Annalia 2

Annalia dopo esserci incontrati fuori dalla palestra insieme alle sue amiche e visibilmente turbata, cercò di rientrare nello stabile, incrociò la receptionist della palestra e dopo averle parlato rientrò.
Incuriosito fermai la ragazza all’ingresso che un po’ nervosamente mi disse di non poter chiudere a causa di una allieva ritardataria rientrata per cercare alcuni suoi effetti personali.
Capii che parlava di Annalia così le dissi che se voleva, avendo anche io le chiavi, avrei chiuso io dopo la sua uscita e la congedai.
Contenta andò via.
Entrai anche io e chiusi a chiave la struttura chiudendomi all’interno.
Le luci erano spente tranne alcune di rispetto e entrai nel nostro spogliatoio.
Vidi la luce di una torcia del telefono ravvivare alcuni posti che erano vicino al mio armadietto e silenziosamente mi avvicinai.
Ero dietro di lei, il suo profumo lo sentivo di nuovo nelle mie narici.
Tolsi dalla tasca il suo perizoma e lo calai davanti ai suoi occhi.
“Cercavi questo?”
Mentre le mostravo quell’indumento, con l’altra mano percorsi la sua schiena.
Sentii un suo tremito mentre scorrevo con le dita la sua schiena e poggiai la mano all’apice delle sue natiche spoglie da intimo.
Lei si girò di scatto, il volto era scosso e era visibilmente alterata.
Capii che il gesto fatto momenti prima non era stato da lei considerato come un invito, o meglio non pensava sarebbe stato così facile ricondurlo a lei.
“Scusami” mi disse abbassando lo sguardo.
“Non è da me” aggiunse.
Capivo che era lì inerme e quel gesto era stato un atto di istinto non ponderato considerata la sua vita di donna sposata e con figli.
Solo ora davanti a me capiva che si trovava in una situazione senza via d’uscita e di mio non volevo fosse presa da ansie e problemi.
La rassicurai con lo sguardo e un accenno di sorriso, con una mano reggevo ancora il suo perizoma e l’altra ora percorreva il suo profilo dall’anca al petto. Sentii il suo respiro farsi veloce sotto la mia mano.
Toccai il suo seno e compreso che avesse tolto anche il reggiseno quando sul mio palmo si manifestò fiero un suo capezzolo.
Tolse dalla mia mano il perizoma e mi guardava respirando velocemente, questo la portò a aprire leggermente le labbra.
Ero lì davanti a lei, guardavo le sue labbra e vorace le suggellai con un bacio.
La mia lingua si fece strada trovandola imbambolata, ferma, fino a quando non mi sentii risucchiato dentro di lei e subito dopo la sua lingua ballava un valzer con la mia.
Con le mani mi feci strada sul suo corpo centimetro dopo centimetro, sentii finalmente il calore del suo corpo e il fuoco tra le grandi labbra del suo sesso.
Bagnato esalava lo stesso odore del suo perizoma.
Il suo seno sembrava scoppiare e i capezzoli sembravano puntarmi come pugnali.
I nostri corpi aderirono tra loro come calamitati, sentivo il suo sesso attratto dal mio seppure da sopra i nostri abiti, la sua mano per la prima volta prese l’iniziativa, era lì e iniziò a accarezzare il mio sesso sempre più duro.
Aprì la tuta e la sua mano sfoderò quel pezzo di carne bollente, duro e nodoso.
Dopo avermi guardato, scivolò sotto di me e iniziò a bacialo delicatamente, a suggellarlo di baci e carezze con la lingua.
Cercò con sforzo di introdurlo nelle sue labbra, iniziò piano e fino in fondo.
Stavo già godendo di quella bocca carnosa.
Il suo sguardo… quello sguardo stava cambiando quando la mia mano si posò sulla sua testa.
Presa con forza, stringevo e suoi capelli e mi muovevo come a scoparle la bocca.
Vidi un’altra Annalia, non più sottomessa ma sfidante. Voleva vincere e sentire che era lei a volermi fare godere e così fu.
Inondai la sua bocca del mio nettare filamentoso, non la sporcai perché bevve tutto.
La alzai e lei rimase con gli occhi sbarrati quando la baciai assaporando i miei umori dalla sua bocca.
Mi sedetti sulla panca.
Non c’erano rumori nell’aria ma solo ronzii.
La guardai venire verso di me.
Non poteva finire così