Lui & Lei
La mia vicina Primo racconto
di civorrebbe1amico
02.02.2016 |
2.761 |
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"Le poggiai una mano sul ginocchio e lei non fece una piega, forse se lo aspettava da un po'..."
Quello che vi racconterò è l'inizio di una storia durata 4 anni. Abito in un piccolo complesso composto da tre palazzine residenziali dove ci sono parecchi garage che si affittano. In uno di questi (proprio sotto la finestra della mia cucina) parcheggiava l'auto una tipa che abitava nella villetta di fronte e che avevano più macchine. Lei conviveva con un tipo che solo dopo un anno ho scoperto essere impotente. Tutte le mattine veniva a prendere l'auto e la ritirava alla sera. Una donna che sprizzava erotismo da tutti i pori, bionda naturale con i capelli lunghi e vaporosi, sempre impeccabile nell'abbigliamento e nel trucco, abbinava ogni cosa meticolosamente e sapeva come portarli. Insomma, una DONNA che un tipo come me non poteva assolutamente non notare e nemmeno perdere l'occasione di provarci. Mi intrigava il suo modo di camminare, il suo modo di muoversi, di vestire da donna. Portava quasi sempre gonne e ogni vota che saliva in auto a scendeva dall'alto della finestra potevo ammirarle le gambe che erano perfette.Una mattina ci incontrammo davanti al garage e iniziammo a chiacchierare. Era socievole e mi intrigava ancora di più. Decisi che dovevo provarci e così iniziai a creare le situazioni per poterla vedere e parlarle dal vivo quando veniva in garage. nel periodo natalizio mia moglie andò a trovare i suoi genitori e io rimasi da solo per due settimane. Quale occasione migliore per provarci? Glielo dissi con anticipo e le proposi di uscire insieme un giorno. Fare un giro per Torino, mangiare qualcosina e poi ...... si vedrà le dissi. Lei non ci pensò su due volte e disse: " ok, fammi sapere quando, io non ho problemi". Il giorno dopo la partenza di mia moglie ci vedemmo, concordammo il posto dove lasciare la sua auto e andammo a Torino con la mia. Quando scese dalla sua auto per salire sulla mia, (le aprii la sua portiera, poi la mia e la richiusi) lei non fece nulla per mettere in mostra le sue gambe. Era vestita in maniera femminile, gonna sopra il ginocchio, scarpe con tacco, calze nere, maglioncino leggero e accessori, tutto abbinato. Salii in macchina incredulo, misi in moto e si iniziò il viaggio. Si parlò di tutto ma poi la conversazione cadde su noi. Sul perché io le avessi fatto quella proposta nonostante fossi sposato e sul perché lei avesse accettato nonostante convivesse. La risposta fu per entrambi la stessa: perché ci manca dentro quello che si potrebbe avere fuori. Mentre viaggiavamo lei non smetteva di muoversi con le gambe in maniera provocante e mi accorsi di avere le autoreggenti (mi fanno impazzire). Glielo dissi e mi rispose che se ne era accorta che le guardavo le gambe e che le usava sempre. Le poggiai una mano sul ginocchio e lei non fece una piega, forse se lo aspettava da un po'. iniziai a carezzarle le gambe e lai assecondava la mia mano, a volte poggiava la sua sulla mia. Sentivo che aveva voglia ma non volevo bruciare i tempi per rovinare tutto.
Arrivammo a Torino mantenendo un'andatura di crociera, nel frattempo le mie carezze si erano fatte audaci e anche lei aveva ricambiato ma sia io che lei sempre fermandoci prima di arrivare ai sessi.
Mangiammo qualcosina leggera, poi, dopo il caffè le dissi: Avevo pensato di fare una passeggiata al Valentino, ma avrei un'altra idea che non mi oso proporti. Mi guardò maliziosamente e con voce suadente ma ferma mi disse: "PROPONI INVECE". A quel punto le dissi: " vorrei tanto portarti in un albergo qui vicino e stare con te". Lei mi rispose: "e che aspettiamo? Ho una voglia pazzesca di te da quando hai iniziato a toccarmi le gambe". A quel punto ci dirigemmo all'albergo e appena in stanza le feci posare la borsa sulla panca, la attirai a me e la baciai. Fu un bacio lunghissimo, passionale, caldo, sensuale. Le nostre mani si cercavano, le lingue andavano da una bocca all'altra, ci spogliammo e lei rimase in lingerie supersexy, autoreggenti e scarpe con tacco, io invece con i boxer. La portai sul letto e iniziai a baciarle, sfiorarle, carezzarle, leccarle tutto il corpo. Il suo seno era favoloso e i capezzoli dritti e duri. Poi le sfilai gli slip e mi gettai tra le sue gambe. Iniziai a baciarla all'interno delle cosce, scendevo fino alle caviglie per risalire un pochino prima della sua figa facendo in modo che lei mi desiderasse. Si muoveva, ansimava, gemeva, mi carezzava la testa, mi diceva: DAI, DAI, vai più su, ma io niente. Poi mi fermai sulla sua figa, la peluria bionda era fradicia di umori, il suo profumo inebriante, la pelle rosata delle labbra del suo sesso invitanti. Iniziai a leccarla piani piano e le sentii dire FINALMENTE!!!! Mi dedicai alle sue grandi e piccole labbra, al suo clitoride che si gonfiava sempre più come un piccolo membro. Alternavo colpetti veloci ed altri lenti, ora con la lingua completamente allungata e sottile ora con la lingua piatta. La penetravo con un dito, sentivo che le piaceva e che stava per venire. Poggiò le sue mani sulla mia testa, la tenne forte schiacciata e mi disse categorica: "NON FERMARTI", immaginate la mia eccitazione nel sapere che stava per venire. Lo fece in una maniera incredibile. Urlò, si dimenò, battè i pugni sul materasso a lungo svuotandosi tra le mie labbra.
Poi la attirai a me, ci abbracciammo e baciammo e carezzammo dolcemente. Ci ritrovammo ben presto con lei che scesa sul mio cazzo iniziò a rendermi il favore. La sua bocca era espertissima. Una vera pompinara, di quelle che sanno come si fa un vero pompino. Usava solo la bocca, la lingua e le labbra, le sue mani pochissime volte andavano sul mio cazzo e quando lo faceva era stupendo. Il mio cazzo era durissimo, dritto, gonfio, le presi la testa e a malincuore la staccai da lì. La sua bocca e il mio cazzo erano irrorati dalla sua saliva, la presi per mano e le dissi di venirmi sopra. Vedevo il suo corpo favoloso e curato salire su di me, il suo seno avvicinarsi alla mia faccia, la sua figa arrivare al mio cazzo e la sua mano he lo indirizzava dentro. La mia bocca si impadronì dei suoi capezzoli che ciucciavo, mordevo, succhiavo a turno, lei iniziò a muoversi in maniera sinuosa impalandosi con il mio cazzo che diceva di sentire fino in pancia. La feci girare e mi feci scopare di spalle, potevo ammirare quel culo favoloso che iniziai a desiderare. Mi riempivo le mani con i suoi seni mentre lei cavalcava come se fosse a cavallo. Poi la presi in diverse posizioni, il tutto alternato a qualche spompinata. La feci sdraiare a pancia sotto e le massaggiai il corpo, (dicono sia bravo nei massaggi) ma la mia intenzione era quella di approcciarmi e preparami la strada a quel culo da favola. Le allargai le chiappe e iniziai a leccarle le natiche, poi sempre più dentro fino al buco. Lei non faceva una piega e si gustava il tutto assecondandomi con mugolii, con le mani e con il corpo. La feci mettere sul fianco sinistro, il mio corpo aderiva al suo e iniziai a carezzarle il buco del culo con il dito. Mi disse: "non l'ho mai fatto, dicono faccia un male cane, non so se....." la fermai dicendole di non preoccuparsi, di rilassarsi e stare morbida. Di fidarsi di me e le promisi che sarei stato dolcissimo. Andai piano piano, ci misi tutta la pazienza e conoscenza acquisita negli anni, quando sentivo che era il caso mi fermavo, tornavo indietro lubrificavo e poi avanzavo. La parlavo in continuazione rassicurandola e lei sembrava gradire. Il mio cazzo entrò tutto in fondo a quel buchetto vergine. Lo tenni un po' dentro senza muoverlo. Il suo sfintere mi avvolgeva il cazzo completamente, era caldo e piano piano si dilatava allentando la morsa. Ogni tanto mi muovevo per assestarlo senza farle male. Quando capii che era il momento le dissi: "ora viene il bello, sono certo che godrai come una matta e che non ne potrai più fare a meno". Lei non disse nulla se non "FAI PIANO". Inizia ad andare su e giù lentamente a muovermi per assestare il mio cazzo in quel culo che si allargava sempre più, che si bagnava e che mi accoglieva in maniera generosa. I movimenti iniziarono ad essere più rapidi e anche lei muoveva il bacino per sentirlo bene Fu un crescendo che la portò ad un orgasmo violento, squassante con urla incredibili e un dimenarsi da ossessa. Finito mi disse: "sei un pazzo, ma mi piaci". Da lì fu un susseguirsi di cambi di posizioni, in culo, figa, bocca fino al mio orgasmo violento, abbondante, caldo che lei volle nella sua bocca, faccia, seno. Ci riposammo in quel letto disfatto, in quella stanza che odorava di sesso selvaggio, facemmo la doccia, ci preparammo e tornammo a casa. Da quel giorno iniziarono 4 anni di complicità e sesso sfrenato che vi racconterò le px volte.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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