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V LEZIONE – E DIRE CHE ERA VERGINE


di porcelli321
14.04.2020    |    8.859    |    4 10.0
"Rimasi senza parole ma Giorgio mi disse che dovevano mostrarmi fino a che punto lei si sarebbe lasciata sottomettere da loro e come io ormai non avevo più..."
Dopo qualche giorno Giorgio mi telefonò per dirmi che ci saremmo incontrati nella sua villa al mare in modo da non avere vicini visto che la loro quinta lezione sarebbe stata quella di sverginarle finalmente il culo e la cosa richiedeva tranquillità.
Lui sapeva che lei era praticamente vergine e la cosa li aveva eccitati molto. Del resto ormai Teresa sembrava non avere più i limiti sessuali che invece aveva avuto con me. Del resto lei stessa mi confessò che anche se aveva un po’ di paura a farsi sfondare il culo, viste le dimensioni dei loro cazzi, era anche eccitata al solo pensiero di farselo fare. Mi fece promettere che mentre Giorgio se la sarebbe inculata per primo io avrei dovuto starle vicino tenendole la mano e baciandola in bocca. Mi sentii un vero pervertito quando le dissi di si senza avere più nessuna intenzione di ribellarmi .
Arrivati in villa la prima cosa che Tommaso fece fu di darle un pacchetto regalo. Lei molto eccitata e ridendo imbarazzata lo prese e lo aprì . Quando tirò fuori il contenuto capii che stavamo scendendo un altro gradino nella nostra depravazione: era un collare da cane con tanto di catena come guinzaglio per lei. Lei ringraziò con un bel bacio e mi chiese di metterle il collare su cui i porci avevano fatto scrivere il suo nome. Poi dovetti agganciare anche il guinzaglio e darlo a Giorgio che subito iniziò a portarla in giro per la sala fino a quando Marco non fece notare che le cagne non camminano ma vanno a quattro zampe. Per cui le ordinarono di mettersi a terra da brava cagnetta e a turno la portarono in giro. A quel punto passarono il prosecco ma quando tocco a lei presero un altro pacchetto e me lo diedero a me. Quando aprii dentro trovai due ciotole per cani. Rimasi senza parole ma Giorgio mi disse che dovevano mostrarmi fino a che punto lei si sarebbe lasciata sottomettere da loro e come io ormai non avevo più nessun potere su di lei. Presi le ciotole e dovetti metterci in una del prosecco e nell’altra dei salatini. Le misi a terra e poi dissi, così come Stefano mi aveva ordinato: “Vieni qui a mangiare, cagna!”. Lei rimase un attimo imbarazzata li a quattro zampe ma poi, dopo aver guardato Giorgio che le lanciò uno sguardo autoritario, si lasciò guidare da me che al guinzaglio e la portai a prendersi il suo aperitivo. Ovviamente non potè usare le mani ma solo la bocca come fanno le vere cagne. Il mio cazzo era ormai indolenzito dall’eccitazione di quella scena umiliante non solo per mia moglie ma anche per me costretto io stesso a trattarla come una cagna davanti a loro.
Finito l’aperitivo si passò al piatto forte. I porci mi ordinarono a lei di mettersi nuda e poi fecero spogliare nudo anche me. Dopo mi ordinarono di preparare Teresa; mi misi a quattro zampe e iniziai a leccarle il culo come un cane in calore. Ero molto eccitato perché era da un po’ che mia moglie non mi permetteva né di scoparla né di tantomeno di leccarle la fica e quella era per me una occasione ghiotta. In effetti la scena era molto forte visto che io e lei eravamo al momento gli unici tutti nudi che davanti a loro, ancora seduti a gustarsi il prosecco, ci esibivamo a quattro zampe. Io ero euforico nel poterla leccare e non mi feci pregare. Le stavo inzuppando per bene il buco del culo eccitato per quanto, di li a poco, le avrebbero fatto. Lei iniziava a gemere sotto i colpi della mia lingua ma iniziò anche a pregare i bull di non farla attendere oltre. Stefano mi ordinò anche di mettermi sotto di lei per lavorarle anche i seni e i capezzoli sempre solo con la bocca perché aveva capito che era una cosa che le faceva perdere ogni pudore e aumentare la voglia di cazzo. Così feci e lei in effetti iniziò a implorare sempre più forte che se la inculassero così come le avevano promesso e di porre fine a quella tortura. Io stavo per rialzarmi vedendo Tommaso prepararsi dietro di lei ma mi ordinarono di rimanere steso sotto Teresa e di passare a leccarle la fica in modo da gustarmi in prima fila lo sverginamento del culo di mia moglie.
In effetti era una visuale incredibile con la fica che mi gocciava in faccia la sua eccitazione e quel cazzo, tanto più grosso del mio, che dopo averle strofinato la fica punto’ sul buco del culo. Lei lo implorò di fare piano e la voce le tremava. Tommaso fu bravo a lavorarle il buco con le dita in modo da farlo rilassare e poi iniziò con la cappella spingendola dentro a piccoli passi. Lei quando sentì tutta la cappella entrarle nel culo lanciò un grido di dolore ma a quel punto il più era fatto. Poi rivolta a me iniziò a provocarmi:”Cornuto goditi come mi stanno rompendo il culo. Frocio impotente. Guarda come sono i veri cazzi e senti come mi fanno godere. Cornuto!!! Leccami la fica come un cane” Quando il toro continuò a farle entrare l’asta nel culo i gemiti di dolore iniziarono a trasformarsi in piacere. A quel punto iniziò la vera inculata col cazzo che andava avanti e indietro spingendosi dentro fino ai coglioni. Io vedevo quel mostro di cazzo entrare nel culo di mia moglie come una lama calda nel burro e non credevo che lei lo avrebbe sopportato. Invece mia moglie iniziò a godere dicendo frasi spesso senza senso per la forte eccitazione che l’inculata le stava facendo provare. Alla fine iniziò a incitarlo di non smettere e sfondarla tutta, di romperle il culo, di farmi vedere come mi stavano inculando la moglie. Ben presto le parole lasciarono il posto ai gemiti segno che stava raggiungendo il suo primo orgasmo di culo. Ero incredulo a tutto ciò che sentivo e vedevo; mi sentivo come in un film tanto era diverso dalla realtà che conoscevo ciò che avevo davanti ai miei occhi: mia moglie trattata come una puttana e sempre vogliosa di cazzi grossi e duri; i miei amici di sempre trasformati in macchine del sesso eccitati nel sottomettere mia moglie e me alle loro perversioni; io eccitato nel subire tutto ciò e nel vedere mia moglie abusata da altri.
Mentre quello continuava a incularsela Stefano mise il cazzo in bocca a Teresa per farselo preparare. Sarebbe stato il prossimo.
Ovviamente sia Tommaso che Stefano le sborrarono in culo e quando tocco’ a Giorgio il suo cazzo fu agevolato da tutto quel lubrificante naturale che colava dal culo di mia moglie. Vista la posizione che ero costretto a tenere molta sborra tra una inculata e l’altra mi colava sulla fronte; era calda e tanta ed io ero perso in tutto quanto stavo subendo. Giorgio iniziò con due schiaffi sul culo di Teresa e mi disse: ”Cornuto continua a goderti lo spettacolo e impara come si fa a far godere una cagna”. Detto questo le ficco in un colpo solo il cazzo fino ai coglioni. Teresa urlò per la sorpresa e il dolore ma poi lo incitò a incularsela senza pietà e più lui la stantuffava più lei lo incitava e godeva. Non saprei dire quanti orgasmi di culo le avevano fatto raggiungere e la sera mi disse che non immaginava di poter orgasmare di culo e che era un piacere stravolgente quasi maggiore a quello di fica o di clitoride.
Dopo che anche il quarto ebbe finito di incularsela mi fecero fare una foto al buco del culo di mia moglie; era irriconoscibile così aperto e pieno di sborra che le colava fuori. Non riuscivo a capacitarmi che mia moglie avesse sopportato un trattamento del genere e che, addirittura, ne avesse anche goduto.
Per umiliarmi mi fecero mettere le dita in culo per misurare l’apertura. Mi sentii male per lei quando vidi che 4 dita entravano tranquillamente in quel buco oscenamente sfondato. E mentre le ficcavo le dita in culo lei stremata dal trattamento subito mi disse: ”Hai visto come mi hanno ridotto il culo caro maritino? Ti ricordi quando mi volevi inculare tu e io non volevo? Guarda ora invece come ce l’ho sfondato e questo grazie ai tuoi cari amichetti del cuore. Cornuto prova a ficcarci il tuo di cazzetto e vedi come ci va largo. Hehehehe”
In effetti mi precipitai a ficcarglielo dentro ma non riuscivo a sentire nessuna resistenza e neanche le pareti del culo per come era stato allargato rispetto alle mie dimensioni. Mi sentivo umiliato e quella volta il cazzo mi si ammosciò per la vergogna. I miei amici se ne accorsero e iniziarono a prendermi in giro dandomi schiaffi sul cazzo e sulle palle dicendo che proprio non avevo meritato in tutti quegli anni di godermi da solo quella cagna spettacolare.
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