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Gay & Bisex

Sotto la tonaca.


di SergioMessina
20.10.2023    |    15.187    |    18 8.5
"-Quanta gente ci sarà, e chi sono? Li conosco già? Farò una figura di merda? -Non è che capito in mezzo a vecchi bavosi? Magari il vescovo che ha oltre 70..."
Quel tipo non lo aveva mai convinto.
Avete mai visto un prete toccarsi il pacco in continuazione?
Anche quel suo circondarsi di ragazzetti efebici pronti a riverirlo e ad essere servizievoli.
Lo seguivano come dei cagnolini.
Una volta gli lavavano la macchina, l'altra andavano in giro a fare questa o quella commissione.
Il "padre", anche se in apparenza sembrava alla mano e gentile, era al contrario molto severo ed esigente, e non mancava mai di rimproverare anche in malo modo i ragazzi che frequentavano la canonica.
Quell'abito nero, tradizionalista ed austero, con molta probabilità doveva nascondere una figura, ed un tratto umano, al contrario parecchio dissoluto e portato alla trasgressione, anche estrema.

L'idea chiara gli venne quando, dietro la sagrestia, nell'ambiente che portava al bagno - una cameretta buia adibita a magazzino delle scope - lo vide insieme ad un ragazzo. O meglio, si accorse del ragazzo solo in un secondo momento, perché la figura del prete lo sovrastava. La sua sagoma nera lo copriva, ma non tanto da non accorgersi che c'era con lui un ragazzo.
Come erano capitati li e cosa stavano facendo?
La curiosità fu tanta, e con la massima cautela si avvicinò.
Porco cazzo! Credo che il prete glielo stia mettendo nel culo!
Volò via in un baleno sconvolto dalla scena, e per un poco in canonica non ci mise più piede.

Sebbene quello che aveva visto lo avesse realmente turbato, era colto anche da una strana sensazione che non aveva mai provato prima; tra paura, attrazione e compiacimento per quello che aveva intravisto. Ne era eccitato.
Da li a seguire, molte notti insonni, pensando sempre a quella cosa li. Seghe su seghe, cercando di completare con la fantasia quello che aveva visto solo per qualche secondo.
Poi vabbè, passarono giorni, e passò anche la paura. Così, tornò a frequentare la parrocchia, ma con una maggiore consapevolezza.

Dai pochi elementi che aveva visto, tipo i pantaloni abbassati alle caviglie, il ragazzo che stava nel ripostiglio col prete, lo aveva individuato. Era Renato: un ragazzo di poco oltre i 18 anni, visibilmente effemminato, un poco cicciottello, ma carino in viso.
Che Renato fosse gay, lo aveva già intuito da un bel poco. Solo uno scemo non se ne sarebbe potuto accorgere. Però non pensava che andasse già alle vie di fatto. Era un ragazzetto timidino, anche molto devoto e religioso. Ad immaginarselo in una situazione così oscena ci sarebbe stato da non crederci.

Fu poco prima di Natale, che nel vortice dei preparativi per il presepe, Renato gli toccò il pacco. All'inizio fu involontario, ma dopo seguì una toccata lunghissima che non lasciava ombra di dubbio.
Avvenne così: era in bilico sulla scala intento ad appendere delle stelle sul soffitto, lui sotto a reggerlo mentre si sporgeva, ma invece di reggerlo attraverso le gambe o il fianco, lo reggeva con una mano direttamente sul cazzo. Magari sul momento si era sbagliato sul punto di appoggio, ma poi insisteva a farlo e così fu tutto chiaro.
Malgrado fosse inverno, Renato era preso dai bollenti spiriti. Paonazzo. Era nel pieno del calore. Un tormento per lui che si dibatteva tra paradiso ed inferno.

Qualche gioco di sguardi, poi fu diretto.
"Senti Renato, se me lo vuoi toccare lo puoi fare tranquillamente. A me piace!".

Renato annuiva sospirando, ciondolando la testa in un segno di "no".
"Non qui e non ora".

Per tutto c'è un momento propizio, e questo si palesò sotto Natale.
Renato lo invitò ad andare ad un raduno, una specie di festa, che il prete aveva organizzato per pochi intimi.
L'aspetto strano è che questa festa si sarebbe svolta nella camera del prete, quando la perpetua, una vecchia prostituta redenta, sarebbe andata a trascorrere qualche giorno dalla sua famiglia.
Non era mai entrato nella camera del prete. Renato però evidentemente era di casa, perché il prete lo aveva incaricato di preparare per il festino.

La camera era l'esatto opposto di come uno si sarebbe immaginata la cameretta di un prete: Era enorme, con un grande armadio antico scolpito, un paio di chitarre elettriche appese alla parete, due divanetti con tavolini, e soprattutto quello che dava all'occhio era un mastodontico letto matrimoniale modernissimo, tutto imbottito in pelle rossa, sgargiantissimo, quasi sguaiato.
Aiutò Renato a preparare vassoi con salatini e dolcetti, e buttò un occhio a quel lettone così esuberante, immaginandosi che quasi certamente, il suo amichetto voglioso di cazzo, su quella alcova si sarà fatto montare chissà quante volte.

Fu solo dopo aver sistemato tutto, che lo mise al corrente su cosa consisteva quella festa.
"Tu hai già capito tutto, lo so. Noi ci siamo accorti che ci hai spiato, ma dal momento che non ne hai parlato con nessuno... eccoci qua. Farai parte pure tu della nostra combriccola. Ma mi raccomando: segreto con tutti!".
Lui un segreto lo sapeva tenere, non era quello il problema, solo che c'era qualcosa che non quadrava, e le domande che si poneva erano tantissime.

-Quanta gente ci sarà, e chi sono? Li conosco già? Farò una figura di merda?
-Non è che capito in mezzo a vecchi bavosi? Magari il vescovo che ha oltre 70 anni?
-Mi lasceranno scopare Renato o la cosa è esclusiva del prete?
-Altro dubbio amletico. Non è che sto prete del cazzo vuole inculare pure me?

Ho scritto il seguito in un secondo capitolo che trovate sul mio profilo.




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