Scambio di Coppia
Giochi di Specchi

22.04.2025 |
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"Ad attenderli c’erano Luca e Serena, una coppia di Como conosciuta su un forum privato..."
Milano non dorme mai, e nemmeno le fantasie di chi la vive.Era un giovedì sera quando Claudia e Marco attraversarono la soglia del “Velvet Room”, un elegante locale riservato solo ai membri selezionati. Situato in una corte discreta di Brera, dietro un’insegna minimale e un portone in ferro battuto, il club prometteva esperienze oltre il solito immaginario.
Claudia indossava un vestito nero tagliato al punto giusto: lasciava immaginare più di quanto rivelasse, e negli occhi aveva quella luce che Marco conosceva bene quel misto di eccitazione e audacia. Si erano conosciuti cinque anni prima a un vernissage in Porta Venezia, ma solo da pochi mesi avevano iniziato ad aprire i confini del loro desiderio.
Dentro il locale, tutto era giocato su luci soffuse, velluto e sguardi che duravano più del dovuto.
Ad attenderli c’erano Luca e Serena, una coppia di Como conosciuta su un forum privato. Lui elegante, con occhi da predatore paziente; lei, una bionda sofisticata con un sorriso da brivido.
"Vi siete persi tra le curve del naviglio?" chiese Serena, accavallando lentamente le gambe, mentre il suo sguardo scivolava da Claudia a Marco, fermandosi un secondo di troppo sulla cintura di lui.
"Solo tra quelle giuste," rispose Claudia, sollevando il calice. "Pronte per nuove... prospettive."
Il gioco cominciò lentamente, tra chiacchiere e risate cariche di sottintesi. Ogni parola era un passo più vicino all’abbandono dei ruoli quotidiani, ogni brindisi un invito a dimenticare le regole. Si parlò di arte, di design, ma sotto sotto, le vere opere in mostra erano loro stessi.
La notte proseguì in una villa fuori Bergamo, con vista sulle luci della città. Specchi ovunque. Come a moltiplicare i corpi, ma anche le intenzioni.
In quel gioco di riflessi, Claudia e Marco scoprirono nuove versioni di sé. Non c’era gelosia, solo un’inattesa complicità. Ogni gesto degli altri era uno specchio che rifletteva desideri nascosti, e ogni sussurro diventava una scintilla in un incendio controllato.
La villa era immersa nel silenzio, rotto solo dal lieve fruscio delle tende e da respiri trattenuti. Le stanze erano illuminate da luci calde, soffuse, che creavano ombre lunghe sui muri disegni effimeri di corpi in movimento.
Claudia si lasciò sfiorare da Serena mentre attraversavano il salone.
Le dita di lei scivolarono sulla schiena nuda, lungo la colonna vertebrale, fino a sfiorare l’elastico delle autoreggenti. Un tocco deciso, pieno di intenzione.
Marco osservava. Non parlava. Ma il suo sguardo diceva tutto.
Luca gli si avvicinò, versandogli del vino in un calice, poi parlò con voce bassa, quasi confidenziale:
"Non c’è bisogno di chiedere permesso, qui. Solo di capire i limiti… e superarli insieme."
Claudia, intanto, era già tra le mani di Serena: le labbra dell’altra esploravano il collo, mentre le mani facevano scivolare via il vestito come se fosse stato disegnato solo per essere rimosso. Claudia non oppose resistenza anzi, offrì il corpo con una naturalezza che la sorprendeva anche a distanza.
Marco si avvicinò a Luca. Nessuna esitazione. Lo guardò, poi abbassò lo sguardo verso Serena e Claudia, ora distese sul divano in pelle, intrecciate come una scultura viva, fatta di pelle e sospiri.
Serena prese l’iniziativa: le sue mani si fecero strada tra le cosce di Claudia, le dita sottili e precise, esperte. Claudia si arcuò, il respiro spezzato, un gemito soffocato tra i denti. Gli occhi chiusi, la bocca socchiusa.
Marco si avvicinò, inginocchiandosi davanti a loro.
Le dita di Serena lo invitarono a partecipare, guidandolo. Non c'era competizione, solo armonia. Una danza lenta, coordinata da sguardi e desideri.
Luca si posizionò dietro Serena, le sollevò la gonna e la penetrò con una lentezza quasi sadica, mentre lei non smetteva di assaporare Claudia con la lingua. Il corpo di Serena tremava, preso in mezzo tra l’azione davanti e quella dietro. Ogni gemito era moltiplicato dagli specchi, ogni movimento riflesso mille volte sulle pareti della stanza.
Il ritmo aumentava. I corpi si fondevano, cambiavano posizioni, si cercavano in una sinfonia di piacere condiviso. Marco baciava Serena con foga, mentre Claudia cavalcava Luca, il suo corpo una tempesta che nessuno voleva fermare.
Non c'erano più confini, solo pelle su pelle, fiato su fiato. Le coppie si confondevano, le identità si mescolavano, e fuori Milano sembrava un mondo lontano.
Quella notte non finì in una sola stanza. Le lenzuola furono testimoni mute di una libertà senza vergogna, di desideri liberati come fiumi in piena.
E al mattino, mentre il sole accarezzava i tetti della villa, Claudia si voltò verso Marco, ancora nudo accanto a lei, e gli sussurrò:
"Non è stato solo sesso. È stato specchiarsi nell’anima degli altri."
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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