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I due vicini


di silvio
17.11.2022    |    21.119    |    14 9.7
"Oggi pomeriggio i bambini sono dai nonni e siamo liberi..."
Il camion dei traslochi si fermò davanti al portone un sabato mattina presto. I facchini iniziarono subito a parlare forte, a fare su e giù per le scale e a montare l’elevatore per portare al primo piano i mobili. Ovviamente svegliandomi e facendomi andare in cucina a fare colazione.
Nella palazzina di quattro appartamenti, io abito al primo piano ed era in vendita l’alloggio di fronte al mio. Per diverso tempo il cartello “vendesi” aveva fatto bella mostra di se sul cancello pedonale e mi ero accorto che era scomparso da più di una settimana, segno che la casa era stata venduta.
Vedo salire pezzi smontati di mobili, scatoloni, ceste di plastica. Vedo trafficare una ragazza di circa 30 - 35 anni, magra poco seno, capelli castani piuttosto lunghi. Ci deve essere anche il suo marito/compagno, ma fra gli uomini del trasloco non lo distinguo dagli altri. Il trasloco va avanti tutta la mattina e verso le 13 il camion, con gli operai, se ne va, mentre nell’appartamento vicino sento trafficare, spostare cose, ecc.
Alle tre del pomeriggio suona il campanello, vado ad aprire e mi trovo davanti un uomo, con dietro una bambina di circa 10 anni. “Buongiorno, scusi il disturbo, mi chiamo Enrico e sono il suo nuovo vicino. Avrei bisogno di un piacere, devo ricaricare l’avvitatore, ma l’adattatore è imballato da qualche parte; avrei bisogno di un adattatore elettrico.”
Mi presento, piacevolmente sorpreso che anche lui sia un bricoleur e vado a prendere la spina. Nel frattempo è apparsa la moglie con un bambino più piccolo della sorella. Ci presentiamo, lei si chiama Claudia la bimba più grande Simona e il bimbo Luigi. Facciamo due chiacchiere, ringraziano e si scusano per il disturbo e li lascio lavorare.
Nei giorni, anzi nelle settimane, che seguirono ci vedemmo spesso, per un caffè, io portavo i due bambini a fare un giro nel parco del quartiere, per un aperitivo, per aiutare Enrico in qualche lavoro, ecc.
Un sabato pomeriggio suonano entrambi alla porta, li faccio entrare e mi sembrano un pò imbarazzati. Enrico rompe gli indugi e mi dice: “ Sai, sei stato molto gentile con noi e molto caro coi bambini; e ti vorremmo ricompensare. No, lasciami finire -al mio accenno di diniego- adesso ti spiego: noi siamo sposati, abbiamo ormai 40 anni e ogni tanto, per cambiare la solita zuppa, facciamo entrare fra di noi una coppia o un singolo. Se vuoi potresti essere tu. Oggi pomeriggio i bambini sono dai nonni e siamo liberi.”
Io sono sorpreso, Claudia mi guarda sorridendo e mi fa venire voglia, ma la cosa mi pare piuttosto strana: “Due domande. Uno: perchè proprio me, ho almeno 20 anni più di voi? Potete trovare un singolo bello e dotato ad ogni angolo di strada... Due: come avete in mente di fare, cioè che ruolo dovrei avere?”.
Enrico risponde : “Di giovani ne troviamo si, ma poi vanno al bar e si vantano, con gli amici sparlano di tutti; tu invece sei una brava persona, abbiamo visto come tratti i bambini, sei gentile e discreto. Per come fare, per questa volta io starò solo a guardare, vicino al letto dove starete tu e Claudia. Va bene?”
Non me lo faccio dire due volte, chiedo dieci minuti per fare una doccia, poi mi precipito sul pianerottolo con una bottiglia di vino bianco freddo im mano.
Mi apre Claudia, gonna di jeans e maglietta, mi mette le braccia al collo e mi bacia. Io le circondo la vita ancora con bottiglia in mano e ricanbio il bacio. Le sue labbra si aprono, anche le mie e le nostre lingue si toccano. Mi dice”Vieni”, mi prende per mano e passiamo dalla cucina a mettere il vino in frigo e arriviamo in camera da letto. Le luci soffuse ed Enrico seduto su una poltroncina. Lui sorride, ma io sono un po’ imbarazzato; per fortuna Claudia continua a baciarmi e io le metto le mani sul culo per stringerla a me.
Continuo a baciarla, le infilo le mani sotto la maglietta: scopro che non porta il reggiseno e trovo i seni nudi, piccoli, da ragazzina; glieli massaggio e sembra non dispiacerle. Passo a baciarle il collo, le sfilo la maglietta e scendo a imprigionare i capezzoli tra le mie labbra. Lei sospira di piacere, io continuo e allungo le mani sotto la gonna. Sorpresa: non ha mutandine. Le dico: “Per il tuo compleanno ti regalo un perizoma di pizzo. Se ci sarà un’altra volta lo indossi, altrimenti se lo gode tuo marito”. Sbircio e lo vedo sorridere sulla poltroncina; si è sbottonato o forse tolto i calzoni e se lo sta menando.
Faccio stendere Claudia sul letto, le sollevo la gonna e mi metto a leccarla. Sia davanti, dove ha una peluria in verticale, ovviamente curata ad hoc, sia dietro.
Continuo per un bel po’ a leccarle il buco del culo –mi piace e sono un esperto in questo- spingendo dentro la punta della lingua e intanto masturbandola col dito medio nella figa e carezzandole il clito. Dopo questo trattamento lei gode con un grosso gemito e si accascia sul letto. Ne approfitto per leccare i suoi umori.
Mi dice: “Vieni. Ti voglio dentro”. Guardo Enrico che fa un cenno affermativo e la infilo prima alla missionaria e poi le alzo le gambe sulle mie spalle, con un cuscino sotto il sedere e spingo più che posso. Il mio cazzo sembra essere immerso nella lava calda. Le strizzo le tette. Le accarezzo ancora il clito intanto che la pompo e lei gode di nuovo.
Ci riposiamo un poco e poi mi chiede: “Non vuoi godermi dentro? Puoi farlo se vuoi.”
Non me lo faccio ripetere, la faccio girare a pecora e la infilo di nuovo. Vado piano adesso, poi guardo Enrico e gli dico: “ Guarda che tua moglie ha la bocca libera ...”
Lui si alza col cazzo dritto, si inginocchia sul letto e Claudia lo prende in bocca. Io spingo da dietro e do il ritmo del pompino. Quando spingo, Claudia lo ingoia a fondo e poi torna indietro.
A me la situazione inizia a eccitare troppo ed esclamo: “Guarda Claudia che se continui così ti riempio la figa di sborra.”
Lei si spinge ancora di più verso di me ed aumento il ritmo finchè, quasi contemporaneamente io ed Enrico ci svuotiame dentro di lei. Claudia bacia suo marito e poi bacia me, facendomi sentire il sapore del seme di Enrico; la stringo forte e le infilo un palmo di lingua in bocca.
Lei ride e mi fa: “ Allora sei maiale anche tu ...” poi ci rivestiamo e andiamo a berci il vino che aspettava in frigorifero.

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