Gay & Bisex
La seconda volta, sempre meglio della prima.
di SergioMessina
11.07.2023 |
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"Se sei iscritto qui, e ti riconosci, anche se qualche dettaglio l'ho modificato, mi farebbe piacere avere tue notizie, se stai bene e come te la passi..."
Non vi racconterò la mia prima esperienza con un maschio, perché fu così orrenda da pensare solo di dimenticarla.E' stata con un ragazzo che a me non piaceva per niente, un tipo orribile. Si ostinò a volermi fare un pompino in una situazione che nei fatti fui costretto a starci.
In pratica, con un raggiro, mi chiuse a chiave dentro un cantinato insieme a lui, e pretese, insistendo, prima di toccarmelo, e dopo di succhiarmelo fino a farmi sborrare.
Fu una esperienza pesantissima, non solo perché fui costretto a starci, ma anche per via che sto ragazzo, più o meno mio coetaneo, oltre ad essere brutto era pure molto sporco e rozzo nei modi. Puzzava pure!
Ma vado a raccontarvi ora della mia seconda esperienza. Quella sì mi ha coinvolto molto e ne conservo un caldissimo e dolce ricordo.
Si chiamava Mario, ma nel vicinato lo chiamavano il figlio del farmacista.
Un ragazzo universitario, di corporatura molto esile, ossuta, occhi grandi, labbra belle e carnose, capello un poco lungo, biondo e barba appena accennata. Un corpo efebico, acerbo, con un culetto però molto ben disegnato e sporgente.
Mario aveva modi da femminuccia, nel senso che era parecchio effemminato, anche se all'epoca in pochi sapevano della sua passione per il cazzo. Tutti sospettavano, penso persino i suoi, ma non era ancora il momento per lui di esporsi troppo. Lo vedevamo tutti un poco come si può vedere una ragazza, perché nell'animo questo era.
Fu un mio amico con cui giocavo a calcio, quello con cui avevo più confidenza, che nello spogliatoio si mise a fare qualche pettegolezzo, ridendoci su sguaiato.
"lo sai, il figlio del farmacista lo succhia. Me lo ha detto un ragazzo del paese vicino che c'è stato a farselo fare. Dice che fa pompini una meraviglia".
La cosa non mi sorprendeva più di tanto ovviamente, ma quello che mi sorprendeva maggiormente era sentire il mio amico parlarne con tanto entusiasmo.
Di fondo lasciava pensare che pure a lui interessasse farselo fare.
E di fatti, da li a qualche giorno, mi raccontò di esserci stato pure lui.
"Senti, non lo dire a nessuno, ma Mariolino ieri mattina, dietro una barca sulla spiaggia, mi ha fatto un gran pompino. Si è bevuto pure tutta la sborra la troia. Roba da non crederci!"
Il mio amico era così preso ed entusiasta di questa esperienza, che voleva assolutamente provassi pure io, anche per non sentirsi solo in questa maialata. Probabilmente anche per essere capito in questo suo colpo di testa così fuori dalle righe.
Lui ovviamente non sapeva che già un pompino un maschio me lo aveva fatto, per quanto in una situazione così poco piacevole. Insisteva, insisteva, e intanto rideva sguaiato.
"Prova, male che vada, gli dici che non ti viene duro e te ne vai. Non succede niente, lui è uno che capisce. Se vuoi glielo posso dire pure io se ti fa provare".
Mario abitava poco lontano dai miei nonni, in una grande casa in cui rimaneva quasi sempre solo, perché i suoi avevano una farmacia ed erano entrambi quasi sempre fuori casa.
Le mattine, specie in estate, la sua grande veranda era presa d'assalto da tutti gli altri universitari sfaccendati del vicinato. Ma era nel momento in cui andavano via le ragazze, e rimanevano pochi intimi, che si aprivano le danze.
Gli aficionados di quella casa eravamo 3, a parte io anche altri due. Tutti gradivamo molto, sia il fatto che si strusciasse, che anche si sedesse addosso a stretto contatto col durello dentro i pantaloncini. Era diventato una specie di gioco: Mariolino adorava sdraiarsi stravaccato sul divano di vimini sui nostri corpi.
Quando poi gli saliva la fregola, strizzava l'occhio al mio amico, quello che si faceva fare i pompini, e si appartavano di la in camera sua, mentre noi altri due giocavamo a carte.
Ovviamente sapevamo perfettamente che di la facevano sesso, ma a nessuno è mai venuto in mente di andare a vedere. Neppure di parlarne. Era una cosa loro, e malgrado la società di quegli anni, per giunta in meridione, condannasse apertamente, esisteva un rispetto per la sensibilità altrui maggiore che oggi.
Quella mattina la cosa avvenne diversamente: Mariolino si era fissato con me.
Non ho mai capito se fosse stato il mio amico ad incitarlo a provarci "infuocando la posta", come diremmo in Sicilia, oppure se fu una iniziativa tutta sua. Fatto sta che mi toccava continuamente, in modo molte oltre il solito. Mi toccava il petto, le cosce, pure diretto al cazzo mi ha toccato. Stravaccato sopra di me, mi morse persino il lobo dell'orecchio.
Il mio cazzo svettava nei pantaloncini da mare, e c'era poco da nascondere. Ad un certo punto, fui io a fargli segno di andare di la in camera sua.
E mentre il mio amico faceva ok col pollice in su, ci appartammo nella sua alcova.
"E che cazzo! Vediamo che succede".
Mariolino si tolse quasi subito il completo da mare ed indossò una specie di pareo multicolore stringendoselo in vita, quasi vergognandosi di mostrare il batacchio penzoloni, devo dire parecchio grosso.
Fu a quel punto che si catapultò su di me, prima sfiorandomi il cazzo attraverso il boxer da mare, e dopo spingendo giù l'elastico del tutto fino a sfilarmeli.
Situazione surreale. Stavo sdraiato sul lettino, palle al vento probabilmente pure sudate, e cazzone dritto come un cetriolo.
Iniziò leccandomi le palle, per poi salire lentamente con la lingua lungo il cetriolo, che era diventato di un duro che manco l'acciaio inox.
Leccò e leccò a punta di lingua, assaporando le gocce filamentose che già fuoriuscivano dall'uretra e l'odore acre dei miei coglioni sudati. Poi improvvisamente, senza preavviso, iniziò ad infilarselo in bocca.
Accidenti che bocchino! Mariolino era un vero assatanato del cazzo. Succhiava come un aspirapolvere. Affondava la sua bocca sul mio cazzo sempre più giù fino a spingerselo in gola.
Labbra che sembravano di fuoco, tanto erano roventi. Ma quello che mi impressionava di più era la grande quantità di saliva che usciva dalla sua bocca e che mi infradiciava tutto il cazzo. Pure i folti peli del mio pube si erano infradiciati tutti. Io lo incitavo con un filo di voce roca, rotta dalla forte eccitazione che provavo.
"Porcona, si brava continua. Come sei brava porco cazzo, mi stai facendo morire".
Mi eccitava enormemente la situazione. Questo ragazzetto di buona famiglia, così per bene, che nell'intimità riusciva ad essere così troia, mi piaceva una cifra a nove zeri.
Il pompino durò a lungo, e Mariolino non prendeva neppure fiato tra un affondo e l'altro. Era un continuo succhiare e succhiare. Una roba che non avevo mai visto manco nei film porno. Non so esattamente quanto, ma è durato tantissimo. Io mi trattenevo per non sborrare, e ci mettevo tutto l'impegno possibile perché era difficilissimo non farlo. Guardavo i suoi occhi scintillanti che mi fissavano nella penombra della camera, attendendo il nettare che sarebbe scaturito da tutto questo suo infaticabile lavoro di bocca, e mi compiacevo.
Poi non ne potevo proprio più e mi lasciai andare.
"Oh, porco cazzo, sto sborrando troia. Prendilo, prendilo tutto".
Ho schizzato ad una velocità da primato. Sei o sette getti di sborra pieni pieni, che gli arrivarono in bocca fino a farcirla completamente. Sentivo la sua lingua frenare gli spruzzi, per evitare di farseli arrivare in gola, ma questo suo impegno valse a a poco. Lo sentì tossire forte, ed un poco mi preoccupò, ma dopo lo vidi inghiottire e si riprese subito.
Un orgasmo incredibile, che non riesco neppure a descrivere. Mi sentivo rimescolare dentro e mi pulsava pure il buco del culo. Tutto il corpo risentiva di quella sferzata di piacere, così intenso da fare persino male.
Dopo Mariolino si distese al mio fianco, pure lui esausto quanto me. A pensarlo poi, probabilmente anche lui avrebbe voluto godere, ma all'epoca per me era una cosa così nuova che manco ci pensavo a questa eventualità. Non mi era proprio venuto in testa che anche lui dovesse liberare il leone dalla gabbia.
Mariolino scrutava le mie cosce tonde e pelose, il mio petto di pollo allevato in palestra, ed il mio biscotto calabrese, che nel frattempo era diventato flaccido e molle come un budino.
"Ti prego, rimani ancora con me, se vuoi puoi pure pranzare qui, tanto i miei non rientrano."
Ero indeciso sul da farsi. Da un lato ci sarei stato a godere ancora della sua compagnia e magari a farmi fare un altro pompino, ma dall'altro avevo paura si attaccasse troppo, che capisse qualcosa di diverso da quello che potevo dargli. Anche per protezione sua, perché non è bello illudere la gente.
Fu però nel momento in cui si alzò e si avviò verso la porta, che mi convinsi a rimanere.
Il pareo coloratissimo che indossava si era aperto dietro e mostrava un culetto che era una meraviglia della natura. Bianco e vellutato, una visione quasi celestiale, che mi venne persino l'acquolina.
Un pensiero parecchio malizioso si affacciò alla mia mente. Abbiamo fatto 30, facciamo 31, pensai.
Stava per rivestirsi, ma gli chiesi di rimanere con quel pareo.
"E' bellissimo, ti sta magnificamente. E poi con quel culetto di fuori sei davvero provocante. Tanto tuo papà e tua mamma arrivano questa sera. Che ti frega!".
Vi lascio immaginare cosa sia stato vederlo cucinare la pasta al tonno col culetto di fuori.
Ad un certo punto non ce l'ho fatta più e gliel'ho toccato. Da prima fece dei sorrisetti come si facesse il solletico, poi iniziò ad assumere posizioni che mi lasciavano intuire non solo che gli piacesse, ma che non aspettasse altro.
Non abbiamo pranzato.
Ad aprirgli quelle piccole chiappe appariva una visione a dir poco strabiliante: un buchino di culo così bello, liscio, pulito e rosellino, che c'era da sbavare solo a guardarlo. Neppure una gran figa di quelle dei giornali porno lo aveva così eccitante. La prima cosa che mi venne in mente fu di leccarglielo. Ma bene, senza inibizioni, e con la massima passione. Salivazione a mille. Lui sorpreso da questa cosa, anche un poco in imbarazzo credo, ma del tutto soggiogato dal momento caldissimo che stavamo vivendo, si mise persino nella posizione giusta per favorire la slinguata più profonda.
"Dai vieni di la Mariolino. Ho ancora una voglia incredibile. Mi hai fatto uscire letteralmente di melone, accidenti a te".
Continuai a leccarlo a lungo sul letto quel bel buchino. Lui sopra di me mi pompava, io sotto col suo sedere sul naso. Divaricavo le sue chiappe con grande forza ed intanto strofinavo la punta della mia lingua proprio sopra il buco, fino ad entrargliela persino dentro.
Il mio intento era chiaro e penso che lo capì quasi subito pure lui. Poi mi fermai un attimo.
"Vuoi provare a prenderlo?"
Ne seguì un attimo di silenzio.
"Francamente non lo so. Il tuo amico ha già provato a farlo giorni fa, ma non è riuscito e mi son fatto pure male. Sono molto stretto. Sono nervoso, non riesco facilmente a rilassarmi. Penso che non entra, e comunque se entra mi faccio male sicuro. Pompini ne ho fatti tanti ormai, ma questo ancora non l'ho mai fatto e l'idea di provare dolore mi fa paura".
"Mariolino, io il mio amico lo conosco bene: quello sicuramente, da rozzo qual è, avrà provato ad entrartelo in modo brutale, senza la minima accortezza. Per questo ti sei fatto male ed adesso non ti va più di provarci. Con me penso che ti piacerà invece. Io mica sono un bruto come lui! Ti assicuro che ti tratto come una principessa gioia".
Non era molto convinto in realtà, ma si prestò al gioco.
"Va bene, ma dobbiamo trovare qualcosa per lubrificare bene, altrimenti davvero non me la sento".
Scartato il sapone, che a suo dire poteva bruciare, e l'olio o il burro, che avrebbero sporcato il letto, quello che trovammo in casa di idoneo fu una comunissima crema per le mani.
La spalmai con cura sul buco ed iniziai a sondare il terreno cercando di fargli entrare un dito dentro.
Anche se lui trasalì all'affondo, il dito entrò molto facilmente, e notavo che i margini dell'anno si erano già rilassati dopo neppure un minuto di questo massaggio col dito, dentro e fuori.
"Ok, adesso facciamo sul serio. Se ti faccio male, me lo dici e tempo un secondo lo tiro subito fuori".
Mariolino si fidò della mia promessa. Provammo varie volte a pecorina, ma entrava poco e male, malgrado lui divaricasse tanto le gambe e si aprisse le chiappe con le mani per farlo entrare meglio. Tirato subito fuori come promesso, ad ogni avvisaglia di dolore, almeno quattro volte.
Così però era un massacro, anche per me devo dire, perché un culo troppo stretto alla fine fa male anche a chi penetra. E non era neppure tanto piacevole.
Poi mi venne in mente di farlo mettere su un fianco ben rilassato. Io mi sistemai dietro di lui ed intanto che lo accarezzavo sul collo e sulla schiena, gli appoggiavo e strofinavo la punta del cazzo sul buco, sempre più forte e con energia. Ad un tratto entrò così dritto e pulito da scivolargli tutto quanto dentro d'un colpo, fino alle palle.
Mariolino si portò le mani alla bocca per non urlare.
"Oh mamma mia!!!"
Non fu doloroso, o almeno non credo. Mariolino era solo sorpreso da questa nuova sensazione che provava. Piacevole, ma anche parecchio estrema per certi versi.
Fui molto gentile nei primi affondi. Continuavo ad accarezzarlo mentre lui si mordeva le mani. Poi lo sentì gemere di piacere, e la situazione si capovolse nel giro di pochi minuti. Da gentile e comprensivo che ero all'inizio, iniziai a dimostrare la mia vera natura selvaggia.
Malgrado non avessi alcuna esperienza, l'ho inculato così bene e forte, da leggere la sorpresa nei suoi occhi.
"Mariolino, a questo punto, se siamo nel ballo balliamo eh. Vedi di fare la brava bimba e di stare ferma, che tra un poco ti inondo le budella di sborra calda".
Avevo il cazzo così duro che non lo sentivo più. Dal fianco passai a metterlo a pancia sotto, poi con due cuscini sistemati sotto, poi a pecora in ginocchio, poi ancora a pecora fuori dal letto con lui piegato ed appoggiato sul materasso. Lui sembrava in una stato confusionale, quasi in trance. Dirigevo io la situazione, e lo sentivo del tutto arrendevole ed accondiscendente ad assecondare le posizioni che imponevo. Provai anche a farlo mettere con le ginocchia al petto per qualche minuto, ma quella posizione per lui era ancora poco praticabile. Quindi lo sistemai nuovamente a pancia sotto con i cuscini a sollevargli il culo. I miei affondi erano micidiali. Sentivo il suo piacere che partiva dal profondo del suo buco di culo e gli arrivava in testa. Io andavo su e giù come un forsennato spingendolo dentro con forza e decisione, tanto da farlo ballare avanti ed indietro sui cuscini. Gli stavo scassando tutto il culo, ormai non sentivo neppure un minimo di tensione del suo sfintere. Era tutto bagnatissimo in mezzo alle gambe: un poco per il liquido che usciva dal mio uccello, ma soprattutto credo del suo muco rettale: Un schiuma giallina che gli usciva copiosa dal culo e che ha finito per sporcare le lenzuola.
Ad un tratto lo sento gemere più forte ed urlare.
"O dio vengo, sto venendo! Oh, oh, oh,".
Il movimento su e giù col suo cazzo appoggiato sul cuscino, tra l'altro in una situazione così estrema ed eccitante, in pratica ha avuto un effetto masturbatorio. A sentirlo godere così, accelerai i miei affondi, e poi lo infilai molto profondo, più dentro che potevo al suo culo, e liberai la mia libidine.
"Porca puttana! Ti sto farcendo come un bignè gioia. Aspetta aspetta, non ti muovere, ce n'è ancora porco cazzo!"
Lui avvertiva distintamente ogni getto di sperma che gli arrivava nelle budella, tanto che lo sentivo gemere ad ogni spruzzata. Poi si spostò nel letto e ci fu un piccolo incidente, nel senso che il suo sfintere ormai totalmente beante, non riusciva a trattenere la sborra e sporcò in modo indecente tutto il letto. Passammo il resto della giornata a pulire, prima che arrivassero i suoi. Poi lo salutai. Bacino sulla guancia e pollice in su.
"Mariolino sei stato una cannonata davvero. Grazie!".
Quella estate, prima che andassi a studiare a Roma, qualche altra volta lo abbiamo fatto nuovamente, ma nulla si può paragonare a quella giornata così particolare. E' stata una delle più belle esperienze sessuali che abbia mai fatto, e rimarrà sempre piacevolmente nei miei ricordi. Grazie davvero Mariolino per questa bella esperienza che mi hai regalato. Se sei iscritto qui, e ti riconosci, anche se qualche dettaglio l'ho modificato, mi farebbe piacere avere tue notizie, se stai bene e come te la passi.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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