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Transamore


di Membro VIP di Annunci69.it Robybo
15.07.2023    |    10.476    |    18 9.6
"Ora cosa dirò al mio amico quando imparerà che frequento il suo palazzo senza andarlo a trovare?..."
Ho un caro amico che vado spesso a trovare a casa dove sua mamma ha sempre pronta qualche delizia da accompagnare con l’albionico the delle diciassette. Qualche tempo fa mi dirigevo presso la sua abitazione quando, imboccato il viottolo che conduce alla porta di ingresso, vedo una figura leggiadra, ondeggiante e, una volta prossima a me, corredata da due occhi dolci da cerbiatta, venire nella mia direzione. Gli sguardi si incrociano nell’attimo in cui i nostri corpi si sfiorano data la ristrettezza del passaggio. Credo che possa capitare a molti di rimanere turbati per uno sguardo che ha scavato in noi una piacevolissima emozione. Succede raramente ma può lasciare dentro un ricordo che diventa un inarrestabile stimolo a scoprire il significato di quel fremito del cuore che si incunea nella mente e comincia a lavorare con la pazienza e la lentezza di un tarlo nel legno. Prendo l’ascensore e sono perfettamente cosciente che il motivo della visita al mio amico ha ora una priorità assoluta e inderogabile, sapere chi è, cosa fa, con chi vive l’Angelo piovuto dal cielo.
Dopo i convenevoli e i dovuti brevi commenti sulla campagna acquisti della nostra amata squadra di basket, con nonchalance, mostrando un puro e semplice moto di curiosità, indago sulla sensuale creatura che ha colpito duro nel mio sempre vivo interesse per l’universo femminile. Dopo avere compreso a chi mi sto riferendo, grazie ad una descrizione minuziosa e precisa che ho desunto in quei brevi ma intensi attimi dello sfioramento, la prima reazione di Franz, il caro amico, è un sorriso tra l’ironico e l’imbarazzato, svelandomi che la Lei è in realtà un Lui. La sua affermazione mi lascia completamente indifferente perché la nostra amicizia, antica e preziosa, si basa su valori comuni, ma non coincide negli orientamenti sessuali. Per non turbarlo sorrido anch’io e fingo di porgere altre domande come se le avessi elaborate prima della sua rivelazione e quindi espresse solo per un’inerzia colloquiale e per null’altro. Vengo a sapere che è impiegata presso la biblioteca di quartiere e che pare provvedere da sola alla propria vita. Esulto dentro di me perché ora so dove posso incontrarla con una scusa e i miei pensieri cominciano ad elaborare un piano che mi conduca al successo, vale a dire, stabilire un contatto con chi è diventata il primo obiettivo del mio agire.

Vorrei già fosse la mattina del giorno dopo e mi vedo già con impazienza varcare la soglia della biblioteca dove non sarei mai capitato altrimenti nella mia vita perché sono sì un famelico lettore, ma i libri li devo possedere nella mia libreria, regolarmente cartacei, perché li divoro, li posso amare senza limiti, li accarezzo più volte se mi hanno regalato una vibrazione dell’anima simile ad un dolce orgasmo.

Sono ancora a metà della soglia di ingresso della biblioteca e l’ho già individuata, seduta nella sua postazione, con degli occhiali neri di tartaruga che le attribuiscono ancora di più un senso di raffinata e colta sensualità. Ho pensato tutta la notte quale titolo richiedere, un argomento che mi dia l’opportunità di interloquire con lei. Trovo con Google un titolo che mi sembra perfetto 'Stone Butch Blues' di L. Feinberg e nel breve incipit leggo che si tratta di una visione commovente delle difficoltà dell’esistenza trans-maschile.
“Buongiorno, vorrei prendere in prestito un libro con questo titolo se l’avete”. La risposta è accompagnata con un cortese sorriso e con un leggero moto di sorpresa: ”Sì, è disponibile e mi permetto di dirle che fa un’ottima scelta perché l’ho letto e mi ha reso felice”. “Mi scusi ma è possibile che io l’abbia incontrata ieri in via…… mentre mi recavo da un caro amico?”. “Oh certamente, anch’io mi ricordo di lei e le confermo che abito lì”. E’ il momento dell’affondo, di quell’attimo fuggente che bisogna cogliere perché alcuni treni passano una volta sola. “Molto piacere io mi chiamo Roby, sono un educatore e credo sia un mio obbligo deontologico conoscere ogni aspetto della personalità umana”. “Il piacere è mio, io sono Lara e apprezzo le persone che pongono la sensibilità e il rispetto del proprio lavoro prima di ogni altro aspetto”. La conversazione prosegue sull’argomento e solo quando mi accorgo che altri clienti stanno attendendo di espletare le loro richieste le chiedo se possiamo proseguire la discussione in altri tempi e luoghi. La risposta che mi rivolge provoca in me un leggero ma ben occultato cedimento delle gambe che per fortuna reggono l’impetuoso senso di trionfo che mi invade e mi coglie in uno stato di esaltante, estasiata contentezza: ”Facciamo così, un giorno che decide di andare a trovare il suo amico, suoni anche da me, dopo le 16 è molto probabile che mi trovi in casa”.

Faccio passare un paio di giorni per non fare apparire che il mio interesse sia diventato impellente e mi presento all’appuntamento con un rigoroso ma per nulla sfarzoso bouquet di fiori e tortina alle mandorle di pregiata pasticceria.

“Buon pomeriggio Lara, mi sono detto proviamo se è in casa e se posso disturbarla.” “Nessun disturbo, anzi non vedevo l’ora di riprendere il discorso iniziato in Biblioteca”. La guardo e i suoi occhi sono davvero belli, l’espressione è dolce, i lineamenti delicati. Osservo anche il suo vestire con una t-shirt accollata che lascia immaginare due seni acerbi ma sodi, degli hot pants che modellano un posteriore scolpito con sapienti curve, sneakers che esaltano l’immagine di sportiva e briosa figura che mi sta allietando.
Il dialogo prosegue per un po', il tempo di lasciare ai nostri occhi il compito di pronunciare quello che il pudore delle parole trattengono. Le mani si cercano, le carezze partono affannose, le labbra si incollano in baci che confondono le lingue. Si alza, mi conduce nella camera da letto e mostrando un’inaspettata timidezza mi dice: “Sei il primo che accolgo nel mio nido, prima di te ho conosciuto solo uomini avidi di sesso e null’altro. Ti prego non essere come loro, sei ancora in tempo per salire subito dal tuo amico”. La rassicuro, le confido che mi anima il desiderio di possederla ma sono interessata alla sua anima, voglio scoprire se quegli occhi da cerbiatta sono il riflesso di una purezza e semplicità che sono convinto lei abbia dentro.
La sua bocca continua a baciare la mia, poi si sposta in basso e la dolcezza della sua lingua avvolge il mio membro, lo fa vibrare come un giovane albero che cerca di resistere all’impetuosa tempesta. Le mani scorrono sui corpi, la sua pelle sembra di velluto, cerco ogni anfratto mentre il suo profumo di dolce gazzella mi inebria, mi confonde i pensieri e mi rende consapevole che la vita spesso toglie, ma quando decide di regalare attimi come quelli che sto vivendo esprime il senso più profondo della nostra esistenza. Mi chiede di penetrarla e mi invita ad entrare piano perché è trascorso molto tempo dall’ultima volta. Quando afferro i suoi fianchi e punto il suo ingresso sento che freme di timore e di desiderio. Capisco che quello che sto vivendo è diverso da altre volte. Quando comincio a spingere lei geme e in quel sussulto è racchiusa la gioia di donarsi ad una persona che vive come lei l’armonia della bellezza dei dettagli, sorrisi di intesa, occhi che si capiscono senza parlarsi, quel vedersi simili davvero in anime che possono specchiarsi.

Sono adagiato di fianco a lei, sento già di avere bisogno di un suo sorriso, ho cancellato qualunque pensiero, anzi no. Ora cosa dirò al mio amico quando imparerà che frequento il suo palazzo senza andarlo a trovare?
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