Lui & Lei
Dopo l'intervento parte prima
di Piacerenellemani
26.08.2023 |
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"Cercai di rilassarmi al massimo, mentre sentivo la punta del dito che tentava delicatamente di penetrare nello sfintere, conoscevo quella sensazione e mi..."
DOPO L’INTERVENTOChe situazione…Non avrei mai pensato potesse accadermi una cosa simile, proprio a me poi… Dovrei sentire rimorso, pentimento. Invece no, tutto sommato mi sento bene, confusa, questo si, ma mi sento davvero bene. E pensare che fino ad un paio di mesi fa…
Antonella, mi chiamo così, 46 anni portati proprio bene, non che siano molti eh, ma sapete no ? Dopo i 40 ci si sente un po’ diverse. Sono sposata da quindici anni con Paolo, abbiamo una figlia di undici anni, un gatto, un cagnolino dal musetto impertinente, ed un appartamento piuttosto spazioso. Lavoriamo entrambi e cerchiamo di ritagliarci qualche momento per noi appena possibile, ma non è tanto facile, alla sera siamo così stanchi che appena tocchiamo il letto ci spegniamo letteralmente in tre secondi. Il sesso ? Purtroppo pochino, ma estremamente appagante, quando troviamo appunto il tempo da dedicarci. Fu proprio in uno di quei momenti che Paolo si accorse di una piccola escrescenza appena sotto la fine delle labbra vaginali. Mi feci scattare un paio di foto con il cellulare per poter vedere con i miei occhi di cosa si trattasse, visto che non mi ero accorta di nulla, ed in effetti, un qualcosa si vedeva, sembrava un grano di pepe come dimensione. Non ci detti troppo peso, qualche neo leggermente sporgente sul corpo non mi manca, pensai che fosse un nuovo neo che spuntava, e non ci pensai più. Contrariamente a quel che pensavo però dopo qualche tempo quel grano di pepe iniziò a darmi fastidio, e a crescere, per cui andai dal ginecologo che a sua volta mi mandò a fare una visita dermatologica. Un po’ preoccupata andai a farmi visitare, e la dottoressa mi disse di non preoccuparmi, che sicuramente era una semplice formazione benigna, ma che per precauzione era meglio rimuoverla. I tempi di attesa ospedalieri sono sempre biblici, e nel tempo che passò nel frattempo quel grano di pepe crebbe fino a divenire un mezzo pisello, ed iniziò a provocare dolore durante i rapporti con mio marito, all’atto della penetrazione. Questo pose fine in pratica ai rapporti sessuali con Paolo, con non poco scorno di entrambi, ma non mi rimaneva che attendere il giorno dell’intervento. Quando feci la visita col chirurgo gli spiegai il mio dubbio, quel coso era praticamente al limite delle labbra vaginali, sapendo che negli interventi di escissione di questi casi, in genere si fa un’incisione a losanga lunga almeno tre centimetri, ero preoccupata che mi incidessero una porzione della vagina stessa, o almeno delle labbra. Mi tranquillizzò dicendo che in questo caso avrebbero praticato una incisione in orizzontale, per salvaguardare il più possibile i tessuti sensibili della vulva. Questo mi tranquillizzò non poco, ma purtroppo il giorno dell’intervento non poté essere lui a operarmi, chi lo sostituì non ebbe questa delicatezza e fu solo dopo il mio ritorno a casa, quando mio marito dovette medicarmi la sutura che scoprii di aver perduto un buon terzo delle labbra vaginali ! Naturalmente mi incavolai come una bestia, temevo di aver problemi ad avere rapporti sessuali, magari dolorosi, mi prese lo sconforto. Telefonai subito dopo aver smesso di piangere al dottore che mi aveva visitato, e mi disse di stare tranquilla, le labbra fanno parte di tessuti estremamente elastici che fanno da protezione per la vagina stessa, ma era certo che l’orifizio vaginale vero e proprio non fosse stato toccato. In ogni caso mi invitò ad andare da lui anche subito per un controllo, cosa che feci immediatamente. Quando vide il lavoro che il suo collega aveva fatto mi accorsi che stringeva le labbra ed aveva uno sguardo di riprovazione, ma tacque e mi visitò con delicatezza. Nonostante mi sfiorasse appena sentii parecchio dolore, ed i miei sussulti glielo fecero capire bene, tuttavia disse che era normale, era passata solo una settimana e la ferita era ancora fresca, i punti sarebbero caduti da soli, ma ci sarebbe voluto quasi un mese. Nel frattempo niente rapporti e pazienza, mi fissò un nuovo appuntamento un mese dopo per un nuovo controllo. Il mese passò, i punti caddero, e tentai con delicatezza ad avere un rapporto sessuale con Paolo, il quale con estrema delicatezza mi leccò a lungo per preparare la via, ma diversamente dal solito, questa pratica che normalmente mi stimolava oltre misura, facendomi desiderare che entrasse in me con forza scopandomi a fondo, non diede i risultati sperati. Volli tentare comunque a farmi penetrare, ma nonostante la notevole lubrificazione datami dalla sua lingua e abbondante saliva, appena si abboccò al vestibolo della vagina dovetti fermarlo, il dolore era troppo forte. Fu con le lacrime agi occhi che andai alla visita il giorno dopo, mi vedevo già con la vita sessuale menomata, e per cosa poi ? Un cosino minuscolo. Il dottore mi visitò con cautela, e anche se qualche fitta subitanea la sentii, fu in grado di infilare un dito fino in fondo alla vagina, ruotandolo leggermente senza che mi facesse male. Mi rassicurò che come mi aveva già detto il problema dei rapporti sessuali non c’era, visto che la pervietà vaginale era evidente, il dolore alle labbra sarebbe passato, se mi faceva stare più serena avrei potuto ritornare da lui quando volevo, mi avrebbe visitato a fine orario, per non farmi attendere inutilmente. Notevolmente rincuorata ritornai a casa ed abbracciai Paolo con rinnovata passione, perdendoci in focosi baci che ebbero il solito effetto su entrambi, con il risultato che appena la figlia andò a letto lo trascinai in camera da letto e gli estrassi a forza il pene rigido dagli slip cacciandomelo in gola avidamente. Sapendo che non sarei riuscita a sopportare la penetrazione continuai fino a farlo venire, accettando in bocca il suo sperma ed ingoiandolo con soddisfazione, purtroppo quando lui cercò di rendermi il favore cacciai uno strillo e gli tirai indietro la testa, niente da fare… Attesi la settimana, e ritornai dal dottore, il quale mi visitò nuovamente, stavolta un po’ più a lungo, ancora tutto bene ma bisognava avere pazienza. Attesi altre due settimane prima di provare a farmi leccare la vagina da Paolo, questa volta il dolore era scemato, ma ancora niente penetrazione. Ritornai dal dottore, il quale mi ascoltò con pazienza facendomi domande di come avevamo i nostri rapporti io e mio marito, quali pratiche prediligessimo, se avessimo rapporti anali e via dicendo. Lentamente l’imbarazzo sparì, e mi ritrovai a parlare liberamente dei miei rapporti sessuali senza alcuna remora, nessun imbarazzo. Dietro mia richiesta accettò di visitarmi di nuovo e chiese la mia approvazione per usare lo speculum per cercare di capire quanto potessi accettare dentro la mia vagina martoriata prima di sentire dolore. Ne scelse uno adatto ad adolescenti, di misura più piccola rispetto a quello che avrebbe usato su di una donna adulta, lentamente, con molto lubrificante ne infilò una piccola parte nel mio ventre, ma lo feci smettere ben presto. Ci pensò un po’ e mi disse che secondo lui il problema era solo parzialmente legato alla riduzione delle labbra vaginali, forse la mia era tensione per paura di provare dolore. Tanto tesa che contraevo la muscolatura e provavo dolore. Una sorta di vaginismo involontario. Mi disse di ritornare nuovamente una settimana dopo, voleva controllare una cosa, ed oramai si era fatto tardi. A casa si ripeté il copione, Appena soli sfogai la mia libido repressa sul pene di Paolo, con sua grande soddisfazione, e anche mia, dato che mi piace sentirmelo in bocca, purtroppo come prevedevo niente scopata, al che lui propose di usare l’entrata posteriore, poteva essere la volta buona che iniziavo anche quella pratica, ma è più forte di me, un dito lo accetto, nel pieno dell’eccitazione e della scopata, ma farmi sfondare l’ano… anche no, grazie. Ritornai dal dottore puntuale dopo una settimana, appena entravo mi spogliavo e mi stendevo sul lettino come fosse la cosa più naturale del mondo, tanto mi ero abituata a farmi visitare da lui. Mi fece nuovamente una serie corposa di domande a carattere sessuale a cui rispondevo con un certo trasporto, parlare di sesso con lui mentre mi sfiorava la vagina e tentava l’orifizio stava diventando eccitante Gli raccontai del tentativo di Paolo con il sesso anale, e mi rispose che avrei dovuto provare, con pazienza e molta lubrificazione sarebbe stata una pratica che con il tempo avrebbe potuto diventare molto soddisfacente. In effetti, gli dissi, quando infilava un dito nel sedere Paolo non lo lubrificava, se non con i miei umori che erano colati sul perineo durante l’amplesso, e la cosa mi stimolava facendomi avere orgasmi anche più intensi. Mi venne in mente una domanda la cui risposta mi preoccupava non poco, visto quanto mi stava già accadendo, per cui, pur imbarazzata, girai questo mio dubbio al dottore. La mia preoccupazione era che anche con la penetrazione anale, seppure con il solo dito, ora potessi provare dolore, questo avrebbe complicato ulteriormente i miei rapporti sessuali con Paolo, come se ne avessimo bisogno. Mi guardò in modo strano per qualche secondo prima di rispondere, ed io arrossii, non so neanche io perché, poi mi disse che se ci tenevo avrebbe provato se anche da quella parte ci potessero essere disturbi legati al dolore o alla tensione. Annuii decisamente, e mi fece segno di distendermi come al solito, cosa che feci, appoggiando le gambe sugli appositi supporti. Mi fece posizionare leggermente più in avanti sul lettino, poi mi spalmò con abbondante gel, facendomi sobbalzare per il contatto fresco con la crema, mentre la stendeva sull’ano. Cercai di rilassarmi al massimo, mentre sentivo la punta del dito che tentava delicatamente di penetrare nello sfintere, conoscevo quella sensazione e mi piaceva, un piccolo brivido involontario mi percorse il corpo.
“Le ho fatto male?” Mi chiese subito, interrompendo la penetrazione.
“No, no, anzi…” Risposi istintivamente, rendendomi conto in ritardo che quel “anzi” sarebbe potuto essere mal interpretato.
“Oh, bene, allora continuiamo, respira a fondo…”
Lo feci, e mentre giungevo al massimo dell’inspirazione spinse con dolcezza ed il suo medio entrò nel retto fino in fondo, sentivo le altre nocche piegate che premevano sul perineo. Mi aveva sorpresa, era entrato così bene che non avevo provato nessun fastidio, anzi…mi era proprio piaciuto. Espirai tremolante, mentre il dottore lasciava il suo dito fermo dentro l’ano, che si era ben adattato al diametro, non che avesse dita tozze.
“Tutto bene? Le ho fatto male?” Chiese premurosamente, fissandomi negli occhi, visto che avevo sollevato il capo.
“Sì, cioè no… insomma, tutto bene, per ora. Fin qui è andato bene, non mi spiace, come con mio marito, ma lui… sa come succede…” Oh mio Dio, gli stavo chiedendo di muoverlo per capire se avrei provato qualcosa di spiacevole, non credevo a quello che stavo dicendo.
“Capisco, in fondo anche quando ho provato la pervietà della vagina ho solo infilato il dito, mentre ovviamente con il pene di suo marito l’inserimento provoca sempre movimenti e stiramenti, non è una richiesta astrusa, mi creda, anzi pienamente legittima.” Mi tranquillizzò parlandomi dolcemente.
Sentii nuovamente la sensazione di freddo, poi mosse il dito leggermente in tondo, spalmando il nuovo gel che aveva aggiunto, quindi lo estrasse lentamente fino a metà giungendo alla nocca, lo piegò leggermente ed iniziò a muoverlo piano, roteandolo in ogni direzione, allargando dolcemente l’anello dell’ano. Quello che provavo era tutto tranne dolore. Mi stavo facendo penetrare nel sedere dal mio dottore, e mi piaceva, mi piaceva proprio ! Era eccitante, mi vergognavo di me stessa, ma ero eccitata come raramente mi era accaduto. Non dissi nulla, lasciai che proseguisse nella sperimentazione, sperai che proseguisse! Lui non smise, capiva che quello che provavo era piacevole, non c’erano trasalimenti dolorosi sul mio viso, semmai un certo tremolio delle labbra tradiva qualcos’altro. Fece affondare nuovamente il medio fino alla fine, quindi riprese a tirare intorno allargando ancora gentilmente l’ano, che in effetti non opponeva nessuna resistenza, quindi compì il movimento che aspettavo, lo sfilò e lo reinserì più volte, facendolo scorrere adagio ma continuando a tirare lateralmente. Cavolo se mi piaceva! Anche quando me lo faceva Paolo, ma qui la situazione era diversa, più lubrificata, anomala, eccitante… proibita! Mi stavo facendo sodomizzare, seppure con un solo dito, dal mio dottore. E ne godevo, ma tanto! Io non fiatavo, ma si capiva, ne ero certa. Mi chiese se provassi dolore, sempre sottovoce, io scossi il capo, sorridendo ad occhi chiusi. Si fermò, sfilò il dito del tutto, e pensai che avesse deciso che era ora di smettere, invece lo sentii nuovamente dopo un paio di secondi che aggiungeva nuovo gel fresco e poi entrò ancora nello sfintere cedevole… solo che questa volta le dita erano diventate due! La sensazione mi fece ansimare forte e senza volere inarcai il capo all’indietro, tendendo il collo, deglutendo a vuoto. Era proprio quello che volevo ! Solo che non lo sapevo ancora. Era… vergognosamente bello, sentirlo allargare l’anello dell’ano e infilarsi in profondità in quel luogo che avevo fatto violare solo da mio marito. Per alcuni minuti mi scavò con due dita, era una sodomia che non solo accettavo, ma gradivo proprio. Ruotava la mano, e sentivo le dita scavare dentro di me, e scorrere dentro e fuori, e piegarsi ad uncino e stimolare la mucosa del retto, smuovendo anche il canale vaginale, da cui è separato solo da qualche millimetro di tessuti morbidissimi. Ormai ansimavo, fremevo, mi piaceva, mi rifiutavo di gemere ma avrei voluto farlo.
“Mi sembra che almeno da questa parte non ci siano problemi di dolori, vero? Se le può andar bene, io approfitterei che ormai è qui per fare un controllo anche vaginale, così vediamo se il problema persiste anche dopo una adeguata eccitazione.”
Io in quel momento avrei accettato anche se avesse detto che mi voleva infilare un arricciacapelli rovente, riuscii solo ad esalare un “sii” tra un sospiro e l’altro. Avevo un serpente che si stava contorcendo nell’addome, la tensione erotica stava montando, sentivo i capezzoli duri come mai, i seni gonfi, le gambe spingevano sui supporti, che facesse quello che voleva, ma doveva continuare! Infatti continuò ad entrare ed uscire dall’ano con le due dita della mano destra, , ma iniziò a sfiorare le labbra vaginali con un dito della mano sinistra, ero un ruscello di umori, sentii distintamente il suono bagnato che faceva lo scorrere tra di esse. Iniziavo a perdere il contatto con la situazione, le sensazioni nel retto erano forti e dolci allo stesso tempo, quelle sulla vulva mi facevano contorcere. Non sentii nessun dolore, assolutamente, poi quando il polpastrello prese a scorrere sul clitoride presi ad ansimare a scatti, a ritmo con il movimento del dito che mi sfiorava così abilmente. Attese di sentirmi preda di scatti del ventre, segno che ma mia eccitazione era ormai feroce, poi tese il dito medio e penetrò nella vagina fradicia fino alle nocche. Lanciai un grido acuto che neanche sentii, stavo scoppiando di eccitazione e di piacere, la penetrazione mi aveva sconvolta i sensi! Mi godetti le due penetrazioni così diverse eppure così appaganti entrambe per un tempo indefinito, poi lo pregai di darmi di più, ne avevo bisogno, il mio corpo lo esigeva!
“Ti prego! Ti prego, due, mettine due… o tre! Fai quello che vuoi ma fammi venire, sto impazzendo!”
Senza dire una parola sentii prima uno, poi due dita affiancarsi al primo che mi scavava la vagina, sconvolgendomi i sensi, ma non riuscivo… non riuscivo ancora a venire. Gemendo e sussultando stavo per gridargli di sbattere quelle dannate dita più forte nel culo e nella fica, non me ne fregava più niente di essere triviale. Erano il culo e la fica che mi stavano letteralmente scoppiando, non l’ano e la vagina, poi sentii la sua lingua rovente leccarmi il clitoride, la sua bocca a ventosa aspirarmelo e succhiarmelo con forza. Allora esplosi nell’orgasmo più violento della mia intera vita sessuale! Godetti gridando e scrollando il corpo sudato come una tarantolata, le mani artigliate al lettino e poi ai miei seni, seni che strizzai come a volerli far scoppiare.
Dopo che ebbi finito di sussultare, tra singulti e gemiti, sfilò lentamente le dita dai miei orifizi, spalmandovi con dolcezza una nuova dose di gel per lenire il rossore. Aveva smesso di suggermi la vagina appena avevo goduto, ed ora si sollevò ritornando verso la scrivania. Fece scorrere la tendina che creava quella piccola privacy quando la paziente si spogliava e si preparava per la visita, e gliene fui grata. Avevo bisogno di qualche minuto per riprendere fiato e calmarmi, anche solo per riprendere contatto con la realtà. Mi ci volle quasi un quarto d’ora per rimettermi l’intimo e la gonna e maglietta con cui ero arrivata, ero pronta per affrontarlo, ma sentivo ancora in me le sue dita. Ero terribilmente imbarazzata, ma ancora eccitata. In qualche modo lo raggiunsi, stava scrivendo un appunto su una scheda che infilò su una cartellina su cui potei vedere scritto il mio nome. Sperai che non avesse annotato che mi aveva appena masturbata davanti e dietro, con mio sommo piacere!
“Bene…direi che questa volta abbiamo appurato che problemi fisici davvero non ce ne sono, almeno per ora.”
“No, direi proprio di no, dottore…” Riuscii a rispondere, con un filo di voce.
“Ottimamente! Mi auguro che ora riuscirà ad avere sereni e piacevoli rapporti con il suo consorte. Se preferisce, nei tempi tra un rapporto e l’altro può sempre usare le sue dita, per mantenere elastici i tessuti.”
“Cioè, masturbarmi?”
“In pratica, se non le dispiace, naturalmente. Ma non è necessario che porti avanti la cosa fino ad avere un orgasmo, basta smuovere i tessuti.”
“Mi perdoni, ma tra un mio dito ed il pene di mio marito c’è una bella differenza…”
“Si, immagino, anzi, ne sono certo, ne usi due allora.”
“Anche con due…” Unii pollice ed indice ad anello, poi staccai leggermente le due dita lasciando un breve spazio, vi infilai due dita unite. Vede, anche così rimane un sacco di spazio vuoto, è inutile, almeno per lo scopo che intende lei.” Cercai di spiegare, e arrossii ancora una volta, avevo sottinteso sia le dimensioni del pene di Paolo, sia che mi masturbavo.
“Veda lei cosa fare, non credo di doverle suggerire il modo. Penso in ogni caso che il suo problema troverà una soluzione, anzi mi auguro che sia già tutto risolto. Se dovesse avere problemi ulteriori o avesse bisogno di parlarmene, mi chiami pure, cercheremo una nuova soluzione. Buonasera.”
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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