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Sveltreno - una sveltina in treno


di Federossetta
17.02.2022    |    12.409    |    14 9.8
"Insomma il rapporto instauratosi era speciale, i mesi passavano e ogni volta che ci cercavamo online era sempre per provare piacere e distacco dalla vita..."
Prologo
Ciao a tutti questo racconto è basato su una storia vera ed è il primo di una breve serie che racconta come ho fatto un viaggio davvero lungo per vedere un ragazzo che conobbi qualche anno fa. Buona lettura!

Sveltreno - una sveltina in treno

Io e Luca ci siamo scritti per la prima volta un paio di anni fa, sono stata contattata direttamente da lui su kik come spesso mi succede. I primi approcci sono stati disinteressati, senza troppi alti e con diversi bassi siccome avevo specificato il mio diniego dall'incontrare chi conoscevo online. Avendo avuto un'esperienza negativa in passato, spesso tendo a preferire quelle dirette che capitano fortuitamente durante le mie serate en femme. Eppure pian pianino il feeling con Luca iniziava a diventare interesse. Lui non nascondeva le sue intenzioni e spesso era anche esplicito, la cosa mi divertiva ma rimaneva online. Oltre a foto hot iniziammo a scambiarci qualcosa di più: video di automasturbazione, gemiti per simulare un probabile rapporto e soprattutto sexting spinto. Non lo sapevo ma piano piano mi stavo aprendo, e lui mi stava accompagnando per mano a sconfiggere questa timidezza. I suoi gesti erano sinceri e anche i più piccoli destavano in me interesse. Mi piaceva anche quando capiva i miei momenti difficili della vita privata e sapeva apprezzare la Fede "in crisi" per cose che apparentemente sembravano superflue. Insomma il rapporto instauratosi era speciale, i mesi passavano e ogni volta che ci cercavamo online era sempre per provare piacere e distacco dalla vita quotidiana.
Cominciò poi ad essere insistente e chiedermi di andare a trovarlo ma la distanza era tanta, più di 400 km. A superare definitivamente il mio blocco dall'incontro con sconosciuti fu la sua eleganza e la sua mascolinità che mi convinsero a prendere un biglietto che mi avrebbe portato a Treviso nel fine settimana. Usai la scusa della fine della sessione di esami universitari e ai miei genitori dissi che sarei andata a Milano per una settimana. Era una mezza verità perché ne avrei approfittato per rincontrare vecchie conoscenze stando nella capitale della moda da martedì a venerdì, per poi trasferirmi il weekend a casa del mio desiderato Luca.
Quando riferii a lui che finalmente ci saremmo visti la sua risposta fu eloquente: una foto del suo bel membro già turgido alla sola scoperta della notizia.
I giorni passarono e man mano che si avvicinava la data della partenza le fantasie in chat aumentarono, fino ad arrivare alla casa dei miei amici a Milano con una voglia matta di essere già a venerdì. Ero ovviamente in vestiti maschili perché nessuno sapeva e doveva sapere della mia vera personalità, eppure appresso avevo portato tutto l'occorrente per essere Federica. La valigia era divisa a metà: nella parte en femme avevo calze a rete, collant, guepiere, lingerie, ecc e altri vestiti sexy per girare nella splendida Treviso senza filtri. Completava la mia collezione un plug con brillante espressamente voluto da Luca durante le nostre chat erotiche su kik dei giorni prima.
Finalmente arrivò venerdì, la presi con calma e salutai tutti i miei amici ringraziandoli. Tenni nascosto il fatto che sarei andato a Treviso anziché a casa, mentre alla mia famiglia per ragioni di sicurezza comunicai che all'ultimo un mio amico mi aveva invitato dove stavo andando e che non potevo dire di no. Quando mi presentai alla Stazione Centrale per prendere il treno, la mia andatura era forzata dal plug che avevo infilato poco prima nel culetto. Sapevo che avrei dovuto stare attenta a non farmi scoprire ma più mi allontanavo da casa più Federica si risvegliava diventando anche più esplicita. Sotto i comodi jeans skinny portavo un intimo femminile rosso che avevo comprato in gran segreto durante i 4 giorni a Milano. Niente di eccessivo, giusto un perizoma brasiliano e un reggiseno con gancetto. Come se non bastasse decisi all'ultimo di occupare il tempo di attesa in uno di quei sporchi e rozzi bagni della stazione. Volevo optare per un trucco leggero che avrebbe messo in risalto i lineamenti femminili. Quindi passai il fondotinta, un sottile eyeljner e un rossetto color carne che si vedeva appena. Arrivò il momento e andai al binario corretto.
Salii gli scalini del treno sentendo muovere in maniera insistente l'oggetto al mio interno, appena salita raggiunsi il mio posto ma mi accorsi che il body sotto i vestiti tirava eccessivamente e non riuscivo a tirare la valigia su nel portabagagli. Per fortuna un signore maturo seduto nella fila vicino accorse in aiuto come un cavaliere con la sua donzella.
"Ragazzo, attenzione così ti cade addosso lascia che ti aiuti"
Ringraziai con timidezza mista a gratitudine mentre lui si appoggiò spudoratamente a me e sentii il suo alito sul collo nel frattempo che incastrava il bagaglio tra quelli degli altri passeggeri.
Sentire il suo pacco che premeva il butt plug mi provocò una scarica di piacere. Ringraziai ancora e mi sedetti con le cuffie e la musica nelle orecchie. Informai Luca che ero sul treno e avevo la sorpresa dentro di me come mi aveva detto di fare. Erano le 15 e lui era ancora a lavoro, sarebbe stato un viaggio totale di 3 ore e l'ultima cosa che volevo era annoiarmi quindi intrattenevo il tempo mandando foto repentine del mio intimo facendo attenzione che la signora davanti a me e il signore che mi aveva aiutato non vedessero. Presto però la noia prese il sopravvento e mi assopii stravaccata sul sedile.
Sussultai solo quando sentii un tocco strano sul mio pettorale destro e un ombra che superava il mio posto. Mi alzai di scatto e vidi il signore passare come nulla fosse verso fine carrozza.
Ormai mi aveva svegliato e il mio cuore stava battendo all'impazzata. Guardai l'orologio da polso nero che avevo: erano passati appena 30 minuti. Ma perché questo mi aveva svegliato? Mi accorsi che qualcosa non andava, infatti la felpa che portavo stava rivelando il gancetto del reggiseno. Avevo dormito così scoperta tutto il tempo! Come se non bastasse anche la sorpresa che avevo nel buchetto si era sfilata andando a finire in fondo ai pantaloni. Quando sistemai il tutto, ri-ecco il signore maturo che con uno sguardo indecifrabile si sedette al suo posto poco lontano dal mio.
Ci guardavamo da un po', quando lui si alzò e scrisse velocemente il suo numero di telefono che lasciò per terra poco lontano da me. Mi stava corteggiando sul treno, non mi era mai successo ed io ero una fiamma viva di curiosità. Gli scrissi subito senza neanche pensarci.
"Buongiorno, desiderava qualcosa?" Era una domanda innocente, d'altronde ero appena stata palpata da uno sconosciuto.
"Perchè non mi hai seguito in bagno?" Mi guardò sopra gli occhiali che portava aspettando una risposta. Dalla tensione che c'era ricordo che mi stavo mangiando le unghie.
"Non ne avevo particolarmente bisogno in realtà"
"In realtà ti sei leggermente sbavato il trucco mentre dormivi, volevo aiutarti a metterlo a posto"
Seguì una emoji con il bacio e un cuoricino che non lasciavano spazio ad equivoci.
Ero combattuta, mi ero sistemata bene e sapevo il danno che fa una sveltina al trucco e all'outfit ma effettivamente il signore aveva ragione.
"Come si chiama?" Gli chiesi.
"Sergio. E te signorino?"
"Glielo dico in bagno"
Mi alzai e girandomi feci il percorso fino al bagno con un fuoco dentro che non sembrava spegnersi. Era il piacere dell'attesa mista al senso di intraprendenza e avventura. Bussai.
Era libero eccezion fatta per l'odore nauseante di piscio e carta igienica odorosa sul pavimento. Uno sguardo al corridoio per notare che non c'era nessuno, neanche Sergio. Allora entrai, chiusi a chiave e urinai anche io. Nel frattempo tolsi il plug per spostarlo in tasca.
Mi stavo lavando le mani quando bussarono alla porta.
"Occupato"
"Neanche per uno che vuole aiutarti ancora?"
Capii che era il signore di prima, con uno scatto fulmineo aprii la porta e lui si fiondò dentro. Non servì dirci troppe parole. La sua bocca cercò subito la mia e le nostre lingue si incontrarono. La sua era ruvida e ogni tanto usciva per accarezzarmi il collo. Lo spazio angusto del bagno faceva sì che stessimo attaccati come uno fuso nell'altra. Tolsi la felpa e rimasi in intimo con suo enorme apprezzamento. Lui si slacciò la cintura che cadde a terra insieme ai pantaloni con il tipico rumore metallico, rimase in camicia e cravatta  seduto sul cesso. Il suo cazzo era bello dritto all'insù dalle dimensioni medie. Mi inginocchiai incastrata tra lavandino e le sue gambe e presi tutto in bocca fino alla base dell'asta. Il naso arrivò a toccare i peli pubici brizzolati e inspirai a fondo l'odore pungente della latrina.
Ciucciai a più non posso risucchiando e muovendo la lingua veloce attorno alla cappella. Sentivo le sue grosse mani tenermi la nuca, tant'è che ad un certo punto senza fiato forzai la sua presa per togliere la testa tra le sue gambe e prendere fiato con un profondo sospiro. Lo guardai negli occhi per vedere che stava godendo tanto anche lui, mi rifiondai su quel cazzo con più foga facendo fuori uscire saliva in quantità.
Non potevamo occupare troppo a lungo il bagno allora mi fece alzare e abbassare i pantaloni, dopodichè buttò la sua faccia tra le mie natiche per un momento. Sentivo leccare e inumidirmi l'ano che già era stato aperto per tanto tempo.
Sergio infilò un preservativo e con cura mi fece sedere su di lui. Sentii come una punta di un fioretto che entrava nel mio culo per poi aumentare dimensioni man mano che mi abbassavo. Mi guardai allo specchio mentre venivo impalata dall'uomo seduto dietro di me. Andavo su e giù con le sue dita nella mia bocca per non farmi urlare. Dopo poco tempo sentii che si irrigidiva e un fiotto caldo bagnare il preservativo al mio interno.
La sveltina era finita, ci alzammo e mi baciò un'ultima volta sul collo prima di sistemarsi i pantaloni e uscire veloce come era entrato. Io chiusi prontamente a chiave e ne approfittai per sistemarmi davvero. Allo specchio il mio poco trucco era sfatto e girandomi di schiena vidi il culo rosso.
Dopo 10 minuti di messa in piega uscii anch'io dal bagno sotto lo sguardo sospetto di una ragazza in coda e tornai al mio posto. Per tutto il viaggio scambiai sguardi complici con Sergio e chat erotiche con Luca che nel frattempo non vedeva l'ora di incontrarmi.
Arrivati a Vicenza ero a metà del viaggio e feci il cambio, salutando per sempre il mio amico da sveltina.
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