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Scambio di Coppia

Gli scambisti 2


di TheSecretStoryteller
26.05.2024    |    6.845    |    5 9.0
"Andò avanti almeno cinque minuti, finché la voce di Michele non ci interruppe..."
Quel venerdì sera ci sedemmo sul divano da cui avevamo mandato la foto, e mettemmo il PC sul tavolino davanti al divano. Avevamo deciso di iniziare quella videochiamata presentandoci bene, quindi eravamo abbastanza vestiti: io avevo una leggera canotta bianca che lasciava scoperte le mie braccia e dei pantaloncini che mi arrivavano a metà coscia. Non ero particolarmente sexy, ma sotto mi ero messa un intimo rosso molto più provocante. Del resto, pensavo, i panni di sopra me li sarei tolti presto. Stefano indossava dei pantaloncini corti e una maglietta. Entrambi eravamo a piedi nudi. Aurora e Michele furono molto puntuali e iniziammo la videochiamata all’orario concordato. Loro non erano su un divano, ma su un letto. Erano seduti contro la testiera e avevano il computer dall’altro capo del letto a riprenderli. Lei, come me, indossava una canottiera bianca molto semplice, ma sotto aveva solo le mutandine striminzite con cui si era fatta la foto che ci avevano mandato. Le sue gambe scoperte erano molto provocanti. Lui aveva una canotta rossa che scopriva il suo petto più che nasconderlo e aveva dei pantaloni lunghi di colore beige.
Ci salutammo e iniziammo a chiacchierare. La nostra tensione era evidente, mentre loro erano molto più rilassati. Del resto, loro avevano una lunga esperienza come scambisti mentre quella era la nostra prima volta a fare qualcosa davanti ad altri. Mentre parlavamo, l’atmosfera dalla loro parte iniziò a scaldarsi un minimo: lui la cinse con il braccio e spesso si baciavano, baci che divennero una vera e propria pomiciata. Anche noi, vedendo questa scena eravamo eccitati e le inibizioni iniziarono a crollare. Il mio lui mi strinse il fianco e iniziammo a pomiciare. A un certo punto, la conversazione si interruppe del tutto per almeno tre minuti perché i due ragazzi erano impegnati a baciare le loro tipe. Stefano mi spinse verso il basso e mi stesi sul divano. Lui era sopra di me e ci baciavamo con foga mentre io avevo le mani sul suo culo, sotto i vestiti. Avevamo entrambi gli occhi chiusi. «Vedo che vi state divertendo» sentimmo Michele dire, dall’altro capo del PC. Lui e Aurora avevano concluso la loro pomiciata e ci stavano guardando da un poco. Interrompemmo la nostra pomiciata e ci mettemmo di nuovo seduti sul divano. Notammo come, durante la loro pomiciata, Michele aveva tolto a Aurora la canottiera e ora la ragazza – che non aveva un reggiseno sotto – sfoggiava le sue tette con tranquillità, con le mutandine come unico capo d’abbigliamento che aveva ancora addosso.
Michele ci fece una proposta per quella serata: ciascuna coppia avrebbe detto all’altra cosa fare e saremmo andati avanti a turno, con loro che guardavano mentre noi obbedivamo ai loro ordini e viceversa. L’idea ci attizzò molto e decidemmo di obbedire. La prima a darci un ordine fu Aurora, che ci disse che dovevamo toglierci a vicenda le magliette. Stefano alzò le braccia e io gli sfilai la sua, poi lui fece lo stesso con me. «Ah, ma tu sotto hai il reggiseno» mi disse Aurora, come se avessi violato la sua regola. Mi disse che dovevo spogliarmi di più e rimanere solo in intimo, e che doveva essere Stefano a spogliarmi, ma stavolta doveva usare solo la bocca. L’idea ci piacque: ci alzammo dal divano stando attenti a essere pienamente ripresi dal PC. Io ero in piedi mentre Stefano si inginocchiò davanti a me e mise le mani dietro la schiena. Poi si avvicinò con la bocca e prese tra i denti la parte alta dei miei pantaloncini e iniziò a tirare verso il basso, fino a portarmi i pantaloncini alle caviglie. Fu una scena che mi eccitò perché mi sentivo di dominare su di lui. Ogni tanto, molto raramente, mi permetteva di essere io a dominarlo durante le nostre sessioni di dominazione, ma doveva essere lui a deciderlo e, visto che gli piaceva molto di più essere il padrone piuttosto che lo schiavo, le occasioni in cui potevo esprimere il mio ruolo da mistress erano pochissime, nonostante lui sapesse quanto amassi quel ruolo. Quindi, ogni volta che potevo stare un po’ in quel ruolo, godevo tantissimo. Tra i baci di prima e la situazione di adesso, mi ero eccitata notevolmente e le mie sottili mutandine rosse erano già un po’ bagnate. Sperai che nessuno se ne accorgesse e, non appena mi tolsi i pantaloncini, andai subito a sedermi a gambe conserte sul divano. Ma Aurora se ne era accorta e mi disse che come ultima parte del suo ordine dovevo stare a gambe aperte. Divenni subito molto rossa, ma Stefano mi invitò con lo sguardo, facendomi capire che non c’erano problemi. Aprii le gambe e tutti poterono vedere il mio stato di eccitazione.
Michele ci disse che adesso toccava a noi dare loro un ordine. Con lo sguardo, comunicai a Stefano che poteva essere lui a decidere per primo. Stefano chiese a Michele di leccare i capezzoli di Aurora. Entrambi rimanemmo abbracciati a goderci la scena di Michele che si chinava su Aurora e gli leccava i capezzoli, stando attento a far sì che noi potessimo gustarci per bene, dalla nostra prospettiva, tutta la scena. La leccata andò avanti a lungo e Michele era bravo e scrupoloso, passando per bene la lingua attorno al capezzolo, baciandolo e mordicchiandolo. Alla fine, vidi un po’ di liquido bagnare le mutandine bianchissime di Aurora. Colsi la palla al balzo e ordinai anche a lei di farsi vicino e aprire le cosce come conclusione dell’obbligo. Adesso l’eccitazione di entrambe era chiaramente visibile a tutti.
Ora fu Michele a darci un ordine e disse che dovevo togliere a Stefano i pantaloncini e le mutande, lasciandolo nudo. Io e Stefano ci alzammo con piacere e tirai giù con un sol colpo tutto quello che Stefano indossava, poi lui finì di togliersi pantaloncini e mutande e fu completamente nudo. Aveva il cazzo ancora abbastanza moscio. Dopo aver appoggiato i suoi panni al bordo del divano, Stefano stava per tornare a sedersi, quando Aurora si complimentò per il bellissimo culo che aveva: «Quello di Michele è più squadrato, il tuo è pieno e tondo ed è uno spettacolo.» Poi disse che per completare l’obbligo dovevo dare una sculacciata al mio ragazzo. Stefano si mise in piedi con le mani appoggiate sulla testiera del divano, il culo rivolto verso la videocamera del PC, e io mi misi affianco a lui e gli tirai un soddisfacente ceffone sulla chiappa destra, poi tornammo a sederci.
Ora stava a me scegliere un obbligo per loro e gli dissi che Michele doveva togliersi i pantaloni. Il ragazzo si alzò e obbedì. Mi sarei aspettata che sotto indossasse delle mutande, invece era completamente nudo. È vero le sue forme erano più squadrate e meno eleganti di quelle di Stefano, ma il suo cazzo, ancora moscio anch’esso, era decisamente più lungo e più spesso. Distolsi subito lo sguardo perché temevo che se Stefano si fosse accorto che fissavo il cazzo di un altro ragazzo ci sarebbe rimasto male. Guardai Stefano e lessi un po’ di invidia nei suoi occhi: ma non era una invidia cattiva, quanto piuttosto un sincero senso d’ammirazione, e di leggero auto-compatimento, rispetto a quel pisello enorme. Michele si andò a sedere di nuovo sul letto. Io dissi che visto che Aurora prima ci aveva dato l’obbligo supplementare della sculacciata avevo anche io il diritto di imporre un ordine in più e chiesi anche a lei di spogliarsi. Rapidamente, Aurora si tolse le sue mutandine bagnate. Aveva una fighetta piccola e depilata, che doveva essere molto invitante per un maschio. Entrambi ci mostravano le loro parti intime senza farsi alcuna modestia. Anche Stefano era entrato in quella prospettiva e stava a gambe aperte senza problemi. Ora toccava di nuovo ad Aurora darci un ordine e lei disse che Stefano doveva finire di spogliarmi. Mi alzai in piedi, il mio ragazzo venne dietro di me e mi slacciò il reggiseno, per poi calarmi le mutandine fino ai piedi. Misi il mio intimo su un altro tavolino affianco al divano e tornammo a sederci. Ora eravamo tutti e quattro completamente nudi.
Stefano diede come ordine che Aurora doveva mettersi a pecorina, col culo rivolto verso di noi, e Michele doveva leccargli le chiappe. Senza un minimo di esitazione, i due obbedirono. Aurora si mise a pecora, con le gambe aperte per mostrare bene la sua fica e il suo culo, che era la parte più in alto del suo corpo. Michele iniziò a leccarle il culo con un misto di foga e precisione, passando bene la lingua su entrambe le chiappe. Quella vista eccitò moltissimo me e Stefano che iniziammo a pomiciare a occhi chiusi: lui mi spinse di nuovo verso il basso e io ero stesa con lui sopra e gli stringevo il culo tra le mani mentre sentivo il suo pisello, vicino alla mia fica, che si irrigidiva progressivamente. Andò avanti almeno cinque minuti, finché la voce di Michele non ci interruppe. Ci disse che era bello vederci e che però visto che, invece che starli a guardare, avevamo fatto una cosa che non era prevista dal gioco, avremmo ricevuto una punizione, ovvero due obblighi da parte sua invece che uno soltanto.
Il primo ordine di Michele fu di masturbarci a vicenda, allo stesso tempo. Ci mettemmo bene seduti uno accanto all’altro, con le gambe bene aperte. Stefano mise le dita accanto alla mia fica e iniziò a massaggiare il clitoride. Io nel frattempo sporsi il braccio e afferrai il suo pisello ormai già bello duro e iniziai a fargli una sega. Era strano farlo davanti agli altri, ma era comunque molto piacevole e anzi l’eccitazione era molto maggiore che quando eravamo nella nostra intimità. Più volte, Michele e Aurora ci invogliarono ad andare più veloce e alla fine avevo quasi difficoltà a tenere il ritmo perché ero distratta dalle dita di Stefano che, penetrata la mia vulva, andavano su e giù a velocità folle. Fu Michele a darci lo stop. Fu difficile staccare da quella attività e tenere le mani a posto, visto che eravamo così eccitati, ma erano le regole di quella sera. Io ormai ero bagnatissima e lui aveva il cazzo incredibilmente duro. Il secondo ordine di Michele fu che Stefano doveva leccarmela. Mi stesi meglio sul divano e Stefano si stese in modo da stare con la faccia proprio sopra la mia fica e iniziò a leccarmela con una foga e una maestria straordinaria. Gemevo e mi vergognavo che mi stessero guardando ma non riuscivo a trattenere il piacere. La leccata andò avanti a lungo perché l’altra coppia non aveva alcuna intenzione di fermarci. Alla fine, cedetti e orgasmai davanti a loro. La situazione era semplicemente troppo eccitante. Ci volle un tempo che non so delimitare, prima che, ripresami, mi sedetti di nuovo affianco a Stefano. Io ero rossa d’imbarazzo per quello che era successo: avevo emesso tutti gli squittii della donna che tocca l’apice del piacere, senza alcun limite. Stefano era soddisfatto. Avevamo superato una barriera ed era ovvio che ci piaceva giocare di fronte ad altri. Ma quella serata non si era ancora conclusa. Michele mi sorrise e fece i complimenti al mio ragazzo, anche Aurora disse che, da quello che si poteva vedere, Stefano era bravissimo a leccarla. Mi chiesero se stessi bene e se me la sentissi di continuare e io risposi annuendo imbambolata col capo.
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