trans
una delle prime volte
di Camilla74
09.10.2020 |
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"Una delle mie prime volte fu una specie di costrizione, (a dire il vero quasi tutti i miei incontri sono stati costrizioni) ero in vacanza con la mia famiglia..."
Una delle mie prime volte fu una specie di costrizione, (a dire il vero quasi tutti i miei incontri sono stati costrizioni) ero in vacanza con la mia famiglia e feci conoscenza con un ragazzo mio coetaneo che veniva da reggio emilia, non so perché ma entrambi capimmo subito che avevamo qualcosa di diverso. Un giorno mentre giocavamo in acqua sentii la mano del mio amico che mi toccava l’uccello, capii subito che era stato un gesto voluto, ma non dissi nulla anzi stetti al gioco, le ore passavano i giochi cambiavano ma lui cercava sempre il contatto con il mio membro. Il giorno dopo stessa spiaggia stesse azioni, ma questa volta gli sussurro all’orecchio “lo vuoi?” e lui “magari” “andiamo in pineta uno alla volta per non destare sospetti” si affretto ad asciugarsi e a dirigersi verso la pineta, dopo 5 minuti lo raggiunsi. Appena mi vide diventò tutto rosso ed altrettanto io, ma ero così eccitato che non mi importava che ci potessero vedere, mi tolse lo slip si inginocchio e me lo prese in bocca, dopo poco gli venni in bocca e lui fu bravo a non far cadere neanche una goccia. A questo punto mi disse “vuoi provare anche tu?” “no, io non le faccio queste cose, io sono un uomo” “se provi non diventi meno uomo, solo conosci la differenza e potrai apprezzare di più quello che sei” “rimarrà tra noi” “certo, giocheremo solo noi due fino alla fine della vacanza e poi chi si è visto si è visto” “Va bene allora” gli abbassai gli slip e per essere un sedicenne aveva un bel cazzo, iniziai a giocare con le mani e poi lo presi in bocca ed andai su e giù finche anche lui non mi riempii la bocca di sperma. Mi alzai e vidi che il suo volto aveva cambiato colore gli chiesi se stava bene ma non mi rispose, fissava un punto oltre la mia spalla, mi girai di scatto e vidi un bel ragazzo sui 20 anni che ci fissava “e brave le mie due frocette” e guardano quello che poi capii essere suo fratello continuò “perchè non inviti la tua amichetta da noi qualche sera di queste che ci divertiamo un po’?” ed io “non hai capito nulla io sono uomo e questa è stata solo un gioco” “tranquilla, divertirsi vuol dire anche giocare a pallone, a nascondino, andare in spiaggia a cantare con gli amici” “no, grazie, io non vengo” e mi alzai gli slip e tornai dai miei sconvolto. Pensai tutto il giorno a quella situazione e la notte non riuscii a dormire. L’indomani il mio amico mi si avvicinò e mi disse “mio fratello ha scattato alcune foto, se vieni stasera prima delle 19:30 non le svilupperà altrimenti le manderà ai tuoi genitori” “cavolo di nuovo?” pensaii. Ero agitatissimo, non sapevo che fare e gli dissi che ci avrei pensato. Non avevo altra scelta, ero troppo piccolo per dare questo dolore ai miei, non capirebbero. Decisi di andare. Arrivai a casa loro verso 19:20, non capivo perché quell’orario, il fratello appena mi vide mi disse vieni con me. Non capivo dove mi stava portando finchè non vidi un negozio di intimo femminile, un marchio che stava prendendo piede proprio in quegli anni, e mi fu tutto chiaro. La responsabile di quel punto vendita doveva essere la sua amante perché era troppo vecchia per essere la sua ragazza e gli atteggiamenti che mostrava lasciavano presumere che stessero insieme. Alla chiusura ci fece entrare dal retro e lui le disse “rendimela donna” mi fece provare di tutto ed alla fine avevo l’intimo di una piccola troietta, avevo indosso tanga, reggiseno, reggicalze e calze tutto rigorosamente in pizzo bianco, fortuna volle che avessi lo stesso numero di scarpe della responsabile, la quale andò a casa sua a prendermele due tacchi da capogiro, insieme ai tacchi mi portò anche una parrucca rossetto, fondotinta e smalto ed un paio di vestitini inguinali li definii subito appena li vidi. Mi fece vestire mi trucco e chiamò lui che era fuori a fumare il quale vedendomi non credeva ai suoi occhi. “ottimo lavoro” disse a lei “sei bellissima, vedrai ti piacerà” “cosa mi dovrà piacere?” “vedrai”. Ci dirigemmo verso la spiaggia e notai in lontananza un falò e dei ragazzi che intorno al fuoco cantavano, era una bella atmosfera. Avevo caldo con quelle calze ma lui diceva che erano più sensuali. Arrivati vicino al falò mi presentò come elisabetta, non so perché, ma non mi importava. Gli chiesi se potevo levarmi almeno reggicalze e calze e lui mi disse di si… mi accorsi immediatamente di non avere i miei vestiti con me, ma lui mi tranquillizzò dicendomi che quando saremmo andati via li avremmo presi. La serata passava serena e tranquilla tra canti e barzellette, ad un tratto qualcuno disse “tuffiamoci” si spogliarono quasi tutti, a me aveva portato un bikini che mi misi velocemente quando tutti erano in acqua. Entrai anche io in acqua e sentii una mano che mi accarezzava il culo mi girai e gli diedi uno schiaffo, immediatamente mi si avvicino lui e mi disse che dovevo essere accondiscendente. Avevo paura, rabbia, vergogna, ma non potevo fare altro. C’erano alcune coppie che già facevano l’amore in acqua e tre singoli compreso il fratello del mio amico, mi avvicinarono e formarono un cerchio mi fecero inginocchiare ed mi infilarono il loro membro in bocca uno alla volta, le onde mi sbattevano al culo reso ormai nudo dallo strappo del mio costume. Uno tenendomi la testa si inginocchio e mi fece andare con la testa con ancora il suo cazzo in bocca sottacqua, era diventato un pompino salato, in quella posizione lui mi prese dai fianchi mi appoggio la cappella all’ano e spinse forte urlai di dolore ma dal mare uscirono solo bolle, non respiravo più e chi mi teneva la testa in acqua mi fece prendere fiato mentre lui continuava a sbattermi, avevo un dolore allucinante. Quando lo avevo preso in bocca non mi sembrava cosi grande ma il mio culo non era d’accordo con quella valutazione. Continuarono a sbattermi cambiando posizione fino a quando non mi riempirono tutti il culo di sperma calda. Finito mi lasciarono li seduta senza più il costume ero nuda ed ero stata ABBUSATA. Ripresami ritornai al falò e in fretta misi il tanga ed il vestito e mi avvicinai al fuoco. Ridevano, erano ubbriachi e non vidi più le ragazze, erano andate via vista l’ora, chiesi a lui se potevamo passare dal negozio a prendere i miei vestiti e lui rispose “Dopo” pensai dopo cosa? Mi accorsi subito che il mio culetto piaceva anche agli altri che erano poco prima con le fidanzate, infatti no passo molto e ce li ebbi tutti addosso, mi umiliarono tutti strappandomi il vestito ed il tanga, la loro sperma era su tutto il mio corpo, per ridere mi avevano fatto rotolare nella sabbia e qualcuno disse “abbiamo una frocetta impanata” e quello col cazzo più grande disse “ora la impaliamo” e mi prese nuovamente da dietro finche non venne ancora nel mio culo. Ero stremata e mi lasciarono li con lo straccetto rotto del vestito. Ho pianto, non so quanto ma ho pianto, in compenso avevo trovato il rullino fotografico li a terra. Mi alzai e avevo un altro problema da risolvere, non avevo vestiti per tornare a casa e lo straccetto a malapena mi copriva il pisello. Mi avventurai verso casa con il vestito dietro al culo e una mano d’avanti. Non pensai manco di farmi un bagno nel mare per lavarmi un po’. Fui fortunato (se di fortuna si può parlare per quella sera) perché non incontrai nessuno avevamo una villetta in affitto e la mia stanza era a pian terreno. Mi ero premunito di lasciare la finestra aperta non perche pensavo di ritornare “IMPANATA” ma per non preoccupare i miei in caso di ritardo. In giardino mi feci una doccia ed entrai in camera bagnato. Mi misi a letto ma il culo ancora mi bruciava ed avevo sale e sperma ancora in gola. Il giorno dopo il mio amico mi disse “Mio fratello mi ha detto che aveva scherzato e che non ha fatto nessuna foto, non devi più venire a cena da noi, stava solo giocando …ti va di andare in pineta a divertirci un po?” “educatamente gli dissi che non ne avevo voglia”
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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