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L’arte di sottomettere


di Membro VIP di Annunci69.it MarcoLeiBottom
25.09.2024    |    4.996    |    16 9.6
"Ero sfinito e dolorante fino alle lacrime..."
Era una splendida giornata di fine luglio, calda ed in spiaggia tirava una piacevole brezza. Era tardo pomeriggio e la spiaggia andava piano piano a svuotarsi, decisi di rimanere fino al calare del sole e mentre facevo questi pensieri decisi di andare in acqua. Si stava benissimo, l’acqua fresca mi dondolava e rinfrescava la pelle cotta dal sole. Tornando verso il mio lettino, incrocio lo sguardo di un distinto signore che accenna un sorriso, che ricambio prontamente.
Sdraiato al sole, con il corpo ancora bagnato si percepiva una sensazione paradisiaca. In quel frangente il mio pensiero corre a quel gentile signore che mi aveva sorriso. Un uomo maturo, avrà avuto tra i 70 e i 75 anni, che paragonati ai miei 30 sembravano un’era giurassica. Mi sono sempre piaciuti gli uomini maturi, con la gentilezza di altri tempi, ne ho sempre subito il fascino. Con questi pensieri, la brezza marina ed ancora uno splendido sole, si fanno le 19,30, decido di raccogliere le mie cose, ma ancora non avevo voglia di andare via e mentre il chiosco bar mandava musica, mi siedo al bar e ordino un aperitivo. Dopo pochi istanti, vedo avvicinarsi un uomo al mio tavolo che, con bermuda, t-shirt ed occhiali quasi non riconoscevo, con il suo gentile sorriso sulle labbra mi chiede se poteva sedersi al mio tavolo. Era il gentile signore che mi aveva sorriso, dissi subito di si e ci presentammo.
Iniziammo i convenevoli, ascoltavo il suo parlare forbito ed osservavo il suo vestire appropriato e ricercato, il tutto mi portava a pensare ad una persona attenta ai particolari, colta e decisa.
In quella conversazione ho ascoltato molto e parlato poco. Mentre ascoltavo, i miei pensieri cominciavano a prendere pieghe è volutà sessuali. Mi immaginavo con lui in momenti di coccole e passioni baci e carezza. Sarà passata mezz’ora ed ero completamente in balia di quell’uomo gentile dalle parole dolci e suadenti, che improvvisamente mi chiede se poteva invitarmi a cena, lui abitava poco lontano ed una mozzarella ed un’insalata per 2 le aveva in casa. Accettai con entusiasmo.
Dopo 5 minuti a piedi arrivammo in casa sua, una casa non elegante, ma molto dignitosa ed ordinata in maniera quasi maniacale.
Mi chiede se volevo fare una doccia, però mi disse che l’avrebbe fatta prima lui, perché almeno mentre io facevo la doccia lui avrebbe preparato la tavola.
Uscito dalla doccia, con l’accappatoio maliziosamente semiaperto, che camminando lascia intravedere il suo sesso. Bello, importante, a riposo ma lascia molto spazio alla fantasia immaginandolo eretto. Prima che la mia eccitazione diventasse evidentemente imbarazzante mi infilo nel bagno e faccio la doccia. Ero eccitato, la mente viaggiava e, per calmare la mia eccitazione mi sono masturbato.
Uscito dalla doccia, con soltanto un’asciugamano in vita, vedo che lui si era vestito, quindi mi tolgo l’asciugamano e per infilare i pantaloncini, senza mutande, mi giro e con la coda dell’occhio mi rendo conto che mi guardava il culo in maniera insistente. Con movimenti lenti tiro su i pantaloncini, infilo la maglietta e mi dirigo verso il piccolo balcone dove aveva apparecchiato. Sposta la sedia per farmi sedere e, mi sfiora la mano. Veramente una gentilezza di altri tempi.
La cena era frugale e la conversazione variava dal tipo di lavoro che facevo, quello che fu il suo percorso lavorativo, poi come un macigno, sul tavolo cade la domanda , sei fidanzato o hai una donna nella tua vita? Un attimo di esitazione e riflessione da parte mia e, deglutendo, rispondo no, nessuna donna, io sono gay.
Lui, che era seduto davanti a me, accenna un sorriso compiaciuto e mi fa una carezza e mi dice, anche io sono gay. Siamo scoppiati in una fragorosa risata
Inevitabilmente da quel momento l’argomento della conversazione ruota intorno al sesso. Mi chiedeva delle mie esperienze, delle mie sensazioni, ma ogni volta che cercavo di chiedere a lui, riusciva a glissare e riportare l’attenzione su di me.
Non so per quale motivo, forse per questa sua estrema gentilezza, mi sentivo suggestionato da lui.
Preso il coraggio a 4 mani, mi faccio forza e gli dico che sto subendo la sua forte personalità e mi piacerebbe fare sesso con lui.
Lui sorrise e, con superficialità, mi dice che lui è un uomo difficile e non convenzionale ed io un ragazzo gentile, quindi, non potrebbe funzionare. La cosa mi urtó un pochino e insistetti, decantando le mie esperienze, non certo da timido uccellino bagnato. Sorrise ancora e, prendendomi per mano, mi porta in salotto e lui va in cucina a preparare il caffè. Mi sentivo umiliato e sconfitto, ma non riuscivo ad arrendermi a ciò che non capivo. Lo seguii in cucina, insistetti e lui, mi abbraccia, mi bacia e, cambiando espressione del viso, mi dice ok, visto che non capisci, adesso ti faccio capire io. Dalla dolcezza del bacio, mi prende e con fare deciso e risoluto mi gira, mi cala i pantaloni, mi piega sul tavolo e comincia a colpirmi i glutei con una cucchiarella di legno, forte, dicendomi “adesso ti faccio vedere come si tratta una puttana”. Ero confuso e non capivo tutta quella violenza, ho provato a girarmi ed ho visto il suo cazzo dritto, eccitato e nel vedere tanta eccitazione cominciavano a piacermi quei colpi fino a che mi ha preso da dietro, con irruenza e decisione, sentivo i suoi gemiti in un misto di rabbia e piacere, fino a sentirlo godere dentro di me.
Ero sfinito e dolorante fino alle lacrime. Mi sono girato e lui era lì, dietro di me, con il cazzo ancora dritto, l’ho guardato con un misto di odio e compiacimento, ma il piacere che mi ha dato a prevalso, l’ho baciato e ringraziato.
Ci sono stati molti altri incontri, e la cucchiarella si è accompagnata alla cinghia e poi alla frusta. Incontri all’aperto fatti di umiliazioni e sottomissione a chiunque incontrassimo nei posti che lui conosceva bene.
Magari, in futuro, ci saranno i racconti degli incontri a cui mi ha sottomesso e umiliato.
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