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Proposta indecente

15.03.2025 |
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Mi portò in un negozio di lingerie e disse al suo amico di scegliermi un vestito per me..."
Se solo il camper di Francesco potesse parlare, racconterebbe storie da far tremare i muri. Dieci anni di giochi proibiti, di notti a luci rosse, di sospiri soffocati e piaceri sussurrati tra le sue pareti strette e giochi di ruoli. Ma quella volta, tutto iniziò in un luogo molto meno discreto: il centro commerciale.Ero con mio marito, il mio cornuto sottomesso, quando incrociammo Francesco e un suo collega. Lo sguardo di Francesco si accese subito di malizia. Tra battute e discorsi ambigui, si avvicinò al mio orecchio e sussurrò:
“Posso parlare liberamente? Posso dire al mio amico che voi siete una coppia cuckold?”
Lo guardai con un sorriso provocante. “Certo.”
E così fece. Spiegò ogni cosa: come mio marito accettasse di essere il cornuto, come io fossi la sua regina, come lui fosse il mio amante nei giochi di piacere. Il collega lo ascoltava in silenzio, con uno sguardo che da curioso diventò eccitato e iniziava pure a balbettare un po’ era eccitato si sentiva ed io lo provocavo sempre di più con lo sguardo.
Fu allora che Francesco lanciò la sfida. Una partita a biliardo contro mio marito. Se avesse vinto il cornuto, Francesco avrebbe pagato la nostra vacanza che dovevamo fare insieme a lui. Ma se avesse perso… io sarei stata completamente sua, senza limiti.
Guardai mio marito negli occhi e, con un sorriso, sussurrai: “Accetta.”
Lui obbedì, come sempre.
Mentre loro giocavano, io rimasi a parlare con il collega di Francesco, che ormai aveva capito perfettamente le dinamiche del nostro rapporto. I suoi occhi si muovevano su di me con crescente desiderio, e io mi divertivo a provocarlo, lasciando intendere tutto ciò che sarebbe potuto accadere.
Ma poi la partita finì… e il cornuto perse.
Francesco sorrise soddisfatto e si alzò. “Vieni con me.”
Mi portò in un negozio di lingerie e disse al suo amico di scegliermi un vestito per me. E prese un vestitino corto e trasparente, che lasciava pochissimo all’immaginazione. “Indossalo subito. E senza mutandine.”mi disse Francesco
Obbedii. Sentivo gli sguardi dei tre uomini su di me mentre uscivo dal camerino. Il vestito aderiva perfettamente, le mie forme erano in bella vista sotto il tessuto sottile. Ma Francesco non aveva ancora finito. Mi disse se avevo il
Vibratore telecomandato io certo e mi disse Mettilo.
Il telecomando era nelle sue mani, e lui non ebbe pietà. Camminavo nel centro commerciale, mentre lui aumentava l’intensità, facendomi tremare le gambe e mordermi il labbro per trattenere i gemiti. Il collega di Francesco e mio marito guardavano la scena in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri.
Poi arrivò Marco, un altro amico di Francesco.
Francesco lo salutò con un sorriso e poi si voltò verso il mio cornuto sottomesso. “Ora puoi andare.”lui mi guardò e io gli confermai che doveva andare e così
Mio marito chinò la testa, accettando il suo destino, e senza dire una parola ci lasciò soli.
Francesco mi prese per mano e con gli altri due mi portarono a casa del suo collega.
La notte era appena iniziata… e il suo camper, se solo fosse stato lì, avrebbe avuto un’altra storia bollente da raccontare.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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