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Esibizionismo al parcheggio


di MarioManuela
16.01.2022    |    5.685    |    6 9.9
"La coscienza di avere questo perverso piacere mi scattò in un parcheggio di confine pieno di camionisti, lì fermi per la domenica, lei si chinò con una..."
Erano anni in cui mi ero reso conto di quanto mi piacesse che gli uomini la guardassero, ero passato dalla gelosia ossessiva della gioventù al piacere di vedere la propria donna desiderata. E’ una sensazione come essere divisi in due, la ami, la vuoi, ma nel contempo vorresti vederla alle prese con un altro, anche se a volte non lo vuoi ammettere subito e devi prenderne coscienza. La coscienza di avere questo perverso piacere mi scattò in un parcheggio di confine pieno di camionisti, lì fermi per la domenica, lei si chinò con una tutina corta esponendo il suo splendido lato b alla loro vista. Vidi i loro sguardi e mi venne subito un’erezione potente, non le dissi nulla lasciando che lei continuasse a stare a 90° di fronte a loro.

Da lì il piacere di esibirla divenne pervasivo, dovete sapere che di fronte al suo ufficio c’era il terminale di un corriere, e un pensiero diabolico mi nacque nella mente. Mia moglie è tuttora una bellezza sexy, e quando si mette le sue celebri minigonne attira tantissimi sguardi, e la cosa lo confesso, ha iniziato a crearmi inquietanti brividi sempre di più. Studia il gioco e mi preparai per tempo, il giorno prima confezionai uno scatolone in cui misi una minigonna cortissima, di quelle che tiene nell’armadio che non vuole più mettere (a torto), una ma glia attillata, lingerie sexy, e un paio di stivali alti alla coscia che fanno tanto sesso. Nascosi tutto nel baule della sua auto e aspettai che si recasse al lavoro.

Più tardi le scrissi di aprire il baule, indossare tutto quello che c’era nella scatola e uscire alle 12 precise quando iniziava la sua pausa lavoro. Alle 12 precise mi feci trovare davanti al suo posto di lavoro, dovete sapere che di fronte a lei c’è un grosso corriere, feci appositamente a mettermi dal lato opposto al suo ufficio davanti al capannone del corriere per farle attraversare la strada. Alle 12 mia moglie uscì, la minigonna la fasciava perfettamente, era talmente corta da farlo venire duro a chiunque con le sue splendide cosce in bella vista, nascoste solo dalle calze. Gli stivali alti e la maglia a borchie la fanno una vera bomba sessuale, fuori dal capannone stazionano alcuni camionisti che smettono di parlare e la fissano vogliosi, la cosa scopro che mi eccita un casino, Manuela entra in auto mentre arrivano alcuni fischi, un poco rossa in viso. “Non so perché ti ho dato retta”, mi dice sorridendo cercando di fare un tono irritato.
“Sei bellissima”, le rispondo mangiandola con gli occhi.
“Sembro una puttana!”
“Appunto”, rido.

Entriamo al ristorante che avevo prenotato, scegliendone appositamente uno con un parcheggio enorme e deserto, e tutti gli sguardi puntano su di noi, eleganti, vestiti così all’ora di pranzo, l’unica cosa pensabile è che io sia un manager con una escort pagata per farsi scopare. “In effetti sembri una escort pagata per farsi scopare, ti stanno guardando tutti”, sorrido.
“E ti sembra bello farmi passare per una puttana?”
“Lo trovo estremamente eccitante, penso a quanto siano invidiosi e con il cazzo duro guardandoti…”
Il pranzo scorre perfetto tra buon cibo e tanto vino, scherzando e parlando in serenità, ma io già penso al dopo… idea che viene accesa anche dal tavolo a fianco del nostro, dove quattro uomini, ben vestiti, sicuramente uomini d’affari, hanno in corso un pranzo di lavoro. Ma è evidente come si mangino le cosce di mia moglie girandosi verso di noi, e commentando poi sottovoce tra di loro.

Potete immaginare come ce l’avevo in tiro, all’ora concordata mi reco sul posto, usciamo e vado a parcheggiare in fondo a questo immenso parcheggio, la bacio mentre scambiamo qualche battuta sulle mie perversioni, ma intanto io le stavo già mettendo le mani sotto i vestiti, strizzavo i suoi capezzoli durissimi e sentii la sua fica bagnata che mi mandò in orbita. Le cacciai la lingua in bocca mentre mi slacciavo i pantaloni, lei era fradicia, il tocco del pizzo delle sue autoreggenti accrebbe ulteriormente le dimensioni del mio membro, lei mi apre i pantaloni e inizia a masturbarmi, poi si abbassa e me lo prende in bocca, sono due cose in cui mia moglie eccelle. Mi sposto nel sedile passeggero e lei si pone sopra di me, iniziò a scoparmi selvaggiamente, quando vuole si scatena e può far morire chiunque sotto i suoi movimenti, le sbottonai la camicetta tirandole fuori i seni che leccavo avidamente, il godimento era pazzesco.

Un rumore alla nostra destra attirò la mia attenzione, gli uomini del tavolo che avevamo a fianco nel ristorante sono venuti a prendere la loro auto, ed è posta proprio di fianco alla nostra. Impossibile non si accorgessero di quello che stava accadendo nella nostra.
“Oddio c’è qualcuno”, ansimò lei, guardando fuori dal finestrino
“Vai avanti ti prego non ti fermare, scopami”, le rispondo con un gemito.
Manuela è a seno scoperto, la gonna tirata sui fianchi, le autoreggenti con gli stivali, impalata sul mio cazzo che si dimena, spettacolo e situazione sublime che non posso farmi sfuggire. Abbasso il finestrino mentre lei aumenta il ritmo, i quattro uomini si avvicinano e ci guardano, mentre io succhio un capezzolo a mia moglie li sento commentare, “Che figa, guarda che troia, come scopa, ci sa fare la signora, ecc. ecc.”. Ogni commento aumenta ancora di più la mia eccitazione, fosse per me li farei partecipare, ma so che non è il caso, ma avere quattro spettatori così, ragazzi, che figata. Quando veniamo è un turbinio di emozioni e piacere mai provato, ci baciamo sorridendo, faccio un gesto ai tipi, come dire, “Dai, è capitato, che ci volete fare?”, e inizio ad alzare il finestrino per avere un minimo di intimità mentre ci risistemiamo. Uno dei quattro mi fa un segno, io fermo l’alzata, “Ragazzi, fantastici, tenete questo, nel caso, in futuro, sentiamoci”, e mi lascia un biglietto da visita che ripongo nel cruscotto, ma questa è un’altra storia. Quel giorno mi limitai a fargli un cenno di assenso e saluto.
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