tradimenti
A metà con mia figlia - 04 La rivalsa
di Eriaku
04.01.2024 |
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""Allora, ti sei preparata?" Questo recita il messaggio whatsapp del mio collega, Claudio..."
Guardala come se lo gode, quella maledetta! Non posso fare a meno di ingiuriare mia figlia Lucia mentre ad occhi chiusi, con espressione beata, si gode il cazzo del padre nella fighetta glabra.
A cavalcioni del bacino di Mattia, gli dà la schiena permettendo a me di vederla chiaramente dal mio nascondiglio. Tutta nuda ad eccezione di un paio di antiscivolo rosa, mugola delicatamente ad occhi chiusi sotto l'azione del randello lucido che la chiava a ritmo sostenuto.
Mio marito la tiene saldamente per il retro delle ginocchia mentre si spinge dentro la nicchia vaginale, la passerina di nostra figlia inghiotte il nerbo duro senza apparente fatica.
"Toh, toh, toh! Ti piace il pisello di papà Lucetta? Godi di più così, vero? Toh! Toh!"
La sua voce infoiata rimane senza risposta, Lucia è troppo impregnata di piacere per rispondere con qualcosa che non sia un gemito.
"Toh, toh! Come sei stretta Lucetta! Ma c'è qui il tuo papà ad allargarti la patatina per bene, toh toh!"
E nel dirle questo la rovescia sotto di sé, proseguendo a scoparla indefesso.
Vorrei entrare dentro e urlargli di lasciarla stare, ma ho avuto fin troppe prove di come nostra figlia sia più che consenziente in questo rapporto incestuoso. Oltretutto, con le mutandine calate e la fica che gocciola non sarei granché credibile.
Stamattina sono uscita presto con il pretesto di una commissione più lunga di quanto fosse davvero, e ora sono di nuovo nascosta in casa mia, a spiare i miei cari che mi fanno cornuta.
Mio marito avrà a malapena aspettato che chiudessi la porta prima di sgusciare fuori dal nostro letto per andare in quello della figlia.
Ho trovato i boxer con cui è solito dormire abbandonati lungo il corridoio, l'ho immaginato levarseli in un unico movimento per arrivare da Lucia nudo e pronto. Dopo essersi introdotto nella sua stanza deve averla scoperta per gettarsi su di lei. Magari le ha dato il cazzo da succhiare, mentre le tastava la fichetta per saggiarne la lubrificazione. Oppure le ha strappato di dosso il pigiama rosa e l'ha infilzata di botto, ansioso di svuotarsi.
Non posso saperlo, ma immaginare il mio uomo che tratta la nostra bambina come carne per il suo cazzo mi fa andare fuori di testa e vengo sulla mia mano, mordendomi le labbra fin quasi a farle sanguinare. Sono una madre degenere?
Non ho risposte a questa domanda, ma certo è che continuo a tormentarmi il clitoride con la mano impastata di umori di fronte alla scena di mio marito, evidentemente sul punto di venire anche lui, che si sfila da Lucia e fattala mettere in ginocchio, la tiene per i capelli segandosi freneticamente fino a ricoprire il suo viso sorridente di caldo sperma bianco, accompagnando la liberazione con un urlo roco.
Mia figlia, sempre in ginocchio in palese venerazione del membro paterno, lo lecca e bacia ripulendolo e non sembra intenzionata a smettere. È suo padre, carezzandole amorevolmente il capo, a fermarla:
"Tesoro del papà, la mamma tornerà presto dalla sua commissione, è ora di alzarsi."
Lucia dopo ultima, languida, leccata si solleva e posso finalmente vederli uno accanto all'altra, nudi. Non fosse per le corna, devo ammettere che formano una bella coppia.
Mi dileguo mentre rassettano. In auto, qualche momento più tardi, osservo sul sedile del passeggero la bustina della farmacia quando un trillo familiare raggiunge le mie orecchie.
"Allora, ti sei preparata?" Questo recita il messaggio whatsapp del mio collega, Claudio.
Non posso fare a meno di volare con la mente all'altra sera, quando con tutta calma mi ha mostrato il video della sorveglianza dove mi facevo fottere da un ragazzo ospite dell'albergo per poi costringermi a soddisfarlo. Mi ha fatto inginocchiare nella guardiola e sotto il mio sguardo attento si è spogliato rivelando un corpo asciutto, e soprattutto un grosso cazzo.
"Non voglio impensierire mia moglie" ha spiegato. Come se nulla fosse mi ha sbattuto l'uccello in bocca, pretendendo un pompino. In ginocchio come l'ultima delle troie, l'ho accontentato. Quando è venuto, ho ingoiato fino all'ultima goccia. Ripresosi, mi ha lasciato a finire il turno con la promessa che al prossimo giro, mi avrebbe inculata.
Questa accadeva tre giorni fa. Stamattina, mi ha scritto per ricordarmi che ci sarebbe stato lui a darmi il cambio e di farmi trovare preparata. Da qui, la mia imbarazzante commissione in farmacia per procurarmi una peretta.
A quasi quarant'anni sto per perdere la verginità anale e non con mio marito.
***
È sera. Mi trucco con particolare attenzione, non so nemmeno io bene perché. Sulla porta saluto i miei familiari, per una volta incurante di quello che faranno e in quale letto.
In albergo, trovo Claudio impegnato con un ospite. Mi fa cenno di andare in guardiola senza guardarmi e abbozzando un saluto, eseguo. Ogni angolo di questa stanza mi ricorda la mia condotta lussuriosa.
Una violenta palpata mi strappa alle mie riflessioni, facendomi sobbalzare.
Mi volto di scatto trovandomi davanti Claudio, il mio collega, già nudo che gioca col suo uccello. Dio, sembra enorme.
"Beh? Spogliati! Via tutto e mettiti in ginocchio, forza!"
In silenzio, faccio come dice. Quando sono in posizione mi raggiunge e senza indugi me lo fa prendere in bocca. Inizio a succhiarlo senza bisogno di incitazioni, la fica che inizia a dischiudersi.
"Che pompini sai fare! Mi è mancata la tua bocca da zoccola in questi giorni, ma stanotte ci rifacciamo, vedrai."
Si spinge nella mia bocca, ora, tenendomi la testa fra le mani. Il ritmo che imprime mi strozza così rilasso la gola, aggrappata alle sue cosce. Respiro dal naso, sbavandomi il mento. Sento la saliva colarmi sulle tette nude. Va avanti così per diversi minuti, penso voglia venire, forse lo spero, ma mi smentisce. Lo tira fuori, duro e svettante, un rivolo di saliva connette il glande violaceo alle mie labbra prima di rompersi.
"Hai proprio una bocca da riempire, complimenti, ma ho voglia di altro. Sul letto, a quattro zampe, avanti!"
Di nuovo, eseguo senza rispondere. Lo sento subito alle mie spalle, mi fa mettere un cuscino piegato sotto la pancia e allargare le gambe. Mi accarezza la schiena, il culo, mi palpa i seni. Struscia il suo cazzo tra le natiche, tra le cosce. Spinge, entrando dentro di me. Mi strappa un gemito da quanto è grosso e duro.
"Che bella fica ospitale, calda e umida, il mio uccello la occupa tutta" dice mentre dondola lentamente, scopandomi.
"Ti prego, il preservativo..." mugolo, lo sento tutto dentro. Mi fa godere.
"Preservativo? Al ragazzetto mica l'hai chiesto il preservativo, troia! Non te la riempio la pancia, tranquilla. Ho in mente di svuotarmi altrove, io. Ora succhia e lecca bene le mie dita, voglio sentire come sei messa dietro."
Obbedisco, insalivando le dita che ha avvicinato alle mie labbra, come fossero un cazzo. Senza uscirmi dalla passera, cerca e trova il mio buchetto dove entra prima con un dito fino alla nocca, strappandomi un ansito. Lo tira fuori, ne rimette dentro due. Le rigira, le allarga, le sfila. Gemo, non so se per il dolore o per il piacere. Ripete, ancora e ancora. Mi lamento, ma non si ferma. Continua ad aprirmi il buchetto con le dita, il cazzo duro saldamente piantato nella mia fica.
"Ti piace troietta? Ora passiamo a qualcosa di più robusto."
"Ti prego no, è tanto grande..." Irrazionalmente, provo a fermarlo.
"Ci starà tutto, vedrai!" Ride della mia supplica.
Mi prende per i fianchi appoggiando la punta del suo cazzo sul buchetto. Spinge, e mi irrigidisco:
"Ti romperò questo culo, stanotte. Più resisti, più sarai sfondata alla fine."
Mi assesta una violenta pacca sul sedere, riprendendo a spingere. Mi dimeno mentre il suo cazzo si fa strada dentro di me. Con una mano è aggrappato ai miei fianchi, con l’altra mi tormenta le natiche con pizzicotti e sberle. Mi lamento, piagnucolo, il mio culo lentamente cede.
Mi prende per i fianchi, tirandomi verso di sé, e spinge ancora. Il glande oltrepassa il tenero sfintere, e lancio un urlo. Indugia un momento, per poi iniziare un lento andirivieni, sempre più avanti, sempre meno indietro, finché non sentii sbattere le sue palle contro la vagina.
"Zoccolona, mi stai facendo proprio divertire" mi deride, con tono affannato.
Mi fa male, mi strizza i capezzoli, torcendoli e tirandoli.
Vengo inculata con forza, dolorosamente e senza pietà. Lo tira fuori quasi tutto e poi rientra di colpo, con così tanta violenza da farmi sobbalzare le tette.
Il mio sfintere si sta adattando, le mie resistenze diminuiscono, i suoi movimenti si fanno sempre più veloci. Tirandomi in su, mi costringe in ginocchio. Le gambe allargate dalle sue, mi pistona il culo da basso mentre stringe con forza il mio seno destro. Con l'altra mano, mi costringe a toccarmi fra le gambe la fica gocciolante. Mi tocco fino a venire, l'orgasmo mi lascia accasciata sulla pancia. Schiacciata dal suo peso, stordita, lo sento dare gli ultimi colpi di bacino e riempirmi il culo.
***
Poco dopo, stesa fra le sue gambe, mentre sono intenta a leccargli il pisello quasi a riposo, ho una rivelazione: Quest'uomo mi ha voluta, me, non una ragazzina. Un senso di rivalsa mi pervade, e il bruciore fra le natiche mi sembra un meritato premio.
Nota dell'Autore: Siamo arrivati alla fine di questo viaggio. La nostra protagonista, forse ha trovato un modo di vendicarsi o forse no. Forse il punto non è mai stato quello.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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