tradimenti
Come diventi anch'io un cuckold
di aipiedi
08.07.2023 |
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"- - Si era fatto piuttosto tardi, superata l’ora canonica di cena..."
Ora mi si potrebbe definire un maturo piacente. Quand’ero giovane dai venti ai trent’anni avreste detto: Ma che bel ragazzo! Alto 1,80, fisico proporzionato, spalle large, fluenti Come capelli castani, profondi occhi azzurro-verdi. A differenza di miei coetanei meno avvenenti non avevo poi questo gran successo con le ragazze. Un motivo poteva essere che non mi accontentavo. Se mi piaceva una quella doveva essere e a quella, per un motivo o per l’altro, non andavo bene. Ricordo che a sedici anni mi invaghii di una ragazza di Firenze, costei aveva il ragazzo nella sua città, ma al mare era abbastanza disponibile. Con gli altri non per me che mi ero dichiarato dicendole che l’avrei aspettata. E lei mi prese in parola e forse dopo aver lasciato il fidanzato mi scrisse infuocate lettere d’amore invitandomi al più presto a raggiungerla a Firenze. Io allora ero preso dalle manifestazioni studentesche, ero già un quadro rivoluzionario come ahimè mi definivo. Lei mi rispondeva di parlarle pure delle mie manifestazioni ma di sbrigarmi a raggiungerla a Firenze che era come una cagnolina che cercava il padrone. Più di così? Alcuni miei compagni di liceo filavano con nostre compagne della stessa classe. Mi sembrava sbagliato come quello di coniugi che lavoravano insieme. No, forse peggio. C’era una ragazza che mi piaceva parecchio, ma non ho mai avuto il coraggio di dirglielo. Questo però avveniva prima, dai quattordici ai sedici anni. Abitavo insieme a miei genitori e a mio fratello in un appartamento di case popolari, di proprietà del comune di Milano. Fra vicini della mia scala di vista ci si conosceva tutti. Eravamo famiglie con figli piccoli e medi. Un giorno di primavera inoltrata, già piuttosto caldo, vidi un a bella signora che armeggiava nel portoncino d’accesso della nostra scala. Non l’avevo mai vista, me la sarei di certo ricordata. Non poteva passare inosservata. Valutai avesse circa quarant’anni. I maschi dai tredici ai novanta si girano a rimirarsela. Se fossero stati alla guida di un’auto avrebbero potuto provocare anche degli incidenti. Aiutai la signora a entrare in casa. Appena dentro casa, tirò su le tapparelle e si tolse la polo che indossava e rimase col solo reggipetto. Mi disse che di certo non era una donna formale, la guardassi pure liberamente Avevo uno sguardo allupato. Anzi per favorirmi si levò anche il reggiseno e mi chiese se mi piacessero le sue tette. Risposi che erano le più belle che avessi mai visto. Aveva dei jeans corti, se li levò anche quelli e anche gli slip e mi chiese che ne pensassi del suo culo. Dissi che era tutto da leccare. Cosa aspettavo a farlo allora? Insomma, finimmo a letto, un paio d’ore di sesso travolgente. Forse fu lei a farmelo notare che ero così lento a venire che davo più piacere alla donna. Chiacchieravamo amabilmente nudi sul letto. Mi parve di sentire che veniva aperta la porta di casa.. Tranquilla lei mi disse di non preoccuparmi, era suo marito. Sì era proprio così, Io ebbi quasi una sincope. Mi calmò dicendo che lui era un cornuto. – Allora Gianni vieni qui. Dì al mio nuovo stallone Luca se non è vero che sei un cornuto e…contento?- - Il termine adatto è cuckold- Era la prima volta che sentivo quella parola presa dalla lingua inglese, ma quello che mi stupiva era l’estrema indifferenza di quel tipo a trovare la sua legittima consorte a letto con un giovane sconosciuto nudo come un bruco. – Adesso Gianni fa il tuo dovere. - Con un certo garbo l’uomo mi sposto e prese a leccare la donna. Non potevo essere eccitato, lo stupore superava l’eccitazione. – Sì Luca, Gianni adora leccarmi la figa farcita con la sborra di un altro-. Dopo averla leccata per bene. Chiedendomi permesso l’uomo prese a montare la moglie con foga, ma non ci mise molto a venire. – Vedi Gianni scopare con Luca è un’altra cosa. Ci mette ore a venire la seconda volta. Lo so che per farlo una seconda volta a te serve almeno un’ora e poi rivieni in fretta. - - Si era fatto piuttosto tardi, superata l’ora canonica di cena. I miei m’aspettavano, ma accettai lo stesso l’invito di quegli strani coniugi. Adesso i cuckold, gli swinger sono cosa nota, pensate a com’era più di trent’anni fa. M’invitarono a dormire da loro tutti nello stesso letto. Non facemmo sesso solo un po’ di petting. Ci addormentammo presto e presto mi alzai. Andai in cucina dove mi raggiunse Gianni che preparò il caffè per entrambi Era curioso che un giovane uomo come me e uno con qualche anno in più nudi come bruchi sedessimo in cucina a sorbire un caffè. Ad un certo punto Gianni mi si avvicinò e trovai la mia bocca sul suo cazzo e lo spompinai mentre il porco mi schiaffeggiava. Mi obbligò a succhiare tutto il suo liquido. Era il mio primo pompino e non posso dire non mi sia piaciuto ed anche a Gianni del resto. Disse che si era accorto che non aspettavo altro e mi raccomandò di non dire niente alla moglie. Vista la mia evidente tendenza alla sottomissione l’uomo mi chiese se volessi diventare loro schiavo. Accettai dicendogli però che non ero attirato da rapporti anali penetrativi. – Vedremo. – Fu la sua risposta che non prevedeva una futura rinuncia a sodomizzarmi. Nonostante le sue insistenze e anche quella della moglie salvai il mio culetto da spiacevoli incursioni. Solo una volta lei mi penetrò con un dildo e mi fece anche piuttosto male. Con Gianni appresi la filosofia” cuckold., costui gode nel vedere la moglie che s’intrattiene sessualmente co un altro uomo. Può essere partecipe o solo contemplativo, ma sempre presente alla monta. Sì, ci sono anche quelli che aspettano a casa la moglie che si fa montare a destra e sinistra, ma è più raro. A volte succede così perché uno dei coniugi è lontano dall’altro magari per motivi di lavoro. Spesso capita che una donna si sceglie un compagno cuckold perché attratta da maschi più giovani che possono diventare anche parecchi. Essere moglie del cuckold le dà una certa rispettabilità. L’andirivieni di giovanotti nella loro casa non suscita alcuno scandalo. Sarebbe sospetto se lei fosse da sola. Se una coppia riceve diversi amici anche tutti o quasi maschi viene considerata una coppia socievole. Se lo fa una donna viene bollata come una poco di buono.
Un bel po’ di anni dopo l’incontro con questa coppia conobbi una signora molto piacente e molto promiscua. Aveva più o meno la mia età, me l’ha svelata solo quando non ne ha potuto fare a meno. Si accoppiava solo con ragazzi giovani sotto i vent’anni. Alcuni dicono anche minorenni, ma a me non risulta. Ci frequentammo. Ero molto attratto da lei che oltretutto era una donna colta e di buona famiglia, anche se la sua famiglia disapprovava il suo comportamento e l’aveva emarginata. Dopo poco tempo che la conoscevo fui invitato a cena dai suoi genitori che tutto sommato mi trovarono una persona gradevole anche se non vicino alle loro aspettative come marito della loro benedetta figliola. Dopo cena riuscii a sentire brani di conversazioni fra Jessica e suo padre che s’esprimeva con un blando favore nei miei confronti. Per me imparentarmi con loro ero un indubbio vantaggio, il figlio di una portinaia e di un operaio diventava genero di uno stimato e ricco commendatore. Dopo un breve fidanzamento convolai a nozze. Come sfiguravano i miei in quel ricevimento di altolocati e facoltosi borghesi. Mi vergognavo di loro, figlio ingrato! Dopo un favoloso viaggio di nozze in cui Jessica si concesse amplessi esotici con colored superdotati e non. io guardavo e solo su invito partecipavo. Tutto sommato mi ero adattato alla situazione. Al ritorno mio suocero mi diede un’invidiabile posizione nella sua azienda. Mi disse che aveva pensato di farmi cominciare dal basso ma non gli era parso il caso. Avevo una qualifica, un buon stipendio, ma avrei comunque dovuto impegnarmi per raggiungere gli standard dei suoi quadri in azienda. Il mio atteggiamento acquiescente e remissivo giocò in mio favore anche se determinò una sorta di sfruttamento soprattutto da mia suocera che era una bella donna, volitiva molto più giovane del marito che aveva sposato in seconde nozze. Ero indotto a sospettare che provasse una certa attrazione per me, ma cercavo in tutti i modi di non darle corda che se no mi sarebbe servita per impiccarmi. Anche le due sorelle di Jessica mi trattavano come una sorta di loro domestico. Lo feci notare a mia moglie che fece spallucce e mi consigliò di trovarmi al più presto un’amante. Non era una cattiva idea ed era contemplato nel nostro accordo di coniugi. Anche in questo campo bisognava procedere con la massima cautela. La persona prescelta doveva essere attentamente vagliata, non doveva in alcun modo creare scandalo. Per un paio d’anni presi a frequentare le peggiori zoccole della mia città e dell’Hinterland. Addentrarmi in una specie di casba, dove odori intensi anche sgradevoli ammorbavano l’aria. Il peccato venduto e comprato con pochi deca. L’igiene e la profilassi che lasciavano a desiderare. Non chiedevo di scopre senza preservativo, ma nemmeno mi veniva offerto. Certo alloranon c’era ancora l’Aids, ma le malattie veneree sì. Prediligevo le prostitute di una certa età. Dal corpo se non proprio sformato non certo perfetto. Non mi piacevano le donne magre. In carne senza esagerare mi andavano bene. Fortunatamente non ero preda del vizio dell’alcool, né tanto meno di droghe pesanti. Sì qualche striscia di coca me la facevo, ma non ero abitudinario. Ho visto miei amici e conoscenti rovinarsi e morire per le sostanze che assumevano. Ho visto altri rovinarsi giocando con le macchinette mangiasoldi. Quelli che facevano pocherini con gli amici sopravvivevano. Io ero fra questi e con le carte, non faccio per vantarmi, ero dannatamente bravo. Per un certo periodo mio suocero mi aveva fatto seguire. Me n’ero accordo subito e il periodo in cui fui seguito mi comportai come un angioletto. Per la famiglia di mia moglie io ero un porto sicuro. Un approdo a cui Jessica potesse attraccare e stare tranquilla. Raramente da soli facemmo sesso. Capitava quando era con un altro. Tutto cambiò quando conobbi una giovane donna, ma questa è un’altra storia, magari ve la narrerò un’altra volta
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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