trans
San Valentino
di Federossetta
12.02.2020 |
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"Stavolta toccò a lui togliermi le mutandine e leccare a lungo il mio buchino..."
Questo racconto che scrivo è una storia vera successa in questo periodo un anno fa, ma prima voglio precisare un'informazione utile per comprendere appieno ciò che scrivo.Se siete solo interessati alla parte di sesso per svuotare il vostro arnese, tranquilli saltate il prologo io non mi offendo😉
------Prologo------
La mia situazione sentimentale è strana, e sono qui a specificarlo anche perché in molti mi chiedono direttamente cosa vuol dire che sono fidanzata.
Ufficialmente sto con un ragazzo poco più grande di me che però da qualche anno si è dovuto trasferire lontano per motivi di lavoro. Stavamo molto bene insieme tant'è che abbiamo deciso di continuare anche a distanza. Nel mentre la mia vita è andata avanti e nonostante lo andassi a trovare più o meno ogni tre mesi sentivo la necessità di aggiungere del piccante.
Tutti i miei amici sanno della nostra storia e della mia identità femminile che però è ancora perfettamente nascosta alla mia famiglia.
È capitato che ogni tanto a causa dell'alcol o degli ormoni mi concedessi a qualche mio caro amico, l'ho sempre raccontato al mio ragazzo il quale sembra ci prenda gusto a sentire le mie storie.
D'altro canto anche lui non è mai stato un santerellino. Addirittura mi manda ancora video delle sue scopate per farmi eccitare, dicendomi che quando scopa pensa a me e non vede l'ora di rincontrarci.
So cosa si potrebbe pensare: "questo ti tradisce", "sei sicura di non venire usata", oppure "poverini mi fate pena". Ebbene, nonostante queste frasi già mi siano state riferite più e più volte, questo è il significato di libertà e mi sento in pace con me stessa. Gli amplessi che consumiamo quando ci incontriamo sono epici e infiniti, pieni di eros e carica sensuale. Peccato che avviene saltuariamente. Ed è per questo che un anno fa mi sono concessa uno strappo, andando con un ragazzo che ancora rappresenta una piacevole parentesi del mio passato e presente.
------Fine Prologo------
Era la settimana che ante cedeva il giorno tanto agognato per ogni coppia sulla terra: San Valentino, specificamente del 2019. Questo giorno è sempre stato importante per me, ho solo ricordi felici e per questo è una delle mie feste preferite. Come ogni anno scrissi al mio fidanzato se avessimo avuto il tempo di incontrarci, sicura che avrebbe avuto in mente qualcosa di incredibile. Inizialmente mi rispose rimanendo sul vago e poco più tardi mi chiamò. Dal telefono si sentiva proprio che non sapeva come dirmelo, ma era all'estero per lavoro e ci sarebbe rimasto fino a fine settimana. In qualche modo avrebbe rimediato, disse, io però sentendomi offesa staccai la chiamata e non gli scrissi più. La solitudine è sempre stata una delle mie più grandi paure, per cui provai a tastare il terreno con qualche mio amichetto ma nessuno si diceva disponibile. Allora mi incontrai con la mia amica più cara. Tra un discorso e l'altro venne fuori che io non avevo nessuno per San Valentino, lei prese il discorso sul personale e mi promise che avrebbe trovato una soluzione. Era già lunedì e mancavano solo tre giorni, quando la mia amica mi scrisse: "Ciao teso, per il discorso dell'altra volta credo di avere trovato il ragazzo che fa a caso giusto per te. Si chiama Kevin e sarebbe contento di invitarti a cena giovedì. Lo conosco bene e so che potrebbe interessarti, gli ho detto di essere molto romantico come piace a te. Baci"
Siccome ero già abbastanza rassegnata, decisi di ringraziare e dare il permesso di inoltrare il mio numero. Passarono appena 30 minuti che già Kevin mi stava chiamando.
Mi disse che Chiara, la nostra amica in comune, gli aveva detto che io ero alla ricerca di un cavaliere per trascorrere una bella serata. Ci scambiammo due o tre foto giusto per capire a chi mi sarei concessa quella sera e viceversa. Passarono i giorni e finalmente arrivo il giovedì e lui mi inviò la posizione di un ristorante a Torino abbastanza carino, posto che avevamo concordato per trovarci siccome eravamo abbastanza distanti. Il pomeriggio preparai la borsa con gli indumenti per diventare Federica e salutai la mia famiglia che pensava andassi all'appuntamento con la solita ragazza che ero abituato a nominare per non farli stare in pensiero. Era pomeriggio inoltrato quando raggiunsi in treno Torino, in quanto avevo ancora qualche ora di tempo feci qualche giro per i negozi del centro acquistando un completo molto carino per la serata. Quando raggiunsi il ristorante alle 9, mi si fece in contro Kevin che conobbi così per la prima volta. Vedendomi indaffarata con le mie borse accorse di fretta e dopo il bacino sulla guancia mi portò alla sua macchina dove posai tutto.
Durante la cena fu romantico al punto giusto e visto che ero ancora nei miei panni maschili devo rendergliene atto perché non tutti sono così aperti con noi trav se ci vedono senza parrucca e seno finto. Cercava spesso di avvicinarsi alle mie labbra, ma aspettavo a baciarlo per aumentare il desiderio nei miei confronti. Terminammo la cena che si era fatto tardi, eravamo entrambi un pochino brilli e risi quando quasi inciampò su un venditore di rose. Per farsi perdonare me ne comprò due, allora a braccetto ci dirigemmo verso la macchina.
Mi aveva già confidato durante la cena che aveva prenotato una camera d'albergo ma che aspettava il mio sì per decidere se andarci. Appena chiusi la portiera dietro di me lui si girò e mi chiese: "Allora per quel posto a dormire sei ancora indecisa?"
Lo guardai dritto negli occhi chiari prima di prenderlo per il mento e baciarlo a lungo.
"Basta come risposta? Andiamo che non ti ho ancora presentato Federica."
Volò praticamente fino all'albergo che si presentò molto raffinato e ben arredato. Io mi chiusi in bagno per un'oretta mentre lo tenevo eccitato parlando attraverso la porta.
Mi truccai il viso, gli occhi, un po' di rossetto e la parrucca. Indossai il reggiseno e le mutandine portate da casa (e rubate a mia sorella), i collant miei personali e per finire il vestito comprato nel pomeriggio. Come sempre non potevano mancare gli orecchini magnetici e per finire il bracciale che mi aveva regalato il mio ragazzo per il compleanno. Questa gliela avrei raccontata di sicuro. Una spruzzatina di profumo e uscii scalza a farmi vedere dal mio uomo. Piacevolmente stupito mi prese i fianchi e mi avvinghiai a lui seguendo il ritmo della musica che aleggiava nella stanza. Mi svegliò da quel momento intimo per dirmi: "Sei così bella Fede che voglio condividerti col mondo! Mettiti i tacchi che facciamo un giro, voglio proprio gustarmi le facce degli altri maschi..."
"Va bene, mio principe, ai tuoi ordini..." con un sorrisetto mi staccai da lui e infilai i tacchi presi dalla mia borsa. Quando mi girai lui teneva un pacco: "Questo è il mio regalo di S.Valentino per te! Auguri amore!"
"Grazie non dovevi, pensavo che la cena e l'albergo fossero già abbastanza come regalo"
"Quelle erano cortesie, intanto apri che voglio vedere come ti sta"
Quando aprii mi accolse la visuale di uno stupendo pendente argento con rubino. Mentre quella pietra mi luccicava davanti, Kevin si offrì di mettermela. "Una pietra preziosa per una persona preziosa, spero che con questo anche in futuro non ti dimenticherai di me. Adesso usciamo!"
Ero fin troppo riconoscente al mio cavaliere che appena fummo per strada non lo mollai un secondo. Fu una serata stupenda che andò avanti fino alle 3. Non so come mi ritrovai a ballare in una discoteca con una sorellina e gli sguardi di mille bavosi ai nostri piedi. Bevvi parecchio e quando dovetti riprendere la strada verso l'albergo non mi reggevo in piedi. Kevin mi stava ripetendo che pesavo parecchio quando guardando i miei piedi mi prese un senso di vertigini e mi aggrappai con forza a lui. Mi stava portando in braccio alla stanza senza lamentarsi di niente. "Alla fine sei riuscita a limonare con quella trans eh? Dovrei essere geloso e pensare che adesso tu non mi consideri più?"
"Nooo, ma che dici. Io stasera apro le gambe a te e te soltanto amore mio." Avevo una voce stranamente dolce e rimasi stretta a lui che odorava di colonia. Quando entrammo in camera tutto si svolse come in una storia di principesse. Con apprensione mi adagiò sul letto e in pochi secondi la passione mi avvolse. Mi aveva corteggiato tutta la sera e si era rivelato un vero signore, non vedevo l'ora di sentirlo gemere dentro di me.
"Ti amo, ti amo" gli ripetevo mentre ci baciavamo coricati sul letto. Accovacciandomi sistemai indietro i capelli e gli tirai via i pantaloni, poi le mutande e infine diedi una slinguazzata alla sua cappella già bagnata dal pre-sperma. Con un dito mi spalmai il liquido su tutto il corpo iniziando una danza del ventre. Ad un certo punto non ce la fece più e inaspettatamente mi prese di forza la testa e me la pose sul suo cazzo duro come il marmo. Il suo urlo di piacere riecheggiò in tutta la stanza mentre io andavo su e giù come una forsennata. Il mio gorgogliare si interruppe perché sentivo essere bagnata al punto giusto e sfilato il vestito aprii le gambe al mio uomo.
Stavolta toccò a lui togliermi le mutandine e leccare a lungo il mio buchino. Poi volle finalmente prelevare il suo premio. Si alzò, tirò le mie gambe a lui e iniziò a infilare il suo membro nel mio sfintere. Non vedevo l'ora, ero ubriaca di sesso e ne volevo ancora e ancora, con i piedi strinsi contro la sua schiena e lo aiutai ad entrare. Stavolta fu il mio urlo a far spaventare i vicini che penso stessero ascoltando con grande piacere questi due giovani focosi mentre facevano sesso.
Kevin entrava e usciva come se non ci fosse un domani e cominciava a farmi godere. Venni copiosamente ma lui mi ripulì con un dito che mi infilò in bocca. Salii allora a cavalcioni su di lui e saltellando sulla sua verga cercavo in tutti i modi di farlo venire. Di sicuro fu l'amplesso più lungo al quale abbia mai partecipato, mi ricordo che mi chiedevo di continuo se avessi dovuto continuare a scoparmelo tutta la notte.
Ormai ero davvero davvero stanca, la palestra aiuta ad avere un bel culo ma non a resistere così tanto ad un rapporto sessuale.
Gli chiesi scusa e mi coricai a pancia in giù offrendogli il culo. Lui era infoiato e non capì che necessitavo di una pausa allora si posizionò sopra di me e continuò a stantuffarmi. Soffocavo le urla nel cuscino, mentre mi uscivano delle lacrime di dolore e piacere insieme. Probabilmente si era rotto il gancetto del reggiseno perché me lo ritrovai in bocca.
Finalmente San Valentino giunse al suo termine quando mi accorsi che l'animale stava rallentando il ritmo. Con un urlo mastodontico venne sulle mie chiappette e dentro di me. Poi mi fece girare e da brava servetta gli pulii tutta la cappella rossa e pulsante dal piacere. Entrambi stavamo ansimando dalla fatica, ci guardammo e ridemmo consci di esserci divertiti da matti. Lo presi per il collo e lo portai a me per un ultimo languido bacio. "Sei stato grande Kevin. Domani ricordami di ringraziare la nostra amica per averci fatto conoscere."
Si coricò abbracciato a me, nudi sotto le coperte e sentendo la sua presenza premere salda contro la mia fighetta anale mi addormentai in pace.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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