tradimenti
Il nuovo Megadirettoregalattico
di renko
25.07.2024 |
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"Luciano impazziva immaginando i motivi di quelle assenze ingiustificate, ogni ipotesi lo faceva eccitare talmente che doveva correre a chiudersi in bagno e..."
Jeans scolorito, camicia bianca di lino, sneakers Golden Goose Super-Star e giacca grigia sportiva... ma quello che colpiva tutti i partecipanti alla festa era l'occhio azzurro da husky siberiano che trafiggeva chiunque incrociasse lo sguardo di Andrea!Questo il nome del nuovo Direttore Megagalattico che era stato presentato alla festa d'addio di Max, il suo predecessore, ormai passato alle dipendenze dell'INPS per ragioni anagrafiche.
Tutto il reparto era stato riunito all'ottavo piano del palazzo, sede milanese di una innominabile multinazionale, per una mega festa aziendale, nella quale si salutava il vecchio maiale, con infinite tacche incise sul manico della sua pistola, una per ogni impiegata che aveva posseduto almeno una volta, per dare il benvenuto al sostituto, che presto avrebbe tentato di battere il record di Max in fatto di conquiste maialesche all'interno dell'azienda!
Una delle tacche preferite da Max era Sofia, una bionda porcellina cinquantenne, con un culo da urlo e un paio di tette da far girare la testa a chiunque avesse la fortuna di vederla sculettare lungo i corridoi dell'azienda.
Nel passaggio di consegne, avvenuto il giorno precedente, Max aveva già segnalato ad Andrea le prodigiose qualità di Sofia... anche quelle lavorative! Con questa premessa gli sguardi di Andrea e Sofia si erano già incrociati alcune volte, e l'eccitazione aveva già scosso entrambi a partire dal basso ventre.
A Sofia il nuovo arrivato era apparso subito un bel tipo, quarantotto anni, qualcuno meno di lei, fisico sportivo e parlantina sciolta, con quel pizzico di sfrontatezza che l'aspetto fisico e il ruolo che ricopriva gli permettevano. Non era mai stata indifferente alle attenzioni che le riservavano gli uomini, specialmente se bellocci e intraprendenti, certo non era una che la dava subito e a tutti. Le piaceva civettare con loro e lasciar capire che, se si impegnavano a dovere, avrebbero forse ottenuto qualcosa da lei. Non era una facile da portare a letto, insomma il fortunato doveva guadagnarsela, impegnandosi duramente per godere delle sue grazie.
Le piaceva anche tornare a casa la sera e raccontare a suo marito Luciano tutte le avances che riceveva e, se andavano a buon fine, anche le avventure extraconiugali con tanto di particolari.
Luciano a quei racconti si eccitava da pazzi! Godeva nel sapere che sua moglie era desiderata, insidiata e infine posseduta da altri uomini. Gli si rizzava da paura al sentire come veniva sbattuta sul letto di una camera d'albergo, nella stanza della fotocopiatrice o sulla scrivania di mogano di qualche suo superiore. A volte lei di proposito lo lasciava immaginare come procedeva la storia col corteggiatore di turno, senza ammettere di avere un appuntamento con lui, quando le sue assenze ne erano una prova evidente. Inoltre qualche volta, quando rientrava a casa la sera palesemente reduce da una scopata, non raccontava a Luciano nulla di quello che era successo, lasciandolo a torturarsi immaginando cosa avesse fatto sua moglie. I momenti più terribili erano le telefonate che Luciano faceva a Sofia durante la pausa pranzo, quando lei avrebbe dovuto rispondergli e invece il cellulare squillava a ripetizione senza alcuna risposta. Luciano impazziva immaginando i motivi di quelle assenze ingiustificate, ogni ipotesi lo faceva eccitare talmente che doveva correre a chiudersi in bagno e sfogarsi da solo.
Già dai primi giorni in cui Andrea si era insediato nel suo nuovo ufficio aveva dimostrato un'attenzione particolare per Sofia. Qualsiasi cosa stesse facendo, appena la intravvedeva sfilare fuori dalla grande vetrata del suo ufficio, che dava direttamente sulle scrivanie dei suoi sottoposti, Andrea la seguiva con lo sguardo, pregustando tutte le maialate che le avrebbe fatto appena possibile. Il gioco era via via proseguito in un crescendo di battutine e velati doppi sensi, aumentando il desiderio in entrambi.
Sofia, come tutte le donne, era pienamente consapevole dell'attrazione che provocava al nuovo direttore. Porcellina com'é sfoggiava i vestitini più provocanti che aveva. Tailleur con generose scollature, camicette che lasciavano completamente scoperta la schiena, gonne cortissime dalle quali sfociavano gambe belle e abbronzate. Insomma una strafiga vestita da puttanella!
Così abbigliata, appena poteva, si presentava alla porta dell'ufficio di Andrea, appoggiandosi allo stipine e sollevando un poco un ginocchio in modo che il vestitino salisse di qualche centimetro, e chiedeva inutili chiarimenti sulle pratiche da evadere.
"Scusa Andrea, ma non riesco proprio a contattare il dottor Brambilla, non risponde al telefono e nemmeno alle mie mail. Cosa posso fare?"
"Aspetta, dovrei avere il suo numero privato da qualche parte in rubrica. Adesso lo cerco. Anzi, ti va di andare al bar a prendere un caffé insieme? Così facciamo anche due chiacchiere sulla sua posizione."
"Certo, molto volentieri. Mi aspetti solo un attimo?"
Non può certo uscire col suo capo senza aver controllato allo specchio di essere perfettamente truccata e pettinata. Una veloce corsa in bagno e torna di corsa dal capo.
Al rientro dal caffé, nella pausa le loro mani si erano sfiorate al momento di prendere le tazzine, confermando l'elettricità che li attraversava entrambi, Andrea la sorprende, ma neanche troppo, con una proposta interessante.
"Che ne dici se oggi pranziamo insieme? Sei già impegnata? Potremmo discutere di come risolvere la grana Brambilla. Un po' mi preoccupa quell'uomo."
"No, sono libera. Vengo volentieri. Porto il dossier così lo ripassiamo?"
"No, no, non serve. Lo conosco a memoria. Ci vediamo più tardi allora!"
A cosa gli serve il palloso dossier per quello che ha in mente? E poi di quel Brambilla non gliene frega proprio niente. Ha già deciso di passare la pratica al legale...
Finalmente pausa pranzo! Sofia si affaccia alla porta dell'ufficio di Andrea e gli sussurra:
"Meglio se usciamo uno alla volta, è pieno di chiacchieroni qui dentro e non vorrei circolassero voci se usciamo insieme."
"Certo, hai ragione. Esco tra cinque minuti e ci vediamo al bar da Franco, non ci va nessuno dei colleghi."
"Benissimo, mi avvio, a dopo."
Con un sorrisino malizioso Sofia si volta sculettando via, lasciando Andrea ad ammirare quelle deliziose chiappe ondeggianti. Proposta e accettazione della stessa che lasciano intuire che entrambi hanno in mente ben altro che una innocente pausa pranzo.
Andrea raggiunge Sofia al bar concordato trovandola seduta ad un tavolino abbastanza nascosto alla vista degli altri avventori. Entrambi ordinano un tramezzino e minerale, che spariscono in pochi minuti. Al caffè nuovamente le loro mani si sfiorano per un attimo. Stavolta però nessuno dei due la ritira. Andrea inizia ad accarezzare la mano di Sofia, salendo lentamente lungo il braccio. Le sfiora una guancia e lei finge di mordergli le dita, che invece inizia a leccare languidamente. Pochi istanti e poi...
"Dove andiamo?
"Motel?"
"Sì!"
La porta della camera viene chiusa dalla schiena di Andrea che Sofia vi ha spinto contro. Gli appoggia le mani sul petto e gli infila subito la lingua in bocca alla ricerca di compagnia. Andrea non si lascia certo sorprendere dalla intraprendenza della bella bionda. La attira a sé con una mano dietro la nuca e ricambia il bacio alla francese. Intanto iniziano a spogliarsi a vicenda. I vestiti cadono in rapida sequenza sul pavimento formando una scia dalla porta al letto matrimoniale. Tolto il reggiseno, dopo qualche secondo di ammirazione per quelle meravigliose tette mature, Andrea la prende per i fianchi e la solleva da terra di qualche centimetro per poi lanciarla sul letto. Sofia atterra sul morbido lanciando un sorriso di sfida al compagno di giochi.
"Vieni qui, che ti faccio vedere io chi è più forte..."
"Voglio proprio vedere cosa mi fai..."
Le risponde lui spavaldo. Dovrebbe sapere che noi maschietti abbiamo già perso in partenza quando sfidiamo una bionda, anche se l'abbiamo appena schienata sul materasso...
La bionda, con agilità felina, si mette a quattro zampe sul letto e si fionda sul cazzo di Andrea appena questo arriva a portata di mano. Lo impugna ed inizia a segarlo con una manina, stringendogli i coglioni nell'altra. Adesso il megadirettore é completamente in balia della sua impiegata. Il potere che ha in ufficio non conta assolutamente più nulla sul letto di questa camera d'albergo. Qui comanda lei, non c'é discussione. Il suo potere poi aumenta a dismisura non appena inizia a leccare la cappella ormai già bella gonfia e violacea. Poi fa scorrere la lingua lungo tutta l'asta, su e giù più e più volte, finché il cazzo del povero (si fa per dire) Andrea sembra stia per scoppiare. Quando ritiene sia sufficientemente eccitato se lo fa sparire completamente nella bocca. Inizia una pompa impareggiabile, i versi gutturali che emette non fanno che aumentare l'eccitazione del direttore, che ormai conta meno di un fattorino.
I movimenti della mano sul manico di carne e della lingua sulla cappella sono magistralmente coordinati, ben presto Andrea la avverte:
"Ahhhhhsssshhh... non resisto, non resisto! Che porca che sei... mi fai impazzire.... devo sborrare... non ce la faccio più..."
"Dai vienimi in bocca, maiale! Riempimi di sperma che mi piace berlo caldo!"
A questo invito, farfugliato con la bocca piena dalla maialina, non é umanamente possibile resistere, é una legge della fisica, lo sapete anche voi maschietti che perdete tempo a leggere i miei racconti. Sicuramente vi sarà capitato, almeno una volta nella vita, di incontrare una professoressa del pompino, quella che decide lei, e non voi, quando é ora di venire. A me é capitato, mi ha detto:
"Adesso vieni!"
E io: "Macché... ce ne vuole ancora per farmi sborrare..."
Sull'ultima sillaba della frase é partito lo spruzzo che aveva ordinato la maestra...
Terminata la divagazione, torniamo ai due fedifraghi.
E' sufficiente una leggerissima accelerazione del movimento della mano e un massaggio alle palle un po' più vigoroso, per strappare un urlo di piacere ad Andrea, con il quale annuncia il primo fiotto di succo d'uomo che la bionda accoglie generosamente nelle sue fauci. Ne segue un secondo, poi un terzo e così via. Di sicuro non ne va sprecata nemmeno una goccia. Sofia ingurgita una quantità clamorosa di sperma, rischia il soffocamento ma vuole lasciare un ricordo indelebile al suo amante del primo orgasmo con lei. Sbuffa per prendere un respiro e dall'angolo della bocca esce un rivolo di liquido viscoso che inizia a colarle verso il mento. Allora si sfila l'uccello ormai spremuto dalla bocca e, guardando negli occhi un Andrea in piena estasi, raccoglie lo sperma fuggiasco con un dito che prontamente si lecca golosamente.
Poi, con una indubbia eleganza, salta giù dal letto e si dirige verso il bagno, con una ammonizione:
"Vado a darmi una rinfrescata, spero non sia tutto qui quello che sai fare, direttore... a proposito, mi dai il pomeriggio libero e continuiamo o dobbiamo rientrare in ufficio?"
Non attende la scontata risposta e sbatte la porta del bagno lasciando senza parole lo spompato superiore.
Mi sa che continua non appena Sofia uscirà dal bagno...
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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