bdsm
La prima volta con la mia Padrona (3)
di Leonidasspartan
20.12.2024 |
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"Ero alla sua mercé con un culo dilatato in modo osceno..."
Con le lunghe unghie della mia Padrona conficcate nella cappella capii che ormai ero di sua proprietà. Urlai per il dolore, ma anche per un sottile piacere che mi stava attraversando il corpo.
Il mio membro eretto diventò ancora più duro (grazie anche al Viagra che avevo assunto per non fare brutta figura).
La mia Padrona mi fece nuovamente inginocchiare davanti a lei e, dopo aver lasciato libero il mio cazzo, lo guardo’ soffisfatta osservando le sottili linee di sangue che lo striavano provenienti dalle sue unghiate sulla cappella.
“Discreto lavoro verme. Dovresti sentirti onorato. Ma adesso lo continuerò. Voglio vedere quanto resisti vecchio segaiolo da strapazzo.”
Mi ammanetto’ con le mani dietro la schiena e lego’ le caviglie in modo che non potessi alzarmi ne reagire in qualche modo.
“Ho voglia di fumare. Ma non ho il portacenere.” E mi guardò.
“Che sbadata. Ho un bel portacenere proprio qui davanti a me. Ti mangerai un po’ di cenere culattone debosciato. Ti piace, non è vero?”
Non potevo far altro che assentire.
“E poi mentre fumo ti farò qualche carezza con la punta della sigaretta sul tuo inutile cazzo e sui tuoi coglioni rinsecchiti, vecchio stronzo finocchio.”
Mi mollo uno schiaffone in faccia:
“Dimmi che cosa sei ? Parla!”
“Sono il vostro schiavo sottomesso.”
Altro schiaffone. “Cosa? Ma allora non capisci un cazzo!”
“Sono un vecchio segaiolo ricoglionito e culattone. Merito di essere trattato come una merda. Sono il vostro cesso e la vostra pattumiera. Voi siete la mia Padrona e vi appartengo completamente.”
“Molto meglio troia”
Si accese la sigaretta. Fumo’ per qualche secondo e quando la sigaretta fu ben accesa scosse la cenere nella mia bocca aperta.
Guardò il mio cazzo e con evidente piacere tocco’ con la punta della sigaretta la mia cappella tesa e lucida, lo fece in più punti. Ad ogni toccatura sobbalzai per il dolore.
“Stai fermo coglione!” disse stringendomi lo scroto fino a farmi urlare.
Continuo’ a bruciarmi cappella, asta e scroto. Le bruciature sui coglioni erano particolarmente dolorose. La Mistress lo sapeva per cui insisteva con meticolosa precisione proprio in quella zona.
Infine la sigaretta si consumò.
“Schiavo, ti sei mangiato la cenere, ti ho stuzzicato cazzo e coglioni con un po’ di calore e adesso viene il bello. Bisogna spegnere la sigaretta! Dove la spegniamo lurida merda?”
Mi afferro’ il cazzo e senza la minima esitazione spense la sigaretta sulla cappella!
La spense proprio per bene ! Provocando una bella ustione circolare sulla superficie posteriore della cappella.
Urlai il mio dolore e come al solito la mia dominatrice scoppio’ in una risata sonora.
Mi ero accasciato sul pavimento, piuttosto provato dalla iniziazione alla quale ero stato sottoposto.
La mia Padrona mi slego le caviglie e mi ordinò di alzarmi.
“E’ quasi passata la tua ora di punizione. Ora passiamo al gran finale. Ti aprirò il culo per bene! Sei contento vero, coglione?”
Ormai rassegnato e completamente sottomesso assentii con voce chiara.
La padrona afferrò il mio membro ancora eretto e mi strattonò verso una specie di panca sulla quale mi fece sdraiare prono e mi lego’ braccia e gambe, queste ultime allargate in modo da mettere bene in evidenza l’ano.
“Sei una autentica baldracca, si vede molto bene che prendi cazzi in culo regolarmente, ma non certo con cazzi delle dimmesioni di quelli che ti apriranno il culo oggi.”
Non potevo vedere cosa mi aspettava poiché la Mistress era dietro di me.
Ma ben presto mi resi conto di quanto vero fosse quello che mi aveva promesso.
Con un gesto rapido mi tolse il plug che avevo nel culo e mi penetro’ con un dildo di notevoli dimensioni, sia in diametro che in lunghezza.
Con abilità me lo inserì completamente.
Rimasi senza fiato per un breve periodo e quando la mia Padrona comincio’ a stantuffarmi con decisione emisi un mugolio misto di dolore e piacere.
“Che vecchia troia sei!! Ti piace vero, porco? Adesso ti faccio provare il successivo diametro.”
Armeggio per un breve momento e poi sentii il palo che mi avrebbe inculato. Doveva essere enorme.
“Non credo che riuscirò a prenderlo Padrona!”
“Devi!” Fu la laconica risposta. E così fu.
Mi sodomizzo’ dilatando il mio ano con decisione. Quando arrivo’ allo sfintere interno ebbe la pietà di procedere con delicatezza. Quando sentii cedere lo sfintere urlai di eccitazione.
“Come vedi hai un culo da troia perfetta. Prenderai con facilità anche l’ultimo cazzo. Ma prima ti allargo per bene con questo.”
Mi scopo’ con decisione, anche estraendo completamente il dildo e inserendolo completamente di nuovo più volte. Ero alla sua mercé con un culo dilatato in modo osceno.
“Sfondiamo questa cagna.”
Continuava ad estrarre e inserire il grosso pene di gomma nel mio ano ormai aperto. La cosa cominciava a piacermi. Lei se ne accorse e mi insulto’ nuovamente:”Sei una lurida baldracca, ti meriti l’ultima penetrazione.”
Mi fece vedere l’ultimo strap on.
“Guardalo bene e immagina come ti ridurrò il culo tra poco.”
Era veramente esagerato, di colore nero, largo e lungo come il membro di un animale.
La supplicai di risparmiarmi, ma la risposta fu una sberla sui testicoli.
Fu gentile per una volta e mi penetro’ lentamente dilatando il mio canale anale progressivamente fino ad inserire completamente il grande palo nero. Poi comincio’ a stantuffarmi. Mi sentivo riempito dal quel mostruoso organo.
Continuo per lunghi minuti e devo ammettere che provai piacere.
Alla fine uscì dal mio intestino e sentì che armeggiava con il cellulare.
“Guarda come ti ho aperto vecchio culattone. Da oggi potrai farti inculare anche da un cavallo.”
Mi mostro’ la foto del mio ano dilatato e aperto.
“E adesso segati e sborra per la tua Padrona.”
Mi slego’ e si sedette sul suo trono per guardare mentre in ginocchio mi masturbavo.
La manovra era dolorosa per via delle bruciature, ma alla fine l’eccitazione mi vinse ed eiaculai sul pavimento.
La mia Padrona si alzò, mi prese per i capelli e disse:”Bravo schiavo, adesso pulisci il pavimento con la lingua, sai che odio il disordine.”
Ciò detto mi spinse la testa sul pavimento e mi costrinse a leccare il mio sperma.
“Sei un bravo schiavo. E ormai mi appartieni. In particolare il tuo cazzo e’ mio per sempre. Come vedi non potrai scopare per almeno una settimana e tra una settimana ti voglio qui di nuovo. E te lo renderò nuovamente inservibile. Non potrai più usarlo con nessuna donna e tantomeno con quella cornuta di tua moglie.”
E così fu.
Da quel giorno cominciò la mia avventura da schiavo.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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