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Il Compleanno

22.04.2025 |
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"I loro respiri si confondevano..."
Milano, metà aprile. Un sabato sera qualunque, eppure l’aria sembrava già calda di qualcosa. Il cielo era limpido, le luci della città pulsavano lontane come stelle urbane. Luca e Giulia avevano organizzato una festa per il trentunesimo compleanno di lei. Niente di eccessivo, solo un gruppo ristretto di amici nel loro loft in zona Isola: grandi vetrate, musica in sottofondo, luci calde, qualche candela accesa qua e là. Tutto sembrava tranquillo.Erano in nove: Luca e Giulia, i padroni di casa; Davide e Elena, sposati da tre anni; Lara, single e disinvolta; Matteo, appena tornato da Berlino; Chiara, collega di Giulia e sua confidente da anni; Andrea, l’amico bello e silenzioso che tutti trovavano affascinante; e infine Silvia, ex di Luca, oggi presenza pacifica e ambigua.
La serata partì come tutte. Calici pieni, playlist chill, salatini e sushi ordinato all’ultimo minuto. Risate, brindisi, battute, qualche ricordo imbarazzante del passato.
Giulia indossava un abito corto color champagne, morbido e lucido, che sembrava accarezzarla ad ogni passo. Lara, in nero trasparente, non faceva nulla per mascherare i propri sguardi su Matteo, che sembrava gradire. Elena rideva con un filo di rosso sulle labbra e lo sguardo già lucido. Davide parlava con Chiara, troppo vicino per essere casuale. Andrea sedeva sul bracciolo del divano, sorseggiando gin tonic, osservando tutti in silenzio. Silvia guardava Luca con un sorriso che solo loro due capivano.
Il primo segnale arrivò quando Giulia, già un po’ alticcia, si alzò sul tavolo per il brindisi. “Trentuno anni e zero voglia di maturare!”, gridò ridendo. La coppa le tremava nella mano. Luca si avvicinò, le afferrò la vita e la baciò con intensità, sotto gli applausi. Ma quel bacio durò troppo. Le mani scesero troppo. Lei non si tirò indietro.
Nessuno disse nulla, ma l’aria si strinse.
Poi, uno alla volta, gli altri cominciarono a sciogliersi. Matteo si avvicinò a Lara con una scusa e le sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, sfiorandole il collo con le dita. Lei arrossì. Non per pudore, ma per eccitazione.
Andrea stava parlando con Elena in cucina. Ridevano. Poi, senza avviso, lui le baciò la mano. E lei non si ritrasse.
Silvia fece partire un altro disco, qualcosa di più lento, più sensuale. Le luci si abbassarono. Giulia si tolse le scarpe, poi il vestito, senza dire nulla. Rimase in lingerie chiara, in piedi al centro del salotto. “Mi sento bellissima stasera,” disse. Nessuno la contraddisse. Qualcuno la guardava a bocca aperta.
Da lì fu tutto un fluire.
Luca la raggiunse, la prese per mano e la baciò sulla clavicola, lentamente, davanti a tutti.
Silenzio.
Poi Matteo, come per gioco, si avvicinò a Lara. Le sussurrò qualcosa, e le mani iniziarono a esplorarla attraverso la stoffa. Lei si voltò e lo baciò, profondo, con fame.
Elena prese Davide per la mano. Lo guardò. “Ti va di guardare?”
Andrea stava accarezzando il fianco nudo di Chiara, che respirava a occhi chiusi.
E Silvia, da sola al centro della stanza, si tolse la camicetta, lasciando il seno nudo. “Non abbiamo più vent’anni,” disse. “Ma chi se ne frega.”
Tutto esplose.
Giulia era ora distesa sul divano, con Luca che la baciava ovunque, la lingua che le sfiorava la pelle in linee lente e decise. Lara era a cavalcioni su Matteo, mentre gli sbottonava la camicia, un bottone alla volta, con le labbra. Andrea baciava Elena sul collo, le mani che la tenevano da dietro, mentre Davide guardava con eccitazione crescente, sfiorando Silvia, che ora si era inginocchiata davanti a lui.
I vestiti cadevano ovunque. I gemiti iniziavano a riempire l’aria come parte della musica.
Non c’erano più coppie. Solo corpi. Pelle. Desiderio.
Chiara si stendeva sul tappeto con Giulia, le mani che si cercavano, le bocche che si assaggiavano. Luca e Davide si scambiavano un bacio incerto, sorpresi da loro stessi. Lara e Andrea si baciavano, lei con la schiena contro il muro, le gambe intorno a lui. Matteo e Silvia si leccavano le dita, lenti, come se fosse la prima volta che scoprivano il gusto di un altro corpo.
Le ore si fecero morbide. Il mondo fuori non esisteva più. Solo sospiri, sussurri, carezze. La città era distante, quasi immaginaria.
E quando arrivò l’alba, il loft era pieno di corpi nudi, sparsi, abbracciati. Nessuno parlava. Solo silenzi appagati, respiri profondi e una strana sensazione di complicità eterna.
Il compleanno di Giulia non sarebbe stato dimenticato.
Né per il numero delle candeline.
Ma per ogni confine bruciato tra un bicchiere e un bacio.
La luce dell’alba filtrava appena, ma dentro il loft l’atmosfera era ancora piena di calore. Non solo quello fisico, dei corpi nudi sul tappeto e sui divani, ma anche quello intimo, denso, di chi aveva attraversato ogni confine.
Sul grande tappeto del salotto, Elena era sdraiata a pancia in giù, i capelli scompigliati, la pelle calda di carezze. Davide la stava baciando lungo la schiena, lento, mentre Andrea le accarezzava i glutei con dolcezza crescente. Le mani di Elena si tendevano in avanti, dove incontravano il corpo di Silvia, inginocchiata davanti a lei, il seno che sfiorava il suo viso mentre le offriva la bocca.
Era una sinfonia di piacere: le labbra di Silvia che si fondevano con quelle di Elena, il tocco maschile che scivolava lungo i fianchi, e poi come una decisione presa senza parole si trovarono tutti e quattro a cercarsi in una danza sincronizzata, inarrestabile.
Davide si avvicinò a Silvia da dietro, le mani che la stringevano ai fianchi, il respiro sul suo collo. Lei si piegò leggermente in avanti, continuando a baciare Elena, mentre Andrea si stendeva sotto quest’ultima, tra le sue gambe aperte, le mani che le sollevavano il bacino, la lingua che cominciava a esplorarla con dedizione.
I loro respiri si confondevano. Le voci diventavano sussurri, poi gemiti.
Silvia gemeva tra le labbra di Elena, mentre le spinte lente e decise di Davide la facevano vibrare. Le mani di Andrea ora scorrevano sulla pelle di tutte e due, toccando, accarezzando, stringendo dove serviva. Elena si muoveva sul suo viso, con un ritmo naturale, abbandonata al piacere, le mani aggrappate ai fianchi di Silvia.
Nessuno comandava. Nessuno chiedeva. Tutto fluiva.
Altrove, Lara e Matteo si erano uniti a Giulia e Luca sul divano. Le gambe di Lara intrecciate con quelle di Giulia, mentre i due uomini, inginocchiati davanti a loro, le accarezzavano a turno. A volte insieme. A volte scambiandosi sguardi e tocchi che dicevano: “Sì, anche questo è possibile.”
Luca baciava il collo di Lara, mentre Matteo accarezzava il seno di Giulia, le dita leggere, ma sicure. Poi le mani si mescolarono, e i baci si invertirono. Nessuno più apparteneva solo a qualcuno. Quella notte, ognuno era di tutti. Senza vergogna. Senza limiti.
Sul tappeto, il ritmo si intensificava. Silvia gemeva ora con più forza, sostenuta da Davide, che la stringeva con desiderio crescente. Elena si lasciava andare sul viso di Andrea, che la accoglieva come un amante paziente, mentre le sue dita, curiose, sfioravano anche la pelle di Davide, creando ponti tra loro. Un filo invisibile che li legava, corpo a corpo, respiro a respiro.
Il piacere si avvicinava. Si sentiva nell’aria. Nelle mani che stringevano, nei gemiti che salivano, nel modo in cui i corpi si muovevano come uno solo.
E quando tutto raggiunse il culmine, non fu un’esplosione. Fu una sinfonia. Un crescendo lento e profondo, un’ondata di estasi condivisa che li travolse uno alla volta, come onde che si rincorrono e si fondono nel mare.
Quando il silenzio tornò, era morbido. Nessuno parlava. Si toccavano ancora, lentamente. Carezze leggere. Baci sulla fronte. Sorrisi stanchi e felici.
Giulia, stesa tra Luca e Lara, sussurrò: “Non lo dimenticheremo mai, vero?”
E nessuno rispose. Non ce n’era bisogno.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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