trans
Pier, resta quel che sei.
di Robybo
12.10.2023 |
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"Gli preannunciai che doveva concedermi del tempo per ripulirlo da quelle indesiderate presenze e ripristinare quanto danneggiato..."
Ho lavorato per tutti gli anni fino al pensionamento in quell’ufficio che si chiamava un tempo “CED, centro elaborazioni dati” e ora ha nuove denominazioni come “Ufficio informativo e informatico”, oppure acronimi come “ICT” e altre denominazioni anglofone. Nell’azienda dove ero capitato, conobbi un ragazzo di nome Pier, impiegato in contabilità, dai molteplici interessi e fra questi anche quello della pittura e della storia dell’arte, a me molto cari. Era una persona curiosa, ironica, imprevedibile nelle sue argomentazioni esageratamente pungenti. C’era in lui qualcosa che mi colpiva nei suoi atteggiamenti che risultavano esprimere, a volte, un’esagerata accondiscendenza, quasi un apparire subalterno alla personalità solo maschile di chi si intratteneva con lui. Le manifestazioni esteriori consistevano in brevi ma espressivi risolini, in concitati farfugliamenti e imbarazzati silenzi quando l’argomento in questione riguardava il sesso tra uomo e donna. Non conoscendolo a fondo, questo suo modo di porsi suscitava in me la curiosità di appurare le esperienze che lo avevano condotto in quello stato così nevrotico da apparire in forte disagio con malcelato turbamento.Non lo avrei mai scoperto se un giorno, essendo insorti nel suo PC domestico alcuni problemi di configurazione che ne impedivano l’utilizzo, mi chiese di porvi rimedio, in qualità di esperto informatico. Mi portò il computer in ufficio e subito appurai che la causa di quel malfunzionamento era dovuta a molteplici virus che avevano compromesso il sistema operativo. Gli preannunciai che doveva concedermi del tempo per ripulirlo da quelle indesiderate presenze e ripristinare quanto danneggiato. Nel ringraziarmi dell’impegno si congedò, con la promessa da parte mia di avvertirlo ad operazioni concluse.
Mentre le procedure di pulizia e il settaggio dei componenti proseguivano, nell’attesa che si completassero, con quel pizzico di insana curiosità che alberga nella mia mente, cominciai a sbirciare in alcune cartelle del PC dai nomi strani come “Giacinto”, “Ganimede” e “Femme”. Fu soprattutto quest’ultima a indurmi ad aprirla per visionarne il contenuto. Se lo strumento informatico fosse appartenuto ad una persona di sesso femminile non mi avrebbe colto quell’attonito stupore che mi pervase nel vedere eloquenti fotografie che ritraevano Pier in succinti indumenti femminili, corredati da una lingerie dalle fogge arditissime, oltre a toys in bella mostra. Quello però che più mi intrigò fu notare quanto fosse abile nel trasformare il suo corpo, il suo viso con un sapiente trucco, i capelli con una sbarazzina parrucca a caschetto, in un insieme che appariva molto provocante. Nell’aprire una seconda cartella mi accorsi che conteneva una serie di lettere indirizzate a uomini come risultava nel titolo dei singoli file.
Mi imposi di non procedere oltre con la mia curiosità, anche se quelle immagini mi avevano davvero colpito nell’immaginazione, provando il desiderio di incontrare Pier nella sua vera e autentica dimensione umana e personale. Completato il lavoro di aggiustamento del danno informatico, lo avvertii che poteva ritirare l’oggetto e lui mi ringraziò tantissimo, augurandosi di potere ricambiare in un qualche modo il favore ricevuto. Per me l’avere appreso ciò che Pier teneva gelosamente per sé, almeno nell’ambiente di lavoro, non avrebbe avuto alcun seguito se lui non mi avesse chiesto di parlarmi privatamente durante la pausa dal lavoro in un bistrot posto nelle vicinanze dell’azienda in cui lavoravamo.
Così ci ritrovammo vis-a-vis in un confronto che mi mise parecchio a disagio per il modo in cui fui affrontato. Pier si era accorto della mia indebita intromissione nella cartella “Femme”, guardando nella history delle operazioni effettuate. Non avevo avuto l’accortezza di cancellare quelle tracce che il PC registra ad ogni operazione. Era parecchio alterato e gli epiteti che mi rivolgeva non erano certo complimenti e pretendeva le mie scuse insieme all’impegno tassativo di non farne cenno con nessuno. Mentre mi rovesciava addosso il suo livore, comprensibile e giustificato, ragionai rapidamente sul modo di porre rimedio a quella situazione.
Mi trovavo in un momento di sbandamento sentimentale, con ciò intendendo che le ultime storie intrecciate con donne erano nate da pulsioni di sesso che si erano rapidamente estinte, lasciandomi nel più desolante squallore. Da qualche tempo avevo cominciato a frequentare in rete trans e travestiti, essendo attratto dal desiderio di provare nuove esperienze con chi possedeva una prorompente femminilità, scevra dagli stereotipi cari agli eterosessuali e aveva solleticato nel profondo il mio desiderio carnale. Riflettei sul fatto che quella persona che mi stava davanti non era più quella che avevo conosciuto all’inizio; ora rappresentava un segreto che ci legava, la voglia di percorrere insieme a lui/lei un percorso che mi era apparso in modi imprevisti e con aspettative che apparivano sempre più seducenti perché contemplavano corpi e anime accomunate da gusti e interessi condivisi.
Mentre questi pensieri transitavano velocemente nella mente, mi ritrovai nel timoroso dubbio che per lui rappresentassi solo un ficcanaso che aveva approfittato della sua benevola fiducia. Mi feci forza, mi scusai e subito fui esplicito nel dichiarargli che tenevo molto alla sua amicizia e che speravo si potesse trasformare in qualche cosa di più. Le mie parole ottennero l’effetto sperato e me ne accorsi perché Pier mi guardò con quel suo bel sorriso sospeso tra il sognante, l’ironico e il giocoso, in un modo che in passato mi aveva emozionato senza saperne il motivo.
Il racconto potrebbe continuare a lungo perché la nostra storia, quella di un collega che non aveva avuto il coraggio di affrontare la propria inclinazione e quella di un altro collega della stessa azienda che si agitava mostrando due personalità differenti, solo perché viviamo in un mondo ipocrita e con falsi valori, è proseguita come tante storie d’amore che nascono e si evolvono nell’imprevedibilità di questa vita.
Mi interessava raccontare la mia confusione, il mio becero conformismo, anche la vergogna e la gioia di comprendere finalmente me stesso.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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