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Usata (Racconto #5)


01.08.2024 |
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"Quando il primo raggio di sole cominciò a filtrare dalle persiane rotte, sapevo che a quella seconda notte indimenticabile sarebbero seguiti altri incontri in..."
(continuazione Racconto #1)La calura estiva aveva lasciato spazio all’umidità autunnale, e Milano era avvolta in una nebbia leggera che conferiva alla città un’aria misteriosa e decadente. Erano passati mesi da quella notte indimenticabile, ma i ricordi di quei sei uomini e della loro passione feroce continuavano a tormentarmi, riempiendo le mie giornate di desiderio inappagato.
Un messaggio inatteso arrivò una sera. Malik, il leader del gruppo, mi invitava a un nuovo incontro. Stavolta, però, non era una villa elegante a fare da sfondo, ma un palazzo popolare, malconcio, in una zona periferica della città. L’idea di incontrarli in un contesto così diverso aggiungeva un’ulteriore nota di eccitazione. Mi preparai con cura, scegliendo un abito che contrastasse con l’ambiente degradato, esaltando le mie curve con una provocazione sottile.
Quando arrivai, il palazzo era tutto ciò che mi aspettavo: un edificio fatiscente, con mura scrostate e l’odore pungente di piscio e umidità.
Malik mi attendeva all’ingresso, il suo sorriso enigmatico illuminato debolmente dalla luce fioca di un lampione. Mi prese per mano e mi condusse attraverso un labirinto di corridoi bui e scale scricchiolanti. L’aria era pesante, carica di promesse oscure.
Entrammo in un appartamento al terzo piano. L’interno era sorprendentemente accogliente, nonostante l’esterno fatiscente. Le pareti erano coperte da drappi colorati e l’ambiente era illuminato da candele sparse. Gli altri cinque uomini erano già lì, rilassati su vecchi divani e poltrone logore. I loro sguardi erano fissi su di me, carichi di desiderio e anticipazione.
Distinguevo ogni viso solo attraverso le dentature bianche che riflettevano tra il buio e la loro pelle liscia di ebano.
Malik mi guidò al centro della stanza, mi fece girare su me stessa per mostrarmi agli altri. Mi sentii come un’offerta sacrificale, pronta a essere consumata dal loro ardente appetito. Jamal fu il primo a muoversi. Si avvicinò, la sua mano accarezzò la mia guancia prima di tirarmi a sé in un bacio profondo e passionale, seguito da uno sputo dritto sulla mia lingua. Il suo corpo contro il mio era una promessa di ciò che sarebbe seguito.
Gli altri uomini si avvicinarono, formando un cerchio intorno a noi. Tariq, con il suo sguardo intenso, mi sollevò il vestito, rivelando la mia nudità sottostante. Sentii il freddo dell’aria sulla mia pelle calda, un contrasto che accese ancora di più i miei sensi. Sentivo le dita di Tariq intrufolarsi nella mia figaanale allargandola e facendo bagnare e le mani di Malik posarsi sulle mie spalle, guidandomi verso il pavimento.
Inginocchiata davanti a loro, sentii l’elettricità del desiderio percorrermi. Uno dopo l’altro, si avvicinarono, le loro erezioni pronte a ricevere la mia attenzione. Presi il primo tra le labbra, assaporando il gusto salato della sua eccitazione, mentre le mani degli altri esploravano il mio corpo con impazienza.
Malik si posizionò dietro di me, le sue mani afferrarono i miei fianchi, penetrandomi senza esitazione. Il piacere era crudo, travolgente. Mi sentivo posseduta, usata, esattamente come desideravo. Ogni spinta di Malik mi faceva gemere, i suoni della nostra unione riempivano l’aria.
Gli uomini si scambiavano di posto, ognuno prendendomi a turno. Le loro mani erano ovunque, esplorando e tormentando i miei punti più sensibili. Tariq si posizionò davanti a me, il suo membro duro contro le mie labbra. Mi afferrò per i capelli, guidandomi con decisione.
Jamal mi fece sdraiare sul pavimento freddo e ruvido. Sollevò le mie gambe, posizionandosi tra di esse. Sentii il suo calore invadermi, riempiendomi completamente. Poi, senza preavviso, Malik mi girò, il suo volto vicino al mio orecchio mentre sussurrava parole oscene. Iniziò a leccarmi il culo con una precisione che mi fece tremare. La sensazione della sua lingua mi inondò di un piacere nuovo e inaspettato.
Improvvisamente, Jamal mi sollevò nuovamente, mettendomi a quattro zampe. Tariq si posizionò davanti a me, iniziando a pisciarmi addosso. Il liquido caldo e pungente scorreva sulla mia pelle, un atto di dominazione che accettai con piacere, sentendomi ancora più sottomessa.
Dopo, Malik si inginocchiò di fronte a me, sputandomi in bocca con una precisione calcolata. Ogni sputo era un segno del loro possesso, un marchio del loro controllo su di me. Gli altri seguirono l’esempio, sputando sulla mia schiena e sul mio viso, coprendomi con il loro disprezzo e il loro desiderio.
Sentii Tariq prendere il controllo, la sua bocca vicina al mio orecchio mentre mi sussurrava ordini e insulti. Mi sentii spinta oltre ogni limite, il mio corpo tremante di piacere e umiliazione. Malik, con una precisione chirurgica, riprese a leccarmi il culo, mentre Jamal mi penetrava di nuovo, il ritmo dei suoi colpi perfettamente sincronizzato con le leccate di Malik.
Il piacere era così intenso da essere quasi doloroso. Mi sentii completamente posseduta, usata, esattamente come desideravo. Ogni uomo aveva il suo ruolo, la sua parte in quella sinfonia di lussuria e sottomissione. Le loro mani esploravano ogni centimetro del mio corpo, i loro gemiti riempivano l’aria. Ognuno di loro si era svuotato dentro la mia bocca o la mia figaannale indistintamente. Solo Malik era riuscito a farlo in entrambi i luoghi a distanza di pochi minuti. La loro sborra era ovunque su e dentro di me.
Li sentivo ridacchiare tra di loro nella loro lingua e dicendo in un italiano sgangherato l’unica frase che volevano che capissi: “abbiamo farcito la Troia”.
Quando finalmente mi lasciarono andare, ero esausta. Il mio corpo tremava per l’intensità dell’esperienza, coperto di sperma, piscia, e sputi. Mi sentirono così, usata e appagata, al centro del loro mondo. Gli uomini mi guardavano con soddisfazione, sapendo di avermi dato esattamente quello che volevo.
Dalla mia figaanale continuava a uscire i loro seme, scivolando sulle gambe ricoperte dalle autoreggenti.
Quella notte era stata un tripudio di perversione e piacere. Ogni uomo aveva lasciato il suo segno su di me, e io avevo goduto di ogni momento. Quando il primo raggio di sole cominciò a filtrare dalle persiane rotte, sapevo che a quella seconda notte indimenticabile sarebbero seguiti altri incontri in quel palazzo decadente. Con il corpo ancora tremante e il cuore che batteva forte, mi alzai lentamente. Gli uomini, ora esausti ma soddisfatti, mi osservarono con un misto di orgoglio e desiderio ancora inappagato. Li guardai ad uno ad uno, imprimendo nella mia mente i loro volti e le loro espressioni, pregustando il terzo incontro che ne sarebbe seguito.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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