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L'adolescenza di mia sorella (3° parte)


di Membro VIP di Annunci69.it frank_pas_torino2
01.09.2022    |    2.420    |    0 9.0
"Io e ma sorella rimanemmo quindi in macchina ad aspettare, io avevo da leggere mentre lei invece stava dormendo..."
ATTENZIONE: il racconto che segue è interamente REALE, non c'è nulla di inventato o romanzato, quindi fatti realmente accaduti ormai parecchi anni fa

Il racconto è in realtà la somma di diversi episodi svoltisi in un lasso di tempo (qualche mese) e che ha visto coinvolti me e mia sorella, e la sua scoperta del sesso (e di conseguenza la mia...)

Il secondo episodio avvenne qualche settimana dopo
Dopo quell’esperienza da soli a casa non era successo più nulla e visto il suo “scusami” credevo che ormai i sensi di colpa per avere usato come toy boy il suo fratellino le impedissero di prendere altre iniziative.
Mi sbagliavo, e di grosso

L’occasione ci fu una domenica pomeriggio: i nostri genitori dovevano andare in un ospedale della provincia a trovare chissà quale parente, quindi ne approfittammo per fare prima un giro dei parenti e quindi uscire tutti e 4.
Entrammo con la macchina nel posteggio sotterraneo dell’ospedale tipo verso le 18; scesero solo i miei perché mia mamma non voleva che entrassimo negli ospedali (troppe malattie infettive) e mi dissero che sarebbero tornati non prima delle 19, ossia dopo aver dato la cena al degente.

Io e ma sorella rimanemmo quindi in macchina ad aspettare, io avevo da leggere mentre lei invece stava dormendo. Ricordo benissimo che lei aveva una maglietta nera, una gonnellona e delle paperine
Il posteggio era grande, la nostra macchina era dall’altra parte rispetto agli ascensori
All’improvviso si spensero tutte le luci e divenne buio; questo perché c’erano le fotocellule ad accendere i neon, ma non passava nessuno….

Mia sorella si svegliò
“Ma cosa succede, dove siamo?” Le spiegai che eravamo nel posteggio dell’ospedale e che mamma e papà sarebbero tornati dopo le 19, perchè dovevano dare cena allo zio (era uno zio? Bho)
“Perché cosi buio?” chiese con la sua finta innocenza
“Ci sono le fotocellule temporizzate, ma non essendoci nessuno i neon stanno spenti”
“Ma io ho paura, stammi vicino fratellino porcellino...”
Aveva detto la parola magica…io non dissi nulla, lei mise la sua mano sulla mia e me la accarezzò…a quel punto decisi che dovevo fare l’uomo e prendere l’iniziativa.

Iniziai ad accarezzarle le tette da sopra la maglietta, lei teneva la testa reclinata all’indietro, le braccia dietro la nuca e mi lasciava fare…dopo averle massaggiate a dovere le alzai la maglietta e ripresi a strizzarle
“Ahi, fai piano porcellino, non sono più abituata...”
Ripresi con più dolcezza, lei si slacciò il reggiseno liberando le sue tettone che presi a baciare e leccare come mi aveva insegnato…le mordicchiai anche i capezzoli e notai che rispetto alle altre volte ero molto eccitato e focoso

“Fai piano porcellino, sei molto irruento…avevi voglia di me….?”
Mi ributtai sule sue tette finchè lei tirò un po' su la gonna, lanciandomi un chiaro segnale… gliela sollevai del tutto ed iniziai al solito a lavorare su 2 fronti, tette e fichetta, che iniziai a masturbare come lei mi aveva insegnato.
Con una maestria che mal si addice ad un 12enne le davo piacere facendole tutte quelle cose che le piacevano, le godeva e gemeva, come tutte le altre volte.poi mi disse
“Mettimi un dito entro le fica dai, scopami col dito da bravo…passa dal clitoride al buco e poi torna indietro...cosi mi fai davvero godere…”

Ed io con la solita abnegazione aggiunsi anche questo al repertorio, facendola in effetti godere non poco...il problema era che in quella posizione un pò scomoda (lei seduta, io in ginocchio sul sedile messo di fianco a lei) facevo fatica a muovere la mano…
Lei se ne accorse e si sfilò le mutandine ormai fradice, poi alzò del tutto la gonna e divaricò il più possibile le gambe…di fronte a quella vista non riuscii a resistere e buttai la faccia sulla sua fica, iniziando a leccarla con grande foga.
Eravamo tutti e 2 infoiati, non ci bastava mai dove eravamo arrivati, dovevamo andare oltre, mi chiese addirittura di metterle un dito nel culo e cosi feci…

Col dito che passava da fica a culo lei andò in paradiso, iniziò a gemere forte, a emettere urletti, io ero timoroso, avvicinai la bocca alla sua e per farla tacere la baciai, le approfittò del momento e mi mise la lingua in bocca limonandoni…. “Bravo fratellino, sai pure baciare come un uomo…”
Poi mentre ero con le ginocchia appoggiato sul sedile e con faccia e mani sul suo corpo mezzo nudo, mi strinse forte il pacco… “Senti come è duro, sembra di marmo, sei eccitato vero…?”

Annuii, allora lei mi disse di sedermi e tirarlo fuori…io aprii i pantaloni e li abbassai assieme alle mutande, lei me lo prese in mano ed iniziò a farmi una sega.
Va detto che negli ultimi mesi il cazzo mi era cresciuto, si era ingrossato e la cappella si era gonfiata, era più sensibile e mi dava molto più piacere.
Rimanemmo quindi cosi, seduti una di fianco all’altro nei sedili posteriori della Lancia Thema di mio papà, mezzi nudi io a strofinarle la mano sul clitoride e a farle ditalini, lei a masturbare il mio giovane cazzo.

Si accese all’improvviso una luce nel posteggio e noi ci arrestammo, ma era un visitatore che girò nell’altra direzione ed uscì con la macchina…aspettammo il buio e riprendemmo, finchè lei gemendo forte ebbe l’orgasmo….
Mi mollò l’uccello e si rivestì, io pure mi ricomposi, poi lei mi mise su un fianco e riprese a dormire….
(segue)
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