incesto
Nel letto di Zia Marta settantenne da sballo
di violettaselvaggia
23.09.2015 |
80.913 |
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"In casa dal saloncino all'entrata arriva un vociare di donne..."
Il signor Bartolo, mio vicino di casa al mare con cui ho trascorso un ora spompinandolo, a conclusione della serata dei miei diciotto anni il giorno dopo è già andato via. Sono certo che se non gli avessi detto di essere vergine di culo mi avrebbe penetrato. Il mattino dopo la festa di compleanno. In casa dal saloncino all'entrata arriva un vociare di donne. Mi alzo ancora intontito. In bocca sento ancora il gusto della sborra di Bartolo. Lo penso e penso anche di rivederlo. Vorrei che fosse lui a darmelo dietro per la prima volta. Deve esser meraviglioso. In cucina fanno festa tre donne: mia madre, mia sorella e zia Marta che nonostante i suoi settantanni è una zitella piacente. Mi madre mi ha sempre detto che in gioventù sua sorella maggiore era uno schianto. Di uccelli ne ha preso tanti ma non ne ha trattenuto in gabbia nessuno. Mi viene incontro : "sono venuta per te, per festeggiarti." Mi bacia sulle guance e mi sussurra nell'orecchio: "ti bacerei sulle labbra, ma ci sono loro." Sorridiamo. Comunicazione di servizio ben accetta da me: "Zia Marta resterà alla villa un paio di giorni. Io e tua sorella rientriamo in città. Mi raccomando non far dannare la zia." La giornata trascorre senza sbalzi d'umore. Sono stato sulla spiaggia. Una lunga passeggiata lungo la battiggia. I miei occhi si sono diretti sulle parti basse dei tanti uomini incrociati. Qualche pacco mi sarebbe piaciuto aprirlo e accarezzare le stanghe.Il mio pensiero fisso è diventato il maschio. Ne voglio uno tutto per me. Penso: chissà quanto dovrò ancora aspettare per essere sverginato di culo. Rientro a casa per un rapido pranzo. Mia madre e mia sorella partono. Zia Marta appena restiamo soli sbotta: "Ti hanno detto niente del problema che avete in famiglia?" "No! Di cosa si tratta?" "Tuo padre ha perso la testa per un suo aiutante di studio appena assunto. Un bel ragazzo e tuo padre non ha perso tempo per portarselo a letto e da domani partono in crocera. Lo sapevi che a Tom non piace più la passera ma preferisce il culo dei maschietti?" "No!" "E proprio così. Tua sorella l'ha sorpreso mentre sul divano si inculava il suo nuovo giovane assistente. Erano completamente nudi. Il ragazzo piegato sulle ginocchia con il culo a pompa e Tom che infilava e toglieva il suo uccello. Quando hanno goduto hanno gridato come due pazzi e tua sorella è scappata via. Ha raccontato tutto alla mamma, Tom non ha negato e confermato che è innamorato del ragazzo adducendo il fatto che con tua madre oramai non prova più niente sessualmente."
Zia Marta aggiunge: "Cose che capitano ma noi due per ora non pensiamo a queste cose. Pensiamo a noi che siamo rimaste sole. Possiamo fare ciò che vogliamo." Era la prima volta che zia Marta mi dice queste cose. Penso a cosa abbia voluto riferirsi. Me ne vado nella mia stanza. Zia Marta nella sua cameretta. Mi sdraio sul letto. Sudo più che per il caldo, per il nervosismo che mi ha preso dopo la confessione di zia Marta. Mi tolgo la maglietta, resto in slip. Voglio più particolari sulla vicenda di mio padre. Vado da zia Marta. La porta è socchiusa. Smircio dentro. Zia Marta è distesa sul lettino,coperta da un lenzuolino bianco. Mi avvicino cautamente per non svegliarla. Sulla sedia accanto al letto ha lasciato le mutandine nere. Istintivamente le prendo, le annuso hanno il profumo di passera sudata. Le bacio e le rimetto a posto.Faccio per uscire dalla stanza ma la voce di zia Marta mi blocca: "Vieni qua, non dormo." Si toglie il lenzuolo. E' nuda, abbronzato il suo corpo non ha smagliature e seducente. Mi porge la mano, Mi attrae a se e finisco su di lei. "Hai annusato le mie mutandine e che hai provato? Annusala dal vivo la mia passerina, baciala, fai ciò che vuoi. Dai accarezzami, non essere timido. Sarà il nostro segreto." Di colpo mi sento un maschio in calore. Zia Marta mi attizza. Metto la testa fra sue cosce, la lingua lecca l'inguine, il pube,poi entra dentro la passerina. Trova il clitoride zia Marta comincia lamentarsi dal piacere. Cambio posizione. Le accarezzo il seno, ci baciamo voluttuosamente. Zia Marta mi chiede:"hai una ragazza? Ti pace stare qui con me?" "Si, tanto!" Zia Marta vuole sentire il mio uccello. Ci giriamo, io vado sotto e le mi viene sopra, prende il cazzo con delicatezza, lo accarezza, lo bacia e mi chiede: "ti faccio sborrare con un pompino oppure mi scopi?" La scopo. Il mio capocchione lo intingo nella sua figa. Faccio su e giù. Con un dito mi solletica il buchetto del culo. Godiamo insieme. Zia Marta non è completamente soddisfatta. Neppure io. Mi chiede: "se te lo faccio venire grosso me lo dai nel culo?" Mi accarezza, mi mette pancia in giù e lei comincia a stuzzicarmi il culetto. Quasi sapesse che quello mi provoca un arrittamento. Il mio cazzo è tornato grande. Mi giro. Lei lo prende in bocca. Lo sente pronto e fa tutto lei per metterselo dentro il culetto voglioso, caldo e umido. E' sopra di me. Mi fa godere da pazzo e gode anche lei. Si toglie con un dito la sborra che le ho iniettato nel culetto e se la lecca. La rivolto sul letto e le ficco la lingua dentro la passera. Lecco di brutto. Un quarto d'ora e godiamo nuovamente. Siamo stanchi. Per essere una settantenne è stata grandiosa. "Zia Marta, ti confesso che ho provato un piacere immenso e dire che ieri notte ho fatto un pompino ad un bel maschione e stamane ho cercato di adocchiare qualche bel cazzo per farmi sverginare." Zia Marta non si scompone: "finchè ci sono io e tu ne hai voglia si scopa. Come mi hai trovata?" "Meravigliosa, stretta come una ragazzina. Dai baciami ancora." Finiamo insieme sotto la doccia, l'accarezzo, le bacio nuovamente il seno, la figa," Le chiedo di accarezzarmi il culo. Lo fa e mi dice;"Stasera ti stuzzicherò se vuoi il tuo buchetto con un pene artificiale ma senza infilarlo. Cosi proverai anche più piacere." Facciamo un riposino perchà la serat e la notte saranno lunghe. [email protected]
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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