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Gay & Bisex

Simone - PARTE 7


di leo3333
17.03.2024    |    1.518    |    7 9.9
"Passai delicatamente un dito dall’alto della sua cappella fino alla base della sua asta, e il suo cazzo reagì allo stimolo, pulsando e alzandosi nelle mutande..."
allora io abbassai completamente i suoi pantaloni, lasciandolo solo con i boxer: aveva dei boxer di Calvin Klein neri e molto sottili, pieni del suo cazzo in erezione, che si intravedeva tra il tessuto, la sua cappella era modellata nel tessuto, sue palle erano grandi e piene, e a stento stavano nelle mutande. Aveva le gambe aperte, e dai lati delle mutande uscivano dei folti peli pubici. Avrei voluto scaraventarmici subito, ma feci le cose con calma, volevo proprio farlo godere e rilassare. Passai delicatamente un dito dall’alto della sua cappella fino alla base della sua asta, e il suo cazzo reagì allo stimolo, pulsando e alzandosi nelle mutande. Io feci una risatina, e passando le mani sulle sue cosce muscolose e definite iniziai a baciare la sua asta, passando dalla base alla cima, massaggiando le palle con la mia lingua, ma sempre da sopra i boxer. Io stavo continuando il mio lavoro di provocazione quando lui disse
“ basta non ce la faccio più “
e con un movimento fulmineo si tirò giù i boxer; sussultai di gioia e stupore quando vidi la sua bestia che si ergeva in piedi davanti alla mia faccia… e che bestia: saranno stati 21cm di cazzo, grosso venoso e dritto, con una cappella proporzionata e rosa, ancora chiusa dentro la sua pelle. Le sue palle erano grosse e pendenti, ricoperte di un folto cespuglio di peli che trattenevano un forte sapore di uomo, di cazzo e di sudore che mi inebriava. Prima di procedere a succhiarlo lo scappellai per bene e lo masturbai molto lentamente, toccando il punto sensibile sotto la cappella e massaggiando le palle. Il suo cazzo pulsava e si dimenava e Simone era estasiato e voglioso, respirava velocemente e si buttava con la testa all’indietro, chiedendo di più. Io ridetti un attimo e tenendo il suo cazzo fermo per la base iniziai a baciarlo e a leccarlo, focalizzandomi sul punto sensibile e sul buco della cappella, sbattendola sulla mia lingua e sulle mie guance. Appoggiai le mie labbra sulla sua cappella, e dopo un momento di contemplazione, iniziai a succhiarla avidamente. Sembrava fatta su misura per la mia bocca: entrava e usciva senza sforzo, e con ogni succhiata spingevo sempre più a fondo, alternando spompinate a leccate e sputi su tutta l’asta, senza tralasciare le palle. Come dicevo, iniziai a spingermi sempre più a fondo, sentendo la sua asta che mi penetrava la bocca, e la cappella che spingeva contro la parete della gola. Fu difficile trattenere i conati di vomito, e non ero neanche alla base del suo cazzo! Ma feci del mio meglio, strinsi gli occhi e continuai a succhiare, andando più veloce e a fondo. Sentivo che il mio lavoretto gli piaceva, sentivo come ansimava sempre più forte, e come i miei miagolii lo eccitavano, perché più andavo a fondo e più stringeva le mani nei miei capelli, guidando i movimenti con il bacino e iniziando a scoparmi la bocca tenendomi la testa ferma. Io ero in paradiso, disconnesso dalla realtà, concentrato solo sul mio ma soprattutto sul suo piacere, e in un batter d’occhio, senza neanche essermene reso conto, avevo tutto il suo cazzo in gola, e sentivo i suoi peli pubici che sfioravano il mio naso. Lui mi teneva saldo in quella posizione e non ne voleva sapere di lasciarmi andare, e anche se stavo soffocando, rimasi così tutto il tempo che lui voleva, perché la cosa eccitava da morire anche me. sentire tutta la sua lunghezza dentro la mia gola, la saliva che copriva tutto, le sue palle che schiaffeggiavano sul mio mento, il suo potere su di me… tutte queste cose mi facevano uscire di testa, mi eccitavano in un modo assurdo, mi mandavano in trans.
quando finalmente lui sfilò il cazzo dalla mia gola mi tirò la testa in dietro con la presa ancora salda sui miei capelli, per farmi respirare e riprendere; io ero tutto rosso, stavo lacrimando e respiravo a fatica, ma ero eccitato da morire, e non si poteva dire meno di lui: iniziò a segarsi e a sbattermi l’uccello sulla lingua e il faccia e, dopo aver tirato un urlo di piacere e aver buttato gli occhi in dietro, mi sborrò in faccia. Due tre quattro poi cinque fiotti di sborra calda e densa volarono sul mio viso, tra i miei capelli, nella mia bocca e sul mio corpo. Eravamo tutti e due esausti, confusi e un po’ storditi, lui dopo aver ripreso fiato si mise in ginocchio con me e iniziò a leccarmi via la sborra dalla mia faccia e a limonarmi, stringendomi a se. Io ero sudato, affaticato e sfinito, ma ancor di più ero innamorato perso, e il suo modo di prendersi cura di me, di abbracciarmi e toccarmi, mi faceva impazzire. rimanemmo abbracciati per un po’, continuando a baciarci, quando d’improvviso sentimmo la porta di casa che si aprì, e Sofia e Emma rientrare: Ci alzammo con gli occhi spalancati e increduli, e senza dire niente presi le mie cose e corsi a chiudermi in bagno, con il petto ancora coperto della sborra di Simone. Per fortuna non mi hanno visto, e una volta solo davanti allo specchio iniziai a ridere di gioia e amore, incredulo di aver appena succhiato il cazzo di Simone. Mentre mi pulivo non facevo altro che pensare a lui, al nostro futuro, ma soprattutto al nostro prossimo incontro intimo.
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