freddie, spera solo che quando torni non ti annusi troppo da vicino e senta l’odore della mia fica”.
Scendo, mi sono sfilata anche l’altra gamba dai collant e dalle mutande, attraverso il marciapiede con tre salti veloci, e mi preparo alla visione di Rosmary che dorme nuda nel mio letto.
Entro in punta di piedi, dal bagno attraverso la porta socchiusa la vedo nel mio letto, forse finge di dormire, mi sfilo il vestito e resto nuda.
Mi osservo allo specchio, bagno un asciugamano, e mi ripulisco dai rimasugli della venuta di Freddie, la breve scopata non ha di certo placato la mia voglia, ho bisogno della pelle di Rosmary , del sapore della sua fica.




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