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Gay & Bisex

Simone - PARTE 3


di leo3333
16.03.2024    |    1.868    |    3 9.9
"Lui rimase lì, in piedi, immobile, mentre io me ne andai in camera, piangendo in silenzio..."
Arrivò la sera, io e Sofia eravamo in camera sua, sul letto, a guardare un film sul computer, ma presto iniziammo a parlare e stoppammo il film. Era il nostro ultimo anno di liceo, e dovevamo decidere cosa fare del nostro futuro, e la cosa ci spaventava molto. Sicché io presi la palla al balzo e con secondi fini chiesi:
“ Tuo fratello fa l’università, come si trova? “
“ Bene, o almeno lui dice così, anche se vedo che tutti questi spostamenti lo stancano molto, è da un po’ che si comporta in modo strano”
“ Ma se gli occupa così tanto tempo come fa con amici e fidanzate? ”
“ Gli amici li incontra la maggior parte all’università, ma al di fuori non esce spessissimo, sarà colpa anche dello studio, e di fidanzate non parliamone, l’ultima volta che ha detto di stare con qualcuno era sette anni fa, ma non so neanche se quella persona sia mai esistita “
“ Impossibile, uno come lui non ha mai avuto una ragazza secondo te? è un bel ragazzo “
“ Infatti questa cosa è un po’ strana, a volte mi chiedo se non dice niente perché le sue ragazze in realtà sono ragazzi “
Io continuai: “ Stai dicendo che secondo te è gay? “
“ Perché no? “ disse “ Avrebbe senso se ci pensi, sarebbe il motivo per cui avrebbe tenuta nascosta un’ ipotetica relazione, anche se non so perché non l’abbia detto, io penso che in famiglia nessuno avrebbe problemi “
“ Non penso sia così facile “ risposi, fantasticando ancora di più su di lui e su di noi. Il discorso finì lì, e continuammo a guardare il film.
Ci addormentammo verso le due e mezza di notte, ma alle quattro mi svegliai per andare in bagno; Non usai la torcia del telefono per non svegliare nessuno, e mi feci strada tastando le pareti del corridoio. Arrivai in bagno, feci le mie cose al buio per non perdere il sonno, e uscii, ma quando aprii la porta vidi una figura nera che si imponeva davanti a me: mi spaventai a morte, ma quando accesi la luce del bagno vidi che era Simone: aveva addosso una maglietta verde del pigiama dannatamente stretta che metteva in risalto i suoi pettorali e i suoi addominali, mentre i suoi bicipiti a stento ci stavano dentro, comunque passato lo spavento dissi:
“ Mi hai fatto prendere un colpo “
“ Hahah ho visto, scusa pensavo non ci fosse nessuno “
“ Cosa ci fai qui? ” chiesi stupidamente
“ Devo andare in bagno no? mi sembra ovvio “
“ Già scusa, ho troppo sonno haha ”
e feci per uscire, quando sentii lui che mi chiamò:
“ Ah Ale aspetta un attimo “
“ Si? “
“ … No no niente “
mi girai di nuovo, quando sentii la sua madò che mi prese il braccio e mi girò verso di lui: ero a cinque centimetri dalla sua faccia, immersa nell’oscurità e illuminata solo dalla luce del bagno, aveva ancora quel sorrisetto in faccia, ma non più provocatorio, era quasi dolce. I nostri corpi si toccavano, e lui mi mise una mano sul fianco, spingendomi verso di lui. Rimanemmo così per qualche secondo, e sentii i sui pantaloni gonfiarsi sulla mia pancia, i miei erano già pieni e duri dal primo momento che lo vidi fuori dal bagno. Fece un sospiro profondo, e vedendo che io non opponevo resistenza (ovviamente) mi prese la faccia con le mani e mi baciò. Fu un bacio lungo e passionale, come quello di due amanti che finalmente si riuniscono dopo tanto tempo, e ben presto sentii la sua lingua che si fece strada dentro la mia bocca. Anche qui non opposi resistenza: iniziammo a limonarci, ma non in un modo erotico, era più romantico e passionale, mi mise le mani attorno alla vita, e io iniziai ad accarezzargli i capelli folti e morbidi. A quel punto i suoi pantaloni erano completamente duri e pulsanti, e da quel che sentivo, era molto ben dotato. Ma in quel momento qualcosa scattò dentro di me: mi staccai a forza da lui e dissi:
“ no no aspetta “
vidi la luce nei suoi occhi lucidi spegnersi e il suo sorriso dissolversi, deluso e spiazzato dal mio gesto. Io avevo ancora le mani sulle sue spalle e lui le sue attorno alla mia vita, ma le nostre bocche non si toccavano più, anzi, dalla mia uscirono queste parole:
“ Scusa Simo ma non possiamo, scusa, non è fattibile tra di noi “
lui era sull’orlo del pianto, e questa cosa mi distrusse ancora di più, perché voleva dire che mi desiderava, e non solo sessualmente, ma continuai e dissi:
“ Senti, tu sei il fratello della mia migliore amica, non possiamo fare qualsiasi cosa stessimo facendo “
“ Perché no? “ continuò lui “ So che è strano ma so anche che tu mi vuoi, è più di tutto so che io ti voglio, ti prego, non te ne andare, ti prego “
mentre diceva questo stava singhiozzando, e dal suo occhio scese una lacrima:
“ Hai ragione su tutto ma ti prego non dire nient’altro, ti prego lasciami andare “
sospirò un “no” a bassa voce allungando il braccio come per fermarmi. Io me ne stavo andando, quando lui aggiunse:
“ Ti prego non dire niente a Sofia, ne di questo ne di me “
“ certo “ risposi io.
Lui rimase lì, in piedi, immobile, mentre io me ne andai in camera, piangendo in silenzio. Mi rimisi a letto, ma non dormii per niente, avevo la testa piena di pensieri paranoie e rimpianti, non ci potevo credere, il mio più grande desiderio si era avverato, e io l’avevo lasciato andare.
La mattina dopo io e Sofia andammo in cucina, eravamo soli, i suoi genitori erano al lavoro, e i fratelli dormivano. Mentre preparavo la colazione Sofia mi chiese:
“ Perché hai la faccia così stanca? “
le dissi la prima cazzata che mi venne in mente “ Sai com’è dormire sul pavimento non è molto comodo hahah “
non potevo di certo dirle di aver limonato e poi rifiutato suo fratello! se la bevve, e continuai a preparare la colazione, quando mi venne un idea: preparai anche il the caldo per Simone che prendeva sempre per colazione, e come avevo immaginato, Sofia mi disse:
“ Perché hai fatto anche quello? “
“ L’ho fatto per Simone, ogni volta che vengo qua a fare colazione si sveglia a quest’ora e si fa sempre il the caldo “
“ Hai ragione ma non è ancora sveglio “
“ Si ma dovrebbe svegliarsi, mica oggi deve andare all’università? “
“ Cazzo hai ragione “
“ Non preoccuparti se vuoi vado io a svegliarlo e gli porto il the “
“ Bo ok fa come vuoi “
Il mio piano aveva funzionato, presi la tazza di the, e andai verso camera sua. Lungo il tragitto pensai a cosa avrei potuto dire, ma prima di averlo capito, ero davanti alla sua porta: Bussai qualche volta e lo chiamai per nome, ma niente, Quindi la aprii.
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