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Lui & Lei

ricatto alla collega


di arezzino
31.08.2012    |    35.109    |    1 8.1
"Arriviamo all’ora di pranzo che ho finito di correggere tutto il suo lavoro, ma a lei che e’ proprio nel pallone non dico nulla, se non frasi di..."
Leggendo un altro racconto di intrighi fra colleghi, mi sono ricordato quello che mi e’ successo qualche tempo fa al lavoro, dove oltre che per meriti, hanno assunto diverse persone per altri motivi, fra queste alcune ragazze molto discrete, il cui scopo principale e’ per scoparsele i vari dirigenti.
Fra queste c’era Patrizia, alta bionda, cosce tornitissime, culo da infarto, unico suo grande difetto tette inesistenti, zero assoluto.
Lei se la faceva tranquillamente il capo amministrazione, l’avevano piu’ volte trovata
con lui in varie situazioni dove a pregare non ci si va.
Io ci avevo fatto piu’ di un pensierino, solo che a tentare di fregare la donna d’altri, in quell’ambiente, ci si sarebbe bruciati.
Solo che un mese prima, chi si era bruciata, era proprio Patrizia, non so il motivo, solo che era stata destinata a fare lavori massacranti e pieni di insidie, lei che non era abituata a la vorare seriamente, di cazzate ne aveva fatte cosi’ tante che ora era anche nell’occhio del ciclone, tanto che avevamo paura che potessero trovare qualche scusa per licenziarla, e anche lei ne era consapevole.
Arriviamo al fatto, una sera poco prima dell’ora di uscita, Patrizia si presenta da me e mi dice preoccupata.
- Senti Arezzino, mi sono resa conto di aver totalmente sbagliato il lavoro per quel preventivo, ho confuso euro, con dollaro, non ho considerato i tassi di cambio e dopodomani devo presentare questo progetto preventivato, domani mi dai una mano per farlo decentemente?
- Patrizia, mi stai chiedendo una cosa pazzesca, fare da capo questo lavoro vuol dire che domani non faro’ niente del mio lavoro.
- Me ne rendo conto, ma ti prego, per me e’ importante, lo sai che la mia situazione e’ critica
- Lo capisco, ma se ti aiuto, tu poi me la fai togliere una soddisfazione?
- In che senso?
- Hai un culo da avola, fai sognare tutti, voglio scoparti a pecorina
- Ma sei matto?
- No, sono normalissimo
- Ma che dici? Mi ricatti?
- Prendila come vuoi, io domani dovrei farmi un mazzo cosi’ tutto il giorno per che cosa altrimenti?
- Per un piacere ad una collega
- Senti patrizia, se vuoi che ti aiuti domani vieni con una gonna larga, io lavoro per te tutto il giorno e se necessario anche a casa la sera, ma dopo pranzo prima di rientrare, si va nella stanza del mio archivio e ti voglio scopare.
- Ma senti, senti, ....
- Vedi tu, io ho detto tutto, ti saluto che stasera devo uscire puntuale
Io ci avevo provato, era ovvio che il giorno dopo se non veniva con intenzioni erotiche, l’avrei aiutata lo stesso, ma il tentativo l’avevo fatto lo stesso, tanto nella merda c’era lei in questo momento e se per caso parlava in giro, ora si sarebbe ancor bruciata lei.
La mattina arrivo al lavoro ricordandomi appena di Patrizia, entro in ufficio e me la trovo seduta nella sedia libera che ho accanto alla scrivania.
- Ho troppo bisogno di te, Arezzino, mi devi aiutare, ho sgombrato parte della tua scrivania, cosi’ ho messo tutto il mio lavoro sopra per essere ben valutato.
Alzandosi, mi accorgo che Patrizia indossa una gonna fin appena sopra le ginocchia, ma bella larga, una bella camicetta quadri, sembra in poche parole una liceale.
Per non perdere tempo mi butto su quello che lei ha fatto e dopo poco mi accorgo che i concetti di dove lavorare non sono errati, quello che ha sbaglato sono i calcoli
avendo confuso dollaro/euro. Quindi mi rendo conto che il lavoro e’ meno complicato del previsto, ma a lei non dico niente, anzi le faccio capire che sono cazzi amari da risolvere, lei e’ cosi’ confusamente preoccuata, che non nota che sto solo correggendo alcune cifre.
Arriviamo all’ora di pranzo che ho finito di correggere tutto il suo lavoro, ma a lei che e’ proprio nel pallone non dico nulla, se non frasi di incoraggiamento.
- Vedrai che riusciremo a farcela entro stasera
- Riusciremo? Riuscirai, io proprio sono qui solo per presenza
- Si ma la tua presenza sara’ necessaria al ritorno dalla pausa
- Ma tu sei sicuro..... che... cuoi..........
- Ma che dici? Saro’ sicuro???
Dopo aver mangiato qualche cosina in mensa, torniamo in ufficio, e non avendo altri colleghi intorno, visto che ora tocca loro andare in mensa, ho preso per mano Patriiza e l’ho portata nella stanza dell’archivio, stanza abbastanza nascosta, come tutti gli archivi, ho acceso una luce piu’ lontana e ho portato con me Patrizia.
-qui staremo tranquilli, se per caso entra qualche persona accende l’altra luce e abbiamo tempo per sistemarci.
- ma tu che cosa vuoi fare???
- Ecco cosa voglio fare.
Dopo aver tolto da uno scaffale del materiale, e con della carta aver pulito l’ambiente, l’ho presa e l’ho fatta appoggiare allo scaffale, e con decisione ho iniziato ad accarezzarle prima la schiena, le gambe, poi dopo averle alzato la gonna ho cercato il suo splendido culo e glielo ho accarezzato, due chiappe sodissime, culo eretto e sodo, il piu’ bello che mi e’ capitato fra le mani, con delicatezza le ho tolto gli slip, facendoglieli calare e poi lei alzando prima una gamba epoi l’altra se l’e’ fatti sfilare.
Io ero gia’ eccitato prima, poi dopo averla accarezzato l’erezione era prontissima.
Mi sono abbassato e le ho fatto allargare le gambe, e con la bcca mi sono avvicinato alla sua patatina e con la mia sapiente capacita’ ho iniziato a leccarliela aiutandomi con un dito e poi due nel penetrarla, anche per farla abiutare al mio inquilino.
Il momento era giunto anche perche’ il tempo era limitato, mi tiro giu’ la cerniera e mi prendo il cazzo in mano una leccata alla mano e poi passaggio nella cappella per una lubrificatina e via imbocco verso il traforo del monte bianco, appoggio la cappella nella figa, faccio capire la cosa a Patrizia, la sorrrego quel tanto che lei si alza ancora un poco per permettere la penetrazione una spinta e via.

Che goduria, poi devo ammettere che Patrizia ci sa fare, in quanto si aiuta con dei movimenti che le permetteno di sentire meglio il mio cazzo e di farmi provare ancora piu’ piacere.
D’istinto le prendo la camicetta e gliela sbottono e mi rendo conto che lei e’ senza reggipetto.
- qui troverai poco
Capisco a quello che si riferisce
- Non ti preoccupare e’ bello lo stesso, le tette son sempre tette
Le afferro il seno e mi accorgo che l’unico divertimento posso essere i suoi capezzoli, ma la cosa che mi rendo conto e’ che lei ha un culo cosi’ bello che sento il piacere anche quando in qualce momento il cazzo esce dalla fige e continua fra le sue chiappe. Decido di prvare ad alzare il tiro, porto il mio pisello verso il suo culetto e con un colpo deciso senza darle tempo di pensare do una bella spinta.
- Ahiiii, ma che fai? Nel culetto devi fare piano, me lo sfondi
- Stai tranquilla non ho mai sfondato nessu culetto
E prendendo il cazzo sempre fra le mani lo punto nel suo culetto, uno due e tre,
una spina leggere, appena piu’ forte, piu’ forte e via dentro, e’ entrato ocn poca fatica, il movimento aumenta piano piano, finche’ non mi rendo conto di essere sul punto buono di venire, faro’ la figura di quello che non sa resistere molto, in fondo e’ tardi, puo’ venire qualche persona, fatto sta che sento la testa che sta muovendosi, si abbandona l’orgasmo arriva, si arrivaaaaaaaaaaaa.
La goduria e’ forte ed intensa come ogni volta che si gode dentro il buchetto del culo, la spinata continua per qualche secondo finche dimunisce sempre di piu’ fino all’abbandono finale.
Nel frattempo ho notato che Patrizia aveva allungato la sua mano verso la sua patatita e s’era massaggiata.
- hai il piu’ bel culo che ho mai visto, ed ho avuto modo di apprezzare
- grazie, ho goduto anche io comunque, non so se mi hai sentita
- no me ne sono accorto ma ne sono contentissimo
Ci rimettiamo a posto, io avevo dei fazzoletti sia di carta che quelli per pulirsi e in qualche maniera siamo ritornati in ufficio.
-senti Patrizia, io ora non ho piu’ bisogno di te, lo finisco da me il lavoro e ti chiamo appena pronto.
- ok, penso di non doverti ringraziare in quanto l’ho fatto in altro modo, ci sentiamo dopo.

La cosa e’ nata e morta li’ in quanto Patrizia ha combinato tanti altri casini, ce e’ stata dirottata in una funzione dove non avrebbe combinato altri danni.


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