Racconti Erotici > trio > Le Sorelle vogliono godere...
trio

Le Sorelle vogliono godere...


di SilverStyle
12.01.2018    |    1.883    |    0 6.0
"Il mio arrapamento era a livelli cosmici..."
Fu nell’estate del 2000 che conobbi Franca e Martina. Tutta la storia nacque in una giornata afosa d’agosto nella solita riviera adriatica. Come tutti gli anni mi ero recato in una nota località di mare in Abruzzo per passare le mie brevi vacanze e cercare di distrarmi un po’ dal solito tran-tran cittadino.
Il viaggio fu un vero inferno per colpa del caldo terribile e delle lunghe code che incontrai. Non appena arrivato mi feci una breve ma ritemprante doccia fresca e bevvi un bel po’ d’acqua fresca per calmare l’arsura. Rimanere in casa era da pazzi a causa della calura eccezionale. Unica soluzione fu quella di spogliarsi, indossare un bel costume nuovo e cercare un po’ di frescura in riva al mare dove un leggero venticello avrebbe reso più sopportabile l’afa di quel primo pomeriggio di vacanza. Dato che sarei rimasto solo pochi giorni non presi in affitto l’ombrellone ed il lettino come facevo tutti gli anni e mi diressi verso l’attigua spiaggia libera. Certo, non era proprio il massimo ma con il senno del poi fu veramente una scelta straordinaria. Quando arrivai in riva al mare erano quasi le due del pomeriggio ed il caldo era al massimo. C’era già tanta gente ma riuscii lo stesso a trovare un’angolino dove sistemarmi.
Posai le mie cose e correndo entrai subito in acqua. Finalmente un po’ di fresco! Mi feci una bella nuotata e dopo qualche minuto uscii ampiamente rinfrancato da quel provvidenziale bagnetto. Raggiunsi il mio posto e stesi l’asciugamano. Nel farlo dovetti alzare un po’ di sabbia e subito sentii qualcuno lamentarsi. Erano due ragazze che distavano qualche metro da me. Istintivamente gli feci le mie scuse che furono accettate con un sorriso. Per l’imbarazzo li per li non le notai più di tanto e mi stesi voltandogli le spalle. Passai buoni dieci minuti a pancia in giù godendomi il sole reso senz’altro più tollerabile dal bagno che avevo fatto prima. D’un tratto però qualcosa turbò la mia quiete. Qualcuno aveva acceso una radio e la stava tenendo a tutto volume. Cercai di sopportare per un po’ ma dopo qualche minuto non resistetti e tirai su la testa per vedere da dove provenisse tutto quel frastuono. Erano le due ragazze di prima. Sul momento non capirono il mio disagio ma dopo qualche istante un semplice cenno della mia mano risolse l’ampasse e loro sorridendo abbassarono lo stereo ad un volume sopportabile. Ovviamente ricambiai il sorriso e fu quella la prima volta che mi soffermai a guardarle meglio. Entrambe sul biondo, una più acceso l’altra un po’ meno erano due tipe davvero interessanti. Una indossava un bikini rosso con un tanga davvero mini mentre l’altra un due pezzi a fiori senz’altro più coprente ma non meno sensuale. Tutte e due erano delle belle tettone e dotate di polpose chiappone, ne troppo magre ne troppo grasse. Decisamente sexy direi. Colpito dalla loro visione ovviamente cambiai posizione per poterle guardare meglio senza però dare troppo nell’occhio. Su per giù avranno avuto la mia età e, a giudicare dall’assenza di fedi al dito, non sposate.
Parlottavano parecchio tra loro ma a causa sia della distanza che della radio accesa non riuscivo a sentire nulla. Ogni tanto però notai che mi lanciavano qualche occhiatina sfuggente e poi sorridevano tra loro. Chissà cosa stavano pensando di me. Stupidamente pensai che quello che le faceva sorridere era il mio biancore dato che il lavoro non mi aveva dato tempo di prendere neanche un po’ di sole. Per distrarmi tirai fuori una rivista e iniziai a leggere. Un’articolo interessante mi colpì e la mia concentrazione non mi fece notare che le ragazze si erano allontanate. “Che coglione!” pensai tra me e me. Per fortuna le loro cose erano ancora li e quindi stavano sicuramente facendo una passeggiata o un bagno. Infatti vidi che stavano sguazzando tra le onde scherzando tra loro. Si divertivano come bambine a montarsi sulle spalle dell’altra per poi tuffarsi. La visione che avevo davanti era incredibilmente eccitante. I loro culi lucidi d’acqua e i loro ballonzolii di tette erano troppo arrapanti. Così tanto che dovetti rimettermi a pancia in giù per nascondere il bozzo nei miei boxer che era diventato davvero imbarazzante. Dopo una ventina di minuti uscirono dall’acqua tenendosi per mano e ritornarono a stendersi. Si asciugarono l’un’altra continuando a sorridere. Nella foga a quella con il bikini rosso sgusciò fuori una tetta. Quasi mi prese un colpo! Aveva un capezzolone enorme fantastico! L’acqua fredda l’aveva fatto diventare dritto come un chiodo e subito scattò in me un desiderio incontenibile di poterlo ciucciare. L’altra ragazza, con malizia, gli diede un pizzicotto proprio li e solo allora la prima si risistemò il costume. Sapevano che le stavo guardando ed infatti non mancarono di lanciarmi un’occhiata con il solito sorrisetto. Tanto sante non dovevano essere pensai. Ora il mio unico problema era come tentare un’approccio. Mentre ci pensavo la mia mente viaggiava e la mia fantasia erotica iniziò a scatenarsi. Iniziai a sognare di scoparmele in tutte le salse e di fare con loro le migliori porcate. Purtroppo rimasi a bocca asciutta dato che dopo neanche un minuto raccolsero le loro cose e dopo avermi fatto un sorriso di saluto si allontanarono. Pensai di seguirle ma mi trattenni subito dopo aver visto che sul ciglio della strada che è adiacente alla spiaggia un ragazzo le stava aspettando con una macchina. Avevo perso forse un’occasione d’oro ma non mi demoralizzai più di tanto pensando che magari il giorno dopo sarebbero tornate.
Verso le sette di sera mi riavviai verso casa ormai cotto dal sole. Fortunatamente si era alzata una leggera brezza che leniva in parte il fastidio per quella prima scottatura estiva. Tornato a casa feci subito una bella doccia rinfrescante ed uscii in accappatoio sul terrazzo per fumarmi una sigaretta e bere una cocacola gelata. Accesi la Tv e sintonizzai sul telegiornale per ascoltare le ultime notizie. Dopo una mezzoretta minuti iniziai a sentire i primi morsi della fame e decisi di placarli con un bel piatto di spaghetti. Rientrai in cucina e misi su l’acqua a bollire. Aprii lo scaffale dove sono solito tenere la pasta ma purtroppo era finita! Uff… l’unica speranza era la dispensa che ogni tanto i miei provvedono a rifornire. Passai quindi nell’altra stanza quando qualcosa dalla finestra attrasse la mia attenzione. Nel palazzo difronte, da una finestra al mio stesso piano una luce e dei movimenti mi colpirono. Indossai gli occhiali da vista che avevo tolto per fare la doccia e quello che vidi mi fece letteralmente trasalire. Era la finestra di un bagno e quella strana macchia rosa e bianca che vedevo era niente-di-meno-che una delle due ragazze che avevo visto in spiaggia. La mia stanza era al buio quindi lei non poteva vedermi mentre io avrei potuto guardarla a mio piacimento. “Bella troia!” pensai “Si fa la doccia con la finestra aperta!”. Ma la cosa dopo pochi istanti si fece ancora più interessante… Infatti arrivò anche l’altra ragazza che, dopo aver provato la temperatura dell’acqua con una mano, di colpo si tolse l’accappatoio e si infilò nel box senza neanche chiudersi dentro. L’altra, dopo essersi spogliata a sua volta, la seguì a ruota nella doccia. Una visione straordinaria mi si parò davanti. Erano di spalle entrambe e così potei ammirare i loro maestosi culi mentre l’acqua li rendeva lucidi ed ancora più invitanti! Benedii il muratore che aveva costruito un box così capiente e cercai di avvicinarmi un altro po’ senza però essere scoperto. Il mio cazzo si fece duro in un’istante e la mia bocca si seccò dall’emozione. Erano due vere troie, magari anche un po’ lesbiche, a vedere come si insaponavano l’un l’altra. Il pastrugnamento andò avanti per un po’ mentre sentivo il cazzo scoppiarmi nelle mutande. Finita la doccia si passarono velocemente un’asciugamano addosso ed uscirono dal bagno. Fortunatamente anche le altre finestre erano aperte e così potei assistere al resto dello show. Infatti le due porche non erano intenzionate e finirla li e passarono quindi in camera da letto. Qui la bionda più accesa scese le tapparelle a metà, lasciando il letto ben visibile dalla mia finestra ma non dagli altri dirimpettai. Si stesero entrambe sul letto e dopo pochi istanti fecero cadere a terra i loro accappatoi. Una scena incredibile fu quella che seguì di li a poco!
Inginocchiata una, seduta l’altra iniziarono a toccarsi dappertutto e a scambiarsi languidi baci prima molto leggeri poi tremendamente passionali ficcandosi chiaramente la lingua in gola. La bionda più scura cominciò a pastrugnare con foga le tette dell’amica che senz’altro stava apprezzando il trattamento.
Ma si stancarono presto di questi leggeri preliminari, infatti una delle due si mise alla pecorina mentre l’altra la toccava dappertutto. Le strizzava le tettone e le faceva scorrere le dita nel solco del culo fino a toccargli la figa già tutta bagnata. Quella in ginocchio addirittura gli ficcò il dito medio prima nella passera e poi lentamente nel buchino del culo. Quella alla pecorina stava godendo come una porca a giudicare dalle smorfie che segnavano il suo viso. L’apice lo raggiunse quando l’altra gli scivolò sotto con la testa fra le cosce lappandogli la fica all’impazzata. Si potevano udire, debolmente ma in modo inequivocabile, i gemiti di piacere della ragazza alla pecorina. Venne in pochi istanti lasciandosi cadere esausta sul letto. Io rimasi impietrito dalla scena sconvolgente che mi si era parata davanti. Purtroppo la “leccatrice” mi rovinò lo spettacolo chiudendo le tapparelle fino in fondo. Non mi era mai capitata una cosa del genere! WOW!
Il mio cazzo comunque reclamava e dovetti farmi un ricco segone per sedare l’eccitazione che quelle due troione mi avevano fatto montare.
Per quella sera non accadde null’altro e pur se continuavo a guardare verso la loro finestra per cercare di spiarle, non riaprirono la finestra ne uscirono di casa.
Andai a letto ma riuscii a dormire con difficoltà dato che le immagini di quelle due porche continuavano ad ossessionarmi. Dovetti farmi altre due seghe pensando a loro per sfinirmi e poter dormire.
L’indomani mi alzai con loro in mente e mi preparai velocemente per raggiungere la spiaggia. Appena arrivato notai con dispiacere che non c’erano. Chissà, forse avevano cambiato lido…
Mi distesi a prendere il sole cercando di non pensarci più di tanto. Dopo circa mezz’ora però arrivò la bionda più scura che passandomi accanto mi sorrise. Il cuore prese a battermi ad un ritmo più elevato ed il mio cazzo sussultò. Come il giorno prima lei si mise ad una decina di metri da me. Quella mattina portava un costume intero verde acqua a pois bianchi che pur se molto castigato lasciava sempre intuire che razza di figone fosse. Speravo che mi guardasse mentre invece si infilò il walkman nelle orecchie e si mise stesa a prendere il sole. Dopo un paio di minuti però, si abbassò le spalline scoprendosi quasi tutto il seno, fermando le coppe del costume poco sopra il capezzolo. Aveva delle tette enormi! Molto più grosse di quelle dell’altra ragazza. Decisamente era la mia preferita anche se erano entrambe due gnocche mostruose. Era la “leccatrice”, l’avevo riconosciuta!
Non riuscivo a staccare gli occhi di dosso a quelle montagne burrose. Il cazzo mi si fece così grosso e duro che dovetti girarmi a pancia in giù per evitare che tutti potessero vedere la mia eccitazione. Lei portava degli occhiali scuri che mi impedivano di vedere il suo sguardo. Questo mi eccitò ancora di più.
D’un tratto, per aggiustarsi le cuffie del walkman fece un gesto che fece scendere una coppa di quel po’ che bastava per scoprire quasi tutto il capezzolo che in quel momento svettò all’aria. Io trasalii e la mia bocca si prosciugò per l’arrapamento! Come avrei affondato le mie mani su quelle tettone enormi! Sognai di slinguazzarle i capezzoli fino a farli diventare duri come il marmo, o come il mio cazzone che ormai stava sul punto di scoppiare. Rimase così per un bel po’ di tempo mentre oramai io ero così cotto che pensai di andare a fare un tuffo nell’acqua gelida per farmi passare i bollori. Stavo per alzarmi quando arrivò l’altra che ridendo gli fece notare il fatto. Lei sorridendo e guardando verso di me, con calma si riaggiustò il costume con l’aiuto dell’altra. Nel farlo però mi permisero di vedere le sue tette completamente. Ero eccitato all’inverosimile! Gli sarei saltato addosso se non ci fosse stata tutta quella gente! Quelle due troie volevano farmi impazzire, oramai non avevo più dubbi.
Quella che era arrivata più tardi dopo un’attimo si girò verso di me e mi salutò. Io contraccambiai e prendendo la palla al balzo decisi di avvicinarmi per conoscerle. Evidentemente anche loro non aspettavano altro dato che la prima cosa che mi dissero fu: “Ce ne hai messo di tempo a deciderti di abbordarci!” e risero facendomi l’occhiolino. Non mi scomposi e ribattei pronto: ”Bhè, pure voi avreste potuto avvicinarvi no?” ridendo insieme a loro. “Io sono Franca.” – disse la bionda più chiara – “E lei è Martina, siamo di Roma, e tu?” – “Io sono Paolo, sono umbro. Venite spesso qui? Io ci vengo tutti gli anni ma non vi ho mai visto.” – Prese la parola Martina e disse: ”Veramente è la prima volta che veniamo in Abruzzo, certo non è Rimini ma ci si può ugualmente divertire non credi?” – “Certo, tutto dipende da che tipo di divertimento cerchi…” risposi io malizioso. “Bhè, ragazzi carini ce ne sono… Te per esempio…” – “Grazie, mi lusinghi… Lo stesso vale per voi due che sicuramente avete attirato la mia attenzione…”. Oramai ero in ballo e volevo ballare. Era palese che le due gnocche stavano pensando a “quel tipo di divertimento” ed io speravo di poterle accontentare.
Ricordandomi del giorno prima chiesi: ”Quel ragazzo che vi è venuto a prendere ieri è uno dei vostri fidanzati?” – “Oh, no! Quello è nostro fratello…” mi rispose Franca gelandomi. Fratello? Significava che le due porche erano sorelle, pergiunta incestuose? Non avevo proprio idea di chi avessi di fronte. Sapevo solo che erano due maiale come mai avevo incontrato.
Franca riprese la parola e disse: “Paolo, ti va di avvicinare la tua stuoia? Così potremmo conoscerci meglio mentre prendiamo il sole… Sai, sono ancora così pallida e non ho tantissimi giorni prima di tornare al lavoro…” . Annuii felice e spostai le mie cose vicino alle loro. Ci stendemmo di nuovo tra larghi sorrisi e sguardi profondi e caldi. Dopo qualche minuto Martina disse alla sorella: “Franca, hai portato l’olio solare? Io inizio a scottarmi…” – “Uff! L’ho dimenticato anche oggi… È rimasto sul tavolino in cucina… Paolo ne hai un po’?” – “Purtroppo no… oggi pomeriggio devo andarlo a ricomprare… mi spiace.” – “Non fa nulla…” disse Martina “faccio un salto a casa a prenderlo. Ti va di accompagnarmi?” – “Certo, con piacere!” le risposi sorridente. Martina si alzò riassettandosi il costume ed insieme ci avviammo verso casa. Durante il tragitto scambiammo quattro chiacchiere e lei mi disse che avevano affittato l’appartamento per soli dieci giorni, che ormai più della metà delle vacanze erano andate e che presto sarebbero tornate a Roma dai loro fidanzati bloccati dal lavoro. “Comunque siamo decise a far fruttare al massimo questi ultimi giorni di libertà!” concluse lei fissandomi dritto negli occhi. Giunti a casa loro, lei mi chiese se volevo un caffè ed io accettai volentieri. Mentre il caffè era sul fuoco lei disse: “Paolo, io vorrei cambiarmi il costume, potresti badare tu alla moka?” e si diresse in camera. Notai che non chiuse la porta dietro di sé. Dopo un paio di minuti il caffè uscii e chiusi il gas.
“È pronto. Dove sono le tazzine?” – “Sopra il lavello!” - rispose lei – “Ma prima di versarlo potresti darmi un consiglio?” – “Certo, di che si tratta?” risposi io dalla cucina. “Bhè, devo scegliere il costume e vorrei il tuo parere.”. La raggiunsi in camera e la trovai seduta sul bordo del letto. Indossava ancora i pantaloncini sopra-costume e, scesosi il costume intero fino alla vita, aveva messo il pezzo di sopra di un bikini color sabbia. Con le spalline mezze scese potevo ammirare oltre la metà delle sue enormi tette che a stento riuscivano ad essere contenute da quelle coppe. “Che ne dici di questo?” disse lei guardandomi maliziosa. “Hey! Sembra che tu non abbia mai visto un paio di tette caro mio…” aggiunse. “Mmmm… Come le tue, mai!” risposi pronto. “Se vuoi, te le faccio vedere meglio…” nel dire ciò fu un tutt’uno a scendere il bikini fino alla vita facendo letteralmente esplodere fuori le più grosse e burrose tettone che io abbia mai visto. Quasi mi venne un colpo!
“Allora? Ti accontenti di guardarle o vuoi anche sentire quanto sono morbide?” mi istigò lei. Oramai era fatta. Martina aveva voglia di scopare ed io non mi sarei fatto scappare quest’occasione neanche per tutto l’oro del mondo. Velocemente mi inginocchiai sul letto alle sue spalle e cominciai a darle dei caldissimi baci sul collo insalivandolo ben bene. Lei iniziò a fremere. Feci scivolare le mie mani sul davanti e le afferrai le tette che sentii piene e polpose sotto i polpastrelli. Lei girò la testa verso di me e le nostre calde lingue si incontrarono per la prima volta. Da come ci dava dentro intuii che si stava eccitando da morire. Le passai davanti e cominciai a succhiarle i capezzoli ed a passare la mia lingua sulle sue tette. Lei dimostrò di apprezzare molto quel trattamento mugolando per il piacere.
Le feci diventare le tette lucide per tanta saliva che impiegai. Senza perdere altro tempo in un lampo la denudai e la feci stendere sul letto. Velocemente mi spogliai anch’io ma rimasi in ginocchio sul letto. Martina puntò il mio cazzone che svettava. Lo prese delicatamente in mano iniziando una lenta sega. Il mio arrapamento era a livelli cosmici. “Lo voglio succhiare…” disse lei dandogli dei colpettini con la lingua intorno alla cappella gonfia e dura. Dopo qualche secondo iniziò a pomparmelo lentamente. La sua bocca era caldissima e lei ci sapeva proprio fare. Potevo nettamente sentire il frullo della sua lingua ad ogni pompata. Me lo insalivò tutto fino a farlo brillare. Riusciva quasi ad ingoiarlo per intero, raggiungendo punti dove mai nessuna donna era riuscita ad arrivare. Era una pompinara eccezionale! Per godermi al meglio quel golino mi distesi sulla schiena e lei si inginocchiò fra le mie cosce aperte. Se prima mi sbocchinava con lenta passione, ora ci stava dando dentro come una pazza invasata! Stavolta nel pompare riuscii anche a ficcarselo tutto in gola provocandomi un piacere così intenso e forte che fui davvero fortunato a non venirmene subito. Prima di sbattermela volevo assaggiare la sua calda passerotta e quindi la feci distendere. Lei spalancò le cosce felice per l’idea che avevo in mente. La sua passera era già fradicia d’umori e tanto, tanto calda. Non appena la mia lingua le sfiorò il grilletto lei emise un gridolino ed inarcò la schiena. Doveva essere ultrasensibile in quel punto quindi decisi di darci dentro per farla godere un bel po’. “Ohhh…si! Leccamela tutta dai! Mi fai bagnare come una troia! Adoro i lecchini… Mi stai facendo godereeeeeeeee!” urlò lei venendosene con dei tremori così intensi che quasi mi spaventai. Lei però non aveva certo finito le energie e riprese l’iniziativa. Mi si sedette sul ventre dandomi le spalle e con una mano si appuntò il mio cazzo alle porte della sua fichetta. “Sbattimi Paolo! Dammelo tutto!” mi urlò lasciandosi cadere di botto sul mio bastone. Un gemito continuo ed eccitante sgorgava dalle sue labbra. Iniziò a cavalcarmi lentamente con il mio cazzone che ad ogni su-e-giù diventava sempre più duro e grosso. Lo potevo vedere lucido e bagnato dai suoi umori e dall’abbondante insalivata del pompino. Stavo godendo come un maiale e Martina altrettanto. I nostri sospiri e gemiti si unirono in un’armonia orgasmica senza precedenti. Vedere il suo bel culone fare su e giù sul mio cazzo mi faceva impazzire! Le mie dita scivolarono nel solco delle sue chiappe e il mio dito medio indugiò sul suo più stretto pertugio. “Sei un maiale!” mi rimbrottò scherzosamente lei – “E tu una porcona!” le risposi a tono. Piano piano le infilai metà del mio dito nel buchino del culo. Lei per tutta risposta si allargò le chiappe con le mani facilitandomi il compito. Da quello che potevo vedere e sentire non era certo vergine di culo tanto il suo buchetto si rivelò facile ad essere sditalinato. Cambiammo posizione con lei che si stese a pancia in giù ed io che la montavo da dietro. Più la chiavavo e più i suoi gemiti si facevano forti ed intensi. Si infilò una mano sotto la pancia e raggiunse i miei coglioni accarezzandomeli. Le piaceva inoltre sentire con le dita la mia asta sprofondare nella sua spacca. Io mi impegnai al massimo cercando allo stesso tempo di resistere più a lungo possibile. D’un tratto sentii un rumore venire dalla cucina e mi spaventai un po’. Magari poteva essere il fratello che era tornato prima. Martina invece mi rassicurò che si trattava del gatto che a causa del caldo girovagava per la casa in cerca di un po’ di refrigerio. Rasserenato tornai alla mia gioiosa occupazione. “Ora voglio guardarti in faccia mentre ti sbatto!” le dissi al colmo dell’eccitazione. Di forza la afferrai e la girai mettendola a schiena in giù. Le presi le caviglie e le aprii le cosce. Con un veloce colpo di bacino la mia nerchia le fu subito in pancia e lei riprese a godere anche più di prima.
Ad ogni colpo del mio cazzo le sue tettone ondeggiavano su e giù. Ne bastarono pochi altri e lei venne di nuovo urlando. Una voce nuova interruppe i nostri giochi di passione: “Mamma mia! E voi dovevate andare a prendere l’olio solare eh? Martina, non vorrai mica godertelo solo tu questo bel fusto no?”. Era Franca che sorridente ci stava spiando dalla porta della camera. Li per li’ fui confuso ed imbarazzato ma bastarono solo pochi altri istanti per capire che razza di troione avessi incontrato. Lesta come un furetto si spogliò anche lei mettendo in luce il suo splendido corpo. Completamente nuda Franca si avvicinò a noi. Diede un bacio sulle labbra alla sorella ed uno più passionale, con la lingua, a me. “Allora? Come scopa questo bel ragazzo?” chiese a Martina. “Una meraviglia…mi ha già fatto venire due volte e ce l’ha ancora duro come il marmo!” le rispose. “Uhm… Che ne dici se lo assaggio un po’ anch’io?” disse lei mentre montava sul letto frapponendosi tra me e Martina. Non perse neanche un attimo e mi afferrò dolcemente il cazzo soppesandolo. “Hey! Avevi proprio ragione! È durissimo e grosso come piace a noi eh?” disse Franca ammiccando alla sorella. “Lo voglio in bocca prima di scopare…” concluse. “Ti accontento subito cara mia…” accennai di rimando avvicinandole il membro alla bocca. Lei subito iniziò a pennellarmi la cappella con degli ampi e lenti colpi di lingua. Me lo insalivò così copiosamente che iniziò a colare sulle lenzuola. Nel frattempo l’altra spalancò le cosce e partì in un ditalino forsennato. Presto i nostri mugolii si unirono in un goduriosissimo concerto. La bocca di quella pompinara era davvero esperta nell’arte del succhione. Non solo tutti quei su-e-giù mi stavano facendo godere come un maiale ma quella troia aumentò il mio piacere strofinandomi le sue tettone sui coglioni ormai stracolmi di sborra calda tutta da schizzare. I suoi capezzoli erano turgidi ed eretti come chiodi. Martina non resistette troppo a far da sola e si piazzò dietro la sorella cominciando a slinguarla tutta. Il contatto della lingua calda con la fichetta fece provare un evidente scossone di piacere a Franca che per tutta risposta aumentò il ritmo del già ricchissimo pompino. Dopo circa un minuto Franca si staccò dal mio bastone e allargatosi il culetto con le mani si offrì totalmente alla lingua calda e salivosa di Martina che evidentemente la stava facendo godere tantissimo. Mi posizionai dietro di loro per godermi meglio lo spettacolo di quel bel culo aperto e notai che il suo buchino doveva averne già viste tante di mazze per come si dilatava elastico. Presi la palla al balzo per poter esaudire uno dei miei più piacevoli desideri: una bella inculata. Martina sembrò intuire tutto e mi fece spazio continuando però a pastrugnare la passera dell’altra. Mi bagnai la punta del cazzo con un po’ di saliva e per lubrificarlo ancora di più lo strofinai sulla figa di Franca, fradicia d’umori e di saliva. Afferrai saldamente il mio bastone e lentamente lo appoggiai sul buchetto. “Porcone! Vuoi mettermelo nel culo eh? Ti prego solo di fare piano all’inizio… poi vedrai come scorre bene!” – mi disse Franca anche lei vogliosa di prenderlo nel culo. Spinsi lentamente e vidi il buchetto allargarsi intorno alla mia cappella senza quasi fare resistenza. WOW! Martina trovò il modo di infilarsi tra le cosce della sorella riprendendo a slinguazzarla. “Dai! Spaccagli il culo a questa troia! Mettigli dentro pure le palle! Falla godere come una porca!” – mi incitò Martina. Spinsi ancora un po’ ed il mio cazzo iniziò a sentire la resistenza del suo stretto secondo canale. Poi, tutto d’un tratto, il suo sfintere caldo cedette. La inculai fino alla radice. Era una sensazione magnifica che dimostrava gradire molto anche lei. Pian pianino iniziai ad aumentare il ritmo della pompata e Franca iniziò a godere come una matta. “Siiiiii…. Sbattimelo tutto dentro! Lo voglio tutto! Dammelo!” Urlo la troia.
Decisi di cambiare obiettivo e lentamente le sfilai la fava dal buchino che riprese lentamente a chiudersi. Mi stesi accanto a Martina e la feci voltare in modo che mi desse le spalle. Con una mano le sollevai una coscia mentre con l’altra ero indaffarato nel rovistare tra le sue belle chiappe. Lei intuì subito dove volevo andare a parare e lesta lesta mi prese la fava in mano e appoggiò la cappella al suo buchetto posteriore. “Bhè, anche a me piace prenderlo in culo, cosa credi?” mi disse lei ridendo. Il suo secondo canale era stato sicuramente più “trafficato” di quello dell’altra dato che quasi non oppose resistenza alla penetrazione. Le sensazioni di quell’inculata furono magnifiche. Il mio cazzo scorreva avanti e indietro a meraviglia e sia io che quella porcona di Martina ce la stavamo veramente godendo alla grande. Ero eccitato a mille e quindi feci piano piano e spesso mi fermavo quando ero sul punto di sborrare. Volevo che durasse più a lungo possibile dato che non mi sarebbe certo ricapitata presto un’occasione del genere. Intanto Franca avvicinò il viso alla fichetta di Martina iniziando un bel trattamento di lingua. Ogni tanto potevo sentirla insalivarmi i coglioni. Che porcone che erano! Continuai la lenta inculata per ancora un paio di minuti fino a quando Franca non infilò un dito nella fichetta di Martina che urlò per il tanto godere. Sentii nettamente quel ditino malizioso sul mio cazzone attraverso la sottile parete che separa l’utero dal condotto anale. Questo fu veramente troppo! Sentii la sborrata imminente ed accelerai l’inculata a ritmi quasi insostenibili. Franca sfilò il dito e iniziò a sgrillettare furiosamente la sorella mentre con la lingua le tormentava un capezzolo. In pochissimi secondi venimmo entrambi urlando.

Le mie ultime pompate erano accompagnate dalle forti contrazioni orgasmiche di Martina che, aprendo al massimo le chiappe con le mani, mi rinculava con dei decisi colpi di reni. D’un tratto sfilai la mia fava e dal mio cazzo eruttò una violenta sborrata. Le inondai letteralmente il buchino e la figa già fradicia per l’orgasmo e per il lecchino di Franca. Quest’ultima non rimase impassibile ma bensì si gettò sul mio uccello facendomi una sega. Poi, incurante, se lo avvicinò alle labbra e con lentezza e perizia cominciò a leccarlmelo. La sua lingua mi spennellò la cappella ripulendo la sborra calda che colava. Lo ingoiò vorace e poi dagli angoli della bocca ne fece riuscire la crema. Non si dimenticò neanche di Martina ripulendo ben bene anche la sua fichetta.
“Hai visto che avevo ragione? Questo ragazzaccio scopa come un riccio! Mi ha fatto sborrare come una porca! Perché non ce lo riportiamo a Roma?” disse sorridente ma affannata Martina. “Mmmm… Magari! Un cazzo così non ce lo possiamo far sfuggire! Ma anche mio fratello ti scopa così bene?” gli rispose Franca. Per un’attimo non ci feci caso ma poi come un lampo…”MIO fratello? Siete sorelle no? Vuoi dire VOSTRO!” dissi guardandole attonito. Le ragazze scoppiarono in una fragorosa risata. Io rimasi interdetto. Come avevo fatto a non capire? Fu Franca ad illuminarmi:“Non siamo sorelle cretinetto! Te lo abbiamo detto per farti arrapare ancora di più! Sai, le sorelle incestuose che lesbicano e che tu sbirci dalla finestra! La verità è che siamo colleghe di lavoro e che mio fratello Giuliano ha una storia con Martina. Io invece sono separata da due anni e di rincatenarmi a qualcuno non ci penso proprio. Abbiamo scoperto di piacerci sotto ‘diversi’ punti di vista. Martina è la donna più calda che io abbia mai conosciuto. C’è voluto parecchio per convincerla a venire a letto con me ma da quando abbiamo iniziato non ne può più fare a meno! Comunque, come vedi, il cazzo vero ci piace da impazzire, soprattutto se incontri la persona giusta che lo sappia usare bene. E con te è stato davvero stupendo!”.
Non potei far altro che sorridere ed unirmi a loro. Fu un’esperienza indimenticabile ma che, fortunatamente, riuscimmo a ripetere qualche altra volta a Roma, dove mi recavo saltuariamente, e sempre con una passione incredibile. Il mio capo infatti, spesso mi mandava nella capitale per fare delle commissioni. E fu proprio una di quelle volte che un contrattempo mi riservò una delle più eccitanti avventure della mia vita…
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 6.0
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Le Sorelle vogliono godere...:

Altri Racconti Erotici in trio:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni