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Simone - PARTE 1


di leo3333
16.03.2024    |    2.833    |    3 10.0
"Io stavo guardando il telefono, quando Simone iniziò a parlare con me: “ che palle, mi sto un po’ annoiando, tu no? “ “ un po’ si però non mi dispiace “..."
Mi chiamo Alessandro, ho 17 anni appena compiuti, sono abbastanza alto, capelli lisci e mori e occhi marroni, ho un fisico molto asciutto ma niente male, e non è male neanche la mia faccia, insomma sono un ragazzo niente male. Quel giorno sarei dovuto andare a casa della mia migliore amica Sofia, ero molto felice perché siccome abitavamo molto distanti non riuscivamo a vederci spesso, ma questo non cambiava le cose tra di noi, anzi, io le volevo un mondo di bene e adoravo tutto di lei. Ci saremmo dovuti trovare, come sempre direi, a casa sua: Io adoravo casa sua, era grande e spaziosa e si trovava al settimo piano di una palazzina da cui si vedeva tutto, insomma per me era come una seconda casa, dove trovavo anche una seconda famiglia: i suoi genitori mi adoravano e io adoravo loro, avevano anche un cane, Laica, adorabile, e poi c’erano i suoi fratelli: il più piccolo, Giacomo, aveva sette anni, e come tutti i bambini di sette anni era molto appiccicoso, ma nel senso buono della parola, ogni volta che mi vedeva correva ad abbracciarmi e mi sorrideva, era forse l’unico bambino piccolo che sopportavo; poi c’era Martina, più piccola di me di un anno, in realtà non la vedevo spesso perché era sempre fuori con le sue amiche a ballare di qua e di là, ma per quel poco che la vedevo era piacevole. Ma il meglio di tutti era Simone, il fratello più grande: aveva vent’anni e andava all’università, era molto alto, aveva gli occhi verdi e dei capelli poco ricci e mori che delineavano un volto bellissimo e sempre sorridente sormontato da un leggero baffo, aveva un fisico stupendo, asciutto scolpito e delineato, con dei bicipiti forti e delle gambe ben strutturate, degli addominali da paura e un petto che ti faceva sbavare. Ho avuto il piacere di vedere tutto questo quando un giorno siamo andati assieme in piscina. Fu difficile quel giorno nascondere l’erezione nel mio costume, ma potrei giurare di averla vista anche nel suo di costume, che tratteneva dietro un bel culo sodo e rotondo, e davanti un pacco niente male che non faticava a nascondere, e che mi pare di aver visto gonfiarsi quando si era sdraiato di fianco a me… ma queste sono solo fantasie che mi facevo per sperare di avere una possibilità con lui, cosa impossibile dato che lui diceva di adorare la figa, anche se non l’ho mai visto con una ragazza nei cinque anni che lo conosco, altra cosa che mi accende le speranze di poterlo avere, ma comunque sapevo che non sarebbe mai successo niente e non me ne facevo un peso. Simone però oltre che immensamente bello era anche immensamente simpatico, mi piaceva la sua compagnia e mi faceva sempre ridere, e sapevo di stargli molto simpatico dato che ogni volta che ero lì cercava una scusa per attaccare bottone con me e parlarmi, altra piccola speranza infondata.
Un giorno sarei dovuto restare lì a dormire per il compleanno di Sofia, e arrivata la sera ci mettemmo io e tutta la sua famiglia sul divano a vedere un film; io ero seduto a lato del divano, a sinistra di Sofia, e di fianco a me c’era Simone, che per qualche motivo si era spostato lì, ma non ci feci neanche caso. Il film andò avanti, ma praticamente più nessuno lo guardava: i genitori di Sofia dormivano, Martina era fuori come sempre, Giacomo, l’unico che lo guardava, era a tre centimetri dalla televisione, e Sofia era appoggiata alla spalla di sua mamma, mezza addormentata. Io stavo guardando il telefono, quando Simone iniziò a parlare con me:
“ che palle, mi sto un po’ annoiando, tu no? “
“ un po’ si però non mi dispiace “ risposi.
“ ogni volta che guardiamo un film finisce sempre così, loro dormono e io mi annoio, praticamente l’unico modo per stare svegli è andare in bagno e sparasi una sega “
a quel punto ridemmo in silenzio, sapevo che era una battuta, ma aveva un tono quasi provocatorio mentre la diceva. Ma comunque non successe niente, andammo avanti a parlare e scherzare in sottovoce per non svegliare nessuno, quando ad un certo punto, dopo un’ altra sessione di risate soffocate, appoggiò la sua mano sulla mia gamba, e da lì non si schiodò: probabilmente anche quello fu un gesto involontario, ma io venni travolto da una scossa di calore, e l’amico nel mio pigiama iniziò a gonfiarsi. Secondo me lui lo notò, dato che fece un’ altra piccola risata quasi provocatoria. Io stavo morendo di imbarazzo:
“ Vado un attimo in bagno “ dissi, ci corsi dentro e mi ci chiusi. Mi sentivo un coglione, avevo praticamente dimostrato a Simone che mi piaceva, o che quanto meno mi piaceva lui in quanto maschio. Ero preso dalla vergogna, ma il mio cazzo duro non smetteva di pulsare; a qual punto l’imbarazzo fu sostituito dal piacere e dalla voglia: mi sfilai il cazzo dai pantaloni e mi sparai una sega ripensando alla mano di Simone sulla mia coscia, e sparai tre fiotti di sborra nel lavandino. Pulii tutto e tornai di la.
Feci finta di niente, ma Simone quando mi vide tornare mi fece un altro sorrisino, come se sapesse cosa avevo fatto in bagno. Per fortuna Sofia si svegliò e mi chiese di andare in cucina a mangiare qualcosa, ovviamente accettai, e tutto filò liscio.
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