incesto
Tre amici e una sorella (IV Parte)
di Salina
01.03.2024 |
25.015 |
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"Davide a differenza di Diego lo fissava confuso e non capiva se era la sua scarsa connessione o… “Sembri quasi uno che ha appena finito di…”
Si sistemò meglio..."
“Voglio dirti una cosa Franci…” gli confessò lei, dopo che si erano staccati e lei si era appoggiata di nuovo con il capo sul petto del fratello “ma non offenderti, o pensare male”. “Come posso pensare male della mia sorellona?”
Si alzò a sedere sull’addome del fratello, la passera che sfregava sulla striscia di pelo che scendeva dal petto all’inguine, guardandolo negli occhi. “Franci… voglio che mi tratti come la tua puttana”.
Lui sollevò le sopracciglia, confuso. “Cosa intendi dire?”
La voce di lei si abbassò di volume. “Voglio che usi il mio corpo per il tuo piacere, che mi insulti mentre mi fotti senza rispetto”.
“Cosa?” chiese lui, palesemente sorpreso e inorridito alla richiesta. “Non ho intenzione di…”
Chiara si alzò in piedi, nuda, nella sua figura magra e slanciata. “Perché no?” gridò, arrabbiata. “Sei uno stronzo!”.
“Chiara, aspetta… Io non…”
“Cazzo, quel maiale di Diego mi chiamava “troia” senza problemi mentre mi chiavava nel prato dietro la discoteca e io non posso essere la schiava sessuale di mio fratello!
“Chiara, senti…”
“Perfino Davide mi ha chiamato “puttana” mentre mi sbatteva sul suo letto. Lui non te l’ha raccontato perché vuole fare il santarellino, ma fidati che è un gran porco anche…”
Aveva trovato le corde giuste per ottenere una reazione da Francesco che la afferrò per un braccio e la fece ruotare su sé stessa, sbattendola contro il tavolo della sala, mettendole una mano sopra la testa e bloccandola contro il piano. Lei lanciò un grido di sorpresa più che di dolore ma poi comprese.
“Piantala di farti dare della troia da chiunque” la rimproverò Francesco con un profondo disgusto nella voce.
“Seduci tua sorella, te lo scopi e poi vuoi fare il moralista? Vaffanculo, Francesco!” stette al gioco Chiara.
Il ragazzo invece di rispondere le fece scivolare tra le gambe il cazzo caldo e con quello cercò di intrufolarsi tra le labbra della sua passera. Chiarai morse le labbra quando sentì di nuovo la cappella di Francesco che stava per scoparla di nuovo, provò a trattenere un sorriso quando lui sprofondò in lei, ma non ci riuscì.
Suo fratello iniziò a colpire le sue chiappe con gli addominali ad ogni profonda penetrazione con tale forza da spingerla avanti sul tavolo.
“Stupida puttanella…” la accusò con astio mentre la fotteva senza rispetto.
La cosa si stava dimostrando sempre più soddisfacente, portando la ragazza ad un livello di eccitazione che nemmeno prima aveva sperimentato.
“Mettimi di nuovo il dito nel culo, ti prego…” chiese lei sottomessa. “Sono una stupida puttana e devo essere umiliata”.
Pensò che Francesco, questa volta, non l’avrebbe soddisfatta ma, dopo qualche secondo di incertezza del fratello, sentì il suo ano dilatarsi sotto l’azione di un dito che entrava nel suo culo. La ragazza chiuse gli occhi, appagata, pensando che avrebbe dovuto spiegare a suo fratello come trattarla veramente quando scopavano… Nonostante tutto, era sempre lei la maggiore, dovette ammettere.
Liberò la mano che aveva sotto il suo corpo, se la portò tra le gambe e cominciò a sfregarsi il clitoride con foga, con un movimento doloroso e al tempo stesso eccitante, che la sconvolgeva come mai le era successo prima. Il movimento del cazzo di suo fratello nella sua passera bagnata che la fotteva con forza, la mano che la bloccava sul tavolo, Francesco che la insultava, trattandola come la troia che si considerava…
Sentì il calore crescere sempre più, l’eccitazione diventare fastidiosa, quasi dolorosa mentre implorava suo fratello di fotterla perché era una puttana, una lurida troia.
Francesco la teneva bloccata sul tavolo, il suo cazzo che sprofondava dentro il suo sesso grondante con un suono liquido mentre il dito le esplorava il buco più stretto, ma sembrava fosse costretto a fare uno sforzo per insultarla. Solo un paio di “puttana” e “zoccola”, ma nulla di più.
Ormai a Chiara importava poco, in ogni caso: il clitoride era caldo e duro quando l’orgasmo la colse di sorpresa e qualcosa di simile ad una potente pisciata uscì a getto dalla sua fica, una pozza di liquido trasparente luccicava sul pavimento.
“Stai bene, Chiara?”.
La ragazza si accorse il cazzo del fratello era uscito da lei quando aveva perso il controllo del proprio corpo, senza aver raggiunto a sua volta l’orgasmo.
Si inginocchiò nel proprio squirto. Abbassò lo sguardo sullo spruzzo e passò un dito nel liquido, sorridendo al pensiero di quanto fosse stato meraviglioso spruzzarlo.
“Va tutto benissimo, tesoro mio”. Prese il cazzo con delicatezza e lo appoggiò sulla guancia sinistra, baciando la punta. “Adesso tocca a te godere”.
Gli fece una sega lenta. Succhiò le palle, accarezzò la punta e scappellò con delicatezza, coccolandolo.
Lui aveva appoggiato la mano sulla testa della sorella, accarezzandole i capelli mentre lei faceva lo stesso con i suoi testicoli, strappandogli gemiti di piacere che aumentavano di frequenza fino a diventare un respiro profondo e breve.
“Vienimi in faccia, Franci” sussurrò lei, segandolo.
Francesco afferrò una ciocca di capelli di sua sorella, bloccandola davanti al suo cazzo. “Sì, Chiara, sei la mia sorella puttana!” esclamò lui, lasciando uscire tutta la sua sborra calda sul viso della ragazza.
Chiara vide il primo colpo schizzarle in faccia, coprirla dai capelli alla guancia, un liquido caldo dal forte odore maschile. Altrettanto involontariamente, chiuse gli occhi, ma percepì ogni singolo schizzo caldo e colloso di sborra bagnarle il viso, finendole sugli occhi, sulle labbra, nel naso. Fu una sensazione strana, quella di essere sborrata in faccia così ma le piacque.
Lasciò il cazzo quando si accorse che aveva smesso di spruzzarle addosso, poi si passò i palmi delle mani sulle palpebre per togliersi il seme che vi era finito sopra e guardò suo fratello, soddisfatta e felice, quasi quanto lui. “Grazie, Franci” disse.
Il fratello le mise le mani sotto le ascelle e la fece alzare, quindi, a sua volta, le passò un pollice sulle labbra, che poi gliele mise in bocca, sporco di sborra. Chiara lo succhiò con gusto, pulendolo e inghiottendo il seme.
Quando estrasse il dito, Francesco la baciò con dolcezza. Lei lo afferrò per le chiappe e lo spinse a sé, sentendo il cazzo bollente contro il suo inguine bagnato di squirto. Rimasero a lungo così, poi, quando si staccarono, lui le accarezzò i capelli.
“Ti piace essere trattata così?”
“Come una zoccola?” domandò lei, sentendosi felice. “Tantissimo”.
Lui tentennò un istante, probabilmente cercando di convincersi ad accettare la vera natura della sua sorellona. “D’accordo, ma solo quando facciamo l’amore io e te. Dagli altri no”.
Lei annuì, soddisfatta, anche se era solo una concessione momentanea. In futuro, avrebbe convinto il fratello a condividerla come la sua schiava sessuale anche con i suoi amici. L’immagine di lei inginocchiata, contro un muro, in salotto, Francesco che le fotteva la bocca e Diego e Davide che si segavano aspettando il loro turno che le passò per la mente la fece quasi eccitare di nuovo per il piacere che le provocò…
Il fratello, probabilmente per sviare il discorso, indicò la pozza sotto il tavolo. “E… quello? Hai…”
Lei si appoggiò con il capo alla spalla di Francesco, una mano che si abbassava sul suo uccello, accarezzandolo. “Sì” ammise con un certo orgoglio. “Grazie al tuo splendido cazzo e a come mi hai fatta sentire”.
“Dopo pulisco, prima che tornino i nostri” promise Francesco.
“Sì, sarà meglio vestirci” rispose lei, imbarazzata, come se in quel momento si fosse ricordata che avevano fatto qualcosa di veramente sbagliato.
Lui indicò il viso della sorella: “e dovresti…”
Francesco sorrise alla vergogna del fratello. “Non preoccuparti, adesso vado a pulirmi” promise, facendo scivolare la mano sulla punta del cazzo e portandosela al viso. Leccò una goccia di sborra che era rimasta sul glande.
“Grazie, Chiara” disse baciandola.
“Mi piace quando mi metti un dito nel culo. La prossima volta, magari…” non voleva arrendersi.
Lui sorrise, comprendendo l’allusione. “Adoro il tuo culo” rispose lui, palpandole una chiappa. “Quando vuoi…”
“Ma adesso sarà meglio se ci vestiamo” disse lei, dandogli un’ultima carezza sul cazzo. “Mi mancherà”.
“Sai dove trovarlo”.
“E tu sai dove trovare la tua puttanella” rispose la ragazza.
Quando si allontanò da lui lungo il corridoio, sentì quasi fisicamente lo sguardo di Francesco appoggiarsi sul suo culo, e la cosa la rese orgogliosa.
Francesco aprì la porta della camera, girò la chiave per chiuderla e, invece di cercare i vestiti o pulirsi il cazzo dalla sborra, avviò nudo una videochiamata di gruppo con i due amici.
“Ma che cazzo…” esclamò Davide quasi disgustato “ma sei nudo”.
“E che bel pezzo di cazzo, devo dire” commentò Diego, ridendo.
“Ciao, Diego. Ciao, Davide. Perdonatemi per i giorni passati, ma ora vedo tutto in una luce diversa, e posso solo darvi ragione”.
Davide a differenza di Diego lo fissava confuso e non capiva se era la sua scarsa connessione o… “Sembri quasi uno che ha appena finito di…”
Si sistemò meglio sulla sedia e, al pensiero di aver appena posseduto sua sorella con violenza lasciò scendere una mano sul suo pube e muovendo pigramente un paio di dita attorno al glande.
Guardò di nuovo i due amici e suoi nuovi partner di scopata: Diego era confuso, Davide disgustato, eppure Francesco fu sicuro che fossero eccitati anche loro al pensiero di quello che stava per dire. Anche Diego, infatti, finì per toccarsi quando realizzò che l’amico fosse nudo perché ancora sfatto per una scopata spettacolare.
Non ci fu l’agitazione e l’imbarazzo che si era aspettato quando cominciò a parlare.
“Hai ragione, Diego: dovremmo fare un club di tutti quelli che si sono scopati mia sorella” disse con un sorriso. “E io ne sarò il presidente” aggiunse, con una grande soddisfazione, mentre la sua mano passò dalle carezze a una vera e propria sega “e adesso vi racconto il motivo”.
Sui volti di Diego e Davide fecero la comparsa dei sorrisi immaginando le volte in cui avrebbero partecipato con lui alle “riunioni” con Chiara.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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