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La ragazza con l'orecchino di Perla - Capitolo 11


di Bellastronza69
28.02.2022    |    2.696    |    3 9.7
"Martha abbracciò sua figlia, in lacrime..."
Martha abbracciò sua figlia, in lacrime.
“Tesoro, quanto ci sei mancata. Cosa è successo? Ti prego, dimmi che non sei andata in giro per tutta Londra con il cazzo di fuori. Vuoi farti arrestare?” Disse mentre le accarezzava il volto, allentando l’abbraccio.

“No, avevo un cappotto addosso, mi sono coperta del tutto.” Rispose Henrietta.
“Luz” disse Mallory. Rimasi sorpreso dal nomignolo che le aveva dato. Era estremamente personale e affettuoso, ben lontano da come chiamava me.
Mi si poggiò un peso sul petto e iniziai a sentire molta difficoltà nel respirare.
Ero forse gelosa di quella sorella che si era presentata sulla porta?
Presa dai miei pensieri non mi accorsi che Mallory si era alzata ed era andata ad abbracciare Henrietta che piangeva ancora a dirotto.

“Siediti, spiegaci cosa succede” disse la mia ragazza con voce amorevole e candida.

“Grace mi ha fatto una sorpresa. Mi ha chiesto di sposarla.
Era nell’aria da un po’ in realtà ma io non ho mai avuto il coraggio di fare la prima mossa.” Disse lei asciugandosi le lacrime. “Poi l’altro ieri sono tornato a casa e l’ho trovata con addosso il vestito da sposa e mi ha chiesto di sposarla. Io ho avuto terrore all’inizio, ma poi ho detto sì, sapevo fosse la persona giusta per me.
Oggi però è andata in ufficio. Io avevo giorno di riposo e sono rimasto a casa. Non so cosa mi abbia preso. Ho sentito come se tutti i miei vecchi impulsi, il mio passato fossero ritornati potenti nella mia testa e sono completamente impazzita.
Ho messo prima l’intimo poi il vestito. Mi sono sentita felice come mai prima d’ora, non che non lo fossi prima, ma mi sentivo finalmente appagata del tutto. 
Io e Grace abbiamo pressoché lo stesso numero di scarpe, quindi ho messo anche quelle. Mi è venuta una voglia matta ed ho iniziato a toccarmi, ma Grace è tornata a casa all’improvviso. Io ho provato a togliere il vestito ma sono stata goffa e l’ho strappato sulla schiena. Grace è entrata e mi ha visto in intimo. È rimasta paralizzata, è diventata cadaverica. Non mi ha detto nulla. Io ho iniziato a piangere e sono scappata via, ho preso il mio cappotto e senza nemmeno cambiarmi sono corsa qui. Quanto vorrei non averlo fatto.”

“Luz.” La interruppe Mallory. “Quanto sei bella. Non ti ho mai visto così prima d’ora. Non piangere, adesso ci penso io.”


Un moto di gelosia mi tornò ad avvolgere il petto. Sophia se ne accorse e mi abbracciò delicatamente, mentre il suo seno di carne premeva contro il mio di silicone. 
“Tranquilla, non essere gelosa” mi disse. “Dopo ciò che è successo stanotte non hai motivo di esserlo” mi disse mentre delicatamente con i polpastrelli mi accarezzava il glande.
Gli occhi mi diventarono lucidi, lei me li asciugò e mi diede un bacio affettuoso sulle labbra. Mi calmai un po’.

Nel frattempo, Mallory aveva preso un set di trucchi e aveva iniziato a dare nuova vita al volto di Henrietta, che divenne all’improvviso ancora più femminile di quanto non fosse.

“Sai, penso che tu abbia lasciato qualcosa qui” disse, mentre usciva dalla stanza.
Rientrò dopo pochi secondi con una parrucca vaporosa anni 50 che passò a Henrietta.

Lei la indossò e divenne incredibilmente bella. Indossava ancora la lingerie bianca ma non aveva più il velo.
Non so cosa mi prese, forse il voler rimarchiare il territorio ma lo presi dal letto sul quale l’aveva poggiato Mallory e glielo feci indossare.

“Non ci siamo presentate. Io sono Paola” dissi. “La ragazza di Mallory.” Aggiunsi con tono freddo, quasi glaciale.
“Mally!” Disse lei. “Non mi hai avvisata?”
“Luz, volevo davvero dirtelo, ma non c’è stato il tempo! È stata una roba improvvisa oggi l’ho presentata a mamma, poi è arrivata anche mamma, non sapevo che fare, davvero volevo dirtelo ma…”
E mentre Mallory continuava a parlare senza freno, Henrietta venne verso di me e mi abbracciò fortissimo. 
“Sono così contenta che Mallory abbia qualcuno. Ha sempre desiderato la persona giusta per lei.” Mi disse.
A sentire queste parole, mi tranquillizzai e mi rilassai.
Forse un po’ troppo visto che, mentre il suo cazzo toccava il mio, iniziai ad eccitarmi e divenne barzotto.

Mi sentii imbarazzata, diventai paonazza e Henrietta se ne accorse. “Ehi, vedo che ti stai già abituando alla vita in casa nostra” disse ridendo. 
Portò la sua mano attorno al mio cazzo e la strinse delicatamente. 
“Sai, è proprio bello, sembra grande quanto il mio” disse.
Si inginocchiò per vederlo da vicino, lo avvicinò al volto mentre scopriva per bene il glande. Credevo stesse per baciarlo, quando all’improvviso suonarono al campanello.

“Merda” disse Martha. “Proprio ora che stavo ricominciando ad eccitarmi.”

“Dev’essere Grace, vi prego nascondetemi. Non voglio mi veda così” disse Henrietta, che all’improvviso divenne bianca in viso come se avesse visto un fantasma.

“Ci penso io” disse Martha mentre si infilava una vestaglia di seta e si dirigeva verso la porta. “Rimanete qui.”

Martha aprì la porta.
“Grace, tesoro. Come mai sei qui a quest’ora? È tutto ok?”
“Si Martha, il vestito si è strappato” disse. “So che sei un’ottima sarta, vorrei potessi dargli una sistemata.” Continuò lei.
Dalle parole intuii avesse portato il vestito con sé.

“Veramente è mia figlia Mallory che di solito si occupa di questo, ma non preoccuparti. È di lì. Lo strappo sembra roba da niente, secondo me ci metterà poco meno di mezz’ora” disse lei.
“Grazie, te ne sono grata” disse. Martha si diresse verso la nostra camera e disse “Mallory, è il vestito di Grace! Potresti dargli una sistemata rapida?” Disse alzando il tono di voce, come se volesse farsi sentire chiaramente da Grace.
“Certo” rispose Mallory, anch’ella con una voce discretamente alta.
Intravidi Grace dal riflesso sullo specchio. Aveva dei lunghi capelli biondi e ricci, e indossava ancora il cappotto.

Mallory, nel frattempo, recuperò ago e filo da un cassetto nel comodino di sua madre ed iniziò a lavorare di buona lena.
Io e Sophia la guardavamo esterrefatti. “Tesoro, sei davvero bravissima” disse sua madre. 
“Shh!” L’ammonì lei. “O rischiate di insospettire qualcuno”.

Io e sua madre ci zittimmo, mentre di lì Martha e Grace continuavano la conversazione.

“Grace, tesoro, ti vedo strana. Cosa succede? Che ha combinato Henry?” Disse Martha con tono amorevole.
“Martha…io non… non lo so. L’ho trovato con i miei vestiti da sposa addosso. Sono sconvolta, non so cosa pensare, ma da dove gli è venuto! È forse gay? Per quale motivo sta con me allora? Da quanto va avanti questa storia!” Disse mentre iniziava a piangere a dirotto.
Henrietta sul letto si era messa le mani in faccia ed aveva iniziato a piangere esattamente come la sua fidanzata.

“Tesoro bello. Vedi, Henry è sempre stato un ragazzo fragile…” disse sua madre.
“Fragile! MARTHA! L’ABITO È STRAPPATO PERCHÈ L’HA INDOSSATO LUI!” Urlò, con la voce ancora rotta dal pianto.
“Vorrei me l’avesse detto prima.” Disse lei, mentre le lacrime le solcavano la faccia e la sporcavano di mascara.
“Grace. Sono sua madre. So tutto.” Ed iniziò a raccontare la stessa storia che Mallory aveva raccontato a me.

Nel frattempo, Mallory aveva quasi finito di rammendare il vestito, Sophia mi stringeva tra le sue braccia ed Henrietta piangeva ancora.
La situazione me lo impediva, ma le mani sui seni di Sophia non facevano altro che eccitarmi. Lei se ne accorse e mi sussurrò in un orecchio.
“Tesoro, fai piano. Solo capezzoli e clitoride. Non ti azzardare a smettere, però non farmi eccitare troppo, altrimenti urliamo.” Sorrisi.
“Sophia, per favore. Tu invece tienimi due dita dentro e non ti azzardare a toglierle.” Le sussurrai. 
Ci scambiammo uno sguardo d’intesa. Poi lei mosse le labbra senza emettere suono. Io lessi il labiale. Aveva appena detto: “Chiamami mamma, ti prego”.

Mallory finì emanando un sospiro di sollievo.
Indossò anch’ella una vestaglia di seta, ma a differenza di quella di sua madre questa le copriva a stento il sedere.
Prese il vestito e, ancora senza mutande e solo con una vestaglia e delle autoreggenti, raggiunse sua madre e Grace.

“Mallory!” Esclamò Grace. “Scusami, ti ho disturbata in un pessimo momento a giudicare dall’outfit.”.
Mallory poggiò il vestito su una poltrona libera, la stessa davanti alla quale, neanche due ore prima, sua madre le aveva fatto un pompino con ingoio.
“Sta tranquilla Grace. Scusami ma non ho fatto a meno di origliare. Ascolta.
Se tu ami Henry, devi amarlo per ciò che è. E, purtroppo o per fortuna, è anche questo.” Disse Mallory.
“Ma come posso! Mi ha nascosto tutto questo per così tanto tempo.” Disse con un tono molto più delicato delle urla di prima.
“Quindi è questo che ti da fastidio? Il fatto che non te l’abbia detto?” Continuò Mallory. Quando parlava con calma la trovavo ancora più bella.

“Anche. Non so come comportarmi, voglio dire, sessualmente Henry non è mai stato un toro da monta, è sempre stato molto gentile e delicato, ma adesso non riuscirei più a vederlo alla stessa maniera.” disse mentre finiva di asciugarsi le lacrime.
“Martha, potrei avere un bicchiere d’acqua?” Aggiunse. Martha si alzò e andò in cucina. Nel frattempo Grace iniziò a guardarsi intorno e lo sguardo si soffermò sull’attaccapanni dell’ingresso.

“Quel trench nero…ma…è quello di Henry?” Disse lei.
“Cosa? No, ti sbagli, ce l’abbiamo uguale” disse Mallory. La voce iniziò a tremarle.
Grace si alzò e andò verso il cappotto. Mise la mano in una tasca e ne estrasse un paio di chiavi. 
“Mallory non prendermi per il culo. Queste sono le nostre chiavi di casa. Lui è qui. Dov’è.”
“Grace, calmati. Stai tirando conclusioni avventate, non so perché siano lì.”
“LUI DOV’È!” Urlò lei.
Henrietta si alzò.
Ancora con reggiseno, autoreggenti, tacchi e parrucca, si diresse verso la porta.
Tolse il velo e lo strinse tra le mani.

Aprii la porta.

“Lei.” Disse. Il suo tono di voce era molto delicato, molto leggero, quasi femminile.
“Grace, tesoro. So che per te è strano. So che mi odi. Ma ti prego, quando sono qui, io sono Henrietta.”

“Henry…”
“Henrietta.” Disse. “Ti prego.”
“Ma cosa sei tu?!” Disse Grace.
“Sono la stessa cosa che è Mallory. Mi sento donna, sin da quando sono ragazzo, mi sono sempre sentito a mio agio con questo tipo di vestiti, questo tipo di movenze, questo tipo di vita.
Però ho sempre creduto che non sarei mai stato capace di amare nella vita, proprio per colpa di questo mio sentirmi diverso. Poi ho incontrato te. Eri diversa, mi capivi, mi sentivo parte di te e credevo tu ricambiassi.
Davvero, ho provato a nascondere tutto questo e, mi sforzerò di rifarlo, se vuol dire essere con te.
Ma io sono anche questo. Henrietta è una parte di me, lo è da ormai troppo tempo.
Se poi vorrai andare via, ritirare la proposta e sbattermi fuori dalla tua vita, lo accetterò. Però voglio solo che tu sappia che questi sono stati gli anni migliori della mia vita. E conserverò ogni momento passato con te, sia quelli felici che quelli tristi.”

Mallory guardava Henrietta sbigottita. Lo stesso faceva Grace. Un silenzio imbarazzante scese nella stanza.
Lo interruppe solo Martha che disse: “Scusami, ci ho messo un po’ ma non volevo interrompervi.”
Grace sorseggiò lentamente l’acqua. Poi si alzò. Guardò Henrietta da capo a piedi.
“Ti stanno davvero bene.” Disse. “Forse le scarpe stanno addirittura meglio a te che a me.”.
Henrietta sorrise. “Hai sempre avuto buon gusto nelle scelte” disse alla sua futura moglie.
Grace la accarezzò sul viso.
“Girati. Fatti guardare” le disse.
Henrietta ubbidì.
“Hai ragione, ti stanno davvero bene. Sembri davvero a tuo agio.”. Henrietta sorrise. “Non so bene cosa fare, ma l’affronteremo insieme, ma non ora.
Martha, grazie per l’ospitalità. Mallory grazie per il vestito, ma per il momento lascialo qui. Ho bisogno ancora di tempo per pensarci.” Poi si girò verso Henrietta.
“Ti lascio le chiavi. Non stasera, per favore. Ho bisogno di una pausa.”

“Grace, lo sai che non credo serva a…”
“No. Ho bisogno di una pausa. Sentiti libera di fare ciò che vuoi, di essere Henrietta. Può servire anche a te, ne sono certa.” Disse lei.
“Mi faccio sentire io. Però ti prego. Non usare il vestito.”
Prese il cappotto ed andò via.

Henrietta iniziò a piangere, la sentivamo da dietro la porta. Mallory e Martha la abbracciarono. Subito dopo la chiusura della porta d’ingresso, io e Sophia iniziammo a baciarci appassionatamente. Lei aveva ancora le dita infilate nel mio ano ed io continuavo a stuzzicarle i capezzoli.
La buttai sul letto ed iniziai a penetrarla.

Martha aprì la porta: “Ma guarda che troie. Mentre noi risolvevamo i drammi familiari loro scopavano.”
“Avresti fatto lo stesso” disse ansimando Sophia.
“Vero.” Sorrise, mentre si sfilava la vestaglia. Si sedette sulla faccia di Sophia che iniziò a leccarle il buco del culo mentre con due dita le penetrava la vagina.
Arrivarono sulla porta anche Mallory ed Henrietta.
“Grace ti ha detto una cosa molto specifica.” Le disse mentre le sfilava il reggiseno.
Henrietta si tolse le scarpe, poi Mallory si piegò portando la testa all’altezza del pene e le sfilò le autoreggenti.
Si tolse la vestaglia e vidi il suo enorme cazzo che già svettava dritto, come se fosse l’asta di una bandiera.
Prese dall’armadio un corsetto con dei gancetti per le calze, un reggiseno nero in pizzo ed un perizoma aperto sul davanti, in maniera da lasciare il pene libero. Le poggiò per terra.
Poi andò a recuperare delle calze velate alla coscia, di quelle che si agganciavano alle giarrettiere e infine le lasciò delle décolleté rosse con un tacco piuttosto basso.
Henrietta era immobile.

Mallory prese il corsetto e glielo strinse fino a che Henrietta non ebbe difficoltà a respirare. La sua vita divenne davvero sottile e il sedere, già di per sé molto femminile, divenne ancora più evidente. Le fece indossare le calze e le agganciò al corsetto, poi fu il turno del reggiseno.
Le infilò le scarpe. Mallory traballava. Infine, le infilò il perizoma e l’aiutò a far uscire il cazzo dall’apertura sul davanti.

Si alzò, la guardò nel viso e poi disse:
“Vieni con noi. C’è una troia che ha il culo vuoto da troppo tempo”
La baciò ed io mi eccitai ancora di più.

La serata era appena incominciata.
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