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Un favore inaspettato 1


di RazorJack
03.12.2024    |    2.331    |    1 9.5
"Torno da loro e gli dico che ora che hanno guardato possono iniziare a lavorare..."
Comprare casa, un sogno, dal quale poi ci si sveglia quando bisogna riempirla di mobili e fare tutti quei piccoli lavoretti di rodaggio della casa stessa. In un mese, tre volte sono stato in difficoltà e per tre volte la soluzione ha avuto risvolti inaspettati. Il primo che voglio raccontarvi riguarda la consegna degli elettrodomestici. Pattuita la consegna al piano col venditore, al telefono specifico che l'ascensore è troppo piccolo, ma quando arrivano i trasportatori, questa informazione sembrava essersi perduta, ed è un problema. Scale strette, ascensore piccolo, io che pur facendo palestra non ho un fisic du role superiore a quello del sollevatore di obiezioni. I due malcapitati, decidono allora di portare su a mano tutto quanto. Sudamericani, uno tarchiato più vecchio, uno più magro e giovane. Parlano poco italiano ma si fanno capire sul fatto che non essendo stati informati, bisognerà arrangiarsi a parte coi soldi, per questa consegna speciale. La mia compagna ci aspetta su, è prima mattina e avendo anche lei preso ferie per aiutarmi nelle istallazioni e nei piccoli lavoretti, sta ancora dormendo nell'unico mobile che abbiamo, il letto. È una ragazza giovane, formosa ma non grassa, piccolina, viso angelico e occhiali. Ha sempre caldo, e anche se siamo ormai in inverno, dorme sempre svestita e usa una mia felpa, che le va enorme, per girare in casa. Sapendo che sarebbero venuti su due operai si è chiusa in camera, ma dal momento che ci stiamo mettendo un po' troppo a salire, esce sul balcone a controllare la situazione. Le scrivo che stiamo avendo dei problemi perché dobbiamo capire come portare su tutti gli elettrodomestici pesanti e senza poter usare l'ascensore. Ci saranno costi aggiuntivi da detrarre dal nostro già esiguo conto post acquisto.
Non ho mai avuto fantasie da cuckhold, tuttavia, volendo introdurre lei al mondo libertino, mi viene la brillante idea di usare questa situazione come banco di prova.
Le dico di preparare il caffè per tutti e invito i due, col camion in doppia fila a salire e parlarne un attimo, perché la cifra che mi chiedono per la consegna al piano mi sembra eccessiva. Col marciapiede e mezza corsia occupata saliamo.
Ingenuamente, lei è ancora con solo la felpa addosso e le gambe nude.
Saliamo, e faccio accomodare i due sugli sgabelli che al momento usiamo come sedie. Lei serve i caffè e si mette poi seduta su di me, con le gambe unite e tiene la tazzina calda sulle mani. La felpa si solleva, lasciandole completamente scoperte le gambe.
Loro la fissano, senza ritegno. Sente i loro occhi sulle gambe, e sulla sua figura minuta e imbarazzata, che si tira giù la felpa per coprire i glutei.
"Certo che potevi vestirti un po' eh" la rimprovero io davanti a loro, e lei si alza imbarazzata, e fa per andare in camera.
Il più vecchio osa "ma no, lasciala stare, sta benissimo così"
"Lo vedo che vi piace, ma parliamo dei mobili, e tu vai a vestirti"
Lei si gira e si allontana, col bordo della felpa che le lambisce i glutei nudi, sempre marcati dai loro occhi voraci, che però colgono il suo sguardo stuzzicante.
"Parliamo di soldi. 200 euro sono troppi, è colpa dell'azienda se non vi hanno informato, io non ho niente da darvi"
È sempre il vecchio a parlare "eh e i mobili rimangono per strada allora, non mi spezzo certo la schiena gratis"
"Facciamo che vi offro il pranzo piuttosto"
"Il pranzo è già pagato, non mi interessa. Quanto puoi darci?"
Inizio a contrattare, intanto lei si è messa un paio di pantaloncini, ed è andata in bagno, lasciando la porta chiusa male. Sentiamo l'acqua che scorre, e anche il flusso mentre urina. Il giovane non dice mai niente ma fissa la porta del bagno e si morde le labbra. Noto dalla tuta che si sta eccitando, pur rimanendo nel suo. La tiro un po' per le lunghe, finché non si sente che lei apre la doccia.
Interrompo i pensieri del giovane chiedendogli lui cosa ne pensi di un quarto della cifra, ma il ritorno alla realtà lo infastidisce.
"50 euro mi sembrano onesti invece, ma visto che non vi interessano solo i soldi...una sbirciatina? Ci mette un sacco quella a farsi la doccia"
I due si consultano, ma di nuovo è il più vecchio a decidere. "100 euro, e non solo ci fai guardare, ma la fai restare nuda in casa"
"Eh ci stiamo allargando, 50 e lascio la porta aperta ora"
I due si guardano ancora, il giovane dà una gomitata al vecchi che accetta. Gli faccio cenno di seguirmi e stare in silenzio.
Arrivo alla porta del bagno, ed entro prima io.
Dico ad alta voce che loro stanno andando giù, e che si può lavare tranquillamente. Il bagno è pieno di vapore, il vetro trasparente del box è appannato, e lei senza occhiali non ci vede benissimo da lontano. "Lascio la porta aperta, è una sauna qui dentro!"
Lei è un po' seccata "ma poi entra il freddo! Guarda che rimango qui sotto eh!"
Apro la porta e loro due sono lì in piedi. Li faccio scostare e mi tolgo dal loro campo visivo. Il corpo della mia ragazza è lì, separato da quegli occhi voraci solo dal vetro e dal vapore. Mi metto dietro di loro e li lascio guardare in silenzio. Sono entrambi ipnotizzati dallo spettacolo di lei che si lava ignara. Le sue natiche e i suoi seni insaponati si vedono benissimo, mentre l'acqua la copre, le chiude gli occhi e stira i capelli. Loro due sono appoggiati dietro lo stipite, il più vecchio ha la mano sul pacco e si tocca, il giovane la sta guardando a bocca aperta.
Lei si insapona piu volte, si passa uno dopo l'altro la caterva di prodotti per capelli che usa. Gli attimi scorrono nell'eccitazione di tutti. Ogni tanto mi lanciano occhiate fugaci di complicità maschile, che io accolgo e ricambio. Quando vedo che ha finito di sciacquarsi, rientro in bagno e mi schiarisco la voce per attirare la sua attenzione, mentre faccio cenno agli altri due di tornare in cucina.
"Ce ne hai messo di tempo eh" e a bassa voce "vai in camera ma mettiti qualcosa di carino per stare in casa, quei due ti guardano, vediamo di sfruttare sta situazione per farci chiedere meno"
"Ma tu sei scemo, ma devo farmi vedere da sti due? Ma ragioni?"
"Ma ragiona tu, che ti costa? Fai finta di niente, due occhiate e ce ne andiamo a cena coi soldi risparmiati su"
"Sei un porco, va bene. Ma niente cose strane, sto già morendo di vergogna".
Torno da loro e gli dico che ora che hanno guardato possono iniziare a lavorare.
"Sisì ma, non si deve vestire? Dai, ormai l'abbiamo vista, poi andiamo. Sei fortunato, è bellissima"
"Grazie" rispondo io sarcastico e mentre faccio finta di parlare ancora di dettagli tecnici, loro si sporgono e la vedono dirigersi nuda verso la stanza da letto. Lei fa finta di niente, ma devo dire che ha capito bene il gioco. Senza armadio usiamo due valigie aperte come comò. Dando le spalle alla porta, si piega per scegliere i vestiti, puntando il culo dritto verso gli occhi dei suoi spettatori. Con la coda dell'occhio sta guardando anche lei cosa succede e per questo indugia nella scelta.
Prende un perizoma nero di pizzo, e se lo infila lentamente. Passa poi al reggiseno, coordinato col perizoma, e si gira a tre quarti per indossarlo, guardando nello specchio appoggiato al muro. Senza girare la testa mi chiama ad alta voce "ma sono ancora lì? Posso uscire? Non mi sono vestita, fa troppo caldo".
"Esci pure"

Continua
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