Gay & Bisex
Simone - PARTE 4
di leo3333
16.03.2024 |
1.716 |
3
"Questa realizzazione mi fece soffrire, come possono piacermi i maschi? mi sentivo debole e stupido, ma volevo capirci di più, per questo in questo periodo..."
Come immaginavo lui era sveglio, sdraiato sul letto a fissare il soffitto con gli occhi ancora lucidi:“ Ti ho fatto il the, lo vuoi? “
non rispose
“ Simo? “
ancora una volta non ripose, ma girò lo sguardo verso di me. Entrai e chiusi la porta:
“ Vuoi parlare? “
a quel punto senza dire niente tornò a guardare il soffitto, ma si tirò su e si sedette con le braccia attorno alle gambe. Lo presi come un invito, gli porsi il the e mi sedetti ai piedi del letto. eravamo tutt’e due zitti, io avevo lo sguardo basso come chi si sente in colpa, e lui guardava in torno con aria persa. Ma di stare lì in silenzio non mi andava, e dissi:
“ Senti mi dispiace per quello che è successo, e so che ci stai male, ma cerca di capire perché l’ho fatto ti prego, tu sei il fratello della mia migliore amica, come potrebbe funzionare? un giorno sono qua per te e un giorno sono qua per lei? se parlo con lei non parlo con te? capisci che è strano? “
a quel punto lui mi interruppe, e disse:
“ Ma certo che è strano, anzi sembra quasi impossibile, per questo ho aspettato così tanto anche solo per fare il primo piccolo passo, ma l’ho fatto perché mi sembra ancora più impossibile non stare con te, o quanto meno non provarci “
In quel momento mi si riempì il cuore di gioia, avevo la completa conferma di piacergli, ed ero sull’orlo del pianto, ma mi trattenni, e non accennai ad un sorriso. Lui continuò:
“ Senti Ale sarò completamente diretto, ormai non ho più niente da perdere, tu mi piaci, e tanto, mi piaci dal primo giorno in cui ti ho visto , e continui a piacermi ogni giorno di più, e questa cosa mi ha distrutto dentro. Non mi sono mai piaciuti i maschi, ma non capivo perché con le ragazze non concludevo mai niente, ma quando sei arrivato tu mi hai smosso qualcosa dentro, e lì realizzai. Questa realizzazione mi fece soffrire, come possono piacermi i maschi? mi sentivo debole e stupido, ma volevo capirci di più, per questo in questo periodo ho fatto un po’ lo stronzetto con te provocandoti, volevo sapere se la cosa fosse reciproca, e nel caso in cui tu mi avresti rifiutato, non avrei fatto la figura del debole, invece guardami, sono stato rifiutato e sto facendo la figura del debole “
a quel punto scoppiò a piangere, e mi avvicinai per abbracciarlo, non con secondi fini, solo per consolarlo. Ma la realtà struggeva anche me:
“ Non sei né debole né stupido, anzi, sei una delle persone migliori che io abbia mai conosciuto, come potevi pensare di non piacermi? sei simpatico, amichevole e anche un gran figo, sei sempre stato un mio desiderio e ti ho sempre voluto, ma per me eri talmente irraggiungibile, che non ho mai pensato a cosa avrei fatto se questo desiderio si fosse avverato. Ma ora che è realtà, fa più male di prima. Sai benissimo che non potrebbe funzionare, e di certo questa non è una situazione da una botta e via ecco “ ci fu una piccola risata, ma tutti e due eravamo con gli occhi pieni di lacrime.
“ Se vuoi parlarne per bene lo faremo in un altro momento, ma adesso vieni di là a fare colazione, che Sofia penserà che siamo morti “
mi alzai e lo presi per mano per portarlo di là. Quei secondi mi sembravano un eternità, mi stavo avvicinando alla porta per aprila, ma sapevo che se l’avessi fatto senza dire o fare niente, l’avrei perso per sempre. A quel punto non so cosa mi prese, in un primo momento mi appoggiai alla porta, in silenzio, soffocando le lacrime, poi istintivamente mi girai, mi gettai tra le sue braccia e lo baciai. Lui fu preso alla sprovvista e fece per allontanarsi un po’, ma neanche un secondo dopo chiuse gli occhi, mi prese ancora una volta per la vita e mi avvicinò a lui. Fu uno dei momenti più belli della mia vita, mi sentivo leggero e libero, e non volevo che quel momento finisse mai, non volevo più staccarmi dalla sua bocca, volevo che i nostri corpi rimanessero in quella posizione all’infinito, uno attaccato all’altro, chiusi in un abbraccio. Sentivo che sulla sua faccia c’era stampato un sorriso, e una volta finito il bacio, appoggiai la testa sul suo petto e lo abbracciai forte, dicendo solo
“ Grazie “
Non rispose, e appoggiò la sua testa sulla mia, tirando un respiro di sollievo. Ci asciugammo le lacrime, e ridendo uscimmo dalla camera. Nel tragitto verso la cucina mi mise una mano attorno alla spalla , che in fretta scese giù, e finì sul mio culo, che non esitò a palpare. Guardammo tutti e due fissi dritto, ma scoppiammo in una leggera risata:
“ Giovedì ci vediamo in centro, lì avremo modo di parlare per bene “
disse lui. Io annuì, e andammo a finire la colazione. Quel giorno si concluse nel meglio dei modi, e non vedevo l’ora che arrivasse giovedì.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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