trio
Orient Express. Giocare sul treno.
di Eden_2020
26.08.2024 |
399 |
5
"" Mi fa sedere in braccio a lui..."
Appuntamento a Sirkeci Station alle 17.30. Il treno da Istanbul per la Cappadocia partirà alle 18.30. Viaggeremo tutta la notte e arriveremo all’alba.La stazione, che fu capolinea del famoso “Orient Express", è bellissima. Michele ci viene incontro. Luca lo abbraccia e fa le presentazioni di rito: “Lei è Serena, lui è Michele”. Michele è vestito con una maglia blu aderente, che mette in risalto pettorali scolpiti e i bicipiti frutto di anni di palestra e di allenamenti, bermuda bianchi e scarpe sportive. Luca indossa pantaloni di lino bianchi con sopra una camicia di lino azzurra con le maniche arrotolate. Io indosso dei pantaloni larghi di cotone beige leggero e una canottiera celeste morbida non aderente ma che segue le forme accompagnandole. La stoffa è lievemente trasparente e lascia vedere appena il rilievo del capezzolo. Non indosso intimo perché non voglio avere costrizioni sulla pelle visto il lungo viaggio che ci attende.
Michele ci accompagna a un bellissimo bar caratteristico dentro la stazione e ci offre del tè alla menta.
Ridiamo, chiacchieriamo e ci avviamo al binario dove ci attende un vecchio treno con il suo fascino, di quelli con gli scompartimenti come una volta.
Parte puntuale e dopo 15 minuti attraversa il ponte sul Bosforo, con il sole al tramonto, poco prima delle 19.00. Io tiro fuori dallo zaino una buonissima torta rustica, divisa in tre parti, tre bottoncini di pane all’olio con il prosciutto crudo e dell'acqua fresca.
Finito di cenare Michele ci offre dei dolcetti tipici turchi, e da un thermos tira fuori il Raki, un ottimo liquore turco, ghiacciato e tre bicchieri di vetro. Li riempie (un po' troppo) e propone un brindisi. "Alla bellezza di questo posto, della nostra amicizia e di Serena!"
Gli facciamo un sacco di domande sulla vita lì a Istanbul, come sono le persone, se al di fuori del lavoro si gode (e come) il tempo libero, se è mai stato in un bagno turco, e lui molto volentieri ci racconta nei dettagli la sua giornata, le sue frequentazioni, il suo lavoro. È un fiume in piena. Più racconta e più io gli faccio domande, sono molto curiosa. Poi arriva il momento in cui è lui a fare domande a noi e ci chiede come ci siamo conosciuti, chiede qualcosa del mio lavoro, cerca di capire se tra noi il legame è forte oppure è qualcosa di occasionale e noi ci sentiamo molto liberi di raccontarci in tutte le nostre sfaccettature di coppia. Gli raccontiamo che stiamo assieme da qualche anno e ci consideriamo una coppia solida, molto unita, che guarda con gioia al futuro.
Michele, complice l'alcool, ci racconta le sue conquiste, in effetti piace molto, e delle peripezie con alcune di loro. Di quella volta che con una ragazza restarono in camera per 6 ore di fila. O di quando si ritrovò con due amiche che lo corteggiavano e non sapeva come fare.
Il treno attraversa una zona brulla. Non ci saranno fermate fino alla mattina presto. Michele è seduto davanti a noi, ci versa un altro bicchiere di Raki. È ancora ghiacciato e scende giù bene. I suoi racconti ci hanno eccitato.
Tolgo le scarpe e poso i piedi sul divanetto di fronte. Lamento un mal di piedi per la camminata di oggi. Michele prende il piede e dice: "Se vuoi so fare un massaggio decontratturante alla pianta del piede. Posso, Luca, nulla in contrario se...." Luca fa un cenno di assenso con la testa, Michele prende il piede e se lo porta sulle cosce, inizia a massaggiarmi forte. Mi scappano dei gridolini di piacere: "Aah che godimento, bravo siii."
Noto il bozzo sui pantaloni di Michele mentre massaggia il piede. Le luci principali si spengono, restano solo le luci di servizio.
Quel massaggio al piede è davvero piacevole. Provo un leggero imbarazzo perché trovo intimo toccare i piedi di qualcun altro e in generale toccarne il corpo ma non mi tiro indietro e dico a Michele che è davvero bravo, sembra lo faccia di mestiere. Lui risponde: "Credo di farlo bene perché è una cosa che mi piace un sacco fare così come tanti altri tipi di massaggio". Io a quel punto chiedo a Luca se mi vuole viziare e farmi contemporaneamente un massaggino alla nuca e alle spalle. "Se mi farete così felice dopo ricambierò il favore."
Sono completamente abbandonata tra i massaggi. Il liquore è entrato in circolo e i freni inibitori si sono abbassati. Michele prende l'altro piede e il primo resta appoggiato sulle sue cosce di marmo e la pianta sulla sua patta. Muovo impercettibilmente il piede, facendo finta di nulla. Le mani di Luca scendono dalle spalle al lato del seno. Sento i brividi sulla pelle. "Mamma che dolore alla schiena" dico. E Michele prontamente dice: "Guarda, bastano tre minuti con la schiena in avanti e le mani sull'osso sacro, vieni ti faccio vedere. È un po' imbarazzante la posizione ma non scandalizzarti." Mi fa sedere in braccio a lui. "Luca tirala per le braccia averso di te". Inizia un movimento sapiente dal fondo schiena al collo, stirando ogni vertebra. Con i pantaloni leggeri e senza mutandine apprezzo tutto il suo rigonfiamento che preme. Passati i tre minuti mi fa sedere di nuovo al mio posto. (“Peccato, mi piaceva”, penso tra me e me).
In quei tre minuti Michele ha faticato a non tenere lo sguardo sul mio culo un po' appizzato per lo stiramento della colonna. Il rigonfiamento dentro ai pantaloni sembra infatti essere aumentato quando mi risiedo al mio posto. Luca, per la confidenza che c'è tra loro e perché ha voglia di surriscaldare un po' la serata, glielo fa notare. Lui guarda verso il basso e dice: "Innegabile, il culo di Serena mi ha fatto un certo effetto... Spero non ti dispiaccia ma la sincerità è tutto tra noi!"
Allungo di nuovo le gambe. "Posso?” Non aspetto la risposta e le appoggio entrambe di nuovo sulle cosce di Michele. Con la pianta del piede, in modo quasi impercettibile, spingo sulla sua patta. Luca chiede a Michele: "Sai mantenere un segreto? Non dico per lavoro, dico un segreto tra amici, tra noi tre. Significa una cosa che non esce da qui." "Certo, promesso!" Risponde, e allunga la mano aperta prima verso di me, poi verso Luca. "Bene, devi sapere che a noi l'idea di poter giocare, anche oltre i confini ordinari della coppia, purché insieme e in modo consenziente, piace. Per cui se avessi voglia di giocare… Pensa che prima di partire per questo viaggio abbiamo fantasticato su un racconto in treno che ti coinvolge…" Mentre Luca gli parla mi mette un braccio attorno al collo e mi sfiora i capezzoli che a contatto con la stoffa e le dita si raddrizzano.
"Forte 'sta cosa del racconto… Per quanto riguarda il discorso di giocare insieme tra noi o magari con un'altra persona beh devo ammettere che è un desiderio che ho da sempre e l'idea di metterlo in pratica con persone amiche mi piace un sacco. Non so dirvi se la cosa mi ha stupito oppure no, ma ho avvertito che non siete una coppia ordinaria ma non sapevo bene in che termini… ora lo so." (Ride malizioso).
Luca continua a giocare con le mie tette, la mano scende e solleva la canottiera fino al bordo della areola del seno poi la lascia scendere, dalla maglia si vede il capezzolo che tira. Michele mi guarda e fa i complimenti: "Bellissime tette!"
"Vieni giochiamoci insieme, io stuzzico col dito un capezzolo mentre tu succhi l'altro" gli dice Luca mentre mi sfila la canottiera. Michele allora si siede accanto a me e si china a leccarmi una tetta. Io intanto con le mani inizio a tastare i loro cazzi sotto i pantaloni: il cazzo di Michele, enorme, sembra voler uscire dai pantaloncini tanto è teso, Luca si toglie i pantaloni di lino, prendo in mano i due cazzi e li sego lentamente.
"Questa situazione mi sta eccitando da impazzire, volete la prova? Infilate una mano nei miei pantaloni!" Dico. Me li abbasso, prendo la mano di Michele e me la porto sulle cosce e lo stesso faccio con Luca, poi rimetto le mani sui due cazzi.
Insieme mi accarezzano la fica, Luca più esternamente fa movimenti rotatori e delicati sul clitoride, Michele infila dentro due (secondo me anche tre) dita e mi fa un bellissimo ditalino. È una sensazione meravigliosa, mai provata prima. Sono bagnata da non credere, alcune gocce dei miei umori arrivano sul sedile del treno.
"Ho troppa voglia di cazzo e voi lo sapete." Dico loro.
"Michele come era quel massaggio alla schiena? Me lo fai riprovare? Risiediti lì davanti" mi siedo in braccio a lui, stavolta il cazzo lo sento davvero, prendo le mani di Luca che mi allungo verso di sé, gli prendo il cazzo in bocca. Michele inizia il massaggio più in basso di prima.
Per quanto la mia fica è aperta e bagnata mi rendo conto che basterebbe molto poco per essere penetrata dal cazzo di Michele e mi piacerebbe molto continuare a fare a Luca il pompino a ritmo dei colpi del cazzo che mi scopa. Lo guardo per capire se è d'accordo o se è meglio fermarsi. Luca mi sorride, annuisce e porge a Michele un preservativo.
Lui sorride, rifiuta l'offerta, lì per lì non capiamo. Allunga una mano verso lo zainetto e dice: "Uso i miei se non ti spiace." Ci spiega perché: "La lunghezza del mio cazzo a volte mi fa sentire scomodo con quelli normali così uso quelli taglia XL".
Se lo infila e appoggia la cappella alla fica, fradicia e vogliosa. Luca con le mani mi stringe le tette, mi tengo a lui e gli succhio forte il cazzo. Le mani di Michele sono sulle chiappe. "Ammazza che bella fica", mi dice. E io: "Riempimela tutta e sbattimi bene, voglio godere mentre ho il cazzo di Luca in bocca". Michele inizia a piazzare dei colpi forti e profondissimi. Luca mi sollecita le tette che sbattono e si muovono sotto i colpi del cazzo. Ogni colpo lo ingoio di più, fino in gola.
Luca si accorge da come cambia l'intensità del pompino e dall'apertura della mia bocca che sto godendo. Anche Michele è sull’orlo dell'orgasmo ma si sfila, afferra il mio culo, mi fa ruotare verso Luca e dice: "Tocca a te amico mio che sei il padrone", e gli fa un simpatico occhiolino.
"Che troietta come mi fai godere con la bocca, ora tocca al culo vieni qui!", mi dice Luca. Michele mi allarga a dismisura le chiappe, Luca mette un filo di olio per godere nel culo e lo spinge dentro. Sono con la bocca vogliosa sul cazzo di Michele, gli sfilo il preservativo e inizio un gran pompino.
Con la giusta delicatezza Luca mi infila nel buco del culo la punta del cazzo e con poca forza come un burro il cazzo duro e voglioso entra fino alle palle. Lecco l'asta di Michele, lecco anche le palle e con la mano gli accarezzo il petto. Tutto questo a breve si trasforma in un vigoroso pompino perché più Luca mi incula forte più divento troia insaziabile. "Ti piace leccare le palle? Approfittane!" Mi dice Luca. Rispondo: "Sono la vostra troia, voglio il vostro seme caldo, sono eccitata da impazzire!"
Luca mi riempie il culo di sborra calda. Vengo e urlo per il godimento: "Siii tutta piena, mi piaaceee."
Anche Michele sborra, il getto va dritto sulla mia faccia e un po' sul seno poi con le mani mi spalma lo sperma sul viso e sulle tette e mi mette in bocca le sue dita da ripulire. Io sto al gioco.
Mi offre mezzo dito di Raki, assieme alle sue dita piene di sperma. Il colore simile, il sapore contrasta ma mando giù tutto assieme e mi piace.
Dopo le ultime leccate di dita, stremati ci accasciamo sui sedili e Michele dice: "E chi lo avrebbe mai detto?" E guarda prima me e poi Luca e si mette a ridere di gusto. E noi lo stesso.
Il viaggio è ancora lungo, decidiamo di riposare. Ci rivestiamo e allunghiamo i sei sedili a formare tre scomodi letti. Io mi sdraio nel mezzo, Luca si metto dietro con le mani sulle tette e il cazzo che preme un po’ sul culo, come piace sempre a me. Michele si corica davanti a me. Gli tengo in mano il cazzo barzotto e me lo premo sulla fica senza indugiare troppo. "Sognerò di vederti piena davanti e dietro" mi sussurra Luca all'orecchio, leccandolo. Poco dopo ci addormentiamo così.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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