bdsm
Schiavo di una giovane coppia 2
di aipiedi
15.01.2021 |
2.722 |
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"Entrambi rampolli di ricche famiglie..."
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Schiavo di una giovane coppia 2
Avevo superato la prova di esssere ammesso a servire i miei giovani padroni in pianta stabile 24 ore su 24. Per il momento mantenevo il mio impiego, ma si parlava di un mio eventuale licenziamento in seguito per essere assunto a tempo indeterminato in un locale di propietà dei miei padroni che,pur essendo giovani, erano piuttosto facoltosi. Entrambi rampolli di ricche famiglie. Una volta avevo visto la madre di lei, una signorona più giovane di me. Non so se sapesse le mie mansioni nella casa della figlia, ma credo di sì. Aveva una certa luce inequivocabile negli occhi. Chissà un domani magari i miei padroni mi avrebbero ceduto per una notte alla madre di lei. Era già capitato che una volta mi avessero, come dire, noleggiato a una signora cinquantenne loro amica che era venuta a trovarli.
Virna mi aveva presentato come il loro schiavo. Non ero nudo, ma vestito normalmente.
La donna chiese alla mia padroncina se leccavo bene i piedi. Lei rispose che ero un leccatore imbattibile,lunsinghiero, vero? Era una passione della cinquantenne farsi ciucciare i piedi. Allora gentilmente Virna le domandò se voleva provarmi. L'ospite rispose che l'avrebbe fatto volentieri, ma erano due giorni che non si lavava i piedi. Virna rispose che non c'era nessun problema, anzi allo schiavo sarebbe piaciuto di più. Detto fatto la signora Virna mi ordino di accucciarmi ai piedi di donna Cristina e mi accinsi al compito a cui ero adiibito. Aveva bei piedi, ben curati, con uno smalto celeste, appunto un po' odorosi ma di mio gradimeto. Un afrore di cuoio, dovuto alle sue calzature., ma da come me li metteva in faccia e come me li spingeva con una certa
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Avevo superato la prova di esssere ammesso a servire i miei giovani padroni in pianta stabile 24 ore su 24. Per il momento mantenevo il mio impiego, ma si parlava di un mio eventuale licenziamento in seguito per essere assunto a tempo indeterminato in un locale di propietà dei miei padroni che,pur essendo giovani, erano piuttosto facoltosi. Entrambi rampolli di ricche famiglie. Una volta avevo visto la madre di lei, una signorona più giovane di me. Non so se sapesse le mie mansioni nella casa della figlia, ma credo di sì. Aveva una certa luce inequivocabile negli occhi. Chissà un domani magari i miei padroni mi avrebbero ceduto per una notte alla madre di lei. Era già capitato che una volta mi avessero, come dire, noleggiato a una signora cinquantenne loro amica che era venuta a trovarli.
Virna mi aveva presentato come il loro schiavo. Non ero nudo, ma vestito normalmente.
La donna chiese alla mia padroncina se leccavo bene i piedi. Lei rispose che ero un leccatore imbattibile,lunsinghiero, vero? Era una passione della cinquantenne farsi ciucciare i piedi. Allora gentilmente Virna le domandò se voleva provarmi. L'ospite rispose che l'avrebbe fatto volentieri, ma erano due giorni che non si lavava i piedi. Virna rispose che non c'era nessun problema, anzi allo schiavo sarebbe piaciuto di più. Detto fatto la signora Virna mi ordino di accucciarmi ai piedi di donna Cristina e mi accinsi al compito a cui ero adiibito. Aveva bei piedi, ben curati, con uno smalto celeste, appunto un po' odorosi ma di mio gradimeto. Un afrore di cuoio, dovuto alle sue calzature., ma da come me li metteva in faccia e come me li spingeva con una certa
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violenza in bocca si capiva che sarebbe stata una "cliente" non facile.
Virna era un ospite molto accogliente chiese alla sua amica se avrebbe voluto appatarsi con me per usarmi come più le piaceva.
La signora Cristina le rispose che preferiva noleggiarmi e avermi per se a casa sua. Non assistetti alla contrattazione del noleggio, ma subito venni affidato alla signora che chiamò col cellulare un taxi che ci condusse nella sua lussuosa magione, non distante sempre in zona Porta Venezia.
Appena arrivati la Signora Cristina mi ordinò di spogliarmi completamente e di mettermi in ginocchio. Mi spiegò che la posizione eretta mi era vietata a un subumano come me. Mi impose di aprire la bocca e ci sputò dentro. Forse a voi farebbe schifo, ma a me eccitava.
Nudo avevo un po' freddoe in ginocchio non si sta comodi. Comunque attendevo immobile. Non sapevo quanto in seguito sarei stato riscaldato.
La signora Cristina apparve nel salotto, indossava una vestaglia di seta. Il suo seno rigoglioso. Spiccava dal corpetto del suo busto. Faceva come si dice la sua porca figura. M'ordino di chinarmi e di baciarle i piedi. Calzava delle pantofoline col tacco, ma tipo sandali. Con la lingua arrivavo a leccarle le dita dei piedi. Mi prese a calci, calci violenti. L'avevo capito subito che non era un donna tenera. M'ordinò di seguirla in garage. Lì era una specie di croce a cui mi legò stretto.
Oggi non ho voglia di scoparti o farmi scopare, ma m'attira l'idea di frustarti e di vedere come sopporti la frusta-.
Le risposi che ero pronto. Senza indugio prese a frustarmi con violenza. Dopo i primi colpi mi lamentavo e lei mi colpiva con foga maggiore. Presi a supplicarla di smettere o almento
sospendere il doloroso trattamento. Niente da fare. Non so quante rustate mi diede, ma furono parecchie. La schiena era tutta rigata.
Arivò un auto, una Mercedes berlina serie 600. Un anziano ma prestante e distinto signore scese dall'auto. Era Luigi , il marito di Cristina che si avvicinò e le chiese cosa diavolo stesse facendo.
Non vedi? Raccolgo margherite-.
Il signore, viste le mie condizione, le intimò di smettere. Lei non se ne diede per inteso e mi appioppò altre cinque sonore frustate. Poi disse al marito di slegarmi. Il signor Luigi le chiese se ero un nuovo schiavo ribelle. Lei gli rispose che mi aveva avuto in prestito.
Non ti chiederreanno conto di come hai ridotto 'sto disgraziato?-
Ma no, L'ho affittato e ho dato cinquecento euro a quella troietta.-
Quando ilsignor Luigi mi slegò caddi per terra. Molti per un trattamento simile sarebbero svenutoi, ma io purtroppo ero ancora cosciente.
Chiesi il permesso di fare una doccia che non mi venne accordato. La signora mi mise in mano venti euro, mi chiamò un taxi e mi disse di sparire.
La signorina Virna quando mi vide così conciato trasecolò. Cercò di telefonare alla singora Cristina , ma l'apparecchio della virago era spento. Nè Virna nè il marito era contenti del trattamento da me subito era come se avessero rovinato loro della merce, io!
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