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Tre amici e una sorella (Epilogo)


di Salina
10.03.2024    |    2.332    |    6 9.5
"La situazione sembrava essere ritornata a mio vantaggio..."
Questa storia non sarebbe mai dovuta iniziare ed è grazie all’interesse di molti di voi che sono costretto a raccontarvi come è andata a finire.
Il nostro Fuck Club stava funzionando alla grande, avevamo trovato il nostro equilibrio, ci alternavamo con regolarità tra le cosce di Chiara e lei si era ritrovata tre fidanzati part time, con tre cazzi duri sempre pronti a soddisfare il fuoco della sua passera secondo uno schema preciso: dopo pranzo, quando Davide aveva casa libera toccava a lui; nel week end, quando ero libero io dall’Università toccava a me e la notte, come è facile immaginare, a suo fratello Francesco. Come l’originale, anche il nostro club si reggeva sulla prima regola d’oro non scritta: “non si parla del Fuck Club”. Quello che ognuno di noi combinava tra le cosce di Chiara restava tra le cosce di Chiara. Era l’unico modo per non compromettere la nostra amicizia in quel rapporto che, come vi ho detto, non sarebbe mai dovuto iniziare.
Tutto sarebbe filato liscio come l’olio e come i nostri giovani cazzi nella sua vagina se non fosse stata proprio la lussuria di Chiara a rovinare tutto. Ognuno di noi tre era consapevole di quanto fosse esigente la nostra amante e c’era una cosa in particolare che nessuno osava affrontare per primo: il buco del suo culo. Eravamo tutti troppo inesperti in materia e troppo leali nei confronti degli altri per azzardare la prima mossa, fino a quando evidentemente alla ragazza non bastò più. Personalmente non era nemmeno l’unica cosa di cui ero consapevole. Conoscevo talmente bene suo fratello, il mio migliore amico, per non accorgermi degli sguardi furtivi e carichi di curiosità che riservava al mio corpo e a certe parti in particolari. Per farla breve, se Francesco avesse un giorno voluto provare a farmi un pompino, beh la cosa non mi avrebbe destabilizzato o sconvolto. Anzi, lo avrei perfino capito. Stando a quanto mi ripeteva la sorella ogni volta che lo aveva dentro, ho davvero un bel cazzo! Lui non si lanciava e io non mi sarei proposto ma anche quello restava un equilibrio molto precario.
E arriviamo al pomeriggio in questione. Quando Chiara mi invitò a casa sua per scopare avrei dovuto capirlo che il rischio di una trappola era alto. Mai avrei accettato se avessi saputo che in casa quel pomeriggio c’era anche Francesco perché mai avrei infranto la prima regola del Fuck Club. Bussai ingenuamente il campanello di casa sua. Chiara era venuta ad aprire un istante dopo. Beh, non potete immaginare la mia meraviglia quando me la sono trovata davanti completamente nuda. Chiara… Chiara è una gran stronza e puttana ma ha un corpo… Se vedeste le foto che pubblica su Instagram sono sicuro sareste d’accordo anche voi.

Ma dal vivo è ancora più figa. Porca puttana, mi viene ancora duro ogni volta solo a pensare come mi si era presentata davanti quel pomeriggio. Aveva aperto la porta incurante che qualche passante o i vicini potessero vedere la sua fica sul pianerottolo e mi aveva guardato aspettando che mi muovessi. Ma io ero rimasto imbambolato davanti a tutta quella bellezza. Mi aveva fissato per un momento con quei suoi bellissimi occhi neri, profondi, poi aveva sbottato: “Vuoi restare sulla porta, porcellino, o ti decidi ad entrare, che mi sta gelando la fica!”, poi si era girata ed era rientrata nella casa. Se davanti è bella, quella puttana dietro è uno spettacolo. Vedere quel culo mi ha fatto rimpiangere di non averci pensato prima a piazzarle la nerchia in mezzo alle chiappe, spingerla contro un muro e strappare un orgasmo a quel buco tanto voglioso.

Beh, avevo cominciato a seguirla ed ero entrato in casa anch’io. E lì avevo trovato davvero una nerchia in tiro ad aspettarci, quella di suo fratello. Mi aveva guardato nudo anche lui mentre si stava segando lentamente per restare in tiro. Non avevo potuto evitare di fissare la sua mazza, perché a differenza della mia era tanto larga che il mio amico non riusciva a stringerla con una mano. Mi stava venendo il vomito.
“Questo porcellino è Diego” fece finta di presentarmi Chiara al fratello. “Lui invece è mio fratello. Siete qui entrambi per lo stesso motivo”. Francesco mi aveva sorriso eccitato.

Io invece mi ero bloccato, sconcertato. Beh… nessuno di voi immagino si sia scopato una ragazza insieme al fratello di lei; invece, Chiara voleva che la sbattessimo insieme in modo da costringere uno dei due a rompere il patto e riempirle finalmente il culo. Beh, dividere una donna con il mio migliore amico sarebbe già stato strano di suo, ma sapere che era sua sorella e che per di più lui provava qualche attrazione per me iniziava a diventare pericoloso, quella nerchia sarebbe potuta finire in ogni buco presente in quella stanza.

“No, Chiara, io non voglio…” avevo protestato, ma lei sembrava fosse convinta della sua idea. Mi si era avvicinata, aveva appoggiato le labbra alle mia mettendomi una mano dietro la testa e cominciato a baciarmi. Beh… bacia bene la puttana, lo sapete già. Avevo sentito la lingua scivolare nella mia bocca e le sue tettine contro la mia maglietta. Avevo cominciato a eccitarmi e il mio cazzo si stava gonfiando. Avrei voluto essere il maiale di Chiara come mi chiamava sempre, ficcarle il cazzo fino in fondo alla sua fica, leccare i suoi umori, stringere le sue tette… Ma non a costo di ritrovarmi il fratello dentro di me se questo fosse stato il piano di uno dei due.
Comunque, mentre Chiara mi stava limonando, Francesco ci ricordò della sua presenza “Fate come volete, ma io voglio scopare” e lo aveva detto abbracciando la sorella da dietro. Io avevo la visuale bloccata e non lo avevo visto arrivare, ma ad un certo punto avevo sentito le sue mani insinuarsi tra le tette e il mio petto, poi la testa della puttana era scattata all’indietro e si era messa ad urlare di dolore. Io avevo fatto un balzo allontanandomi, spaventato.
Solo allora avevo visto apparire la testa di Francesco sorridere a fianco della faccia sconvolta dal dolore della sorella, le mani che stringevano le piccole tettine. Solo in quel momento ho capito cosa fosse successo.
“Parla un po’ troppo, quella puttana di mia sorella” aveva detto, facendomi l’occhiolino e dando un nuovo colpo di inguine. Chiara aveva preso fiato, ma subito aveva urlato quando la mazza le era di nuovo finita in profondità nel culo.
Io ero rimasta basito davanti a quello spettacolo. Vedere la puttana sfondata nel culo… mi sarei voluto sedere per terra per assistere meglio alla scena e segarmi. Ma avevo ancora paura che poi sarebbero state le mie chiappe ad essere sfondate da quel mostro del fratello.
E invece, Francesco mi aveva sorriso di nuovo e si era fermato con la nerchia infilata in profondità nel culo della sorella, Chiara con gli occhi spalancati e le mani che cercavano di mantenersi alle cosce del ragazzo.
“Questa puttana credeva avessimo litigato per il suo culo. Ma non ha senso litigare quando possiamo dividercelo, dico bene amico?” mi aveva chiesto.

“Dici benissimo”, avevo risposto. Lui, sogghignando, aveva detto: “Hai sentito? Ti lamentavi di non prendere un cazzo nel culo e oggi ne avrai addirittura due”, rivolto a Chiara, parlandone accanto ad un orecchio. Aveva il bel viso sconvolto e gli occhi rossi.

“Che razza di ospite sei che inviti i miei amici per farli scopare e ti fai trovare già piena di cazzo?”
Chiara non aveva risposto, ma questo aveva fatto infuriare il ragazzo che le aveva dato un altro colpo strappandole un grido.

“Adesso devi pensare a tutti e due” aveva detto e, senza uscire dal culo di Chiara, l’aveva spinta sul divano e fatta sdraiare di pancia. “Brò, spogliati e mettigli il cazzo sulla sua faccia” aveva detto, per poi rivolgersi a Chiara. “Se fai la brava puttanella e mi fai vedere come lo lecchi al mio migliore amico, io esco dal tuo culo e mi limito a scoparti in fica”.

Chiara aveva annuito, felice che fosse finito quel supplizio. Il suo desiderio di averlo nel culo non aveva preso bene le misure della nerchia del fratello e fu sollevata di sentirla scivolare fuori dal buco del culo, poi il ragazzo l’aveva voltata e le era entrata nella fica esattamente come lei aveva sempre detto di volere. Aveva tanto insistito per essere trattata da puttana e mettendoci uno contro l’altro ci era riuscita, ma non era più sicura che le piacesse. Francesco dal canto suo stava approfittando della sua presenza per levarsi finalmente quelle curiosità sul mio corpo che lo ossessionavano. Proprio come Chiara, anche lui non era più tanto sicuro che avrebbe voluto farmi godere, almeno non direttamente. E stava usando la sorella come tramite.
Chiara era diventata davvero la puttana che aveva sempre detto di voler essere.
Io, intanto, mi ero spogliato. La situazione sembrava essere ritornata a mio vantaggio. Mentre si stava trastullando con la fica della sorella, spingendo con foga, infilando la sua mazza fino a metà, aprendo le labbra di Chiara come se vi avesse infilato un pugno, mi aveva invitato di nuovo a godermi la sua faccia. Avevo sollevato una gamba e mi ero adagiato sulla faccia di Chiara.

Un gemito collettivo di sorpresa e di eccitazione riempì la stanza. Nonostante tutto, iniziava a piacere anche a lei. Non sapeva se fosse dovuto al cazzone del fratello o a quello che stava per leccare dell’amico.
“Adesso, puttana, vedi di leccarlo bene al mio amico. È così bello che si merita solo tanto piacere” poi aveva tolto le mani dalle tette di Chiara che aveva palpeggiato fino a quel momento, e mi aveva detto: “Dai, te le lascio se no gliele consumo”
Finalmente mi sentivo parte della partita e non più il giocattolo conteso da due fratelli e lo dimostrai strizzando forte quelle tette per vendicarmi anche io di essere stato usato. Avevo… beh, avevo cominciato a eccitarmi ancora di più e a sbatterlo in faccia a Chiara, che si era messa a gemere.
“Inizia a leccarglielo, puttana!” le aveva imposto il fratello, dandole un colpo nella fica che le strappò un gemito di dolore. “Non mi ci vuole molto a rimettertelo nel buco del culo.”
A quelle parole, avevo percepito le labbra di Chiara socchiudersi e la sua lingua scivolare sulla mia cappella. Mi ero ritrovata con gli occhi chiusi, fremendo per la sensazione. Non era stata certo la prima volta che me la leccava, ma avere quella puttana di Chiara sottomessa e costretta dal fratello a darmi piacere… beh…

Mi sono abbandonato appoggiandomi sulle tette di Chiara a godermi la sua lingua. La stronza lecca bene, anche quando non vorrebbe. È più forte di lei, muoveva quella lingua con sapienza, avvolgendo tutto il contorno della mia cappella, riempiendola di saliva e succhiandola di tanto in tanto. Mi sono messo un po’ più comodo… più comodo per me, non per lei, perché così la punta del suo naso si era trovata a respirare vicino al mio buco del culo. Lei aveva ripreso a mugugnare mentre il mio odore più maschile le si infilava nelle narici.
Il fratello mi guardava negli occhi eccitato dal mio piacere, sembrava quasi che la sorella non esistesse o, meglio, fosse solo un tramite per farci condividere il piacere: Chiara era solo la parte meccanica di quel pompino, la vera intensità ce la stava mettendo lui con il suo sguardo così come quella figa che stava riempiendo di cazzo era solo fisicamente di Chiara, mentalmente lui finalmente concretizzava quel desiderio di soddisfarmi che lo stava facendo impazzire.
Non so quanto sono rimasto così, seduta sulla faccia di quella stronza, a farmelo leccare. In più, ogni colpo che veniva inferto dal fratello nella fica di Chiara, faceva muovere tutto il corpo della stronza di qualche centimetro avanti, al punto tale da farla tossire per il troppo cazzo che le finiva in gola e la cosa mi dava sensazioni strane ma piacevoli. Adesso che ci penso, anche per me era come se Francesco mi stesse scopando usando il corpo di sua sorella…
Alla fine, comunque, venni in faccia a Chiara. Le avevo stretto le tette fino ad arrossargliele, e una gran quantità di sperma era colata dal mio cazzo su di lei. L’avevo sentita lamentarsi disgustata mentre le lavavo il viso, anche perché il fratello le aveva piantato tutta la nerchia dentro, si era sporto in avanti, mi aveva appoggiato una mano sulla nuca e avvicinato a lui. A quel punto mi aveva baciato. Ho sempre avuto schifo all’idea di farmi baciare da un uomo, ma Francesco sa baciare davvero bene: mi è proprio piaciuto. In effetti, non avevo detto nulla nemmeno quando, dopo, mi aveva accarezzato e massaggiato le palle.
“Te le ha svuotate proprio come si deve”
“Si” gli avevo risposto imbarazzato più del fatto che mi stessi godendo le sue mani palparmi. Per un istante, avevo pensato che non mi sarebbe affatto dispiaciuto se, mentre fotteva la puttana, me lo avesse preso in mano per farlo tornare duro sulla faccia di sua sorella. Il pensiero di sborrarle in faccia di nuovo, mi aveva eccitato ulteriormente, ma non avevo detto nulla di questo, quanto, piuttosto: “Adesso dovrei andare”.
Francesco mi ha sorriso. “Quando vuoi ancora divertirti con la nostra troia…”

Io mi ero alzato dalla faccia della stronza. Era coperta di sborra, disgustata e eccitata. L’avrei leccata, non fosse stata che era la mia sborra. Francesco non si fece problemi e, afferrando le tette della sorella, si era abbassato e le aveva dato un paio di leccate in faccia. Dal grugnito che aveva emesso avevo compreso che gli era piaciuto.

“Beh, visto che ci sei già venuto tu…” aveva detto mentre mi stavo rimettendo velocemente le mutande, in equilibrio su una gamba, appoggiato con una spalla ad un muro. Lo guardai sfilare la grossa mazza dalla fica, bagnata di Chiara, si era portato sul petto della stronza e aveva afferrato a due mani la nerchia, poi aveva cominciato a menarsela.
Non ero capace di distogliere lo sguardo dal suo lavoro. Nonostante lo schifo che mi farebbe toccare un cazzo, avrei comunque voluto aiutarlo tanto ero ipnotizzato da quel movimento e dall’impegno che ci stava mettendo. Chiara si lamentava capendo cosa stesse succedendo.
Beh, un attimo dopo era accaduto lo stesso, avevo assistito al mio amico che aveva lanciato un verso di piacere e una mezza dozzina di spruzzi di roba densa come la colla liquida era fuoriuscita dalla sua cappella riversandosi e impiastricciando la faccia di sua sorella, i suoi capelli, il collo. Un po’anche sulle sue tette.

Sempre tenendosi la mazza con una mano era sceso dal divano. “Grazie, puttana” le aveva detto, prendendola palesemente in giro. Spaventato che potesse succedere ancora qualcosa, o che magari anch’io mi sarei beccato una sua razione di seme, ho terminato di vestirmi senza nemmeno controllare di aver messo gli abiti nel giusto verso e sono scappato dalla casa di Chiara e Francesco.
Ah, per favore… Non dite a Chiara che ve l’ho raccontato: mi ha pregato di non farne parola con nessuno. Sapete com’è… questa storia non sarebbe mai dovuta iniziare.
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