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Lo Scambio (capitoli 1 e 2)
di Federossetta
24.10.2018 |
8.073 |
3
"Mi stavo pulendo la bocca dal suo sperma quando mi venne un'idea..."
Lo Scambio, cap. 1-2 su 14Trama
"La storia racconta di un ragazzo bsx che si ritrova catapultato nel mondo femminile sotto i panni di una sua coetanea dalla vita sessuale molto frenetica. Dovrà destreggiarsi con il suo nuovo corpo, andando senza volerlo a scoprire sensazioni mai provate prima che lo porteranno verso il mondo trav."
Eccoci qua. Questo è il primo di una serie di due "romanzi" scritti da me alcuni anni fa. La storia, così come i nomi, é inventata e caratterizzata da un pizzico di fantasia, però si trova fondata su esperienze che ho avuto in passato. Siccome il primo, chiamato "Lo Scambio" è formato da 14 capitoli, ho deciso di dipartirli, così come farò anche con il secondo: "Il Passaggio".
Chiedo di essere clementi con la scrittura, ho provato ad aggiustarla un po' ma termini forse troppo giovanili possono essermi scappati...
Capitolo 1: Amici
Era una giornata afosa e in classe non ero l'unico che boccheggiava, nonostante stessi quasi completamente a torso nudo.
Alcune mie compagne ne approfittavano per scoprirsi e farsi vedere. Io ed Edoardo nel cambio d'ora decidemmo di uscire per andare a casa prima. Le nostre famiglie non avrebbero mai detto niente e per quanto riguardava la giustificazione necessaria potevamo cavarcela da soli in quanto maggiorenni.
Arrivammo a casa mia dove prendemmo un po' da bere e ci accomodammo sul sofà accendendo il PC.
Dalle medie eravamo soliti vedere foto o porno per aumentare il piacere durante la masturbazione.
Feci partire un video e cominciammo a segarci, prima da soli poi a vicenda finché non venimmo. Era normale per noi tutto ciò. Non provavamo niente l'uno per l'altro, il nostro era un rapporto di amicizia dove ci aiutavamo a vicenda.
Mi stavo pulendo la bocca dal suo sperma quando mi venne un'idea. Proposi di cercare il numero di una che conoscevamo di alcuni anni più grande di noi e per la quale provavamo molta attrazione. In realtà andare a letto con lei era sogno di tutti e due da ormai tanto tempo.
Lo trovammo grazie ad un'amica e la chiamammo subito, anche se Edoardo era un po' restìo nel trattarla male.
Parlai io. Le feci molte allusioni sessuali e le diedi della puttana finché non riattaccò.
Edoardo si sentiva in colpa come non mai e mentre io ridevo prese le sue difese. "Non puoi prenderla in giro così, il suo stile di vita piace a tutti e non si merita certi insulti!" Sembrava ferito.
Ok, lo avevo ferito già altre volte, ma questa volta sembrava che avessi oltrepassato il limite. Arrivò pure a formulare una sorta di maledizione. "Spero che prima o poi te ne renda conto di quello che hai fatto. Chissà se un giorno potrai mai essere una persona migliore. Se solo ti mettessi per un momento nei suoi panni..."
Al che mi resi conto di essere davvero dispiaciuto e allora mi allungai verso di lui per provare in qualche modo a riappacificarmi. Sapevo che se gli facevo provare piacere come se fossi la sua ex ragazza, lui non si sarebbe tirato indietro. È così feci. "Edo... Dai ti prego..." Con la mano destra slacciai la cintura mentre con l'altra lo appoggiai allo schienale del divano. "Non volevo offenderti. Non lo farò mai più." Le nostre labbra si toccarono, le lingue che cominciarono a muoversi frenetiche. "Mai più" ripeté lui, ormai rilassato.
Con la lingua scesi lungo i suoi sottili ma tonici pettorali per passare sugli addominali dove lo baciai a lungo. Tolsi i pantaloni con rinnovata voga e cominciai a mordicchiare il suo pene attraverso il tessuto delle sue mutande. Lui non ne poteva più dal piacere. Con forza mi schiacciò contro la sua intimità. Gli tolsi le mutande e cominciai a succhiare a ritmo forsennato.
Con una mano tormentavo il suo ano, mentre l'altra entrava e usciva dalla sua bocca. Mi interruppe per baciarmi, allora cominciai a segarglielo. Prima con una mano poi cambiai metodo per farlo godere di più. Lo strusciavo contro il mio petto e infine lo incastrai tra il cordino della mia collana e la bocca.
Andando su e giù cominciai una piacevole sega accompagnata dalla mia lingua e intervallata dal freddo crocifisso in acciaio del mio ciondolo. Fu su questo oggetto che venne con un' ondata piena di sperma che mi bagnò tutto. Ne ingoiai la maggior parte per poi rimanere abbracciato a lui. Ci sapevo proprio fare con Edoardo e dopo anni di "allenamento" potevo dire che non aveva più segreti per me. Eravamo migliori amici e niente di più.
Capitolo 2: Denise
La mattina dopo la litigata con Edoardo mi svegliai e mi sentii in qualche modo diverso. Ero spaesato e non riuscivo ad identificarmi. Mi sentivo in un corpo non mio.
Alzai la testa dal cuscino per andare a sbattere contro una mensola che non c'era mai stata prima sopra il mio letto. Mi alzai lentamente e con circospezione e accesi la luce. Intorno a me erano attaccati grandi poster di attori famosi chi in posa e chi paparazzato a torso nudo. Probabilmente mi ero addormentato per sbaglio nella stanza di mia sorella. Nella stanza c'era uno specchio.
Con sospetto mi diressi verso di esso per vedere una ragazza bionda che mi guardava attonita. Con sgomento mi accorsi di essere in un altro corpo ma soprattutto nel corpo di Denise Melanie, colei alla quale avevo telefonato il giorno prima. Rimasi parecchio tempo fermo senza pensieri, finché una voce rude non mi chiamo dalle scale. "Deny, scendi che ci sta la scuola!" La voce era di un maschio, probabilmente il padre. Mi serviva del tempo per capire cosa fosse successo e la scuola era l'ultima cosa che desideravo. "Non mi sento bene papà, magari è meglio se sto a riposo!"
"Fai come vuoi, l'importante è che quest'anno non ti faccia di nuovo rimandare come gli altri anni. Hai promesso." Urlò mio "padre" dalle scale. Poco dopo sentii il rumore di una porta che si chiudeva e quello di una macchina che lasciava il quartiere. Solo allora mi accorsi di essere stato fermo per quasi un quarto d'ora davanti allo specchio in pigiama.
Ero curioso di scoprire cosa si nascondeva sotto il pigiama (infatti si scorgevano delle forme a dir poco mozzafiato), ma il bisogno di sapere di più su Denise Melanie prevalse. Diedi un'ultima occhiata allo specchio e vidi una giovane e attraente ragazza sui 19-20 anni dagli occhi verdi vispi e scattanti. Non era altissima ma era proporzionata ed in un'armonia di forme. Dalla scollatura a "V" del pigiama spuntava un ciondolo composto da un ovale apribile.
Dentro, una foto di una donna prendeva tutto lo spazio. Quella donna era la stessa rappresentata nei pochi quadri presenti nella scialba casa in cui Denise viveva. E come avrei scoperto in seguito era la madre, morta durante il parto della figlia. Denise era figlia unica e il padre a quanto pareva non c'era mai anche se cercava di aiutare in tutti i modi la figlia quando poteva.
La casa non era grandissima e due volte a settimana una donna delle pulizie veniva a svolgere le mansioni domestiche. Al secondo piano c'erano tre stanze: una sua, una del padre con il letto matrimoniale, e la terza che era forse per gli ospiti. Al pian terreno invece un salotto, una cucina e un bagno occupavano tutto lo spazio. Probabilmente c'erano anche una cantina e un garage nell'abitazione, ma non andai a vedere.
Solo alla fine dell'esplorazione pensai al mio corpo a chilometri di distanza. Ero forse morto? Perché la mia anima no? Abbiamo un'anima? E se c'era stato uno scambio?
Con queste domande in testa mi ritrovai seduto sul letto. Avevo già toccato delle ragazze alle feste ma qui era diverso. Ero da solo con un'intimità non mia.
La mano tremante sbottonò la maglia del pigiama per poi toglierla. Rimasi senza fiato. Dal reggiseno spuntavano due prosperose tette come non ne avevo mai viste.
Con difficoltà riuscii a togliermi il reggiseno e cominciai a toccarle. Erano sode e grosse. Scesi con la mano sulla pancia piatta fino a togliermi le mutandine. Rimasi un po' ad osservare la mia fica, ma poi non mi controllai e cominciai a toccarmi. Era una sensazione fantastica. Quella mattina raggiunsi l'orgasmo 4 o 5 volte e ogni volta colsi l'occasione per conoscermi meglio.
Se quella di essere stato trasferito nel corpo che avevo insultato poteva sembrare una punizione, io non la ritenni per niente tale.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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