tradimenti
La sorpresa al cornuto (racconto) cap. 3 di 3
di ToroRm2020
15.03.2021 |
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"«Fategli vedere quanto siete bravi» li incitò, montando a cavalcioni di Gatti e impalandosi sul cazzo bagnato di saliva che scomparve per intero dentro di lei..."
«Va ad aprire» lo invitò Veronica con un sorriso lascivo. Stefano si avvicinò alla porta con il cuore che minacciava di sfondargli le costole, pensando che stava per vedere sua moglie sfondata dall’amante davanti ai suoi occhi. La maniglia della porta minacciò di scivolargli di mano, tanto questa era sudata. Quando la aprì, aspettandosi di vedere Gatti in uno dei suoi abiti eleganti, con sorpresa e un po’ di sgomento vide che sulla soglia c’erano due uomini. Uno, come si aspettava, era il principale di lei, l’altro un quarantenne piuttosto massiccio con le spalle larghe e un paio di jeans attillati che mettevano in evidenza un pacco di notevoli dimensioni.
«Buonasera» disse Gatti, con un sorriso che sembrava la copia esatta di quello di Veronica. «Disturbiamo?»
«No» riuscì a rispondere Stefano, vincendo il nodo alla gola.
Due uomini, pensò, si farà scopare da due uomini davanti a me.
Si fece da parte per farli entrare e Veronica venne loro incontro, con la gonna tirata su fin quasi all’inguine. Abbracciò Gatti e gli infilò la lingua in bocca, mentre lui prendeva il suo splendido culetto tra le mani e cominciava a massaggiarlo con forza facendola gemere.
Il cazzo di Stefano divenne durissimo nel giro di pochi secondi, anche se era già venuto 2 volte poche ore prima.
Dopo il lunghissimo bacio bagnato Veronica si dedicò al secondo uomo, lasciando Stefano senza parole quando si voltò per poggiargli il culo sul pacco, muovendolo come una lap dancer e girando la testa per farsi baciare, mentre le grosse mani le stringevano con forza il seno. Ma la cosa che lo eccitò maggiormente fu che lei non cessò un attimo di cercare il contatto visivo con lui, per gustarsi la sua espressione.
A bocca aperta per la sorpresa, osservò sua moglie fare la troia senza riuscire quasi più a pensare lucidamente.
Veronica sembrava una gatta in calore.
«Ti va di prepararci un caffè mentre i miei amici si mettono comodi?» gli disse, costringendolo a staccarsi a malincuore da quello spettacolo. Mentre riempiva il filtro della moka da tre tazze con un cucchiaino di plastica cominciò a sentire i gemiti e le risatine di sua moglie.
«Si è fatto una sega durante la telefonata» la sentì raccontare. «E dopo ha ingoiato tutta la roba con cui mi avevate riempita.»
«E bravo il cornuto» commentò quello massiccio, mentre Gatti rideva.
Quindi aveva ripulito e ingoiato due eiaculazioni e non solo quella di Gatti. Il cazzo gli faceva male tanto era duro.
Dopo aver messo la moka sul fuoco si affacciò in salotto e vide uno spettacolo che lo mandò fuori di testa. Veronica era seduta tra i due uomini, con la gonna tirata su e le gambe aperte, e faceva andare le mani sui due cazzi già completamente in tiro. Mentre la guardava, lei lo notò e gli sorrise. La fica colava letteralmente sul divano. Lei lasciò un attimo la presa sulle due mazze, bagnò le dita con la saliva e riprese la lenta doppia sega.
Li stava preparando in attesa che lui tornasse, poi si sarebbe scatenata.
Ci volle qualche minuto perché il caffè uscisse, che Stefano passò sbirciando nel salone. Il tipo massiccio le stava facendo un ditalino usando tre dita, strappandole gemiti e sospiri.
Preparò le tre tazzine e la zuccheriera su un vassoio e le portò in salone.
Veronica ora stava leccando la cappella di Gatti dopo essersi dedicata a quella del suo amico, ma lo guardò con la coda dell’occhio appena entrò.
«Grazie amore» mormorò, senza staccare le labbra dal cazzo del suo principale. «Lo prenderemo dopo che avremo finito. Ora mettiti pure comodo.»
«Guarda bene come ti sfondiamo la mogliettina» gli disse il tipo massiccio, alzandosi in piedi con il cazzo lucido della saliva di Veronica.
Anche Gatti si alzò, mentre Veronica si metteva a quattro zampe sul divano a tre posti. Come in trance, Stefano li guardò prendere posizione: Gatti davanti e il tipo massiccio, di cui ignorava ancora il nome, dietro. Sembravano affiatati come se scopassero spesso in tandem e Stefano si chiese quante volte se la fossero fatta prima di stasera.
I due cazzi duri la riempirono contemporaneamente, uno in fica, l’altro in bocca. Il tipo robusto cominciò a pomparla con forza bestiale, scaraventandola contro Gatti e facendole infilare il suo cazzo in gola con un suono liquido a ogni colpo. Le lacrimavano gli occhi e la saliva le colava fin sul mento, ma dai mugolii che emetteva il trattamento sembrava piacerle molto. Ogni pochi secondi, pur con il cazzo di Gatti piantato in gola, guardava Stefano con la coda dell’occhio.
Stefano aveva il cazzo sul punto di esplodere, ma qualcosa lo frenava dal tirarlo fuori e cominciare a farsi una sega. L’idea di unirsi al trio sul divano non lo aveva nemmeno sfiorato: era uno spettacolo di tale coreografica perfezione che si sarebbe sentito fuori posto in un ruolo attivo. Sapeva però che la sua presenza era per Veronica l’afrodisiaco più potente in assoluto.
Quando aveva parlato di sfondarla il secondo uomo non aveva esagerato. Le stava letteralmente spaccando la fica a colpi di mazza: il suono di uno schiaffo accompagnava ogni violentissima stoccata.
Dopo alcuni minuti Stefano cedette e tirò giù pantaloni e mutande, cominciando a segarsi sotto lo sguardo dei due uomini che stavano a scopando sua moglie.
«È messo bene il cornuto» commentò il tipo massiccio, con voce roca e sguardo interessato, senza smettere per un attimo di pompare Veronica. Sentirsi chiamare cornuto, invece di farlo arrabbiare, contribuì ad aumentare la sua eccitazione. Sotto le dita sentiva il cazzo enorme e duro come la pietra, e il complimento del toro da monta lo caricò ancora di più.
«Il mio amore ha un gran bel cazzo» intervenne Veronica, dopo essersi sfilata di bocca la mazza di Gatti e aver fermato con un gesto la monta del secondo uomo. «Mettiti seduto» disse poi al suo capo, facendogli spazio sul divano.
Stefano capì cosa stava per accadere e rischiò di venire per l’eccitazione.
«Fategli vedere quanto siete bravi» li incitò, montando a cavalcioni di Gatti e impalandosi sul cazzo bagnato di saliva che scomparve per intero dentro di lei. Il toro da monta si portò dietro lo splendido culo di Veronica e, dopo essersi sputato sulla mano, inumidì lo sfintere che quella sera era già stato violato, poi vi appoggiò la grossa cappella violacea e spinse. L’asta dura e coperta di vene, centimetro dopo centimetro, le riempì il culo dilatando oscenamente l’ano.
Stefano si avvicinò per vedere meglio lo spettacolo continuando a masturbarsi.
Veronica emise un gridolino mentre la cappella entrava, poi un sospiro quando lo ebbe preso tutto. Con una perfetta sincronia che rivelava l’abitudine ai rapporti a tre, i due uomini cominciarono a pomparla con forza strappandole gemiti e urla soffocate.
«Sì, sì, sì… spaccatemi tutta» li incitò, stretta tra i due massicci corpi maschili, completamente alla loro mercé e ormai prossima a godere. «Fategli vedere come si fa godere una troia.»
«Ce l’hai tutto nel culo, puttana» esclamò il toro, pompandole l’ano con violenza. Doveva averglielo completamente slargato, ormai, visto come scivolava bene.
«Guarda come sbattiamo il tuo troione» aggiunse Gatti. «Ti piace come la fottiamo, cornuto?»
Sì, pensò Stefano, gli piaceva da morire veder godere Veronica anche se non stava partecipando attivamente al suo piacere.
Quando l’orgasmo di lei finalmente arrivò, lui capì perché aveva accettato la proposta. Gli divenne perfettamente chiaro nel momento in cui lei, mentre godeva, urlò il suo nome.
«Stefano, amore, godoooooohhhh!»
Non Luciano, non il nome del toro che le aveva aperto il culo, nome che per inciso ancora non conosceva, ma il suo, solo il suo, perché i due uomini erano solo elaborati sex toys che servivano a rendere più eccitante il loro rapporto.
Quando uscirono dal corpo di lei, con i cazzi ancora duri come marmo, Stefano vide l’ano aperto e arrossato dopo essere stato devastato dallo stallone, uno spettacolo che aveva visto solo nei film porno.
Veronica si mise seduta mentre i due uomini rimasero in piedi uno di fronte all’altro, le cappelle quasi a contatto, una tecnica che sembrava ben collaudata.
«Adesso la troia ti fa vedere quanto è brava a succhiare cazzi» lo avvertì Gatti, con un sorrisetto.
Con espressione famelica, Veronica prese a baciare e a leccare le due cappelle mentre segava piano le rispettive aste senza mai smettere di guardare Stefano.
«Ti piace guardarmi, amore?» gli chiese in tono allegro. Stefano si limitò ad annuire, non fidandosi della propria voce.
«Hai visto che bei cazzi hanno Luciano e Pino?» disse ancora, dando una leccata a ciascuno dei due. «La prossima volta porteranno altri amici. Luciano mi ha detto che ce n’è uno che ce l’ha come un cavallo. Mi farà sfondare il culo da lui.»
Aveva uno sguardo allusivo, complice, che rivelò a Stefano che sapeva perfettamente quali video lui avesse guardato più spesso. L’aveva manovrato con abilità machiavellica per portarlo esattamente a quel punto.
«Non vuoi aiutarmi?» concluse infatti.
Stefano, ormai quasi privo di volontà propria e guidato solo dall’istinto sessuale, si avvicinò al trio e si mise in ginocchio di fronte alla moglie. Sia Veronica che i suoi amanti si erano fermati, quasi trattenendo il respiro, come se fossero consapevoli dell’importanza del momento.
Il desiderio più profondo, più inconfessato di Stefano era stato messo a nudo. Essere umiliato e dominato dai bull di Veronica, di fronte a lei.
Lentamente avvicinò la bocca alle due cappelle, di cui inspirò l’afrore mascolino mescolato a quello della fica e del culo di sua moglie, in cui erano stati fino a pochi istanti prima. Veronica tirò fuori la lingua per accarezzarle entrambe, invitando così Stefano a fare altrettanto. Guardandola negli occhi, lo fece.
Sapore di cazzo, pensò mentre la lingua passava sulle cappelle lisce e dure, intrecciandosi con quella di sua moglie.
Il resto accadde così velocemente che quasi non se ne rese conto.
Gatti lo afferrò per i capelli e gli spinse la mazza in gola.
«Ingoia il cazzo, cornuto» lo apostrofò l’uomo con un grugnito di soddisfazione.
Cercò di rilassarsi, lasciando che l’uomo che si era scopato sua moglie facesse lo stesso anche con lui. Ormai sottomesso al maschio alfa, si sentiva umiliato e allo stesso tempo follemente eccitato.
Dopo un lunghissimo minuto Pino diede il cambio a Gatti, mentre Veronica si faceva un ditalino appassionato. Continuarono a scoparlo in bocca, alternandosi, per parecchi minuti, poi lo costrinsero a prendere in bocca entrambi i cazzi contemporaneamente.
Le grosse cappelle dure lo costrinsero a spalancare le fauci come un serpente. Gli occhi gli lacrimavano per lo sforzo.
Sentì che entrambe le mazze diventavano più dure, poi fu quasi soffocato da una diluviale doppia scarica di sborra accompagnata dai grugniti soddisfatti dei due bull.
Perse il conto di quanti schizzi lo inondarono, ma non meno di dieci tra tutti e due.
«Non ingoiare» gli ordinò Veronica che, allontanati con un gesto i due uomini, prese a baciarlo e a leccare lo sperma che gli era colato sul mento.
«Sei felice amore?», gli chiese, dopo aver deglutito un boccone. «Ora voglio la tua.»
Lo fece alzare in piedi e cominciò una pompa appassionata.
«Sì» rispose Stefano, «sì, sì, sì…»
Sentiva in bocca il sapore poco familiare dello sperma di entrambi i bull che lo avevano dominato e si chiese cosa lo aspettasse in futuro.
La carezza orale di Veronica era troppo intensa per resistere più di pochi minuti, soprattutto a causa dell’enorme all’eccitazione accumulata fino a quel momento.
Quando venne, ebbe la sensazione di essere un fiume in piena nel momento in cui disintegra una diga posta incautamente lungo il suo corso.
Riempì la bocca di Veronica con tanta di quella sborra che lei non riuscì a tenerla in bocca tutta. Mentre godeva, la guardò negli occhi e vi lesse qualcosa che non vedeva da tanto, troppo tempo: amore e desiderio mescolati insieme in modo inestricabile.
Si rimise in ginocchio e si baciarono ancora, scambiandosi lo sperma, inconsapevoli dei due uomini che nel frattempo si erano rivestiti.
«Grazie e tutti e due, ci avete fatto godere moltissimo» li ringraziò Veronica quando li vide in piedi vicino alla porta. «Adesso però devo dedicarmi al mio amore.»
Poi, radiosa nonostante l’intensissima attività sessuale di quella sera, lo guardò come una leonessa affamata e gli ordinò di sdraiarsi sul divano, ancora umido di sudore e secrezioni.
La notte non era ancora finita.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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