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La mamma


di cicciosv
30.07.2010    |    106.777    |    0 7.6
"Dopo la rivoltò, la mise a pancia in su in modo da masturbargli la fica e glielo rimise nel culo..."
Carlo, felice di aver superato l'esame per la patente ritornò improvvisamente a casa. Entrato, sentì dei lamenti provenire dalla stanza da letto. Si spaventò, ma poi si rese conto che erano gemiti di piacere. Da uno spiraglio della porta vide i suoi genitori che stavano scopando. Non gli era mai capitata una cosa del genere. Anche se altre volte aveva spiato la madre in bagno, vedere la mamma fare quello che lui aveva spesso desiderato, gli fece incollare l'occhio allo spiraglio della porta.
La madre, che chiamerò Caterina, era completamente nuda, inginocchiata, si portava alla bocca, succhiando con avidità, il cazzo del marito mentre lui la insultava dicendogli che era una succhia cazzi. Questo a Caterina sembrava dargli piacere giacché ci metteva ancora più foga. Sembrava in trance e supplicava il marito di penetrarla perché lei era la sua troia. Nel frattempo il papà di Carlo si dispose dietro di lei e puntò il cazzo dritto nella sua figa facendoglielo sparire dentro e iniziando ad andare su e giù finché non fu tutto dentro di lei. Poi sentii Caterina incitarlo:
"Dai, sfondami, fammelo sentire. Mmm. Si, si, ancora... dai mettimelo tutto in fica, si, così, godo!".
Carlo, nel vederli e sentirli si era eccitato. Nei confronti del papà provava invidia perché aveva una verga molto grossa e rabbia nei confronti della madre che, nonostante i suoi 45 anni, era ancora una donna bellissima e oggetto del suo desiderio.
Sentiva adesso il suo cazzo premere nei pantaloni, era duro e, continuando a spiarli, lo tirò fuori per toccarsi. I suoi genitori scopavano con gusto e quando alla fine il papà sborrò in bocca e sul viso di Caterina, anche Carlo, con la mano, aveva goduto, immaginandosi al posto del padre. Cercò di pulire con un fazzoletto la sborra da terra e dalla porta e osservò pieno di rabbia l'espressione felice e appagata della mamma, mentre si spalmava, la sborra sui seni e sul viso.
Allora, decise che quello era il corpo che desiderava di più possedere e che avrebbe fatto di tutto per averlo.
Passarono alcuni mesi, Carlo cercava ogni occasione possibile per sbirciare la madre nuda, alcune volte si era masturbato con la sua biancheria intima e ogni occasione era buona per strusciarsi addosso. Spesso nervoso, non usciva più da casa e si era allontanato dagli amici, facendo preoccupare non poco Caterina che si era accorta di questo strano cambiamento d'umore.
In seguito si presentò l'occasione! Il papà doveva andare fuori città per una settimana e Carlo pensò bene di andare a dormire nel lettone dei genitori. Caterina in un primo momento disse di no ma poi, pensando al periodo di agitazione del proprio figliolo, acconsentì.
La prima sera Carlo si accostò alla mamma con dolcezza e s'inebriò del suo calore e del suo odore, poi la seconda, sentendola dormire si adoperò a spostare camicia da notte e mutandine per sfiorare quel cespuglio nero che teneva tra le cosce. Sensazione meravigliosa sentire quel pelo che copriva la fonte del suo desiderio, avrebbe voluto affondarci le dita ma dovette desistere perché lei nel sonno si girò dall'altro lato. Questo avvenne anche il giorno successivo, solo che adesso era diventato più ardito e le sue mani ormai impunemente toccavano dappertutto e si attardavano nella figa della madre, poi eccitato al massimo si leccava le dita e silenziosamente andava in bagno a segarsi.
Anche il venerdì sera fece così. Stava seduto sul water a segarsi, quando entrò la madre e lo sorprese con il cazzo in mano.
"Carlo che stai facendo?"
"Niente rispose" colto alla sprovvista e cercando di ricomporsi alla meglio.
"Come niente? Sozzone! Ti sembra che non ti ho sentito queste sere cosa facevi?".
"Co.. cosa, ma io..." balbettò Carlo che era ormai diventando paonazzo dalla vergogna.
"Sei un porco, toccare ed eccitarsi con la mamma, ma non hai una ragazza per fare queste schifezze?"
Carlo voleva sprofondare ma ricordandosi di come l'aveva vista scopare con il padre si avvicinò e come preso da un raptus cercò di abbracciarla. Caterina reagendo d'istinto gli dette un ceffone e lo spinse facendolo cadere a terra.
Nella caduta Carlo sbatté lievemente con la testa sul lavabo e svenne. Quando si riebbe, si trovò steso sul letto, intontito e con una benda ghiacciata sulla testa mentre la madre lo accarezzava dolcemente, preoccupata e dispiaciuta;
"Perdonami caro, non volevo ma ero arrabbiata".
"Non è nulla...sto bene mamma, è tutto passato, non aver paura, scusami tu".
"No, no caro, lo sai che tu sei tutto per me, per farti contento farei di tutto, non volevo".
"Non non dire nulla mamma, stenditi vicino a me, ti prego".
"Si caro ecco, mi metto vicino a te"
Caterina, con lo spavento preso, adesso era completamente docile e remissiva, Carlo invece, nonostante il bitorzolo sulla testa se ne accorse e ne approfittò accostandosi a lei da dietro, stringendola tutta palpandogli pancia e gambe e facendogli sentire il cazzo che nel frattempo si era indurito dietro la schiena.. Lei si paralizzò di colpo, certamente si era resa conto che quello non era un abbraccio da “figlio.”
“Ah mammà…” rantolò Carlo.
“Ma che stai a fare? Ora ricominci! Di nuovo?” disse la madre, concitatamente e con gli occhi fuori di se. "Lasciami ti ho detto! Porco!" Ma ormai Carlo non riusciva più a controllarsi, le baciò il collo, le guance, la testa, poi la baciò in bocca mentre Caterina non trovava più la forza per reagire, come stregata da quel bacio.
"Ahhhh da quanto tempo! Da quanto tempo aspettavo! Che buon sapore che hai mamma" mugolò ancora. Poi gli infilò le mani sotto la camicia da notte e sentì le mammelle mature della madre sotto le sue mani, erano toste ma anche morbide, piene, fresche, grandi. erano tette fantastiche.
“Ma che fai?” geme lei “ma che vuoi?”
“Ti voglio scopare, mà! Ti voglio e ti desidero da quando ero ragazzino!” e presa una mano gliela poggiò sul cazzo
"Sentimi mamma! Lo senti?"
“Ma come? Ma non è possibile! Che fai?"
disse cercando di divincolarsi e con la voce strozzata dalle lacrime
Carlo intanto aveva ripreso a strizzarle le mammelle, le palpò, le soppesò e dopo aver passato le dita sui capezzoli, la baciò sul collo sfilandogli la camicia da notte. Caterina era bellissima così indifesa, con le tette completamente scoperte! Lui si abbassò e cominciò a baciargliele, soffermandosi sui capezzoli e sulle aureole.
Lei guardava fissa nel vuoto, balbettò qualcosa d'incomprensibile, sembrava istupidita e la sua debole reazione, spinse Carlo a continuare. Ormai era andata e la notte era ancora lunga. Si mise in ginocchio e tenendole una mano dietro la nuca la guidò verso il cazzo.
“Succhia mamma! Prendilo! Succhialo forte! Come fai con papà”
“Matto, maniaco!” protestò lei, ma era inutile! Carlo gli tappò il maso, le infilò il glande in bocca e vedendo come sua madre lo stesse spompinando lo fece venire. Lei si scostò per non farsi sborrare in bocca, ma fiotti di sperma la raggiunsero sulla mano, sulle braccia, sulle tette. mentre Carlo la riprese per la testa e glielo infilò di nuovo per farselo pulire.
“Vattene in camera tua e finiamola qui!” disse la mamma tentando di divincolarsi, ma la cosa attizzava ancor di più il figlio che la stese sul letto non curandosi delle proteste e la baciò dappertutto. Caterina cercò di evitarlo girando il viso, ma lui continuò mentre le mani scorrevano in mezzo alle cosce accarezzandogli la folta peluria nera e insinuandosi tra le grandi labbra. Poi raggiunta la vulva con la bocca cominciò a mordergliela e a succhiargli il clitoride, gli mise la lingua in fica. Lei cercò ancora di reagire tirandogli su la testa, ma chi poteva più fermarlo? Carlo si strappò da dosso il pigiama che ancora indossava, la girò di lato, gli massaggiò il solco della gnocca con le mani e la penetrò.
Ormai Caterina soggiaceva ai desideri del figlio, non opponeva più nessuna resistenza, tranne un debole no strozzato dalle lacrime, mentre il figlio, di prepotenza, la trombava di fianco, tenendole una gamba alzata e con le zinne che, a ogni colpo di cazzo in quella fica ormai bollente e bagnata, gli sobbalzavano.
Dopo un po’ la madre si accorse che il figlio stava per venirgli dentro e allora si ritrasse, spingendolo con una mano, si sdraiò e Carlo gli venne abbondantemente sulle tette e sulla faccia.
"Mamma come godo! Ti piace la sborra di tuo figlio? Prendila tutta!" le disse ricordandosi di quando l'aveva vista scopare con papà. Poi gli strinse ancora le zinne, quasi incredulo di quello che stava facendo, non sapendo se piangere o ridere e gli sussurrò:
“Che fica che sei mamma!".
Si stese stretto a lei e si addormentò di colpo per riprendersi da tutta quella tensione. Anche Caterina si addormentò tre le braccia del figlio ormai completamente sottomessa.

Dopo circa un'ora si risvegliarono. Carlo fece mettere la mamma sopra di lui a smorza candela in modo da avere le mani libere di toccarla tutta mentre lei teneva le mani dietro per reggersi, poggiate sul materasso. Caterina si muoveva come un automa ma quel palo in fica cominciava anche a dargli piacere e Carlo avvertì le prime contrazioni e i primi gemiti di piacere mentre continuava a stringerla a se. Siccome non voleva rivenire subito, dopo un altro paio di botte si sfilò da lei.
Caterina era nuda, tra le sue mani, come l'aveva sempre immaginata e poiché un'altra notte così difficilmente si sarebbe presentata, voleva possederla tutta e in tutto.
Un'idea le passò per la mente! Si sedette accanto a lei, la baciò dolcemente massaggiandola sulle tette e sulla fica. Per farla rasserenare e sentirla meno tesa poi, la girò a pecora.
“Che fai?” gridò “Adesso che fai? Non voglio lì” Carlo, però la tenne stretta sui fianchi e inizio a leccarle il buco del culo, tutto intorno, anche in profondità.
Caterina protestava dicendo che non voleva ma sentire la mamma supplicarlo lo faceva arrapare come una bestia. Saltò in ginocchio e glielo piantò nel culo senza troppi complimenti. Certamente non era vergine e in quella posizione non dovette spingere troppo per farlo entrare. Lei gridò, ma di sicuro non era indifferente. Il figlio la inculava con energia e vigore, alternando la classica stretta ai fianchi con tenaci strizzate di tette, e godendo nell'allargarci la fica con le mani mentre la sodomizzava. Dopo la rivoltò, la mise a pancia in su in modo da masturbargli la fica e glielo rimise nel culo. Caterina aveva gli occhi sgranati, gemeva e godeva mentre Carlo, sudatissimo e delirante dal piacere entrava e usciva da quel buco ormai aperto. La scarsa resistenza di Caterina e l'eccitazione del figlio intanto orientarono l’inculata al termine. "Che scopata mamma! Non immagini quanto di ho desiderato mmm e poi cosi! Godi troia" le gridò il figlio sborrandogli nelle viscere mentre lei gemendo e contraendo le chiappe si afflosciò distrutta sul letto. Poi scarichi di ogni energia abbracciati si riaddormentarono.
Quello fu l'unica volta che lo fecero.
Da allora, mai nessun accenno di quanto successe quella notte, tutto normale ma Caterina non ha più permesso al figlio di entrare in camera sua.


Cicciosv
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