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Aperitivo con sorpresa.


di Easytolove
24.09.2021    |    10.678    |    12 9.8
"Ora godo senza più nessuna remora o dolore..."
Margie mi ha mandato alcune immagini nella chat di What’s up.
Non sono attratta dai social e dalle messaggerie telefoniche, uso pochissimo il telefono, a volte lo dimentico e si spegne, lo ritrovo dopo giorni, molti mi prendono in giro, perché sono sempre irraggiungibile. Ora c’è l’esigenza e la voglia di sentirla, siamo state due sere per un ora a chiacchierare, oggi mi sono arrivate queste foto, che mi hanno molto ingelosita.
E’ in un posto che si chiama Nurburgring, una pista dove fanno le corse, si vede un auto da competizione, e poi ce n'è una, che forse mi ha mandato per sbaglio,dove è in atteggiamento troppo intimo con una donna bionda, vestita da pilota.
Le ho chiesto chi fosse, e mi ha detto che è una sua ex fidanzata di tanti anni fa, che era molto tempo che non si rivedevano, sono rimaste molto amiche.
Sono molto gelosa e possessiva, già il rapporto con Mirella, tutti quei baci in bocca, mi suona strano, mi sono innervosita, ho bisogno di distrarmi, la mia collega, si chiama Giorgia, mi ha proposto un’uscita, un bel apericena in un posto di tendenza che hanno aperto da poco.
“porto una mia cara amica, vedrai che ti piace”.
Parcheggio la Mini, in una via laterale, e poi a piedi raggiungo il locale.
Non so perché ma mi sono vestita provocante, la serata è molto fresca per la stagione, tubino nero con giacchino primaverile, biancheria di pizzo nero e autoreggenti velati, scarpina nera lucida con tacco esagerato.
Giorgia e la sua amica mi stanno aspettando fuori, le vedo e devo dire che è una vera sorpresa.
Una donna di colore, capelli quasi rasati a zero, bellissima, jeans scoloriti ed elasticizzati che la fasciano, una camicia di seta chiara, altissima, un culo da far girare la testa.
“Adele ti presento Marion, lavora per la Fao, si occupa dello sviluppo agricolo nei paesi africani, è qui per un convegno”
“felice di conoscerti Marion, come mai non mi avevi mai parlato di questa meraviglia che hai come amica”?
Sorride mettendo in mostra due file di avorio strepitose,e in un italiano che tradisce la sua lingua madre francese, mi porge la mano.
“anche io sono felice di conoscerti,Adele, sono due ore che Giorgia non fa che parlarmi di te, non vedevo l’ora”!!
Entriamo e mentre un cameriere ci accompagna al nostro tavolo,dò un tremendo pizzico al culo di Giorgia e senza farmi vedere le sussurro in un orecchio
“sei una stronza”!!
La stronza se la ride, non so perché ma sento puzza di premeditazione, se quello che ho intuito è vero, in ogni caso per come andrà a finire, domani gliela farò pagare cara.
Ci sediamo, la voglia di trasgredire è ancor più aumentata, parto in quarta con un Negroni.
Ci portano insieme ai drink un carosello di stuzzichini e piccoli piatti ricolmi di cose molto buone.
Giorgia ad un certo punto fa un salto sulla sedia e grida,
“laggiù c’è un mio vecchio amico che non rivedo da un sacco di tempo, lo vado a salutare”
E sparisce in fondo al salone.
Marion mi osserva, ci siamo scambiate qualche commento sul locale, mi dice che il convegno finirà domani, e poi tornerà a Parigi dove vive.
Con Giorgia si sono conosciute anni fa durante un viaggio in Africa, e poi sono sempre rimaste in contatto.
“non mi aveva mai parlato di te, ma poi se ci ripenso, Giorgia non mi ha quasi mai detto nulla delle persone che conosce”.
L’unica cosa che so è che tutti i mesi cambia fidanzato.
Ridiamo.
Le racconto un po’ di me, resto nel vago, da qualche mese sono single, ho un gatto, di Margie non parlo e che vado con le donne non lo dico.
Ordino un altro Negroni, lei beve solo vino rosso, chiede se hanno l’Amarone.
Inizio ad allentare i freni inibitori, la osservo, è una splendida creatura, dimentico Margie e la sua amica pilota, inizio a sperare che da come mi sta guardando, abbia voglia anche lei di portarmi a letto.
Le suona il cellulare.
“era la nostra amica, ha detto di continuare senza di lei, quel suo amico l’ha invitata in un posto che non ho capito”
“ha detto di divertirci”
E mi sorride, guardandomi dritta negli occhi.
Ora mi accorgo di avere assunto una postura un po’ lasciva.
Il vestito mi si è alzato, e si intravede il pizzo dell’autoreggente, se accavallo le cosce, probabilmente scappa fuori anche il bianco delle cosce.
Lo faccio, vedo i suoi occhi che vanno a sbirciare, mi guarda anche le grosse tette che straboccano dalla scollatura.
“Marion non mi hai detto,se bella come sei hai un fidanzato”.
Il suo sguardo diventa ironico, come dire
“Che fai mi prendi in giro”?
Ma risponde
“pensavo di fidanzarmi questa sera, magari anche solo per questa notte, tu cosa dici, ho qualche possibilità di riuscirci”?
Sento un fremito che mi percorre la vagina, mi agito sulla poltroncina, lentamente mi sono girata verso di lei, siamo in un angolo del locale, nessun’altro mi può vedere.
Apro un pochino le cosce, sicuramente ora le mie mutande di pizzo nero sono lì in bella vista, lei finge di non vedere, ma già lo sa che gliela sto servendo su di un piatto d’argento.
L’ambiente si è riscaldato, gruppi di ragazzi e ragazze si aggirano per il locale, bevono e smangiucchiano ,ci giungono le risate e le frasi concitate, una specie di dj sta mettendo la solita musica che va di moda in questo tipo di locali.
Alcuni cercano di ballare in un piccolo spazio in mezzo alla sala.
Se bevo ancora non so se sarò in grado di guidare, lo dico a Marion.
Mi sorride, ormai ho compreso quello che vuole che le chieda.
“senti perché non andiamo a casa mia a finire la serata, possiamo bere quanto ci pare, e poi se vuoi, puoi anche restare a dormire”.
Forse sono stata troppo sfacciata, ma lei si alza e mi prende per mano.
“ok andiamo,sono curiosa di conoscere il tuo gatto”.
Guido rilassata, per arrivare a casa ci vorranno una quindicina di minuti.
Mentre mi sedevo lo stretto vestito si è sollevato, ho tutto l’armamentario in bella mostra.
Con la coda dell’occhio ogni tanto la osservo, anche senza tacchi è almeno dieci centimetri più alta di me.
Sembra completamente a suo agio.
Improvvisamente la sua mano sinistra si muove, e si appoggia sul tratto di coscia che resta scoperto dagli autoreggenti, a tre centimetri dalle mutande, che ormai sono in bella vista.
Un fremito mi percorre la schiena, devo mantenere la calma, mentre inizia ad accarezzare, se toccasse le mutande sentirebbe l’umido che ormai dovrebbe trasudare, dal sottile raso di cui sono fatte.
Non parliamo, allungo anche io una mano, la palpo in mezzo alle cosce, fasciate in quei leggins a forma di jeans, da cui si intravede lo spacco della patata.
Senza ritegno alcuno la palpo, la sento carnosa, gonfia, muore dalla voglia, chiude gli occhi e mi lascia fare.
Il gatto si accorge della presenza estranea, e si rifugia nel suo nascondiglio preferito.
“mi sa che per questa volta dovrete rimandare la conoscenza”.
Marion ride, in ascensore non abbiamo resistito, ci siamo avvinghiate, ho sentito la sua lingua, lunga e dura, che mi si intrufolava fino in fondo al palato, ho infilato una mano sotto, dentro alle mutande, una specie di filo interdentale con un fazzolettino che a malapena ricopre la grossa patata, fradicia di umori, mi ha strizzato un capezzolo fino a farmi male.
Non resisto, la trascino in camera da letto, lei si sfila i leggins, in un attimo la camicia è sbottonata, e finisce lanciata sul tappeto.
Ha solo la micro mutandina, resto incantata dalla bellezza scultorea che mi appare.
Apro la lampo dietro alla schiena ed il vestito mi cade, slaccio il reggiseno e resto anche io in mutandine di pizzo e autoreggenti.
Ci buttiamo sopra al letto, mi sale sopra e mentre con quella enorme lingua mi sconvolge la bocca, con le mani mi sfila quel poco che ancora indosso.
Improvvisamente un ronzio compare nel silenzio della stanza. In una mano ha un piccolo vibratore a forma di uovo, tenendolo nel palmo me lo preme contro, mentre effettua un movimento circolare.
C’è un punto preciso, dove il clitoride è attaccato alla fine delle grandi labbra, che quando viene stimolato,
mi fa sussultare,mi arriva uno spasmo nelle viscere. Lei se ne accorge, e facendo sempre più piano lo individua, utilizza la parte più accuminata del piccolo uovo, e ci preme sopra, con tutta la forza della mano.
Lo spasmo diventa continuo e incontrollato, lei continua a scavarmi anche la bocca, mi sembra che mi arrivi fino in gola, inizio a mugolare, quando la poca aria che riesco a respirare dal solo naso, inizia a non essere più sufficiente per alimentare l’affanno esagerato, sento un esplosione nella vagina.
Un grosso fiotto caldo schizza fuori, lo sento che mi bagna l’interno delle cosce, il basso ventre, qualche goccia anche sulle dita che sto usando come fossero due pinze per strizzarmi i capezzoli.
Finalmente smette di baciarmi, posso prendere fiato e respirare.
Immediatamente trasferisce la bocca sulla mia fica, ancora gli spasmi non sono del tutto terminati, quando quel grosso pezzo di carne rossa e appuntita, mi entra dentro, iniziando a frugare, alla ricerca di qualche altra zona dove far ricominciare l’orgasmo che ancora non è del tutto terminato.
Mi riparte dopo qualche secondo, ho le cosce spalancate, i capezzoli sempre strizzati , cerco di farmi male, come se ci fosse un filo invisibile che trasporta quel piacevole dolore fin dentro la vagina.
La mia fica è tutta dentro alla sua bocca, con la lingua mi è entrata dentro e con la punta ha trovato un punto spugnoso che sta in cima, lo preme con forza, e io continuo a venire, senza fermarmi, fino a quando non riesplodo, un getto ancora più forte e copioso di quello di prima, che questa volta le inonda il volto, apre la bocca e lo beve avida, non ce la faccio a trattenermi, devo urlare che tutta la forza che ho nei polmoni.
Mi sto calmando, il respiro è di nuovo regolare, per qualche istante ho chiuso gli occhi, quando li riapro, vedo che si è inginocchiata tra le mie cosce aperte, e mi osserva, ha lo sguardo malizioso, ha capito che sono multi orgasmica, che vorrei che mi facesse godere all’infinito.
Ricomincia ad accarezzarmi, basta un attimo e la voglia mi riparte, questa volta mi ispeziona con le dita, le sento entrare ed uscire, poi di colpo, mi infila il pollice nel sedere.
Improvvisamente mi viene voglia di essere inculata.
Nel cassetto del comodino ho il magico attrezzo che Anna ci ha regalato, allungo un braccio e dopo averlo tirato fuori, glielo porgo, sorride compiaciuta, e si mette in una posizione che è un invito per farselo indossare.
Mi avvicino e le accarezzo la patata, è matida, mi accorgo che mentre io sono già venuta almeno quattro o cinque volte, lei ancora non l’ho toccata.
Mentre l’accarezzo con una mano, con l’altra le introduco la metà dell’arnese dentro, e allaccio le fettuccie dietro al fondoschiena.
La parte più grossa ora le fuoriesce come un vero membro maschile, anche il colore marrone scuro, sembra intonato a quello della sua pelle color ebano.
Mi giro e mi metto a pecorina, sa quello che voglio, non le dico che è la prima volta che mi faccio sodomizzare, e che il terrore che mi faccia male, mi sta facendo impazzire di eccitazione.
Con gli umori che continuano a sgorgarmi sempre più copiosi, mi lubrifica il buchetto del sedere, e poi anche la punta dello strap on.
Comincia con un dito, e quando sente che il pertugio si inizia ad allargare ne infila un altro, e poi un altro ancora. Resto impietrita nella mia posizione, ho iniziato a mordere un cuscino, mugolo un po’ per il dolore, e molto per il piacere. Finalmente sento che lo appoggia, subito dopo aver tolto le dita, approfitta della piccola dilatazione, per farne entrare solo un pochino.
Lentamente inizia a spingere, cercando di vincere con dolcezza la resistenza dei muscoli dello sfintere.
All’improvviso c’è come un cedimento, seguito da una specie di strappo dentro al culo, e tutto in un colpo entra dentro.
Mordo con ferocia il cuscino per non gridare, mi sembra di non poter resistere dal bruciore, e dal dolore.
Ma tengo duro, ansimo e mugolo, ricomincio a strizzarmi i capezzoli.
Si muove piano, il dolore lentamente si sta trasformando in piacere, lo sfintere si rilassa, lei sente sempre meno resistenza ed inizia ad aumentare il ritmo dell’inculata.
Ora godo senza più nessuna remora o dolore.
Ho iniziato a toccarmi in quel punto dove sento più forti i tremiti che mi sconquassano le viscere, la penetrazione anale sta stimolando nuove zone del piacere che mi erano sconosciute, che si vanno a sommare a quelle che già erano da tempo sperimentate.
La sento godere, la doppia stimolazione dello strap on ha fatto effetto anche su di lei, la sua squirtata è copiosa, la sento sulle natiche, mi esplode qualcosa in una zona indefinita tra il fondo della vagina e l’inizio dello sfintere, mi mancano le forze, le gambe mi cedono, resto a giacere in posizione fetale tremante e senza fiato.
Abbiamo fatto una lunga doccia tiepida, durante la quale abbiamo ancora un po’ giocherellato, qualche travaso di acqua presa dal getto, da una bocca all’altra, qualche leccatina e palpatina alle fiche.
Poi prima che si riscatenasse la voglia incontrollata ci siamo coricate e addormentate come due bimbe, felici e spensierate.
Mentre l’accompagno con l’auto al centro convegni, parliamo un pochino della nottata.
Abbiamo fatto una super colazione, le evoluzioni notturne ci hanno sfinite e affamate.
Mi chiede se quello che è successo avrà delle conseguenze nelle nostre vite.
Le confesso di avere una relazione da poco iniziata, anche lei mi dice di stare con una sua collega, una cosa stabile che va avanti da una vita.
Ci siamo concesse una nottata di follia, e ora forse a malincuore ognuna andrà per la propria strada.
“Se mi ricapita di tornare qui da Giorgia per motivi di lavoro, e sei libera da impegni lo rifacciamo”.
Me lo dice con un sorriso e poi prima di scendere mi bacia in bocca, sento la sua lingua che mi arriva fino quasi in gola, non fosse per la giornata che ci attende, sarei pronta per ricominciare.
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