Lui & Lei
La città proibita.

01.03.2025 |
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"Non mi aveva neanche sfiorato, non c'era stato un bacio..."
Mentre scrivo di questa esperienza, sono molto combattuta dal renderla pubblica o meno ma ormai uso questo sito come una sorta di blog o di diario sessuale e, forse, mi piacerebbe anche sapere cosa ne pensate voi... sperando che non usi anche lui questo sito. 😅Dicembre 2024.
Rispondo ad un ragazzo che mi aveva scritto su Instagram ma, quando mi dice di dov'è, penso: "non di nuovo!".
È un pattern che si sussegue o, meglio, una città che mi perseguita?
Gli paleso questa mia perplessità sulla sua città e scherzando gli chiedo: "Ma cosa vi mettono nell'acqua? Com'è possibile che siate tutti dei 'malesseri'?!".
Non lo avessi mai detto!
Se l'è legata al dito e per dimostrarmi che lui fosse diverso ha iniziato ad insistere per vederci, ogni giorno.
Ad un certo punto, da idiota quale sono, ho ceduto. Sapevo a cosa andavo in contro, ma ho voluto credere nella sua buona fede.
Passa a prendermi una sera di metà dicembre e dopo avermi fatta innervosire con un "si, ma restiamo dalle tue parti, perché già mi faccio 20 minuti di macchina", ci fermiamo in un parcheggio da me, anche abbastanza frequentato.
Che fastidio! Come se avessi la pretesa di fare chissà cosa! Sono stata la prima a dirgli che mi andava bene stare in macchina a chiacchierare. Ci sono persone che per me si farebbero anche un'ora di macchina e lui si lamenta di 20 minuti, non perché voglia tirarmela, ma mi fa capire il valore che ha dato al vedermi. Già li avrei dovuto capire tutto.
Appena spegne il motore, si toglie la felpa restando a maniche corte, mi guarda e dice: "ma non hai caldo con quel maglioncino?" - e
grazie amore, hai messo apposta il riscaldamento alto! - "perché non lo togli?".
Lo guardo con un'espressione esterrefatta ed imbarazzata, poi rispondo: "Fa caldo, si, ma per ora sto bene... Non mi sembra il caso."
Lui prova a convincermi con: "vabbè, ma tanto sotto hai una maglietta, no?"
Inutile dirvi che, tanto ha fatto, alla fine l'ho tolto.
Avevo solo una canotta di pizzo, grigia, con uno scollo a V abbastanza profondo simil baby doll.
Nessun reggiseno.
Il suo sguardo va dal mio seno, alle mie labbra, ai miei occhi. Mi sorride sorpreso e io rispondo con un sorriso imbarazzato, ma in fondo, forse nascondeva anche un po' di sensualità.
In me stava nascendo la necessità di provocarlo, arrivati a questo punto dovevo avere la meglio!
Ma forse non è andata proprio così! Sono caduta dritta dritta nella sua trappola.
I suoi occhi continuavano a seguire quel sentiero. Occhi - seno - labbra.
Ora non ricordo tutti i dialoghi che sono intercorsi, ma ricordo con estrema chiarezza alcune parole:
"Ah.. vabbè, almeno ora non hai caldo", mi ha detto mentre mi toglieva il maglione dalle mani e lo buttava sui sedili posteriori.
Una spallina della canotta mi era scivolata sulla spalla, esponendo la parte superiore del mio seno. Mi stava guardando con lussuria e non si è trattenuto dal dire: "eh vabbè... sta spallina... a questo punto, perché non togli anche quella?".
Non mi aveva neanche sfiorato, non c'era stato un bacio... Eppure, solo la voglia di provocarlo, stava iniziando a farmi bagnare.
"Ah si? Allora facciamo un gioco!", dico facendo scivolare lentamente le spalline sulle mie braccia e abbassando la maglietta alla vita, "puoi guardare ma non toccare!"
Se fino a quel momento avevo visto lussuria, non so neanche come descrivere il modo in cui mi guardò in quell'istante. L'unico aggettivo che mi viene in mente è: predatorio.
Ma i suoi occhi e la sua bocca non combaciavano. Ha provato a sminuire la cosa, dicendo: "A che pro? Mica mi eccito con così poco!".
🙂↕️
Scusate, è l'unico modo in cui posso esprimere quello che penso at the fullest.
Ora ci penso e ci rido su, MEN!
Probabilmente già gli stavano esplodendo le palle e voleva sminuire me?
Lo sguardo di sfida che gli ho rivolto in quell'istante gli avrà fatto temere che non avrebbe ricevuto nulla di quello che si era prefissato.
La parte più eccitante? Come vi ho già detto, quel parcheggio è abbastanza frequentato, anche da pedoni. C'era il pericolo che qualcuno potesse vedermi in quello stato, però era una sera abbastanza tranquilla, dato il meteo.
Unico particolare interessante: la macchina parcheggiata a pochi metri da noi.
Anche la mia migliore amica aveva un appuntamento quella sera e dove si erano fermati? Si, proprio lì!
La coincidenza più grande? I due ragazzi si conoscevano! Ricordate questo particolare per i futuri sviluppi. Più che un racconto erotico sta diventando un inciucio!
Non ricordo la dinamica, ma mi sono ritrovata completamente nuda con il suo cazzo in mano.
Signori, non giudicatemi, meglio di me sapete che la carne è debole!
Ultime parole famose: "Mica mi eccito solo per questo". Era durissimo. Di ferro.
Non so come abbia fatto a resistere così tanto.
La mia mano scorreva lentamente sulla sua lunghezza. Le dita accarezzavano delicatamente la cappella.
Fremevo dalla voglia di prenderlo in bocca, ma non volevo dargliela subito vinta.
Dopo un po' di teasing, mi bagno le labbra passandoci la lingua e mi avvicino lentamente, inginocchiandomi sul sedile e, facendo attenzione al volante, gli lecco la cappella con movimenti circolari e leggeri. Appena ho sentito la sua impazienza ho iniziato ad applicare una pressione maggiore, cercando di mantenere la lentezza e non farmi prendere dalla foga.
Ho alzato lo sguardo per incrociare il suo.
NON MI STAVA GUARDANDO!
Aveva gli occhi chiusi.
Ma sei gay per caso? (Nulla contro, anzi!)
Non potevo starci e gliel'ho chiesto con estrema calma, con un tono quasi offeso.
"Perché non mi guardi?", la mia voce un sospiro vicino alla sua lunghezza.
Mentre attendevo una sua risposta ho cominciato a segarlo di nuovo.
Questa risposta non è mai arrivata, ha solo aperto momentaneamente gli occhi per poi richiuderli.
Ho deciso di lasciar perdere, ma la cosa mi ha ferita. Non poco. Ha contribuito al farmi sentire un oggetto di piacere, privo d'anima però.
È diventata ancora di più una sfida, volevo farlo venire in pochi minuti, riservarmi almeno questa soddisfazione.
L'ho chiuso finalmente fra le mie labbra, succhiando il glande avidamente. Le sue mani ferme sulla mia testa. Quando stava per venire però, mi ha allontanato e mi ha fatto tornare sul mio sedile.
"Mettiti di schiena, voglio vedere il culo". Parole fredde, quasi glaciali. Ma mi sono mossa al comando, senza darci troppo peso.
Gli avevo detto all'inizio di essere ancora vergine e, questo, sembra avergli fatto pensare che non poteva neanche sfiorarmi lì sotto. Mi ha solo dato uno schiaffo sul culo.
Forse quel "guardare ma non toccare" l'ha preso troppo seriamente.
Mi giro nuovamente a succhiarglielo ma, prima di riprenderlo in bocca, faccio scorrere la lingua su tutta la lunghezza, bagnandola.
Provo a cercare il suo sguardo, girando la testa e guardandolo dal basso, e questa volta gli chiedo di guardarmi... ma, nuovamente, ha aperto gli occhi e dopo un minuto li ha richiusi.
Solo a pensarci ora, è così frustrante.
Ritorno sulla cappella, ancora e ancora. Questa volta però scendo di più con la bocca e dopo un po' anche lui inizia a guidare la mia testa, provando a cambiare il mio ritmo e a farmi andare più veloce.
Gli accarezzo le palle e questo mio gesto lo fa tremare. Il suo corpo mi diceva una cosa, tutto il resto altro.
Guida la mia testa verso le palle, invitandomi a leccarle. Non lo avevo mai fatto per nessuno, che io ricordi. Muovo la lingua lentamente, lasciando anche dei baci umidi di tanto in tanto e succhiando.
Una volta soddisfatto, mi ha riportato sulla cappella, iniziando anche a muoversi nella mia bocca.
Dopo un "vengo" sospirato, mi è venuto in bocca e ho ingoiato incosciamente.
Amaro come lui.
Pensavo fosse arrivato il mio momento, ma si è steso sul suo sedile e l'ho imitato. Gli ho dato un po' di tempo per riprendersi, passando le dita sui suoi tatuaggi e parlando del più e del meno, provando a fargli qualche coccola. Ma nulla. Sembrava volermi evitare ancora di più. Non mi guardava, non mi parlava. Pensavo fosse di poche parole, ma evidentemente era solo uno stronzo.
Quando ho capito che non avrei avuto di più, ho iniziato a rivestirmi e lui ha avuto anche il coraggio di guardarmi confuso.
Come se fossi io il problema.
Bah!
Mi riaccompagna a casa e ci salutiamo. Non ci siamo sentiti nei giorni successivi. Era chiaro per entrambi che la cosa non era andata per il meglio ed io ero molto delusa e ferita da come mi aveva trattata.
Nelle settimane seguenti, continuava a mandarmi segnali contrastanti. Mi scriveva a caso, rispondevo e poi mi appendeva. Questa dinamica si è ripetuta un paio di volte per poi evolversi. Mi scriveva e poi cancellava il messaggio.
Peccato che ho sempre visto le notifiche. Inizialmente, facevo finta di nulla e rispondevo lo stesso al messaggio, anche se in chat non c'era più.
Dovevo metterlo a figura di merda e farlo sentire in imbarazzo.
Questo episodio si è ripetuto un paio di volte, finché non ho deciso di esporlo.
Tutto è cambiato con l'inizio dell'anno nuovo.
La mia migliore amica ha continuato a sentirsi con quel ragazzo (che chiameremo Marco per semplicità). Marco e il ragazzo in questione sono andati a ballare nello stesso posto a Capodanno. Si salutano e parlando, Marco gli ha fatto presente che quella sera lì c'era anche lui. Quando Marco ha raccontato l'episodio alla mia amica ha detto che il ragazzo aveva fatto commenti poco carini, ma non è andato nel particolare.
Dopo un po' siamo venute a sapere cosa si erano detti. Avrebbe detto che era partito da casa tutto arrapato ma che quando era arrivato, la troia che aveva visto su Instagram non era realtà. In sostanza, gli ho fatto schifo.
E ci sta, non dobbiamo per forza piacerci dal vivo, anche lui non era uguale. Ma qui è mancata anche un'intesa. Ne eravamo entrambi coscienti. Certe cose si avvertono.
Peccato che, però, una reazione dal vivo l'abbia avuta.. e in più, continuava a scrivermi. Mi ha confusa non poco.
Nella rabbia avevo deciso di vendicarmi. Avevo intenzione di farmi scrivere, di farlo eccitare talmente tanto da arrivare da me con la lingua a terra e, poi, mandarlo in bianco e farlo una merda.
Gli scenari che si susseguivano nella mia mente mentre ascoltavo le parole che aveva detto su di me.
Mi immaginavo già a chiedergli di passare sui sedili posteriori, a mettermi a cavalcioni su di lui e a stuzzicarlo fino a farlo supplicare. Gli avrei chiuso una mano al collo e avrei fatto scivolare le dita al suo mento per fargli incrociare il mio sguardo. Lo avrei guardato dall'alto al basso. Avrebbe dovuto sentire il potere che ho su di lui. Lo avrei baciato aggressivamente e poi avrei sussurrato all'orecchio: "dovresti stare attento alle persone con cui ti confidi". Immaginavo la sua espressione a quella rivelazione, vedere la sua faccia cambiare e di raccontargli tutto.
Lo avrei fatto sentire usato come lui ha usato me. Non mi sarei fatta dimenticare facilmente.
La rabbia poi è passata e ho lasciato perdere.
Fatto sta che mi ha scritto nuovamente e ne ho approfittato per chiarire i miei dubbi e dirgli lo stesso quello che pensavo, ovviamente ha negato tutto. La parte peggiore è che in parte gli credo, considerando la sua riservatezza.
Come vi sareste comportati in questa situazione? Magari il mio è stato un atteggiamento immaturo, ma lui non è da meno.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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