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Etero sesso dipendente (Seconda parte)


di SergioMessina
06.09.2024    |    7.526    |    5 9.0
"Giancarlo ne avrebbe fatto a meno probabilmente, come era già avvenuto la sera prima..."
Il racconto è la seconda parte di "Etero sesso dipendente". Consiglio di leggerlo dall'inizio.

Dopo quella inculata devastante che sembrava non finire mai, Giuseppe pensava che sarebbero passati mesi prima di avere ancora voglia di rifarlo.
Giancarlo e Giuseppe, il resto della mattinata la trascorsero a parlare sulla spiaggia, questa volta non in zona appartata ma in mezzo ad una piccola folla di ombrelloni variopinti. La discussine inevitabilmente tornò al problema sessuale di Giancarlo. Giuseppe era molto curioso di capirne qualcosa di più. Faceva domande, ma Giancarlo non sempre sapeva rispondere.

"La mia mania compulsiva per il sesso è irrazionale, Non sempre c'è una spiegazione a tutto. Neppure lo psicologo mi ha saputo chiarire certi aspetti. Mi diceva solo che ho una fantasia sessuale molto sviluppata, e che non riesco a tenere a bada i miei impulsi sessuali. Ho la libido incontrollabile che prende il sopravvento sulla parte razionale di me. Come questo avvenga e perché, non te lo so dire."

"Deve essere come succede a me con la nutella." Aggiunse Giuseppe ridendo a crepapelle.

"Io lo so che la nutella mi fa male e mi vengono i brufoli pure sul sedere, ma è più forte di me. Una volta aperta una confezione, ho sempre la testa li. Non mi sazio mai!"

"Ecco vedi, forse hai capito. Il punto è quello: non mi sazio. E come ti dicevo, io almeno dopo moltissimo riesco a venire, ma c'è gente nel mio stato che non riesce proprio. Sembra stravagante a dirlo, ma è una forma di impotenza. Malgrado poco fa ti abbia scopato più di un'ora e mezza di seguito, una cosa di cui ti ringrazio perché sei stato davvero paziente con me, ho ancora voglia. Sto guardando quelle due ragazze che giocano a dama sotto l'ombrellone, non sono neppure belle, ma ci sto facendo un sacco di pensieri sopra. L'impulso mio è quello di calargli il costumi da bagno e scoparmele tutte e due in fila qui di fronte a tutti. Ci combatto ogni giorno con questi miei pensieri. Ma a volte non ho neppure uno spunto particolare, so solo che ho una voglia fottuta di godere, come se il godimento ottenuto in precedenza lo avessi già dimenticato. In passato ho attraversato momenti che per forza di cose mi dovevo segare in continuazione. Le ragazze avvertono qualcosa di strano e dopo un po' mi mollano. Non che a loro non piaccia farsi scopare a lungo e spesso, ma dopo un poco diventa evidente questo mio problema. Mi guardano strano, mi fanno sentire più strano di quello che sono."

"E' per quello che hai deciso di andare con i maschi?" Disse Giuseppe con sorriso sornione.

"Aspetta un attimo bello, io con maschi ci sono stato solo tre o quattro volte, con te cinque, ma in momenti veramente di crisi. Non mi piace il maschio, non trovo alcuna attrattiva. Il più delle volte sono stato coinvolto, a me manco andava. Ma solo pompini mentre ero già a cazzo duro: nulla di che. E' stato sempre in un posto di quelli dove vanno a fare ste porcate e si incontrano pure le coppie. Uno solo comunque è riuscito a farmi venire di bocca: un uomo maturo, con tanta tanta esperienza credo. Altri ci hanno provato ma dopo molto tempo che non riuscivano a farmi sborrare, mi sono stufato e me ne sono andato, anche se a cazzo duro. Ho completato a casa, poi, nella mia privacy. Forse solo con te c'è stato un qualcosa di più. Ma non fraintendere, il fatto che te lo abbia messo pure nel culo, per me non significa assolutamente niente. Avevo voglia di godere e l'ho fatto. Questo per essere onesti eh!"

"Carino da parte tua, dopo quello che mi hai fatto passare!" Disse Giuseppe con aria sarcastica.

Giuseppe era un ragazzo molto intelligente, e malgrado il sarcasmo, più per ridere, che per altro, aveva capito tutto fin dall'inizio. D'altra parte era stato lui a muoversi verso il posto dove Giancarlo si stava segando. Giancarlo ne avrebbe fatto a meno probabilmente, come era già avvenuto la sera prima. Quindi, se in quel momento stava ancora col culo tutto rotto, in qualche modo se l'era cercata lui.

"Senti bello, che ne diresti di smetterla di parlare del come e del perché? Se ti va ti va, se non ti va per me non c'è problema. Tanto faccio da solo. Io onestamente ho ancora una voglia fottuta di godere, se tu ci stai si fa, altrimenti non c'è problema."

"Ma ora dici?" Disse Giuseppe a bocca aperta e sbigottito.

"Non ora, ma se nel corso della giornata c'è modo di poterlo fare, perché no? A me interessa in particolare la mattina e la sera prima di andare a dormire, ma se c'è occasione anche nel corso della giornata. Se ti viene voglia di toccarmelo o di succhiarmelo, sono qui e te lo faccio fare volentieri. Tieni presente che io quando attraverso questi momenti di crisi mi sego pure 6 volte in un giorno, e comunque sto sempre a cazzo duro. Quindi problema non ce n'è."

Probabilmente Giancarlo aspettava un sì od un no. Ma Giuseppe non seppe rispondere subito. Tutto aveva l'aria di una specie di contratto. Se avesse detto di sì, si sarebbe impegnato a farlo godere almeno mattina e sera, per tutta la sua permanenza sull'isola, almeno altri quattro giorni. Poi allungò la mano e si toccò l'ano attraverso lo slippino, e visto come era ridotto pensò che non fosse il caso.
Infine si avviarono verso una panineria li vicino. Nel percorso, verso metà strada, visto che non c'era nessuno nei paraggi, Giancarlo si abbassò il boxer da mare sul davanti e ridendo gli fece vedere il cazzone bello duro."

"Vedi che non dico cazzate? Sono sempre duro, anche senza motivo. Se ti va, anche se ci mettiamo qua dietro, dietro il muro della casa, possiamo fare qualche minuto di porcate. Magari nel culo no, ma me lo puoi succhiare però se vuoi. Non credo che riesco a venire, però mi piace ugualmente se mi stimoli con la bocca."

"No ti prego, qui no! Con quel cazzone bello duro mi tenti, ma qui se ci beccano finiamo sui giornali!"

Detto fatto, Giancarlo ridendo a crepapelle si appostò sull'angolo con braghe calate fino alle ginocchia. La situazione fu irresistibile per Giuseppe, e finì per andarci vicino almeno solo per assaporare quella delizia. La cosa durò qualche minuto, ma poi capì che era davvero troppo, si ricomposero e tornarono a percorrere la strada fino al pub poco lontano.

"Sei spaventato dalla situazione vero? Da un lato vorresti mollarti ma dall'altro ti freni. E' perché sei un ragazzo assennato, e non fuori di testa come me. Io ti ammiro per il tuo autocontrollo, quello che manca a me."

Poi Giancarlo divenne improvvisamente serio. Rimase in questo stato tutta la giornata, malgrado Giuseppe cercasse di tirargli su il morale.
Altro bagno nel pomeriggio, tutti nudi con pinne e maschera, fino a sera tardi. Poi si ritirarono verso la tenda ed organizzarono per la cena, con un piccolo fornello da campo ed una scodellona di frutta.

"Ho voglia porca puttana. Ho sempre più voglia, non ce la faccio più! Sono stufo!" Bofonchiava Giancarlo mangiando voracemente il suo piattone di pasta.

Quella notte fu una prova durissima per entrambi a stare gomito a gomito dentro la tenda. Giuseppe gli aveva fatto capire che per lui era no.
Poi verso le 2 vide Giancarlo poco fuori dalla tenda e sentì che si stava segando forte.

"Che fai li, vieni dentro dai. Non sono in condizione di fartelo fare, ma se fai piano piano magari riesco."

Detto fatto, in pochi secondi si ritrovò con il suo cazzone in bocca che quasi lo soffocava. Odore forte, non certo di violette e già parecchio fradicio. A quel punto preferì girarsi da dietro, e quel che successe successe.
Il porcone lo mise sdraiato a pancia sotto e si adagiò sopra. E dai e dai, prima glielo infilò tra le gambe ed il solco del culo, e poi via via insistendo a strofinare finì per ficcarglielo dentro.

"Ma porco cazzo, almeno lubrifica. Mi hai fatto un male cane! E mettiti il preservativo porco cane!"
"Hai ragione gioia scusami, era la foga."

Giancarlo prese la crema protettiva per il sole e ne spalmò un bel poco sia sul cazzo rivestito dal preservativo che in mezzo al solco del culetto di Giuseppe. Poi riprese quel suo lavoro di strusciamenti energici fino ad infilarglielo nuovamente dentro, questa volta coperto.
Era una posizione molto particolare quella sdraiata così, uno sopra ed uno sotto. Giuseppe non la aveva mai provata. A parte l'inizio che non era stato brillante, per il resto fu molto piacevole. I piedi fuori dalla tenda, che si muovevano e contorcevano, sicuramente avevano un aspetto equivoco per chi avesse visto da fuori, ma a quell'ora non cera nessuno in giro pensò, malgrado la luna piena proiettasse una gran luce, si sentiva abbastanza sicuro.
Al solito Giancarlo andava per le lunghe. Giuseppe non era spazientito dalla cosa, ma gli sarebbe piaciuto, che so, di essere baciato, accarezzato, o qualche parolina dolce all'orecchio. Nulla di questo: Giancarlo era tutto preso a trovare il massimo godimento dalla penetrazione in quel culetto bello stretto. Obiettivo, sborrare, e farlo nel modo più godereccio possibile, in modo da esserne sazio per più tempo.
Giuseppe, stando sotto il peso di Giancarlo, non aveva possibilità di muoversi molto, quindi il cazzo non gli uscì dal culo neppure per un secondo. Per la gioia di Giancarlo che ci teneva tanto affinché rimanesse fermo a lasciarsi penetrare.
Fu un continuo martellare e non si fermò manco un secondo.
Poi si sentì un tonfo fuori dalla tenda. Giuseppe voleva andare a vedere, ma Giancarlo gli disse che erano dei tedeschi che aveva visto poco prima fare pesca subacquea con le luci. Poi una grassa risata ed una parola urlata in tedesco, che gli sembrò poter tradurre in "maiali".

"Ci hanno visto di sicuro, ma fa niente. Chi se ne infischia. A me piace pure l'idea!"

Detto questo, affrettò il ritmo dell'inculata, poi lo tirò fuori, tolse il preservativo ed iniziò a segarsi forte.
Venne pochi secondi dopo, spruzzando sul culetto di Giuseppe.
Giuseppe questa volta era stato preso alla sprovvista, non aveva capito che fosse arrivato alla fine. Era del tutto moscio, e fece a meno di sborrare. D'altra parte, il godimento dal culo era stato ugualmente molto appagante.
Nei 4 giorni che seguirono, Giuseppe non riuscì a farsi inculare sia mattina che sera, solo due altre volte in tutto, ma comunque si diete molto da fare per farlo sborrare, specialmente la sera, prima che lo vedesse dormire beato a fianco a lui. E questo era avvenuto in tempi sempre più ragionevoli. O via via Giancarlo si stava normalizzando, oppure Giuseppe aveva raggiunto una grande esperienza con la bocca. Non lo sapremo mai!
Poi si salutarono all'aliscafo.

"Mi sono trovato molto bene con te Giuseppe. Non credo che ci vedremo mai più, ma sei stato fondamentale. Non so come avrei fatto senza la tua compagnia in questo momento particolare. Ti auguro il meglio di tutto e stammi bene."

"Grazie Giancarlo, per me è stata una bella esperienza, comunque sia andata. So benissimo che non ci vedremo mai più, ma questo fa parte dei patti del gioco che abbiamo intessuto tra di noi. Ti auguro di trovare una ragazza paziente e che ti voglia bene. Non credo ci voglia tanto per capire che il tuo problema nasce da li. L'affettività guarisce più di ogni medicina o psicologo. Stammi bene pure tu, e felice."









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