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Dopo l'intervento seconda parte


di Membro VIP di Annunci69.it Piacerenellemani
16.01.2024    |    245    |    0 8.0
"Riprese a frugarmi lo sfintere, accarezzandomi le pareti del retto e facendomi rabbrividire di piacere, poi chiese al dottore di aiutarla, anche se non..."


Era ritornato ad essere professionale, anzi, lo era sempre stato, e salutandomi mi aveva fatto capire che la ”visita” era terminata, per cui me ne ritornai a casa. Mi tremavano un po’ le gambe, e mi pizzicava il di dietro, ma non vedevo l’ora di abbracciare mio marito. Il copione si ripeté come la volta precedente: appena soli gli zompai addosso e lo violentai letteralmente, ma appena tentava di infilarmi il suo uccello sentivo una fitta lancinante. Con il dito andava tutto bene, ma il pene no. Non ce l’ha sottile, ma nemmeno enorme, eppure non c’era verso. Si rallegrava, è vero della mia focosità ogni volta che andavo dal dottore, ne attribuiva la ragione alle visite manuali che dovevo subire, oltre che all’astinenza forzata, se avesse immaginato il genere della visita che avevo appena subito… Sia come sia, provammo ancora nei giorni seguenti, io mi masturbai con due dita, perfino con tre, ma non cambiò nulla. Riuscivo a godere con la lingua e le dita di mio marito, e questo aveva permesso di aumentare le varianti durante i nostri tentativi, per così dire. Ora ci potevamo permettere dei goduriosi 69, invece dei soli pompini che gli facevo inizialmente. Era un bel passo avanti, ma non mi bastava di certo, quindi chiamai nuovamente il dottore, che mi diede appuntamento per tre giorni dopo, diversamente dal solito in cui mi riceveva il pomeriggio stesso. Uscii di casa che Paolo stava rientrando, lo salutai e scappai via, dopo un bacio voluttuoso, Lui oramai sapeva che dopo le visite ero più carica che mai. Quando giunsi in studio mi fece accomodare, mi chiese se ci fossero state novità importanti, nei modi in cui io e Paolo facevamo sesso, e lo aggiornai velocemente. Rimase pensieroso un minuto, poi mi indicò la zona con il lettino, mi ci portai e mi spogliai velocemente, posizionandomi subito sul lettino. Mentre si avvicinava mi disse qualcosa che mi lasciò di stucco.
“Dal momento che a quanto pare non riusciamo a risolvere il suo problema, anche se mi rendo conto che sta facendo importanti passi avanti, mi sono permesso di far intervenire la sua ginecologa, per cercare di vedere se, insieme, saremo capaci di venirne a capo. Spero la cosa non le crei problemi. Venga pure, Luisa, la signora è pronta.”
Non me l’aspettavo. Onestamente mi ero preparata mentalmente ad una nuova sessione di piacere, magari anche più intenso della volta precedente, ora sembrava che tutto dovesse risolversi con una specie di freddo consulto medico. Ma mi sbagliavo, me ne sarei accorta ben presto.
“Buonasera, signora. Spero non le spiaccia se il mio collega mi ha chiesto di partecipare, mi ha spiegato il suo problema e le cure che le ha praticato. Sono felice che il suo… problema si stia risolvendo, anche se in parte, e mi auguro che oggi potremo farle fare il passo che manca per raggiungere nuovamente una appagante vita sessuale.”
“Ma certo, ce la faremo certamente. Ora, per piacere, avvicinati, Luisa, ti faccio vedere come ho operato la volta scorsa, poi se ti fa piacere potrai visitarla anche tu, così ti farai una idea più precisa della situazione.”
Infilandosi il guanto sterile mi unse leggermente l’entrata vaginale e mi penetrò con delicatezza per tutta la lunghezza del dito, lo mosse appena, lo ruotò giungendo col polpastrello sulla piccola prominenza sensibile all’interno, facendomi provare un brivido caldo di piacere, malgrado la situazione. Estrasse il dito, poi avvertii il familiare frescore sull’ano, e nuovamente mi penetrò, sempre con estrema delicatezza, capivo che cercava di essere professionale per non provocare fraintendimenti con la sua collega. Sfilatosi nuovamente scostò lo sgabello, invitando la mia ginecologa a fare lei ora, l’ispezione.
“Da quando ci siamo viste prima dell’intervento, non ho più avuto modo di visitarla, quindi ora ne approfitterò per farlo in modo approfondito. Come facciamo sempre, stia rilassata.”
Iniziò sfiorandomi e palpandomi il seno, poi mi stirò leggermente i capezzoli, facendomi strizzare le palpebre, era uno dei punti vulnerabili, un punto sensibile che mi faceva capitolare velocemente. Sfiorò velocemente i cavi ascellari ed inguinali, professionalmente, poi fece penetrare il medio destro nel mio ventre. Nonostante tutto accusai il colpo. Non mi importava che fosse la mia ginecologa, una presenza mi si muoveva nella vagina, e mi piaceva, mi ero davvero disinibita. Dovette accorgersi della cosa, in pochi secondi il suo dito prese a muoversi sinuoso, provocandomi sensazioni profonde, seppur delicate. Appoggiò le dita della sinistra sul ventre, a coprire il pube, poi fece giungere un polpastrello fin sulla testolina morbida del clitoride iniziando a premerlo ritmicamente, non ricordavo nemmeno più chi fosse che mi sondava e stimolava, stavo partendo.
“Direi che sembra funzionare tutto a dovere, caro collega, ma mi dici che hai provato una stimolazione trans rettale, vorrei provare anch’io, eventualmente con il tuo aiuto, naturalmente.”
Sentii sfilarsi il dito che mi stuzzicava piacevolmente la vulva, per sentire immediatamente che si apprestava a farlo nell’ano, che stavo rilassando il più possibile. Nuovamente gustai la penetrazione anale, sebbene la dottoressa avesse dita più affusolate di quelle del dottore, in compenso le sensazioni furono egualmente piacevoli. Ruotava il dito, lo piegava, stirando le crespe, allargando l’anello muscolare, e la cosa mi piaceva sempre di più, si fermò per inserire un secondo dito, non potei evitare di farmi sfuggire un sospiro di soddisfazione. Riprese a frugarmi lo sfintere, accarezzandomi le pareti del retto e facendomi rabbrividire di piacere, poi chiese al dottore di aiutarla, anche se non capivo in cosa. Sentii un dito familiare farsi strada tra le grandi labbra, scorrendo negli umori che stavo producendo, poi penetrarmi profondamente, alternando i movimenti nella vulva con quelli che mi giungevano nell’ano, stavo andando davvero fuori giri, oramai gemevo piano ad ogni loro movimento.
“Mi dicevi che hai tentato di inserire lo speculum per le adolescenti, ma le provocava dolore, vero?”
“Esatto, già nella zona vestibolare, per cui ho desistito. Inoltre si era lamentata della sensazione di freddo del metallo, forse dovremmo pensare a qualcosa per ovviare al problema. Un’idea ce l’ho già.”
“Penso di sapere a cosa ti riferisci, approvo. Se vuoi preparare la strumentazione, io procedo alla adatta lubrificazione.”
Non capivo a cosa si riferisse, ma sentii le loro dita abbandonarmi gli orifizi, lasciandomi spiacevolmente vuota, ed un leggero tramestio, di carta, forse stoffa. Improvvisamente una lingua rovente mi percorse la vulva, scorrendo dall’ano al clitoride, e cacciai un piccolo e breve grido. Dita sottili mi stesero le labbra vulvari, o almeno quel che ne rimaneva, lasciando alla mercé della lingua della ginecologa l’imboccatura della vagina, lingua che appuntita si conficcò in profondità, provocandomi sensazioni magnifiche ed intense. Che fosse una donna a leccarmi in quel modo non mi interessava, mi stava dando scosse di piacere come Paolo non era mai riuscito, un suo dito mi stimolò il forellino posteriore, ruotandoci un polpastrello imbevuto dei miei succhi che uscivano abbondanti, sfuggendo alle lappate che mi prodigava, dandomi ulteriori brividi. Era una situazione del tutto diversa da quello che mi aspettavo, per quanto assolutamente piacevole, e mi stava coinvolgendo pienamente. Sentii parlottare, come se il dottore stesse chiacchierando con qualcuno, nell’anticamera dello studio, forse al telefono, non potevo credere che ci fossero altre persone con noi. Tempo un paio di minuti infatti lo sentii avvicinarsi, dicendo alla collega, che continuava a stimolarmi le carni intime, che aveva fatto quella telefonata che avevano programmato precedentemente, tutto a posto, aggiunse. Sentii ancora qualche fruscio, stavolta indubbiamente di stoffa, poi avvertii la mia leccatrice alzarsi, facendomi sentire l’aria fresca sulle mucose bagnate ed eccitate, spostandomi al mio fianco ed impugnandomi un seno con una mano mentre con l’altra continuava a sfiorarmi il clitoride, facendomi sentire mille piccole scossette che mi frustavano l’inguine. La sua bocca si avvinghiò al capezzolo divenuto sporgente dalla stretta che avvolgeva il seno alla base, involontariamente sollevai una mano ponendogliela sulla testa, premendogliela sul mio petto, incitandola ulteriormente a continuare il suo lavoro. Mi ero dimenticato della presenza del dottore, l’esperienza saffica mi stava prendendo, eccitandomi in modo inusitato, sentivo un orgasmo avvicinarsi inaspettatamente. Solitamente, anche nelle esperienze precedenti con il dottore mi era servito molto tempo per giungere a quello stadio di eccitazione, questa volta capivo che mi mancavano solo pochi momenti. Mentre la mano continuava a strizzarmi il capezzolo, e l’altra a masturbarmi sapientemente ora all’esterno, ora all’interno della vagina, forzò la mia presa sulla testa e si spostò ancora, per congiungere le sue labbra con le mie, che tenevo aperte, ansimando per l’eccitazione. Ci vollero solo un paio di secondi prima che quel contatto si trasformasse in un bacio profondo, insinuante, in cui le lingue si sfioravano in tutti i modi, le labbra scorrevano le une sulle altre, madide di saliva, sollevai nuovamente la mano per aggrapparmi a lei, ed ebbi la sorpresa di incontrare non un camice, ma solo pelle nuda e calda. Aprii gli occhi, che continuavo a tenere serrati, non so neanche io perché, e mi trovai a fissare i suoi, sorridenti e profondi, mossi l’altra mano e trovai un seno morbido e sodo al contempo, il primo che mi capitava di toccare, che non fosse il mio. Fu la goccia che fece traboccare il vaso. Ansimando e sussultando sentii crollare le dighe del piacere, e mi lasciai andare all’orgasmo, il primo con una donna, totalmente conquistata dal piacere che Luisa mi aveva saputo donare. Lasciò che l’onda passasse, che la tempesta si placasse, prima di togliere la mano che mi aveva tormentato così piacevolmente l’inguine, ma non smise di baciarmi dolcemente, poi prese con la sua la mia mano che ancora le stringeva il braccio e se la portò sul suo, di inguine, facendomi sentire ancora per la prima volta, sotto le dita, la sensazione tutta particolare del contatto con la sua vagina ruscellante di eccitazione. Era come toccare me stessa, ma era diverso, pazzesco. Ero stesa sul lettino ginecologico, spalancata, offerta, e se non ci fossi stata mi sarei offerta spontaneamente! Capivo solo il piacere e l’eccitazione che provavo, non mi interessava altro. Sentivo sulle mie labbra le labbra di Luisa che mi aspiravano la lingua, e sotto le dita la sua vagina, le sue mucose, così uguali alle mie, mi riconoscevo in quel ventre, in quei seni, in quella bocca, perfino in quel sedere, le cui natiche ora stavo stringendo, sfuggendo per un momento all’attrazione del calore interno. Attirai verso di me quel corpo tonico e flessuoso, erotico, sensuale, e lei si appoggiò contro di me, facendo scorrere i suoi capezzoli sui miei, facendo combaciare le semisfere dei seni, scavalcando con una gamba il mio tronco e accasciandosi totalmente su di me, pube, ventre morbido e rovente, torace, seno caldo e sodo, capezzoli pungenti. Mentre con una mano mi accarezzava il fianco, scorrendo fin sul sedere, io la abbracciavo, stringendola su di me, scorrendo sulla schiena perfetta, sulla vita sottile, sui glutei golosamente rotondi ed aperti dalla posizione, fino a scorrervi in mezzo, sfiorando il suo fiorellino scuro che incredibilmente mi attirava pericolosamente. Nella nebbia dell’eccitazione mi parve nuovamente di sentire un lontano parlottio, ma durò qualche secondo e non ci detti peso, Luisa mi coinvolgeva in modo tremendo.
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