Gay & Bisex
PRIMA VOLTA SPIAGGIA PARTE 2 Yoni e cuckold
di ANDROMEDA1965
01.03.2023 |
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"Si sedette bordo letto ed iniziò a mettersi lo smalto prima ai piedi e poi alle mani, mentre la guardavo cresceva la mia eccitazione, aspettammo un pochino..."
Un saluto a voi tutti, riprendo dai precedenti RACCONTI (1 – 9)Segue il racconto “prima volta spiaggia 1”. Proseguendo tra la vegetazione scopro altri anfratti, in uno di questi sbuca in mini costume da mare e ricoperto da una canottiera un signore sulla quarantina, bassino ma con fisico molto muscoloso quasi palestrato, ha la carnagione molto scura segno di abbondante abbronzatura e diversi tatuaggi su gambe, braccia e collo, ha dei modi e sembianze da rozzo troglodita. Spiccano i suoi anelli, braccialetti d’oro, orologio e catena anch’essa di valore portata al collo, la prima impressione è del tipico avanzo di galera (non mi sbagliavo). Vedendomi mi rivolge la parola in una lingua quasi incomprensibile tra dialetto locale ed un pessimo italiano, capisco dai cenni delle mani che la sua richiesta sia quella di avvicinarmi, noto che rispetto ad altri luoghi questo è di suo esclusivo uso essendo assenti altri bagnanti (guardoni). Avvicinandomi a lui e capendo la mia giovane età inizia la sua prepotente dominazione, iniziando a toccarsi il cazzo da sopra i miseri slip e chiedendomi cosa facessi in quel posto, gli spiegai che cercavo vendetta per quello che nei giorni precedenti avevo subito dal mio maestro di sesso e con estrema brutalità. Lui rise dicendomi che se volevo vendetta ero nel posto giusto in quanto lui era appena uscito di galera dopo uno dei suoi tanti arresti e periodi di detenzione, tra i quali svariati per violenza. Gli dissi che non cercavo una vendetta di sangue ma ne volevo una morale, capendo la situazione mi chiese chi fosse il personaggio e dove poterlo trovare, gli spiegai la situazione ed allora ci spostammo dove lo avevo visto in precedenza. Arrivati nella zona già piena di guardoni ed accertata la sua presenza ci mettemmo quasi in bella vista, lui si tolse la canottiera, aveva un bel petto muscoloso e villoso, nel tragitto di spostamento non aveva mai tolto la mano dal suo giocattolo che iniziava a dare i primi segni di vitalità. Mi lasciò nudo calandomi con violenza i pantaloncini da mare che indossavo, portai la mia mano sulla sua asta che ormai faceva capolino dal costumino ed iniziai a segarlo, l’elastico tirato allo spasmo conteneva solo le palle e faceva sì che tutta la pelle del cazzo fosse ritratta, lasciando la cappella fuori e le nerchia totalmente rigida, nerboruta e sui 17 centimetri ma di grosso calibro. Quando vidi che ormai tutti gli altri ci osservavano ed in particolare il mio ex mentore, calai gli slip del mio galeotto e ricevendo quasi uno schiaffo sul viso dalla montagna di carne iniziai a giocare scappellandolo fino alle palle e ricoprendolo poi totalmente. L’operazione portava i suoi frutti, visti i movimenti di reni che assecondavano la mia mano, poi prendendo l’iniziativa mi abbassai per riceverlo in bocca, sicuramente non era ben lavato dall’odore sgradevole che emanava ma che, contempo, mi inebriava di passione. Iniziava a scoparmi la bocca con colpi di reni ben assestati mentre io con le labbra scappellavo e con la lingua insalivavo tutta l’asta, ormai era duro come granito, mi mise le sue mani dietro la nuca per poter meglio gestire sia gli affondi che il ritmo, ormai molto sostenuto. La cosa non durò molto a causa della sua abbondante e maleodorante sborrata che mi finì direttamente in gola, mentre lui grugnendo e mugolando in lingua incomprensibile diceva qualcosa, la sua penetrazione orale continuò senza sosta e senza darmi neanche l’opportunità di riprendere fiato. Stranamente, almeno per la mia inesperienza, il suo cazzo nella mia bocca non divenne mai moscio, anzi era sempre turgido e vigoroso, poi facendomi girare di schiena e fatto divaricare le gambe iniziò a massaggiare il mio buchetto sputandoci copiosamente più volte. I diversi guardoni compreso il mio ex mentore, ormai vicino a noi guardavano con estrema eccitazione quanto stava accadendo, il mio boss disse al solo e solito vecchietto, già visto nelle precedenti occasioni, di avvicinarsi e mettermelo in bocca mentre lui mi faceva il culo. Così accadde, l’anziano aveva un cazzo sui 13 centimetri ma bello grosso in circonferenza, rugoso e con due palle da elefante, senza alcun riguardo me lo fiondò in bocca, quasi non credendo alla realtà di quello che stava facendo, mentre dietro di me sentivo armeggiare una grossa cappella, ben lubrificata, che cercava di farsi strada. Il rozzo troglodita, appena riuscì ad aprire il pertugio con la sua mastodontica cappella e senza pensarci su con un poderoso colpo di reni mi penetrò fino alle viscere, i miei lamenti non potevano essere uditi in quanto la mia bocca era piena di carne. In quel frangente, notai, l’ex mentore avvicinarsi per riscuotere la sua parte di sesso, ma il galeotto gli rispose di stare alla larga altrimenti avrebbe fatto una brutta fine e che questa era una punizione a lui dedicata per quanto era stato stupido. Sentii colpi sempre più violenti che mi sfondavano il culo, poi rallentò il ritmo per dare colpi lenti e profondi finendo per inondarmi gli intestini con fiotti di sborra bollente nel frattempo il vecchietto mi veniva in bocca con un carico di sperma che non immaginavo per la sua età, finalmente sentivo un odore gradevole ed assaporavo di gusto tutto quel nettare. Finito il rapporto fugace, mentre io velocemente guadagnavo la spiaggia per tuffarmi in acqua il resto della comitiva spariva dalla circolazione. Notai dietro le dune solo il vecchietto che continuava ad osservarmi, pertanto, terminato il mio bagno ristoratore mi accostai a lui chiedendo spiegazioni, mi disse che era rimasto molto colpito dell’accaduto e che avrebbe voluto portarmi a casa per ringraziarmi ed offrirmi un lauto spuntino. Ci organizzammo per il giorno successivo, in quanto la mia famiglia con altri amici sarebbe stata fuori tutto il giorno per una escursione in barca, tranne me che soffrivo di mal di mare, l’appuntamento era alle 11 vicino al nostro alberghetto. Arrivò l’ora fatidica e salii sulla macchina del mio nonnino, il tragitto che ci separava era molto breve, abitava appena fuori paese in una villetta di campagna tipica azienda agricola, mi disse che lui aveva 70 anni e la moglie 62, i figli lavoravano tutti in Germania e lui continuava a lavorare la terra per vivere dignitosamente la sua esistenza. Mi raccontò che spesso frequentava quella spiaggia perchè era l’unica opportunità di svago sessuale per lui, in quanto oltre l’età avanzata anche il fisico non era di un adone, poi con la moglie era la solita routine e non riusciva a smuoverla da quei concetti e pregiudizi tipici di alcune parti d’Italia. Rimasi folgorato quando vidi la signora, proprio non dimostrava la sua età, sicuramente aveva le sembianze fisiche di una cinquantenne anche se l’abbigliamento era molto spartano e da campagna. Prendemmo un bitter con salatini in veranda ed iniziammo a chiacchierare tutti e tre, subito capii che lei sapeva dove andasse il marito in spiaggia, specie quando gli chiese se mi aveva conosciuto il quel brutto posto, lui quasi arrossendo rispose con un cenno affermativo del capo. Mangiammo un tipico pasto a me dedicato cotolette e patate al forno, e bevvi un mezzo bicchiere di vino rosso di loro produzione, la signora era molto socievole e grande chiacchierona, mi chiese anche della mia vita sentimentale, se avevo una ragazza e le mie esperienze. Ci accomodammo in salotto, io e lei su un divano a tre posti ed il marito ad una delle due poltrone che componevano il locale, io raccontai le mie pochissime esperienze che provenivano tutte dalle giornate precedenti trascorse nella spiaggia “malfamata”. Il marito durante i miei racconti si toccava la patta dei pantaloni, segno di grande eccitazione, mentre la donna mi chiedeva di entrare sempre di più nei dettagli scabrosi, fino a quando lei alzandosi e dopo aver detto qualcosa nell’orecchio del marito si allontanò per farsi un riposino pomeridiano. In effetti sentii rumore di acqua che scorreva e sicuramente era sotto una doccia, immaginai per calmare i bollenti spiriti, mentre l’uomo lasciato il divano e messosi in piedi d’avanti alla mia faccia si sbottonava la patta dei calzoni. Tirò fuori il cazzo già in tiro e con il glande totalmente bagnato da liquido precom, dato il lungo periodo passato a toccarsi, non persi tempo, e quasi per ringraziarlo del pasto offertomi, avvicinai la mia bocca. La sensazione non fu molto piacevole o almeno non rispecchiava quella del giorno precedente, infatti il suo odore e poi sapore non era molto gradevole, comunque inizia una pompa a lui dedicata e con estrema maestria, lui gradiva ed assecondava la mia bocca con i movimenti del bacino. Mentre affondavo la mia bocca e giocavo di lingua sul suo glande bello turgido, gli calavo i pantaloni alle ginocchia così da potergli toccare i glutei ormai nudi, continuava a scoparmi la bocca mentre con una mano gli accarezzavo le palle gonfie quasi a scoppiare e con l’altra cercavo di stimolare il suo buchetto. Venne quasi subito, con una quantità di sborra degna di un cavallo, riempendomi la bocca e spargendola su tutto il mio viso, sentii la moglie chiamarci e ci spostammo in camera da letto, che visione celestiale. Lei era quasi nuda sul lettone e ricoperta solo con della lingerie di colore bianca e molto trasparente, il fisico era molto bello, non secca come un acciuga e neanche sovrappeso, inoltre si era fatta uno smalto rosso fuoco a piedi e mani. Il marito si sedette in camera su una poltrona mentre la donna mi chiese di avvicinarmi e stendermi al suo fianco, appena fui a stretto contatto sentì il fetore che emanavo dai postumi della sborrata del consorte e delle vistose tracce ancora presenti su volto e capelli. Si inalberò contro di lui per quello che aveva combinato e mi offri una doccia per ripulirmi, sotto gli scrosci d’acqua sentivo che con voce molto arrabbiata discutevano sull’accaduto e per un attimo ebbi un pochino di paura. Rientrando in camera nulla era cambiato, tranne lui che totalmente nudo era sempre al solito posto, mi accomodai ai piedi del letto per accarezzare quei piedini deliziosi, profumatissimi e colorati di un rosso fuoco, massaggiandoli baciai le dita per poi iniziarle a leccarle e ciucciarle. Lei ansimando gradiva il trattamento mentre lui facendo scorrere la mano sul cazzo iniziava a farsi una lenta masturbazione, occupandomi con la mia bocca dei sue piedi, iniziai a salire con le mani lungo le gambe e fino alle cosce, aveva una pelle liscia e delicata quasi incompatibile per la sua età e la dura vita di campagna. Lasciai i piedi e risalii al suo bacino, iniziai molto delicatamente a fare dei cerchi con la mano intorno alla sua vagina, ogni tanto ci passavo sopra e sentivo che il perizoma incominciava a bagnarsi. Mi chiese di sfilarle l’indumento intimo, che visione celestiale, passavo le dita sulla vulva per inumidirle per poi roteare tutto intorno, ogni tanto sfioravo il clitoride che era diventato turgido, lei continuava ad ansimare assecondando il mio tatto con movimenti del bacino sempre più evidenti. Iniziai un lavoro di lingua sulla sua fessura, per tutta la sua lunghezza partendo dal basso per finire in su fino al clitoride, lei si inarcava vistosamente tenendomi la testa imprigionata tra le sue mani, continuando a leccarla con delicatezza riuscii ad infilare indice e medio in quel lago mentre con il pollice le toccavo il suo cazzetto ormai totalmente indurito. Ancora qualche movimento di mano ed abile colpo di lingua e la portai a godere con degli spasmi violenti e lunghi schizzi direttamente nella mia bocca e sul mio viso, il suo uomo, facendomi velocemente spostare la penetrò violentemente in quel lago di emozioni e dopo pochissime bordate la inondò di sperma affogandola fin nelle viscere. Inebriato dagli odori di sesso che si percepivano nell’aria la signora mi chiese di lavarle la figa con la mia lingua, ripulendo la sua venuta e quella del marito, mentre leccavo e ripulivo lei continuava ad inarcarsi ed avere gli ultimi spasmi di godimento. Ci salutammo con la promessa di rivederci quanto prima, il resto della giornata la passai in albergo facendomi numerose seghe pensando alla coppia di nonnini. Un pomeriggio, ormai quasi al termine della vacanza, con la scusa di una lunga passeggiata o corsetta atletica, riuscii ad arrivare alla residenza dei miei compagni di giochi, il cancello era chiuso e non vedendo macchine parcheggiate, immaginai che non vi fosse nessuno. Suonai il citofono e mi rispose la signora, gli dissi chi ero e lei replicò che il marito era andato in città per lavoro, gli dissi che non mi interessava di lui ma ero venuto per lei, fu allora che sentii il rumore della serratura elettrica ed aprirsi il cancello. La trovai su l’uscio di casa che mi aspettava, con uno splendido sorriso di felicità anche se il suo abbigliamento era il tipico da lavoratrice di campagna, mi fece accomodare e notando il mio look ginnico mi chiese che corsetta avevo fatto. Replicai che il mio vestiario era solo una scusa per poterla raggiungere senza far destare sospetti alla mia famiglia, mi chiese se volevo darmi una rinfrescata ed accettai volentieri, avevano un box doccia molto moderno, grande e confortevole. Mentre ero intento ad insaponarmi sentii una spugna accarezzarmi la schiena, era lei, nuda che si lavava con me, fu una sensazione molto eccitante che portò immediatamente il mio pene ad indurirsi. Ci si baciava e tra una passata e l’altra di spugna che andavano ad accarezzare quasi furtivamente le nostre parti più nascoste, iniziammo a flirtare. Terminata la doccia ed ormai asciutti lei mi fece accomodare sulla famosa poltrona di fianco a letto, mentre da un cassettone tirava fuori perizoma e calze autoreggenti, tutto molto sensuale, poi da un cofanetto tirò fuori uno smalto di un bel colore rosso acceso. Si sedette bordo letto ed iniziò a mettersi lo smalto prima ai piedi e poi alle mani, mentre la guardavo cresceva la mia eccitazione, aspettammo un pochino per far sì che lo smalto asciugasse parlando delle nostre esperienze sessuali o meglio dei suoi sogni irrealizzabili a causa dei modi di fare del marito. Avrebbe voluto provare l’esperienza di un rapporto saffico che le consentisse di avere un rapporto ed un orgasmo insolito e profondo, mi resi disponibile a poter soddisfare la sua richiesta sotto la sua guida ed aiuto. Lasciammo perdere la lingerie, ormai inutile e superata dagli eventi, e d iniziai a massaggiarle i delicati piedini per poi baciarli, leccarli e ciucciarli, come per la precedente esperienza lei immediatamente gradì ed andò subito su di giri. Stesa sul letto, tutta nuda, le posizionai un cuscino sotto il bacino, in modo da avere una posizione più confortevole e rialzata, mentre lei divaricate le gambe le fletteva leggermente puntando bene i piedi sul materasso. Dal bagno mi fece prendere dell’olio emoliente che iniziai subito a far scivolare dalle cosce fino ai piedini, poi con movimenti circolari delle mani iniziai a spalmarle la sostanza estremamente fluida, il corpo iniziava a luccicare, era una visione paradisiaca. Finalmente arrivai al bacino, con una mano partivo dalla sua vulva e salendo lungo il corpo arrivavo fino al pomo d’adamo, poi riscendevo e così per diverso tempo fino a quando decisi di dedicarmi completamente alla sua figa. Era molto bagnata, con le mani scorrevo lungo le cosce fino a lambirne i contorni, più mi avvicinavo e più lei era sensibile, lo vedevo dall’inarcarsi e dai movimenti del bacino, iniziai a toccare le grandi labbra fino a giungere al clitoride che tintillavo con un dito mentre con l’altra mano roteando tra i seni strizzavo delicatamente i capezzoli ormai turgidi. Iniziai a sentire i primi gemiti, buon segno e continuai per molto tempo sino a quando i miei tocchi si concentrarono solo tra labbra e clitoride con qualche leggera e fugace penetrazione di dita. Ogni volta che lei dava sembianze di essere pronta all’orgasmo interrompevo i miei movimenti e di contro la sua eccitazione aumentava, per poi riprendere allo stesso ritmo, lento e delicato, credo che il trattamento durò quasi un’ora fino a quando non resistendo più venne molto intensamente. Mentre lei si inarcava e godeva io la guardavo senza toccarla, gli spasmi non erano più causati dal mio tocco ma solo dalla sua massima eccitazione, non appena notai che si stava nuovamente rilassando continuai con lo stesso ritmo a massaggiarla ripartendo dal corpo per poi ritornare alla sua parte intima. La riportai nuovamente nell’olimpo dell’estasi e goduria, non ci volle molto e come un film già visto ebbe il suo secondo orgasmo nel giro di una decina di minuti, la sua vagina era leggermente arrosata per lo sfregamento delle sue cosce mentre veniva. Entrambe le volte aveva emesso del liquido biancastro non in eccessiva quantità e molto delicatamente, che mi ero permesso di leccare ed assaporare essendo molto gustoso, finalmente tornò a calmarsi riducendo il ritmo respiratorio. Misi ulteriore olio sulla vagina e nelle mie mani riprendendo i tocchi molto delicatamente vista la sua sensibilità, riprese dopo pochissimi minuti il suo stato di eccitazione, allora cambiai strategia, la prima fu di leccarle la figa penetrandola con la lingua e mordicchiandole poi il clitoride. La seconda assecondando i colpi di lingua la penetravo con il solito indice e medio masturbandole con il pollice il clitoride, poi con il solito indice riuscii, cosa non sempre facile, a trovarle il punto G e lo notai dai suoni che emetteva nonché dai movimenti del bacino che assecondavano la penetrazione del dito. Ormai prossima al terzo orgasmo inarcò le gambe quasi in posizione ginecologica, che spettacolo, le inserii dentro nuovamente indice e medio, il pollice e la lingua continuavano sulla parte superiore della vagina. Si inarcò violentemente ed io, stavolta, finalmente le affondai le dita più che potessi, venne in maniera allucinante, aveva violenti spasmi del bacino, schizzando a distanza liquido trasparente a fiotti lunghi e corposi che mi finirono tra bocca e volto. Continuò a schizzare per decine di secondi, non accennava a fermarsi emettendo gemiti e suoni vari fino a quando rallentò il ritmo calmandosi, ne approfittai immediatamente e la penetrai, il mio cazzo durissimo ma di dimensioni normalissime non le fece provare sicuramente alcuna sensazione, in quanto ormai abbondantemente appagata, io invece super eccitato dopo pochi affondi le venni copiosamente dentro. Terminata la sborrata e sfilatomi da quella figa ormai fradicia potei solo notare i rivoli della mia sborra che le colavano fuori dall’utero in fiamme, era esausta ma felicissima della esperienza tanto desiderata. Io mi ricomposi mentre lei rimase sul letto a cosce aperte con la figa fumante ed ancora grondande di umori, la salutai e fu l’ultima volta che la vidi, purtroppo la vacanza era terminata.
Segue nel prossimo racconto.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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