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Il ritorno di Fiamma.


di Easytolove
22.10.2021    |    1.128    |    8 9.7
"“sono Fiamma , ti prego se non ti disturbo, fammi salire, vorrei chiederti scusa per come mi sono comportata”..."
La mia nuova vita procede spedita, Margie è ritornata a casa, e si assenta solo nei giorni che precedono le tappe del campionato.
Spesso resta qui a dormire, continuiamo a farlo senza nessuna moderazione, abbiamo sempre voglia, siamo davvero due piccole puttane.
Hanno corso una gara anche in Italia, a Imola, e mi ci ha portata.
C’era anche Greta, ho rivisto la finlandese, sono sempre rimasta tranquilla nella zona riservata ai visitatori, mi hanno vestita con i colori del team, poi ho saputo che avremmo trascorso la notte insieme, Margie mi ha sorriso maliziosa, e ha detto, “abbiamo prenotato una suite in un albergo a Rimini verrà anche Greta”.
Con la signora dal vestito nero non ci siamo più riviste.
Dopo quella volta che l’ho legata e violentata con lo strap on, non si è più fatta rivedere e dalla chat è sparita.
Ogni tanto mi giunge un messaggio di Marion, mi ha mandato due selfie in cui è nuda e si sta toccando la patata, con la didascalia, “ogni volta che ripenso a quella notte non resisto e mi devo toccare”.
Questa sera sono sola, Margie è rimasta in azienda, devono finire un lavoro su di un motore che devono preparare per una gara di rally, mentre penso alle peripezie sentimentali e sessuali di questi ultimi mesi,
come spesso mi accade, sento montare un piccolo formicolio nella patata, l’idea di toccarmi prende piede.
Quando le due dita si stanno avvicinando al punto incriminato, suona improvviso e inaspettato il citofono del portone.
Non aspetto nessuno, a Margie ho dato una copia delle chiavi, in ogni caso mi ha detto che sarebbe tornata a casa sua. Alzo la cornetta e chiedo chi è che suona.
“sono Fiamma , ti prego se non ti disturbo, fammi salire, vorrei chiederti scusa per come mi sono comportata”.
E’ la stronza con cui ho convissuto per anni e che qualche mese fa mi ha lasciata dalla sera alla mattina.
Le apro e attendo sulla soglia il suo arrivo.
Cerco con l’immaginazione di indovinare il motivo di questa visita inattesa, evidentemente è tornata dagli Stati Uniti, forse per una breve vacanza, non vorrei che la sua travolgente storia d’amore eterosessuale fosse già finita, e che sia venuta per riprovarci, ricominciare la relazione che ha così vigliaccamente troncato, sperando che io sia ancora qui, a disperami e ad aspettarla come una scema.
Quando la vedo, mi si fuga ogni dubbio, è venuta con la precisa intenzione di ammaliarmi, si è vestita da grande seduttrice.
Ha i capelli tinti di biondo, di freschissima seduta dalla parrucchiera, la pelle lampadata, sandalo nero con tacco vertiginoso, le gambe lucidate dalla crema, un vestito rosso fuoco ultracorto, ho il sospetto che non abbia nemmeno indossato le mutande. Negli ultimi mesi, Margie mi ha un pochino condizionata, e ho molto mascolinizzato il mio aspetto, è stato un passaggio graduale, ho iniziato a frequentare la sua palestra, e ora ho dei piccoli muscoletti che fanno capolino sulle braccia, anche le cosce sono diventate sode, si iniziano a intravedere le forme degli addominali. Ho accorciato sempre di più i capelli, fino ad averli rasati sulla nuca, e sulla testa un taglio a spazzola impomatato e nero come la pece.
La sorprendo non poco, entra e dopo qualche frase di circostanza ci accomodiamo sul divano.
Il gatto la riconosce, viene per qualche istante a fare le fusa e a farsi accarezzare, e poi scompare in qualcuno dei suoi rifugi.
Si adagia in una postura leggermente lasciva, accavalla le cosce lucide, vuol lasciarmi nel dubbio, che non indossi le mutandine.
Mi parla del suo nuovo compagno. Della nuova vita negli Stati Uniti. Dopo un inizio scoppiettante, sull’onda lunga del periodo in cui erano amanti, e lei si faceva scopare a mia insaputa, lui ha iniziato a raffreddare i suoi ardori.
“all’inizio mi scopava tutte le sere, mi sentivo riempita ed appagata.”
Poi come tutti i maschi, il basso istinto basato sulla ricerca inconscia di qualche nuova femmina da ingravidare, ha preso il sopravvento.
“si è fatto di sicuro un'amante, una sera non resistevo, e quando è tornato dal lavoro l’ho praticamente violentato, quando gliel’ho preso in bocca ho sentito senza ombra di dubbio, il sapore e l’odore di un’altra fica”.
“l’infingardo aveva appena scopato, forse in auto o in ufficio, e non aveva avuto il modo di lavarselo”.
Mi scapperebbe una risata, ma fingo di essere contrariata e dispiaciuta.
Cerco di consolarla, faccio la parte dell’amica solidale e incavolata, contro il solito maschio puttaniere.
In realtà dentro di me gongolo di piacere, la stronza ha avuto quel che si meritava.
Per rigirare il coltello nella piaga, inizio a raccontarle della mia nuova vita, lo stravagante rapporto con Margie e il sesso a tre con in mezzo Greta, l’avventura trasgressiva con la signora in nero, le sconvolgenti scopate con la trombamica di colore parigina.
Se il mio aspetto l’aveva un po’ spiazzata queste nuove rivelazioni finiscono per lasciarla completamente basita.
Decido che l’avrei fatta ubriacare, e poi scopata per tutta la notte senza pietà alcuna.
So che ha un debole per il gin tonic, e ne preparo un caraffone, dove ci butto mezza bottiglia di Tanqueray.
Iniziamo a bere, porto anche due salatini, che mangio solo io, devo restare sobria, è lei che deve partire per la tangente, non si immagina nemmeno quello che dovrà affrontare.
Le racconto delle gite agli autodromi, di come mi sto trasformando in qualcosa di nuovo, quella natura un po’ maschia che nonostante mi piacessero le donne avessi sempre tenuta a freno.
Lei mi dice un pochino dispiaciuta, che le donne in definitiva non le sono mai interessate, ha anche avuto delle avances da una vicina di casa, negli Stati Uniti, ma che l’unica da cui si è sempre e solo sentita attratta sono io.
Quando mi accorgo che è cotta a puntino, senza rendersene conto si è scolata quasi mezza bottiglia di gin, mi avvicino, e mentre le metto una mano tra le cosce lucide e abbronzate, le infilo la lingua in bocca.
Risponde al bacio avida, mi ha confessato che è quasi un mese che non lo fa con il marito, deve averne una voglia da morire.
E’ venuta qui per farsi scopare, forse di andare con un altro uomo non se la sente, oppure aveva nostalgia del sesso consumato con una donna, probabilmente l’unica della sua vita.
Le sfilo il vestito e sotto come sospettavo resta nuda.
E’ molto femminile ed aggraziata, mentre sui notevoli tacchi, con passo malfermo per la dose di gintonic, mi cammina avanti, verso quel letto dove per anni tutte le sere abbiamo consumato.
Forse solo le natiche si sono un pochino inflaccidite, non mi sembrano così toniche come le ricordavo, ma sono quelle imperfezioni che finiscono per farmi definitivamente salire la voglia di scoparla fino alla devastazione.
Le dico di infilarsi dentro al letto e di aspettare, devo andare un minuto in bagno, le farò una bella sorpresa.
Chiudo la porta e mi metto nuda, e da un cassetto del mobile del lavabo, estraggo un aggeggio sessuale che ho da poco comprato online, in un sito norvegese.
E’ un fallo indossabile, la parte da introdurre nella vagina di chi lo usa, ha in cima una specie di ventosa, va cosparsa con una sostanza densa e appiccicosa, una volta dentro diventa davvero difficile da estrarre, regala la sensazione di avere un pene vero.
La parte fallica è grande, si poteva scegliere tra svariati colori, l’ho preso di un color carne molto simile alla mia pelle, mi rimiro nello specchio, non fosse per le grandi tette, sembrerei ad un maschio vero.
Arrivo silenziosa, la trovo con gli occhi chiusi e le cosce spalancate, ha già iniziato a toccarsi, vedo le sue dita che girano lentamente intorno al grillettino, ancora è ignara della sorpresa.
Quando stavamo insieme, non l’abbiamo mai fatto in modo strano, eravamo quasi pudiche, lunghi baci, sfregamenti dolci e appassionati, profondi sessantanove, durante i quali ci procuravamo gli orgasmi, a nessuna delle due era mai venuto in mente di usare questo tipo di attrezzature.
Mi sente che sono posizionata in mezzo alle sue cosce, in ginocchio di fronte a lei.
Apre gli occhi e mi vede, con quel membro che mi spunta, forse molto più grande di quello del suo compagno.
Per un attimo trasale, poi le sfugge una mezza risatina, la sorpresa forse del tutto non le dispiace, riesce solo a dirmi, “Adele stai diventando sul serio come un maschio, non era solo un impressione”.
Le entro dentro con un colpo secco e preciso, inizia subito ad ansimare, si era già bagnata come una piccola puttana, le tappo la bocca riempiendola con la mia lingua, la sento mugolare, inizio a sbatterla con vigore.
Le sedute in palestra mi hanno irrobustita, il giocattolo sessuale è davvero efficiente, lo sento piantato nella fica, non si muove, sembra cementato, ma allo stesso tempo mi sta stimolando, la ventosa posizionata sulla cima si è incollata sul fondo della vagina, sta premendo in un punto dove non ci metto mai molto a godere.
Fiamma ci mette pochissimo a venire, aveva davvero molta voglia arretrata, la conosco bene per tutte le volta che in passato le ho procurato ogni genere di orgasmo.
Non mi fermo, lei si contorce, e mi implora di continuare, quando gode per la seconda volta consecutiva, mi lascio andare, ma lo faccio in modo silenzioso, non lascio trapelare il piacere, mi giro sulla schiena e lei inizia una lunga e selvaggia cavalcata.
Da sotto le strizzo i capezzoli,e le afferro i seni con forza, voglio farle male.
Ha due belle tette, più piccole delle mie, ma le sono rimaste sode, a coppetta di champagne.
Il dolore la eccita ancora di più, dopo un'altra venuta, in cui finalmente squirta si mette ad urlare.
Mi crolla addosso, sento il suo respiro affannoso sul collo e sulle orecchie, quando inizia a calmarsi, ricominciamo a baciarci dolcemente, e lei ricomincia a muoversi, con quel grosso cazzo sempre duro e infilato nella vagina.
Sono una donna nonostante tutto, e so che superato un certo limite, la puttana che quasi sempre alberga nel nostro animo vuole ancora di più di quello che ha già avuto.
Aspetto ancora un altro poco, e poi in un orecchio mi sussurra,
“voglio che me lo metti anche dentro al culo”.
La incremo a dovere, e poi senza troppi riguardi le sfondo il deretano.
Si contorce e si dimena, sulle prime il dolore deve essere quasi insopportabile, mi implora di smettere, che le sto facendo troppo male, ma proseguo imperterrita, le spruzzo dentro un altro po’ di lubrificante, lentamente lo sfintere si dilata, inizia a godere.
I lamenti si trasformano in mugolii i “ti prego smetti mi fai troppo male” in “sbattimi più forte sono la tua troia”.
La devasto per un ora, qualche colpo nella fica, qualche altro dentro l’ano.
Alla fine dopo l’ennesimo orgasmo crolla, le cosce le si allargano e lentamente scivola prona sul lenzuolo, fradicio di umori e di squirtate.
Ubriaca di sesso e sgangherata dal mio arnese infernale, si addormenta all’istante.
Vado in bagno,ed estraggo il pene artificiale dalla sua sede, esce con uno schiocco sordo, lo risciacquo sotto al rubinetto, e poi mi penetro,finisco con il masturbarmi da sola, seduta sul bordo della vasca da bagno.
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