bdsm
La prima volta con la mia Padrona (2)
di Leonidasspartan
12.12.2024 |
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"Non aveva indossato le mutandine e quel fiore di carne mi eccitava talmente che ero in erezione costante..."
Riprendo la descrizione della mia iniziazione al FENDOM. Ribadisco che si tratta di una esperienza reale, adattata a racconto. Guardai il calice pieno della divina urina della mia Padrona. Era colmo quasi fino all’orlo. Il liquido era giallo chiaro con una lieve corona di piccole bolle.
Lo presi in mano e sentii il calore dell’urina.
Una frustata sul mio membro eretto mi risvegliò dalla contemplazione.
“Cosa aspetti coglione! Ti ho detto di bere. E non devi sprecarne nemmeno una goccia. E’ un elisir prezioso.”
Cominciai a bere a piccoli sorsi, ero in ginocchio con le coscie aperte. I miei testicoli penzolavano esposti alle voglie della Mistress, che non si fece attendere.
Il frustino si abbatte’ sui coglioni con precisione millimetrica.
“Merdaccia! Ti sembra il modo di bere? Ingoia tutto di un fiato!” Seconda frustata sui coglioni.
Ingoiai tutto rapidamente. Altra frustata sui coglioni.
“Come si dice, vecchio segaiolo?”
Ringraziai ad alta voce per evitare di farmi massacrare i testicoli che già erano dolenti e cominciavano a gonfiarsi.
Per quanto mi riguardava era già abbastanza, ma non per la mia Padrona.
Ero sempre in ginocchio con il collare al collo ed il guinzaglio nelle sue mani.
Strattonò il guinzaglio e mi ordinò di avvicinarmi a quattro zampe alla mensola dove era esposti in bella mostra dildo e plug di varie dimensioni.
“Accucciati come la cagna in calore che sei , coglione, ed esponi il tuo buco del culo che voglio prepararlo ad essere sodomizzato. Te lo metterò in piega con un bel plug di metallo lucente.”
Guardò con occhio esperto il mio ano e disse:”Bisogna allargarlo, anche se di vede che lo prendi in culo già da tempo, da troia frocia quale sei.”
“Guarda con cosa te lo apro.”
Mi mostro’ un plug lungo una quindicina di centimetri con l’estremità a forma di cappella di dimensioni notevoli e la parte terminale più stretta che lo sfintere avrebbe avvolto per mantenere in sede l’attrezzo.
“Succhialo troione! E fallo per bene perché non userò lubrificante per impalarti!”
Benché non fosse la prima volta che mi inculavano le dimensioni del plug erano tali che lo innondai di saliva per attenuare l’attrito al momento dell’inserimento.
“Di solito prima di impalare i miei schiavi provo con le dita la pervieta’ del buco del culo, ma per te farò un’eccezione. Te lo ficco dentro a crudo perché mi sei simpatico e ti voglio far provare come si impalano gli schiavi a casa mia.”
Ciò detto infilo’ con decisione la punta del plug nel buco del culo e lentamente, ma con decisone comincio’ a penetrarmi.
Superato lo sfintere esterno già avezzo alla dilatazione arrivo’ a quello interno che ha un tono ben maggiore.
Cominciai a sentire che la grossa testa del plug dilatava il culo fino a quando lo sfintere cedette di colpo e venni impalato dal lungo bastone che penetro’ per tutta la sua lunghezza. Urlai dal dolore.
La mia Padrona rise di gusto e, non contenta, estrasse il plug e lo infilo nuovamente in profondità dilatandomi di nuovo. Fu sempre doloroso, ma provai un certo gusto nel sentirmelo inserire nuovamente, per cui mugolai un “Siii..”
“Non avevo dubbi che tu fossi una troia pervertita, ma adesso ne ho la conferma” disse.
“E non credere che sia finita. Poi ti inculero’ con questa serie di strap on, e godrai ancora di più. Andrai a casa con il culo slabbrato”
Dicendo questo mi mostro’ tre cazzi neri di gomma di diametro e lunghezza crescenti l’ultimo dei quali era veramente enorme.
Mi fece alzare in piedi e camminare per la stanza impalato come ero.
“Troia, vedo che ti piace sentire il palo che hai nel culo muoversi mentre cammini. Vero puttanona?”
Assentii ad alta voce per evitare ulteriori punizioni.
Ero comunque ipnotizzato da vista della figa della mia Padrona. Non aveva indossato le mutandine e quel fiore di carne mi eccitava talmente che ero in erezione costante.
Naturalmente la Padrona se ne accorse.
“Ti ho già detto che non mi scoperai mai. Ma sappi che da oggi in poi tu sei di mia proprietà. Ed in particolare il tuo cazzo e’ mio e non potrai usarlo con nessuno. Quindi se sei eccitato non sperare di andare a casa e scopare quella cornuta di tua moglie.
Ti ridurrò il cazzo in condizioni tali che non potrai farlo vedere a nessuno, e tanto meno usarlo.
Quando sarà di nuovo utilizzabile dovrai tornare da me, in modo tale che per altri 20 giorni sarà utilizzabile solo per pisciare.”
Detto questo affondo le sue unghie sulla mia cappella che comincio’ a sanguinare.
Segue ….
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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