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Don Genesio in quel paesino


di saturno2021
28.05.2021    |    432    |    0 6.0
"L'area si presentava sterrata, adiacente alla statale, si guardò attorno e vide un camper fermo, qualche metro più la un auto ferma..."
Dopo anni trascorsi a Roma in quella parrocchia, dove si er mosso a colpi di 15 euro sborsato a ragazzi e ragazze, per ottenere piacere e prestazioni sessualità, Don Genesio fu trasferito in un paesino del sud Italia. Il sole era alto in cielo e il caldo torrido di quel paesino, un po' desolato, da qualche giorno li, nella nuova parrocchia e tanto solo. Don Genesio trascorreva con pochi fedeli nelle due messe, al giorno alla parrocchia che si sviluppava su una piccola collinetta, alle spalle di montagne e prati verdi, campagne e agricoltura. Un giorno alle 14.00 circa, dopo un pasto frugale, si mise dentro la sua stanza, con il suo PC, alla ricerca di qualche cosa piacevole. Tra le varie ricerche in chat, annunci di zona, scopri un area di parcheggio, dove scambisti si incontravano la sera. Mentre si trastullava, con occhi sgranati, senza slip a gambe aperte e Toscana alzata, scappellava il suo obelisco venoso, con colpi sempre più ritmati. Venne la sera, dopo aver chiuso tutte le porte, assicurando la parrocchia in una totale chiusura, prese la sua utilitaria e con battito del cuore e forte desiderio, pronto a raggiungere il luogo di cui aveva trovato notizie di incontri sessuali. L'area si presentava sterrata, adiacente alla statale, si guardò attorno e vide un camper fermo, qualche metro più la un auto ferma. Il buon Don Genesio scese e curioso, si avvicinò prima all'auto e poi alla roulotte. L'auto aveva un signore a bordo sulla sessantina di anni, che alla vista di Don Genesio, esclamò deciso, le posso essere d'aiuto? Vuoi Marzia? Don Genesio, on un sorriso beffardo risposte senta indugi, vediamola. Il signore scese dall'auto ed apri con una chiave, la porta della roulotte. Adagiata su un piccolo letto, c'era Marzia, un "baldraccone" 50enne. Mora, seno strabordante, tenuto a malapena da una scollatura di un vestitino rosso fuoco. Due coscioni, avvolti da calze autoreggenti e una figa pelosa "scapigliata" come testa riccia. Don Genesio, dopo il buonasera, chiese permesso e si abbasso i pantaloni, mentre la "baldraccona" Marzia lo invitava da sé. Il signore pappone, magnacione o custode di abominevole donna, con ghigno invitava la stessa nel da farsi. Parti una serie di bocchini, mentre Don Genesio palpava i suoi tettoni, lo sguardo esplorava, l'alcova. Meraviglioso paradiso? Ritagli di giornali con cazzi e gang bang, sulle pareti i segni di sborrate di tempi andati calanti. Addirittura l'acre profumo del sesso, si respirava in quei pochi metri quadrati. Marzia si giro' e disse ... bocchino 30 figa 50 e culo 70, Don Genesio, aveva preso la...miracolosa pillola per la battaglia ed era carico. Rispose 100 ti piscio in bocca... la donna attratta dal dio denaro, si girò alla pecorina e neanche rispose, per Don Genesio era un tacito si. Il suo cappellone si fece strada, prima in figa, poi con un urgente passato senza fiatare da Marzia spinse il suo cappellone nel culo, a dire il vero unica parte piacevole della troiona. Da lì scariche di colpi sempre più decisi, per sentir dire vengo vengo e prese i capelli di Marzia a bocca spalancata, sborrata a fiumi...con annessa pisciata a più repliche... gran parte fuori dalla.bocca che si apriva e chiudeva.... scendendo giù sul seno. In tutto questo... si sentiva il vai di incitamento del signore che assisteva entrambi all'azione. Finito... la troiona si passo un asciugamano imbevuto di acqua e sapone per pulirsi... Don Genesio si ricompone e apri il portafoglio per erogare i 100 euro. I saluti di cortesia e uscì da quel piccolo stanzino che era stata quella roulotte. Si mise a parlare fuori all'aria aperta con il pappone, dicendo lei dovrebbe pagare a me che si è visto tutto lo spettacolo. I due scherzavano e ridevano della situazione. Poi commentarono la prestazione e Don Genesio spiego in confidenza come ad amici di vecchia data, l'utilizzo della pillola magica. Si arrivò parlando ad offrire una, il signore pappone la prese e sorridendo i due, dissero ora va testata, provi disse Don Genesio. Ecco che in uno slancio di amicizia... il "pappone" propose con enfasi, di invitare nuovamente Don Genesio ad un sodalizio a tre. Tornarono in " quel bucigattolo " da Marzia all'interno della roulotte con 2 cazzi letteralmente svettanti. Marzia, con i due "zinnoni al vento e con un cazzo nero di gomma" come la più trasgressiva ninfomane di turno, ne faceva "galleria" per rapidi treni. La "stazione del sesso" non prevedeva fermate, ma azioni orgiastische. Don Genesio in culo, l'amico in figa a Marzia e via al treno dei sogni. Arrampicati come demoni i due sessantenne, facevano di quell'ammasso di carne, la più lussuria perversione, come porci in una stalla stretta. Don Genesio si tolse dal culo, vista la mole della donna, e il peso della penetrazione di un altro uomo sempre su di lui. Si pose lateralmente Don Genesio, sfruttando l'eccitazione visuale. Lubrificare con la lingua la penetrazione fra il pappone e Marzia, quella "vaccona", regina degli aperitivi di sborra del sud. Marzia già da 16, aveva il vizio lesbo di masturbazioni pomeridiane tra amichette coetanee e riviste porno. Quelle laccate di Don Genesio tra figa e cazzo erano la chiave dei suoi ricordi... era alle stelle, ripeteva si... si mentre Don Genesio prendeva fiato e saliva... e diceva sei una troia... rotta in culo. Nel momento che i due stavano per venire, Il parroco si prese la scena... lui sborro a Marzia a bocca spalancata e nello stesso tempo ingoia sborra del pappone. Cosa sognar di più, tre piccoli "porcellini" all'azione più bella e la situazione più forte che uno potesse immaginarsi. Il religioso si congedo' baciando i due sulla bocca... e mentre lo faceva muoveva la mano ancora a segare dolcemente l'altro maschio. Don Genesio ricomposto, lascio i due co un invito, di fare una cena nella sua dimora ecclesiastica, al più presto.
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